Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: FRC Coazze    22/05/2012    3 recensioni
Una raccolta di storie di one-shot di varia lunghezza basata sui colori. Protagonista principale: Severus Piton, alle prese con vari personaggi tutto lungo il filo dei colori, il loro simbolismo, e il loro rapporto con l’acido insegnante di Pozioni.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Giallo

     



 
Severus Piton sospirò pesantemente mentre camminava lungo i corridoi vuoti, freddi di Hogwarts diretto ai sotterranei. I raggi del sole non permeavano attraverso la spessa barriera di pietra del castello, non riuscivano ad illuminare gli angoli bui delle scale, non riuscivano a scaldare quelle pozze di acqua che stagnavano nella pietra.

Meglio così. A lui non piaceva il sole. Non gli piaceva mostrarsi alla luce dei suoi raggi… era come se quei tentacoli di luce lo spogliassero rendendolo nudo di fronte agli occhi del mondo. Per questo fuggiva. Per questo si nascondeva nei sotterranei. Aveva paura di ciò che i raggi dorati avrebbero potuto riportare a galla. Quel sole, quella luce, portava con sé una vitalità e una gioia che Severus non capiva e non sopportava. Non c’era nulla di cui essere felici e se il sole sorrideva là fuori, se il suo giallo esaltava gli studenti che chiacchieravano nei prati di Hogwarts… beh, lui se ne sarebbe stato dentro. Al freddo, al buio. Avrebbe lasciato il sole ai ragazzi, tutti riversatisi in massa a godere delle sue carezze, e lui avrebbe potuto godere invece della calma e della solitudine dei suoi sotterranei. Dopotutto, quei corridoi erano come lui: freddi, imperturbabili e impermeabili alla luce, all'allegria e al calore.

“Severus?” Una voce dietro di lui bloccò il suo passo deciso. “Severus non vorrai rintanarti nei tuoi sotterranei! Con il bel sole che c’è fuori!”

Severus si voltò lentamente per ritrovarsi di fronte alla robusta professoressa Sprite che lo guardava con un grande sorriso sul viso tondo.

“Non sono una pianta, Pomona.” Le disse freddamente.

La professoressa sorrise dolcemente. “Oh, lo so bene.” Disse poi, avvicinandosi al collega. “Ma si dà il caso che anche i rudi insegnanti di Pozioni abbiano bisogno di un po’ di sole, ogni tanto.”

Piton sollevò un sopracciglio con fare piccato. Dannata donna, ma perché non andava a cantare ninnananne alle mandragole invece di infastidire lui?

“E a che pro?” Chiese, quasi in un ringhio. “Non devo fare la fotosintesi.” Voltò le spalle di scatto e fece per andarsene, ma la Sprite lo trattenne di nuovo.

“Oh, Severus un po’ di vita!” Disse trotterellando verso di lui senza smettere di sorridere. “Le mandragole sono più vivaci di te, e hanno un colorito migliore.”

“E da quando ti importa del mio colorito, si può sapere?” Sbottò allora Severus vedendosi costretto ad affrontare la gioconda quanto insopportabile collega. Dannati Tassorosso… sempre a preoccuparsi per gli altri, sempre pronti a dispensare pietà e ottimismo.

“Sei sempre rintanato in quei sotterranei umidicci e scuri… il buio non ti fa bene e l’umidità neanche. Sole. Sole ci vuole.” Spiegò la professoressa analizzando il volto del collega con occhi inquisitori.

“Stai cercando segni di eziolamento, Pomona?” Sibilò allora Severus, infastidito dal modo in cui la Sprite lo stava analizzando.

La professoressa non accennò ad allontanare lo sguardo. “Eziolamento? E’ già in fase avanzata, mio caro.” Dichiarò, gli occhi ridotti a fessure. Severus la guardò stizzito e confuso allo stesso tempo. Si era trasformato in un vegetale quella notte? Eppure aveva fatto lezione normalmente, aveva pranzato e fatto colazione in Sala Grande come sempre e nessuno gli aveva fatto notare che gli fossero cresciute foglie sulle orecchie, né che la sua pelle avesse assunto un colorito verdastro. Anche se quest’ultima cosa gli succedeva ogni qualvolta doveva correggere i compiti di Potter e Weasley.

“Comunque, ti cercavo per una questione seria.” Disse allora la professoressa, assumendo un’espressione a metà tra la preoccupata e l’entusiasta. Una strana combinazione, sì.

“Che cosa è successo?” Chiese Severus, desideroso ormai soltanto di sfuggire alla collega.

