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Autore: Melabanana_    22/05/2012    3 recensioni
[FubuYuki onesided?] ~by Roby~
Ma ciò che più lo colpì fu che dietro quel velo blu, brillava una scintilla terribilmente familiare –una scintilla di determinazione e coraggio, che aveva visto solo nello sguardo di un’altra persona.
Il vento di Yukimura era il vento di Atsuya.
[...]Nel momento in cui i loro occhi s’incrociarono, Fubuki fu certo di aver sentito il suo cuore battere un pochino.

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Non era pronto, perché ora che Yukimura aveva anche imparato la Tormenta Glaciale, la somiglianza con Atsuya gli saltava molto di più all’occhio.
Erano così simili che ogni tanto li sovrapponeva, persino.
Ma c’era qualcosa di profondamente sbagliato, in tutto questo.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shawn/Shirou, Yukimura Hyuuga
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Resemblance.
 
“Yukimura Hyouga.”
La voce incespicò nella lettura del nome scritto sul foglietto.
Il gelo gli congelava la lingua, gli inaridiva il palato e la gola.
Ma forse era anche un po’ colpa del nervosismo. Insomma, non conosceva affatto quel ragazzino, e non capiva perché il preside dell’Hakuren avesse insistito affinché se ne occupasse lui.
Gli era stato detto che era un giovane talento, però non aveva mai voluto entrare nella squadra della scuola –preferiva allenarsi per conto proprio, sul campetto che a Fubuki era tanto familiare.
Quel campetto, dove aleggiava ancora il vento di Atsuya.
Fubuki continuava a camminare, chiedendosi come avrebbe convinto il ragazzino a prenderlo come Coach se lui stesso non ne era convinto.
Lui non era per niente tagliato, a prendersi cura delle persone –di solito erano gli altri a prendersi cura di lui, un ventitreenne svampito che viveva da solo e che, ora come quando aveva tredici anni, si accucciava sotto un tavolo se era depresso o pioveva, per poi nascondere il tutto con un sorriso imbecille.
Yukimura gli avrebbe come minimo riso in faccia.
 
Il pallone colpì forte la traversa e tornò indietro.
Il rumore lo fece visibilmente sussultare. Si girò sorpreso e intravide la sua figura.
Yukimura non era molto più alto di lui quando aveva la sua età, ma aveva gambe e braccia forti.
La pelle pallida faceva risaltare il blu degli occhi e dei capelli, un blu zaffiro tendente al viola.
Ma ciò che più lo colpì fu che dietro quel velo blu, brillava una scintilla terribilmente familiare –una scintilla di determinazione e coraggio, che aveva visto solo nello sguardo di un’altra persona.
Il vento di Yukimura era il vento di Atsuya.
Il ragazzino riprese la palla al volo e la calciò, stavolta mandandola in rete.
Poi lo vide.
Nel momento in cui i loro occhi s’incrociarono, Fubuki fu certo di aver sentito il suo cuore battere un pochino.
 
xxx
 
“Coach!”
Si voltò e Yukimura lo raggiunse, dopo aver corso verso di lui.
Il ragazzino si era ormai totalmente abituato a lui, come Fubuki si era abituato alla sua presenza nella casa prima vuota. Yukimura veniva a trovarlo spesso.
“Oggi mi sento pronto! Mi insegni la sua tecnica.” Esclamò.
Fubuki lo osservò –rigido come un soldatino, ma con un volto fin troppo serio per uno della sua età.
Scosse il capo, ridendo, e gli strinse le guance fra le mani.
Yukimura protestò e agitò le braccia finché il ventitreenne non lasciò la presa.
“Ma che le prende?!”
“Scusa, è che sembravi così contrito.”
Yukimura mise il broncio, contrariato perché Fubuki rideva di lui.
“Non vuole che io l’impari, vero?” borbottò deluso, distolse lo sguardo.
Fubuki sospirò, gli prese la mano e lo trascinò dolcemente accanto a sé, facendolo sedere nel calore del kotatsu. “Un giorno te la insegnerò. Non ancora, non sei pronto.”
Yukimura arrossì vivamente e annuì, il suo sguardo fisso a terra mentre borbottava qualcosa sulle loro mani ancora intrecciate.
 
