Specchi di parole
Pensieri
di cristallo in una notte senza luna.
Silenzio,
ovunque.
Le
lancette dell’orologio scandiscono il tempo sul mobile di noce.
Sento il
silenzio scavare dentro di me, sempre più in profondità… ogni attimo che passa.
Un foglio
bianco davanti a me. Una gomma ancora intatta.
Forse
potrebbe essere utile per cancellare.
Forse
riuscirei ad eliminare questo senso di impotenza che mi attanaglia il cuore,
togliendo quelle poche parole che tu mi hai rivolto nella tua vita.
Così
poche, ma che ora sembrano lacerare.
Ma
servirebbe? E’ come quando hai in testa il motivetto di una canzone e non
riesci a togliertelo.
Ormai
l’hai letto, l’hai visto, l’hai vissuto… non puoi più cancellarlo.
Da dove
poi?
Da un
foglio immaginario?
Da ogni
cosa che ti appartiene?
Da
futili, vitali ricordi?
O… o
forse semplicemente da ogni piccola parte delle mie azioni in cui tu sembri
rifletterti?
Impossibile.
Non so neanche io cosa desidero.
So solo
che tutto questo fa male e vorrei eliminarlo, ma nel frattempo desidererei
tenerlo con me per sempre.
C’è
ancora silenzio intorno.
La casa
appare vuota e senza vita… mi sento sola.
Una
macchina sfreccia veloce sull’asfalto bagnato, le gocce di pioggia picchiettano
sul vetro della finestra, prima lentamente poi diventando sempre più fitte.
Anche il
rubinetto dell’acqua gocciola in modo irregolare.
Clic Cloc
Sento
addosso lo sguardo indifferente di centinaia di persone che camminano con
noncuranza nella strada sottostante.
Nessuno
si volta indietro.
Nessuno
si ferma per conoscere la vita dell’altro, per chiedergli se ha bisogno di
qualcosa.
Nessuno
guarda al di là dei tuoi occhi.
Tutti
sono freddi e inconsapevoli della sofferenza altrui, come è normale che sia.
Crudele,
ma in fin dei conti quotidiano.
Figure
varie che camminano veloci sul marciapiede bagnato, lasciando impronte di
scarpe a terra che si confonderanno di nuovo con altre…
Pochi
istanti dopo… ancora…
Ancora…
Ancora…
Un filo
d’erba nel ghiaccio.
Una valle
desolata coperta di neve, non una traccia di passi che disturbino quell’
armonia di bianco.
Solo
immagini qua e là, nella mia testa.
Inutili
battute senza senso.
Specchi
di parole dal mio cuore.
Ho voglia
di urlare qualcosa, ma mi accorgo di non sapere cosa dire.
Il
silenzio fa sentire di più quell’ atmosfera familiare, quel ghiaccio che
congela ogni giorno di più.
Forse…
forse, riscalda appena superficialmente all’inizio…
Un po’
come una sorta di fiammifero in una notte di tempesta.
L’unica,
fioca fonte di calore, fino a quando non si spegnerà per sempre.
Lenta,
lenta…
Inesorabile.
Riscalda
appena un po’, all’inizio, giusto quanto basta per scaldarti il palmo di una
mano.
Ma… ma,
una volta consumato, non ti resta più nulla con cui placare il freddo.
Soltanto,
forse, una piccola luce in lontananza.
Una
speranza irraggiungibile per i tuoi piedi ormai ibernati, ma presente.
Sempre.
Basta
soltanto guardarsi intorno per scorgerla da qualche parte.
Specchi
di parole.
Il suono
dell’orologio a pendolo si fa sempre più forte.
Rimbomba
inesorabile nelle mie orecchie, mi avvisa che sto sprecando attimi preziosi.
A volte
non ci si pensa.
Quante
volte ci chiediamo come uccidere il tempo?
Quante
volte cerchiamo in tutti i modi di far passare ore che non ci soddisfano?