Pomona gli sorrise gioviale, quindi prese a gesticolare con fare esuberante mentre spiegava lo strano fatto che era accaduto alle sue amate piante. “Ho avuto dei problemi con la pozione per il rinvigorimento delle mie creature. Sai, alcune Tentacule Velenose erano piuttosto mingherline, povere, e… insomma, invece di crescere sono diventate tutte di un giallo acceso. Non credo sia normale la cosa… che ne pensi?” Le braccia della professoressa giacquero per un istante ai suoi fianchi mentre guardava il collega con aspettativa.

Piton la guardò improvvisamente stranito. No, non era normale che le piante diventassero gialle. Ma era una questione botanica, cosa poteva saperne lui? Conosceva le pozioni sì, ma non il modo in cui le piante le assimilavano.

“E perché dovrebbe interessarmi la cosa?” Rispose allora Severus duramente. La collega lo guardò allegra, niente affatto intimorita dal modo di fare brusco del professore.

“E’ una cosa buffa, non trovi? Potrebbe avere risvolti interessanti…” Fece.

“Sono tutto un brivido.” Borbottò Severus con fare insofferente.

Pomona non si scompose. Era troppo eccitata per le sue Tentacule gialle che non le importava il fatto che avesse a che fare con il gufo misantropo della scuola. E poi era un bel colore il giallo. Il problema era che la nuova tinta aveva reso le piante un po’ più esuberanti del solito… ma se scopriva cosa aveva provocato la colorazione gialla, magari poteva ottenere Tentacule gialle ed isolare invece ciò che le rendeva troppo vivaci.

“Avanti, Severus. Vorrei soltanto che dessi un’occhiata alla pozione.” Disse seriamente, prima di riprendere di nuovo a gesticolare in preda all’entusiasmo. “Ci pensi? Se riuscissi a scoprire che cosa rende le Tentacule di quel dorato colore potrei ottenere la prima coltivazione di Tentacule ornamentali del Mondo Magico!” Esclamò infine con un enorme sorriso stampato sul viso rubicondo.

“Scusa, ma non colgo l’entusiasmo in questo.” Disse Severus gelido.

“Sapessi, sapessi!” Esclamò allora la collega, “Hogwarts potrebbe vantare le prime Tentacule gialle del mondo.”

Severus non riusciva a capire l’entusiasmo insopportabile della collega. Erano solo piante. Stupide piante che avevano cambiato colore, e allora? Lui voleva soltanto rintanarsi nei suoi grigi e monotoni sotterranei, tutta quell’allegria, tutto quel giallo non faceva per lui. E poi lui odiava il giallo era un colore così… così… vitale. Si adattava ai Tassorosso, non certo a un pipistrello nero come lui. Ma Severus sapeva che, l’unico modo per liberarsi della gioviale collega era darle retta.

“Perché sei così ansiosa di mostrarmi le tue piante mutanti, Pomona? Non c’era nessun altro da infastidire? Minerva… il preside… Neville Paciock? Ecco, perché non vai a chiamare Paciock? Magari potrebbe crepare dall’euforia e io non sarei più costretto a sopportarlo in classe.” Vomitò Piton senza alcun riguardo con l’unico obiettivo di liberarsi da quell’impiccio su due gambe.

La professoressa, da par suo, parve leggermente rattristata e delusa da quelle parole. “Ma Neville non capisce nulla di pozioni… io vorrei capire che cosa ha fatto diventare gialle le mie…”

“E va bene. Va bene. Fammi vedere queste piante.” Sbottò allora Severus, incapace di uscire da quella situazione in altro modo. Pomona diede di nuovo sfoggio al suo sorriso migliore e gli fece strada verso le serre.

 “Me l’ha passata Hagrid.” Cominciò a spiegare. “La pozione, intendo. L’altro giorno è andato a Notturn Alley, così gli ho chiesto se magari poteva recuperarmi una pozione rinvigorente. Servirebbe anche a te, Severus.” Concluse poi con un sorriso divertito al quale Severus rispose con un grugnito stizzito. La professoressa riprese a parlare, mentre i loro passi si avvicinavano ormai all’arcata di pietra che dava sul cortile delle serre. “Ma vedessi come sono belle ora le mie Tentacule… tutte belle carnose, con i tentacoli belli turgidi e forti e…”

“…e gialli.” Concluse infine Severus, mentre seguiva la collega all’interno della serra numero quattro. I suoi occhi colsero subito la lunga fila di Tentacule diventate quasi tutte di un bel giallo splendente. Fece una smorfia disgustata guardando i tentacoli di quell’odioso colore dimenarsi vivacemente.

“Ridicolo.” Commentò nauseato. Fece per fare un passo avanti, ma Pomona lo bloccò con un braccio e all’occhiata interrogativa che Piton le rivolse rispose, un po’ a disagio: “Sono un pochino su di giri le piantine. Non vorrei essere costretta a far loro del male nel caso ci attaccassero.” Severus non potè evitare di rivolgere gli occhi al cielo. “Ma sono così belle.” Concluse la professoressa in modo quasi adorante.

