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Autore: Saretta_Yolo    22/05/2012    3 recensioni
Luce e Louis, una storia apparentemente senza un futuro. Ma loro non rinunciano.
dal secondo capitolo:
- Possiamo essere amici [...]. Ma a un patto. –
- Tutto quello che vuoi. – [...]
- Promettimi che non ti innamorerai di me. -
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Shakespeare


Un vento fresco proveniente dalla porta appena aperta mi solletica il collo e mi distoglie dallo studio poco attento dei miei appunti di letteratura, il suo profumo dolce di camomilla e miele mi arriva dritto addosso mescolato a quello del caffè e delle brioches calde che aleggia nel bar.
 
- Buongiorno Marie. – dice rivolta alla donna dietro al bancone; la sua voce è così dolce, così tranquilla e pacata. D'altronde lei non si scompone mai, non l’ho mai vista stupita o arrabbiata, mai con un capello fuori posto o una piega sul vestito; non ho bisogno di voltarmi a controllare, so che è lei.
Mi passa davanti sedendosi al tavolo di fronte dandomi le spalle. Adesso il suo profumo mi colpisce ancora più forte e lo respiro a pieni polmoni. I suoi capelli color miele sembrano brillare al sole che filtra dalla finestra e, se è possibile, la luce che colpisce la sua pelle diafana la rende ancora più bella. Resto a fissarla per non so quanto tempo dimenticandomi completamente dell’esame che ho tra qualche giorno e del fatto che sono venuto qui per studiare lontano dagli schiamazzi ininterrotti delle mie sorelle.
Non la ricordavo così bella, è passata un’intera estate e io sono ancora qui a pensare a lei.
La cameriera le porta il cappuccino e lei si volta a ringraziarla sorridendo. Il suo sorriso è speciale, è puro, semplice e trasparente.
 
- Louis? Louis, il tuo caffè.. – non mi sono accorto dell’arrivo della cameriera tanto sono concentrato su ogni dettaglio di lei, mi è mancata. – Louis, va tutto bene? –
 
- Sì, sì è tutto apposto. Grazie. – rispondo prendendo il caffè dalle mani della ragazza lanciandole uno sguardo rapido per poi tornare con gli occhi su di lei.
 
“ Lou, non ti invaghire di quella. “
“ Non ne vale la pena. “
“ Tanto non te la dà. “
“ Non ha mai badato a nessuno. “
 
Questi i commenti dei miei amici che cercavano di convincermi a dimenticarla, forse avevano ragione. E infatti ci avevo provato a dimenticarla ma mi era stato impossibile. Semplicemente non ci ero riuscito.
Si alza ed esce dalla tavola calda salutando Marie con quella sua voce cristallina.
Ci devo provare, voglio chiederle di uscire, sono consapevole che non accetterà, non accetta appuntamenti da nessuno. Ma io ci voglio provare.
Resto seduto ancora qualche minuto, poi chiudo i libri e vado verso il bancone a pagare. Lancio un ultimo sguardo al posto dove prima era seduta lei, il locale sembra così vuoto e insignificante ora che non c’è. Un’ agenda azzurro cielo posata sulla poltroncina attira la mia attenzione, mi avvicino e lo afferro; sulla copertina c’è un nome scritto con una calligrafia ordinata e svolazzante.

Luce

È lei.
Prendo il libretto e esco dal bar correndo. Devo raggiungerla, devo ridarglielo. Devo sentire la sua voce ancora una volta. Vedo i suoi capelli ondeggiare al vento finche passeggia tranquilla in direzione del parco.
 
- Ehi! – dico avvicinandomi, lei si ferma e si gira a guardarmi. – Credo che questo sia tuo. – dico porgendole il libretto e solo in quel momento mi accorgo che i suoi occhi sono dello stesso azzurro cielo della copertina.– L’avevi lasciato al bar. – lo afferra sorridendomi.
 
- Grazie mille. Per fortuna che l’hai trovato, non so cosa avrei fatto se lo avessi perso. – dice con quella voce melodiosa. Noto un po’ di imbarazzo e frustrazione nei suoi occhi finche stringe forte la copertina. Poi abbassa lo sguardo.
 