Attimi
che ci annoiano, momenti in cui si vorrebbe far altro…
In realtà
è il tempo che ci annienta, ogni secondo di più.
E’
semplicemente vita consegnata alla morte.
L’orologio
a pendolo che scandisce le regole.
Quello
che in un certo momento ti dice, con un ghigno “basta, non hai più tempo!”
Sempre,
continuamente.
Non
ritornerà mai più, così come le gocce d’acqua del mio rubinetto…
Clic Cloc
Clic Cloc
Clic Cloc
Scorrono,
scorrono…
Inesorabili…
Sprecate.
Guardo
ancora la tua foto sulla mia scrivania.
Richiudo
il libro, anche se domani ho un esame.
Non è
così importante.
In questo
momento sento solo di dover consegnare al silenzio anche qualche altro secondo.
Fa
niente, non cambierà più nulla ormai.
Metto una
mano davanti alla bocca, per soffocare un gemito e ritrarre una lacrima.
Non
voglio far vedere quello che provo, il mio dolore è solo una parte di quello
che sentono le persone di fronte a me.
E’ notte
inoltrata ormai, molte persone dormono, o almeno lo lasciano intendere.
Vorrei
urlare.
Ma chi
sentirà il mio urlo?
Chi si
volterà e mi chiederà che cos’ho?
Anche la
mia voce si dilegua nel silenzio.
Una
scritta a matita che mi sono decisa finalmente a cancellare.
Chiudo
definitivamente la tendina della mia finestra.
Le luci dei lampioni si fanno più sfocate…
Soltanto
la sirena della macchina della polizia che sfreccia veloce a disturbare la mia
quiete.
Il mio,
il nostro silenzio…
Un unico,
eterno, continuo urlo soffocato il gola.
Lo
scorrere inesorabile.
Clic Cloc
E poi una
nuova frontiera.
Una nuova
giornata, tutto ricomincia ancora.
Un
sorriso sulle labbra, così, perché è indispensabile che ci sia.
Mi volto
verso la missione di oggi, soltanto perché so che tu vorresti vedermi così.
Soltanto
perché è indispensabile far finta di dimenticare ed essere altri, a volte.
Perché
non si può piangere per sempre di fronte a qualcosa che si è persi.
Il dolore
annienta tutto, in ogni senso.
Ti fa
sentire cose che vorresti non aver mai udito, ti fa pensare il silenzio anche
dove non c’è.
Ora lo
so.
L’orologio
a pendolo…
Il
gocciolare del mio rubinetto…
Clic Cloc
Perché
quello che è passato non tornerà mai più, ma sarà sempre tuo.
Tutto
quello che mi hai dato non andrà perso.
Resterà
per sempre con me, al sicuro, dove nessuno potrà mai rubarmelo.
Nel mio
cuore.
Mi
aiuterà nelle difficoltà, mi consolerà nei momenti tristi e... bè, forse mi
attristerà anche un po’ in quelli felici, perché tu non sarai con me.
In realtà
servirà soltanto ad una cosa… a ricordare.
Perché è
giusto così, anche se tu non lo saprai mai.
Perché
quel rubinetto resti aperto appena un po’…
Un filo talmente piccolo che non si potrà dire
di aver sprecato dell’acqua, ma abbastanza grande da sentirlo se avvicini
l’orecchio.
Il mio
piccolo, soffocato, presente...
urlo di
silenzio.
Soltanto…
soltanto perchè è indispensabile che tutto questo resti solo e soltanto…
…uno
specchio di parole.
********
Dedicata a chi resterà per
sempre nel mio cuore, perché serva a ricordare,
e dedicata a tutti quelli che mi sono vicini,
anche solo regalandomi un sorriso ogni giorno.
Vi voglio
bene.
Questo è solo un
piccolo sfogo in un momento un po’ triste; diciamo che è scritta più per me che
per essere pubblicata. E’ quindi ben accetto qualsiasi tipo di critiche.
Un ringraziamento
particolare a Kar85 per averla letta
in anteprima ed avermi dato l’ok.
Un abbraccio a tutti.