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Autore: EvgeniaPsyche Rox    22/05/2012    8 recensioni
[ Long-fic sull'AkuRoku che descrive momenti quotidiani e il modo in cui si sviluppa il loro rapporto, il tutto diviso nei diversi mesi dell'anno. Ringrazio in anticipo tutti coloro che si soffermeranno a leggere.]
January -Normal-
February -Away-
March -Confused-
April -Hidden-
May -Burning-
June -Protection-
July -Doll-
August -Anger-
September -Together-
October -Sweetness-
November -Emotions-
Dicember -Mine-
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Axel, Roxas
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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June -Protection- 

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In quel lungo corridoio gli sembrava tutto maledettamente grande.
Troppo grande.
Si guardò attorno con aria spaesata, iniziando poi a camminare lentamente; ad ogni passo, però, sentì una presenza dietro sé.
Voltò di scatto il volto, ma non trovò nessuno.
Solo un silenzio soffocante.
Un urlo disperato gli gelò il sangue nelle vene: di fronte a sé vide una tomba non molto grande, su cui vi era un piccolo mazzo di rose rosse.
Rosse.Del medesimo colore di una folta chioma di un ragazzo inginocchiato e lo sguardo perso nel vuoto.
Si sentì pulsare la testa: non riusciva a riconoscerlo.Aveva dei ricordi confusi, frammenti spezzati di parole e frasi, ma non gli veniva in mente un nome con cui chiamarlo.
Si avvicinò di qualche passo e si porse in avanti: si pietrificò non appena scorse una piccola fotografia che lo raffigurava.
E in un attimo ricordò tutto.
«Axel!», allungò le mani, ma toccò improvvisamente qualcosa di duro: il muro invisibile sembrava volerlo tenere lontano dal mondo esterno.
«Axel!Axel, sono io!Axel, sono Roxas!Non sono morto!», eppure non riuscì ad udire la propria voce: tremò, tirando diversi pugni contro quella dannata barriera.
«Axel...», sussurrò con aria afflitta, lasciandosi scivolare sul gelido pavimento.
Era morto.
Era morto, ecco perchè non poteva avvicinarsi.
Pian piano gli sembrò di dimenticare ancora: quella chioma rossa non gli apparve più come qualcosa di familiare e si accorse di non ricordare più nessun nome.
Si voltò lentamente e sgranò le iridi blu: un'enorme ombra incombeva su di lui con aria minacciosa e gli si lanciò addosso.
Sentì il tutto e il niente.
Vide il nero, il nero più nero che aveva mai visto, e le tenebre sembrarono graffiargli la pelle: era terrorizzato.

Un gelo mai sentito prima gli scavò le ossa ed ebbe l'impulso di gridare.
Doveva essere l'Inferno.
Senza alcun dubbio.
Stava morendo e ora stava precipitando all'Inferno.
Un dolore lancinante gli mozzò il respiro, quando, improvvisamente, tutto scomparve e aprì di scatto gli occhi: udì il proprio cuore martellare violentemente e si guardò attorno con aria inorridita.
Un incubo.Un dannatissimo incubo.
La cosa più terrificante degli incubi è che quando si svegliava non riusciva più a riaddormentarsi: restava lì, in mezzo al buio della propria stanza, a tremare, cercando di concentrare i propri pensieri su altro, inutilmente.
«Sei sveglio?», un'improvvisa voce calda e un pò assonnata interruppe il silenzio della notte.«Non riesci a dormire?Non è che hai bevuto ancora il caffè?Lo sai che ti fa male.»
Quel giorno era andato a dormire dal rosso, dato che i suoi erano fuori città per lavoro.
«Non...Non ho bevuto il caffè.», si limitò a bisbigliare sommessamente il biondo, portandosi le coperte fino al naso nonostante il caldo soffocante di Giugno.
«Mmh...E allora che cos'hai?», domandò Axel sbadigliando, grattandosi la folta chioma rossa.«Stavo sognando di scoparti selvaggiamente.»
L'altro arrossì violentemente e scostò di scatto le coperte, sedendosi a gambe incrociate prima di allungare la mano e stampare un sonoro schiaffo sulla guancia del fulvo, svegliandolo completamente.«A-Axel!N-Non voglio conoscere certi dettagli, diamine!»