“E’ per questo che mi hai chiamato, allora.” Fece Piton. “Per risolvere la situazione prima che qualche studente finisca in infermeria e tu sia costretta a distruggere le Tentacule.” Disse gettando un’occhiata perspicace alla collega.

“Anche.” Si affrettò a rispondere questa. “Ma soprattutto per fartele vedere. Dovevo farle vedere a qualcuno… guardale.” Pomona gonfiò il petto di soddisfazione e orgoglio. Oh, erano così belle le sue Tentacule gialle!

Severus, comunque, non era del medesimo parere. “Avanti dammi quella pozione, e facciamola finita. Vorrei tornare alle mie di pozioni.” Ringhiò duramente. La professoressa sembrò risvegliarsi immediatamente dal suo strano stato di trance. “Oh, sì. Subito.” Disse, quindi estrasse la bacchetta dal grembiule e la puntò contro il bancone sull’altro lato della serra. “Accio pozione!” Esclamò. E la boccetta azzurra si alzò pigramente nell’aria e si diresse verso la professoressa, posandosi poi dolcemente sulla sua mano. “Eccola qui.” Disse e la passò a Severus che la agguantò senza poche cerimonie.

Analizzò la botticina in cerca di un’etichetta che non c’era. Sbuffò contrariato. “Hai detto che te l’ha portata Hagrid?” Chiese.

“Sì esatto.” Rispose Pomona senza guardarlo, gli occhi fissi in adorazione sulle sue piante.

“E l’ha presa a Notturn Alley?” Continuò Severus.

La Sprite annuì soltanto col capo e Piton sospirò rassegnato. Una pozione comprata in un luogo dove girava di tutto da un ritardato mentale… non c’era da stupirsi ce fossero sortiti effetti collaterali. Chissà che diavolo aveva raccattato il mezzogigante. Stappò la boccetta con un gesto elegante della mano e osservò il liquido all’interno di un giallo opaco, portò la botticina al naso e l’odore dolciastro che sentì assecondò i suoi sospetti.

“Questa è Pozione Sorgi e Brilla.” Disse con voce monocorde. “Non mi stupisco che le tue piante sia sorte e brillate come il sole.” Concluse sarcasticamente.

“Sorgi e Brilla?” Ripeté interessata la professoressa rubando la boccetta dalle mani chiare di Severus e osservandola incuriosita. “Affascinante.” Commentò.

Piton sollevò un sopracciglio osservando la collega intenta ad ispezionare la boccettina azzurra. “Non ti resta che aspettare che tramontino.” Commentò beffardo.

Pomona lo guardò preoccupata. “Ma…” fece, “ma sorgeranno di nuovo domani, vero?”

“Pare arriveranno nubi alte domani. Probabilmente calmeranno un po’ i bollenti spiriti. Potrai fare lezione.” Le rispose Severus.

“Affascinante.” Riuscì soltanto a dire Pomona. “Oltremodo affascinante.”

“Quanto durano gli effetti?” Si informò poi.

“Dipende da quanta pozione hai usato. In termini generali direi più o meno una settimana, poi torneranno del loro solito colore.” Disse Piton.

“Meraviglioso.” Sospirò la professoressa. “Grazie Severus.” Disse poi rivolgendo un largo sorriso al collega.

Piton rispose con un sorriso sghembo, quasi una smorfia, quindi si voltò di scatto e si allontanò di tutta fredda dalle serre e dal sole che splendeva lì fuori, diretto ai suoi cari, freddi, bui, umidi sotterranei. Per quel giorno di giallo ne aveva visto abbastanza.

 



Ok, non è che sia molto convinta di questa storia, ma lascio a voi l'ultima parola. E' stupida come storia... però mi sono divertita un mondo con la Sprite. E' un personaggio che viene trattato poco, ed è un peccato perchè è un bellissimo personaggio.

Per chi di voi non sa cos'è l'eziolamento, è semplicemente il processo per il quale le piante subiscono alterazioni dei pigmenti a causa della mancanza di luce. Non potendo produrre clorofilla, diventano di colore bianco-giallognolo e inoltre subiscono un allungamento del fusto. Provate a coprire una pianta e vedrete che diventerà molto lunga, in quanto si protende per cercare la luce, e bianca. 

Un'altra cosa, questa storia è allegra e un pochino sopra le righe per un motivo ben preciso. Ricordate che questa storia è basata sul giallo, un colore che sprizza allegria e vivacità e quindi non poteva essere troppo seria o triste.

Per concludere, spero che questa sciocchezza vi sia piaciuta. Commenti? XD

Ciao a tutti!



  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: FRC Coazze