C’era riuscito.
Yukimura aveva eseguito alla perfezione la Tormenta Glaciale.
E pensare che aveva esitato tanto ad insegnargliela –aveva accettato solo perché il ragazzino aveva iniziato improvvisamente ad insistere sull’argomento, e Fubuki era davvero troppo arrendevole, in special modo con lui. Quando Yukimura alzava lo sguardo verso di lui, sentiva uno rumore sordo battere nel suo petto.
Non poteva dire di no al suo sguardo.
Ora sapeva perché non voleva insegnargliela –non era Yukimura a non essere pronto, ma lui stesso.
Non era pronto, perché ora che Yukimura aveva anche imparato la Tormenta Glaciale, la somiglianza con Atsuya gli saltava molto di più all’occhio.
Erano così simili che ogni tanto li sovrapponeva, persino.
Ma c’era qualcosa di profondamente sbagliato, in tutto questo.
Scosse il capo, esausto. Le corde gli stringevano braccia e polsi, impedendogli di scappare.
Si era davvero rammollito, se si era fatto catturare così facilmente da quelli del Quinto Settore.
Chissà che mire avevano –anche se un sospetto, purtroppo, ce l’aveva già.
 
xxx
 
Yukimura era fermo vicino alla porta di calcio, immobile e intirizzito.
Quando si girò, allertato dal suo passo affrettato, lo trafisse con lo sguardo.
Era freddo e accusatore.
“Perché non è venuto, ieri? Vi ho aspettato…” mormorò.
Fubuki abbassò lo sguardo. Non poteva parlare del Quinto Settore a Yukimura… non ancora.
Non voleva che quell’oscurità macchiasse la sua purezza.
Yukimura sembrò intuire che non avrebbe avuto risposta. Si avvicinò a lui, con lo sguardo cupo, e stese le braccia fino a toccarlo e poterle allacciare intorno al suo corpo.
“Lasci stare. Mi abbracci e la perdonerò.” Disse.
Fubuki sussultò, preso alla sprovvista dalla strana richiesta.
In fondo non c’era nulla di male, si disse mentre con una certa esitazione avvolgeva le braccia intorno al corpo del ragazzino, che si strinse di più a lui.
Fubuki strinse gli occhi...
E l’immagine di Atsuya gli apparve vivida nella mente, contrapponendosi a Yukimura.
Fubuki aprì gli occhi di scatto e allontanò il ragazzino da sé, afferrandolo bruscamente per le spalle.
“Scusa” disse. Quasi gridava; la voce era affrettata, agitata. “Scusa, non posso.”
Teneva la testa bassa, non riusciva a guardare in faccia Yukimura.
L’esitazione aleggiò nell’aria, poi lo sguardo sorpreso del ragazzino tornò a farsi cupo.
“Capisco.” Mormorò. Piano, ma con decisione, tolse le mani di Fubuki dalle sue spalle.
“Mi dica solo una cosa… Somiglio così tanto a suo fratello, Coach?”
Fubuki sgranò gli occhi e il respiro gli si spezzò.
Non aveva mai parlato a Yukimura di Atsuya. Mai.
“Come… fai a…?”
Il ragazzino fece un sorriso amaro.
“Credeva davvero che non mi sarei informato sulla persona che mi piace?”
Fubuki continuò a fissarlo smarrito. Piccole lacrime cominciarono a bagnare il viso di Yukimura.
“Davvero non se n’è accorto? O faceva solo finta di niente? Davvero non sapeva che sono innamorato di lei? Ma tanto per lei fa lo stesso, vero?” La voce s’incrinò.
“Cosa cavolo rappresento per lei? Sono solo l’immagine di suo fratello? Non valgo nient’altro? Perché allora si è avvicinato a me?”
Ma Fubuki non poteva rispondere a nessuna di quelle domande, e Yukimura lo sapeva.
Il ragazzino scosse il capo, frustrato dalla sua mancanza di reazioni.
“Basta. La prego, non mi cerchi più.” Sussurrò, poi alzò la voce.
“Non si faccia mai più vedere! Lei è un vigliacco e io per questo… lo odio!” gridò, e scappò via asciugandosi le lacrime con il dorso della manica.
Fubuki non fece nulla per fermarlo, non sapeva cosa fare.
Non l’aveva mai saputo.
 
Lui non sapeva far felici le persone.
 
 
 
 
-
 
**Fragole, panna e gelato al cioccolato**
-Il titolo dell’angolino non c’entra nulla con la shot, e stona persino un pochino :’D-
 Cielo,la FubuYuki si presta fin troppo all’Angst.
Insomma, già Fubuki da sé è Angst, poi se ci metti Yukimura e Atsuya è il massimo.
Nell’anime il rapporto fra Fubuki e Yukimura è decisamente al centro delle puntate sull’Hakuren –e ovviamente come potevo non vederci dello shounen-ai?
Mi piacciono molto le pairing formate da un adulto e un ragazzo (esempi: Fubuki e Yukimura, Hiroto e Kariya, ecc.), se poi ci mettiamo l’Angst/Fluff è fatta, me ne innamoro ~
 
Kisses,
roby
   
 
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