Il più grande brontolò qualcosa di incomprensibile allo schiaffo, massaggiandosi la zona colpita.«Ma nel sogno c'eri anche tu, quindi avevi tutto il diritto di conoscere questi...Mmh, piccanti dettagli.», replicò con un ghigno dipinto sul volto.
Roxas si limitò a mugugnare in segno di disapprovazione; si voltò improvvisamente e si sdraiò accanto al ragazzo dagli occhi smeraldini, accucciandosi a forma di punto di domanda.
«Ho fatto un incubo.», borbottò impacciatamente, avvicinandosi ulteriormente all'altro che sospirò.«Che genere di incubo?»
Il giovane serrò istintivamente le labbra, appoggiando la testa sul petto nudo del rosso, il quale rabbrividì a quel dolce contatto.
«Va bene, me ne parlerai domani mattina.Adesso stai calmo, piccolo.», bisbigliò con tenerezza Axel, facendo scivolare una mano sulla spalla dell'altro per stringerlo possessivamente a sé.«Era solo un incubo, non preoccuparti.», e, dopo averlo rassicurato, iniziò a canticchiare sommessamente una ninna nanna, baciandogli la testa con estrema dolcezza.
Si sentì bene, tra quelle fiamme brucianti.
Lo proteggevano dal resto del mondo; lo proteggevano da se stesso.
Quel fuoco lo circondava, lo avvolgeva, lo rilassava.
Era il suo fuoco.
Chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dalla voce sensuale dell'altro.



«Grandissimo Roxas!», Hayner gli tirò una pacca sulla spalla con un allegro sorriso, indicando il tabellone sulle loro teste.«Sei arrivato secondo, eh, niente male.Non supererai mai il sottoscritto, ma, insomma, ti terrò d'occhio.», e scoppiarono entrambi a ridere, mentre il biondo si asciugò le gocce di sudore dalla fronte.
«Certo che giocare a bowling è faticoso.», commentò Pence, tirando fuori una bottiglia d'acqua, sedendosi.
«Oh, suvvìa, ragazzi!», iniziò a parlare il giovane dagli occhi castani, rivolgendosi all'intera classe «Dovevamo pur festeggiare la fine della scuola, no?»
«Tu hai scelto di giocare a bowling perchè sapevi già che avresti vinto.», commentò a braccia conserte Roxas, seguito dal commento della sua migliore amica.«Come tutti gli anni precedenti, d'altronde.»
Olette ridacchiò, divertita dai soliti battibecchi tra i compagni, mentre il diretto interessato sbuffò, infilandosi le mani in tasca.«Non è mica colpa mia se siete un ammasso di schiappe.E, comunque, è ovvio che dovevo decidere io il posto in cui andare, dato che so-»
«Sìsì, dato che sei il rappresentate di classe e bla, bla, bla.», si intromise il biondo, prendendolo in giro, ottenendo un'occhiataccia da Hayner.
«Beh, ora che si fa?», domandò improvvisamente uno degli altri compagni, ottenendo un'immediata risposta da Naminè.«Usciamo a prenderci una boccata d'aria?»
Gli altri presenti annuirono, estremamente accaldati; qualche ragazzo si tolse anche la maglia, tanto per mostrare i propri muscoli scolpiti alle giovani fanciulle che sparlottavano tra di loro, ridacchiando sommessamente.
Il biondo lanciò un sospiro di sollievo, come molti altri suoi coetanei; sicuramente la brezza serale era molto meglio del caldo afoso che c'era nella sala da bowling.
«Allora, gente», il più grande della classe, Seifer, il giovane bocciato per due anni di fila, ottenne l'attenzione dell'intera combricola, tirando fuori due lattine di birra.«Chi vuole favorire?»
Roxas aveva sempre cercato di tenersi alla larga da lui; non gli erano mai piaciuti tipi del genere, e, quando egli cercava di attaccarlo con qualche insulto o presa in giro, si sforzava sempre di ignorarlo.
Fece per allontanarsi, quando il più grande lo chiamò.«Ehi, Roxas, che ne dici?Non ne vuoi un sorsetto?»
«No, grazie.Ne faccio volentieri a meno.», si limitò a rispondere aspramente l'altro.
«Oh, povero piccino; non ha il coraggio di assaggiare l'alcool perchè è troppo buono e perfettino!», lo prese diabolicamente in giro Seifer, sogghignando.«Ma sì, va' pure, Roxas.Torna a giocare con il tuo amato skate.»
