Capitolo 1

Ero seduta al bar, e aspettavo da ore, ma lui non arrivava.

Era il 7 Ottobre 2012.

Non verrà, pensai.

Cameriere: è sicura che non vuole ordinare? 

Io: No, no, sto aspettando una persona, è in ritardo, ma sono sicura che arriverà.

Mentii a me stessa.

Sapevo che non sarebbe arrivato, sapevo che non potevo essere io la cosa più importante per lui, aveva mille altri pensieri per la testa, ed era giusto. 

Stavo male.

Mi alzai a fatica da quella sedia solo dopo quattro ore che ero seduta a quel tavolo, già quattro ore. 

Era mezzanotte ormai, il concerto doveva essere finito, lui era già sul retro della sua limousine diretto all'aeroporto e io ero solo un piccolo ricordo sparso nella sua mente.

Feci due passi e svenii.

Non capivo più niente, mi risvegliai credo dopo qualche secondo, mi rialzai, ma cedetti di nuovo.

Come avrei fatto? Lo avrei visto ovunque, ma non avrei potuto averlo mio. 

Non sapevo, non sapevo cosa fosse, ma avevo bisogno di quella cosa. 

Lui aveva quella cosa. 

Quel più che altri non avevano.

Ero per terra impotente di alzarmi, stavo male.

Forse nel bicchiere d'acqua che avevo bevuto avevo messo qualcosa, ma non mi ricordavo.

Ero confusa.

Tutto diventò nero.

Riaprii gli occhi all'improvviso, era tutto bianco.

C'era una luce.

Sentivo delle voci, c'erano delle persone con me.

Ero su un letto.

-Si è svegliata- diceva uno.

-Si, ma è ancora sotto shock dobbiamo lasciarla riposare- diceva un altro.

Erano tante voci confuse una sopra all'altra, qualcuno mi teneva la mano.

Vedevo dei fiori.

Poi piano, piano, tutto fu più chiaro.

Ero in un ospedale, probabilmente mi avevano trovata e fatta ricoverare. Pensai.

Guardai il calendario appeso al muro.

7 Giugno.