- Ti giuro che non l’ho letto. – le dico. Lei torna a guardarmi e vedo che è un po’ sorpresa.
 
- Grazie. – è tutto ciò che dice.
 
- Comunque io mi chiamo Louis. – dico porgendole la mano, lei la stringe e quel contatto mi provoca un brivido inaspettato.
 
- Io sono Lucinda, ma ti prego chiamami Luce. – so bene come si chiama ma non voglio confessarglielo, penserebbe che sono uno stalker. Semplicemente Doncaster è una cittadina non troppo grande e io e lei siamo nella stessa scuola da molti anni.
 
- Ti andrebbe di fare una passeggiata? – azzardo accennando al parco con la testa. La vedo titubante, non sa se accettare o se liquidarmi con una risposta banale; ma infondo non è un appuntamento, potrebbe accettare. Le sorrido sperando vivamente che accetti e venga con me.
Annuisce e ricomincia a camminare.
 
- Cosa studiavi? – dice improvvisamente dopo un lungo silenzio, indicando i libri che ho sotto braccio.
 
- Shakespeare, Romeo e Giulietta. Ho un esame di riparazione fra pochi giorni. – rispondo.
 
Si ferma e mi guarda negli occhi. – Io adoro Shakespeare. Romeo e Giulietta è la mia opera preferita. – annuncia con occhi sognanti.
 
- Mi daresti una mano? Io non sono molto bravo. – annuisce e mi regala uno di quei suoi sorrisi, non posso fare a meno che sorridere anche io.
 
Ci sediamo su una panchina all’ombra di un grande albero e lei comincia a parlarmi di Shakespeare, di quanto lui sia magnifico e di come riesca a trasmettere l’amore con poche parole. Lei continua a parlare con gli occhi fissi sul cielo azzurro di questo mattino di fine Agosto e io non posso far altro che perdermi guardando lei.
Ogni tanto fa un gesto strano non le mani, cerca di trasmettermi ciò che prova leggendo Shakespeare, spesso le scappa un sorriso; oppure si rende conto che sta parlando troppo in fretta allora si ferma e prende in respiro.
Dopo un’ora siamo ancora seduti lì e lei sta leggendo Romeo e Giulietta ad alta voce parafrasando minuziosamente ogni battuta. Poi chiude il libro e sorride soddisfatta, si gira e mi guarda negli occhi.
 
- Allora? Cosa ne pensi? Sono riuscita a farti innamorare di Shakespeare? – mi chiede ancora sorridendo.
 
Vorrei risponderle che mi ha fatto innamorare di se, ma non lo faccio. Invece dico: - Credo di si. Ma sembra tutto così facile se lo leggi tu. –
 
- Oh, andiamo! William non è poi così complicato! – dice.
 
- Adesso è William?! Lo chiami addirittura per nome?! – rido e lei si unisce a me con una risata cristallina.
 
- Questione di abitudine. –risponde.
La riaccompagno a casa e la devo lasciare anche se vorrei passare altro tempo in sua compagnia.
 
- Grazie per le lezioni su Shakespeare. – le dico quando siamo davanti alla porta di casa sua. – Adesso mi aspetta Amleto. –
 
- Conosco abbastanza bene anche quello. Se vuoi posso parlartene. – mi chiede con un filo di timidezza nella voce.
 
- Magari. – rispondo sorridendo – Sarebbe fantastico. –
 
- Domani pomeriggio alle 3 alla tavola calda. – dice.
 
- È perfetto. A domani Luce. – dico facendo un passo indietro.
 
- A domani Louis. – poi si chiude la porta alle spalle e io percorro il vialetto e il tragitto verso casa con un sorriso stampato sulle labbra.





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Ciao! Questa è la mia seconda fanfiction (la prima non è ancora conclusa e non la interromperò, le porterò avanti contemporaneamente). Spero davvero che vi piaccia e VI PREGO RECENSITE  ne ho davvero bisogno. Quando arrivo a 2 recensioni vado avanti :) altrimenti se vedo che non piace a nessuno mi fermo.
Un grosso bacio
-S.
   
 
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