Il giovane dagli occhi blu abbassò lo sguardo, sentendo qualche risatina soffocata da parte dei compagni; Hayner, nel frattempo, fulminò con lo sguardo il più grande, avvicinandosi all'amico.«Lascialo perdere.E' il solito imbecille.»
Eppure Roxas lo ignorò, scuotendo la testa e voltandosi verso l'altro.«Non sono piccolo.E' solo che non vorrei finirti la birra.», l'improvvisa sicurezza del giovane stupì perfino Seifer, il quale, però, tentò di non darlo a vedere.«Oooh, il gattino ha tirato fuori gli artigli, finalmente!», e, dettò ciò, gli porse la prima lattina dopo averla aperta.«E' tutta tua, piccoletto.Vediamo cosa sai fare.»
Il biondo la afferrò saldamente, osservandola con attenzione, cercando di non mostrarsi titubante in alcun modo; tirò un lungo sospiro e si portò la lattina alle labbra, sorseggiando quella bevanda a lui nuova.
Amara.Era tremendamente amara.
Socchiuse un occhio, disgustato, e, non appena svuotò metà lattina, la allontanò da sé, sotto lo sguardo preoccupato dei presenti.
«Roxas, tutto...Tutto bene?», chiese la giovane Olette, consapevole del fatto che l'amico non aveva mai bevuto.
«E questo è ciò che sai fare?Andiamo, sei patetico!», il più grande scoppiò così in una rumorosa risata, la quale si interruppe immediatamente non appena ascoltò l'intromissione di Hayner: «Smettila di fare tanto il figo, Seifer.Sei solo uno sfigato del cazzo.»
L'altro strinse i pugni, preparandosi ad una futura rissa, finchè il biondo allungò la mano libera tra i due, facendo cenno di lasciare perdere; si portò poi nuovamente il liquido alla bocca, sentendo per la seconda volta quell'orrendo sapore che gli stava mettendo lo stomaco sottosopra.
«Roxas...», la voce di Xion gli sembrò improvvisamente lontana e per un attimo temette seriamente di perdere i sensi; cercò di riscuotersi e si aggrappò ad un palo, buttando a terra la lattina.
«Ehi, niente male, come inizio.Potresti quasi iniziare ad essermi simpatico.», commentò con affilata ironia il più grande, giocherellando con la seconda lattina, sollevando un soppraciglio non appena il biondo aveva allungato nuovamente la mano.
«Per oggi basta così.», si intromise Hayner, facendogli cenno con la testa di seguirlo per tornare a casa, finchè non venne spintonato da Seifer che gli aveva lanciato in mano la seconda lattina.«Non rompere, mocciosetto.Non vedi che Roxas vuole imparare ad essere un vero uomo?»
Il giovane dalle iridi cristallini stappò la bevanda, ridacchiando appena senza un motivo apparente, per poi iniziare a sorseggiarla il più velocemente possibile; per quanto il liquido risultava fin troppo amaro per il suo delicato palato, si sentiva tremendamente bene.
Non sapeva esattamente se fosse l'alcool, o semplicemente il fatto di essere al centro dell'attenzione ed essere visto da Seifer come un ragazzo grande.
«Roxas, che cazzo stai facendo?», un'improvvisa voce a lui familiare gli congelò completamente il sangue nelle vene; sgranò gli occhi, allontanando immediatamente la lattina da sé, iniziando a balbettare.«A-Axel...E-Ecco, io...S-Stavo...»
«Che cazzo stai facendo?!», ripetè con aria minacciosa il nuovo arrivato, afferrando di scatto la lattina dalle mani del biondo.
«'E' solo una serata tra compagni di classe'.E io che mi sono fidato di te, cazzo.», continuò con il tono di voce incredibilmente alto, ringhiando qualche altra parolaccia a denti stretti.
«Oh, guardate, il piccolino ha il baby-sitter!», ridacchiò nuovamente Seifer a braccia conserte; Axel si voltò di scatto, riducendo gli occhi a due fessure.
«Scusa, stavi parlando di noi?»
«Ma certo.», rispose fermamente l'altro, ghignando; il fulvo gli si avvicinò pericolosamente, accennando un falso sorriso innocente.
«Non ho la più pallida idea di chi tu sia, ma mi stai già sul culo.», e, dopo aver detto ciò, rovesciò la birra rimanente dalla lattina, schiacciando poi quest'ultima tra le mani e lasciandola cadere in testa al ragazzo.«Spero che la birra ti piaccia.»
E Seifer rimase a bocca aperta, non aspettandosi proprio un gesto del genere: si morse le labbra, infuriato e, sopratutto, inzuppato; la classe, nel frattempo, scoppiò a ridere e tutti iniziarono ad applaudire verso Axel, il quale non si lasciò sfuggire l'occasione per fare un inchino.
Lanciò un veloce saluto ad Hayner e a Xion con la mano, afferrando poi il biondino per il polso, trascinandolo via da quel casino.«Muoviti, torniamo a casa.»
Sentì l'altro accennare una strana risatina.«Va bene, Axey.»
«Eh?»
«Tu sei il mio Axey!», l'improvvisa voce stridula e acuta di Roxas fece venire i brividi al fulvo; lo guardò storto, sospirando e intuendo già che si era ubriacato in poco tempo.
Raggiunse il parcheggio e lo fece sedere accanto a sé, mettendo in moto la vettura, sibiliando qualcosa a denti stretti.«Questa volta mi hai fatto proprio incazzare, lo sai?»
«Mmh...Ti sei arrabbiato perchè avevi paura che ti tradissi?», il biondo ridacchiò nuovamente, punzecchiando la guancia sinistra di Axel con l'indice.
«Roxas, piantala.Lo dico per il tuo bene.», lo incalzò il rosso con aria spossata, cercando di concentrarsi sulla strada di fronte a sé, mentre il più piccolo aveva messo sul volto un'adorabile broncio. «Mi tratti così male, sei cattivo!Adesso esco e mi faccio accompagnare dalla prima persona che passa, ecco!»
«Non dire idiozie.Se ti fai vedere in questo stato come minimo ti stuprano.»
«E a te farebbe piacere stuprarmi?», domandò improvvisamente con innocenza il biondo, appoggiando una mano sulla gamba del rosso che stava fremendo dall'eccitazione; si morse il labbro inferiore, sforzandosi in ogni modo di non lasciarsi comandare dall'istinto.
«Si può sapere che razza di domanda è mai questa?»
«E' una semplice domanda.», farfugliò infantilmente il giovane dagli occhi blu cobalto, avvicinandosi improvvisamente al volto dell'altro, schioccandogli un rumoroso bacio sulla guancia.
Axel frenò di colpo l'auto, ignorando di aver posteggiato nel parcheggio dei disabili; si voltò verso il biondo che stava sorridendo appena, afferrandogli di scatto il mento e fiondandosi così con ferocia sulla sua bocca.
Roxas schiuse immediatamente le labbra, permettendo alla lingua dell'altro di esplorare la propria bocca; arrossì lievemente, facendo per sbottonarsi i pantaloni, quando il fulvo si allontanò, sgranando le iridi smeraldine.«Che cosa stai facendo?»
Il più piccolo si limitò a mugugnare qualcosa di incomprensibile e si avvicinò all'orecchio dell'altro, leccandoglielo con aria giocosa.«Io ti voglio bene, Axey.Tu no?»
Il diretto interessato sospirò, massaggiandosi le tempie, stremato; era sicuramente ciò che desiderava più al mondo da tempo, ma non voleva farlo così.
Non voleva approfittarsi del fatto che il biondino fosse ubriaco: no, non sarebbe stato giusto.
«Roxas, ti prego.Così mi rendi tutto più complicato.», sibilò a denti stretti, cercando in ogni modo di non saltare addosso all'altro che, nel frattempo, aveva inclinato il volto su un lato, tornando al proprio posto.«Axey non mi vuole bene.»
«No, Roxas, è solo che...Non ora, ecco.», e sospirò per l'ennesima volta, sentendo lo sguardo del giovane dalle iridi cristalline addosso.
«Axey?»
«Mh?»
«Mi vuoi bene lo stesso?», e il rosso si voltò verso il più piccolo, notando quanto fosse innocente e candido sotto il pallore della luna all'esterno.
«Non immagini neanche quanto.», bisbigliò sorridendogli, prima di rimettere in moto l'auto.




Fece qualche passo indietro, sogghignando, mentre l'altro lo guardava attentamente con un palloncino in mano comprato poco prima.
«Adesso guarda, eh.», gli raccomandò il ragazzino di dieci anni, strofinandosi le mani per poi correre in avanti, facendo volare via tutte le colombe e i piccioni presenti; il più piccolo scoppiò in una candida risata.«Poverini, stavano mangiando!»
«Ma è divertente spaventarli!», osservò l'altro, annuendo energeticamente, notando che gli uccelli stavano velocemente tornando al punto di prima.
«Lasciali in pace, Axel!», brontolò il biondo, seduto sul muretto, pensando che quelle povere creature meritassero un pò di pace.
«Un'ultima volta e poi li lascerò stare.», promise il rosso, per poi aggiungere un veloce 'Forse', ridacchiando; prese nuovamente la rincorsa e balzò in avanti, spaventandoli e facendo nuovamente ridere Roxas; quest'ultimo battè allegramente le mani, lasciando andare la presa al filo del palloncino.
«O-Oh, no!Il...Il mio p-palloncino!», il bambino di sette anni salì in piedi sul muretto, allungando le braccia nella speranza di afferrarlo, senza risultati; saltò diverse volte, ma il palloncino era ormai troppo alto.
Si lasciò sfuggire un singhiozzo, ma trattenne il pianto, limitandosi ad abbassare lo sguardo con aria sconsolata.«Il mio palloncino è andato via.», sussurrò scendendo dal muretto, stringendosi le spalle.
«Non essere triste; se vuoi te ne comprerò un altro.», cercò di consolarlo il più grande, tirandogli una pacca sulla spalla: il giovane dagli occhi blu cobalto scosse la testa.«Ma io rivoglio il mio palloncino!Lui era mio amico...»
«I palloncini non possono essere tuoi amici, Roxas.», spiegò pazientemente Axel, sospirando: avere un compagno così piccolo, talvolta, era stressante.
«E invece sì!», trillò testardamente il bambino, stringendo i pugni, per poi rialzare lo sguardo in cielo, notando che il suo amato palloncino era diventato solo un punto indistinto nel cielo.«E adesso dove andrà?»
«E io che ne so.», rispose con acidità il rosso, scocciato da quella stramba domanda a cui non sapeva dare risposta.
«Forse volerà in Paradiso...», sussurrò con aria persa il biondo, ignorando l'affermazione dell'altro.«Con il mio nonnino.Lui ci è andato qualche giorno fa.», e, di fronte a quella beata e dolce innocenza, Axel non riuscì a fare a meno di sorridere malinconicamente, pensando a quando i suoi gli dicevano che i morti volassero via, nel cielo più limpido e azzurro.
«Tuo nonno adesso sta tenendo in mano il tuo palloncino, lo sai?E ti starà pensando.Ne sono sicuro.»
«Dici...Dici davvero?», chiese con aria abbagliata il più piccolo, osservando intensamente l'altro, il quale annuì, senza smettere di sorridere.

«Ma certo.E anche noi, un giorno lontano, voleremo nel cielo, in Paradiso.»
«Insieme?»
«Sì.»
«Me lo prometti?»
«Te lo prometto.»
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*Note di Rox'*
Ed ecco anche il 6° capitolo di questa raccolta (:
Uh, siamo alla metà esatta =O
Mi è piaciuto molto scrivere questo capitolo; l'ispirazione mi è venuta molto facilmente e, in particolare, la scena delle colombe l'ho vissuta in prima persona, quindi .w.
Mmh..Beh, come sempre, ringrazio tutti coloro che hanno recensito e chi ha messo la storia tra le seguite/preferite; spero che continuiate a recensire.
Insomma, se leggete le mie storie io voglio sapere una cazzo di opinione.
Vorrei in particolare ringraziare '_KHProminence_' per avermi aggiunta tra le autrici preferite; sono lusingata, davvero.
...E ormai ci stiamo avvicinando alla fine della scuola.*Fissa il vuoto*
Va beh, dopo le mie solite perle di saggezza di cui a nessuno frega qualcosa, posso finalmente svanire di scena.
Non dovrei fare fatica ad aggiornare, dato che sono già arrivata a scrivere fino a Settembre (;
Per quanto riguarda 'Tutor & Boyfriend', sto lavorando sul capitolo; mi auguro di non tardare com'è successo l'ultima volta .w.
Alla prossima!
E.P.R.

 

   
 
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