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Autore: BlackKay97    23/05/2012    2 recensioni
Sei stato invitato a partecipare al World Congress in Germania.
Scopri che l’anima di tuo fratello è stata rapita e che, uno dopo l’altro, in una lenta agonia, sta succedendo la stessa cosa anche a tutti gli altri.
Sei disposto anche a collaborare con Ivan Braginski, il tuo nuovo collega, pur di vendicarti e, poco a poco, ti accorgi di essere solo la pedina di un gioco mortale perfettamente architettato, anche troppo per essere un caso come gli altri.
Siete bloccati in una residenza labirintica e piena di angoli angusti con uno spietato “ladro di anime” che progetta solo la tua distruzione.
Sai che qualunque cosa tu faccia Lui l’aveva già intuita e che qualsiasi cosa dirai Lui l’ascolterà, perché Lui è proprio come te e cela la sua identità agli occhi degli altri giocatori.
Il tuo nome è Arthur Kirkland e sei destinato ad affrontare le tenebre più oscure dell’anima.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Russia/Ivan Braginski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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12° atto: Ghiaccio e fuoco

 

- Non eri tanto forte quando avevi bisogno del mio aiuto! - gridò l'inglese, con la voce piena di rabbia.
Lo zar ringhiò di furia e gli occhi di Braginski si tinsero di viola fluorescente: - Stolto! Non capisci nulla! Io sono un genio! Sono il migliore! -
- Sarai anche il migliore nel tuo folle mondo distorto, ma non qui! Non nella vita vera! E tu non sei vero! Non sei la vera persona che era qui, giorni fa. Lui era mio amico. Tu invece, sei solo un'ombra maligna e folle. -
Lo zar lo guardò sconvolto e furioso. Fece una smorfia come stesse opprimendo qualcosa o QUALCUNO.
- A...amico? - la voce che aveva parlato era flebile e debole. Era quella di Ivan, il vero Ivan.
Negli occhi di Arthur si accese una scintilla. Una scintilla di speranza, forse non tutto era perduto: - Si, è quello che ho detto. -
Di nuovo quell'espressione: - No! Ivan non ha mai avuto amici e mai ne avrà! Parola mia! - quindi strinse saldamente la pistola nella mano tremante. Non poteva perdere tempo. La fece scivolare sulla propria gola fino alla tempia destra.
- No!  Non ci provare. - Inghilterra avanzò in quell'oscura landa fino a trovarsi di fronte all'altro. Lo afferrò per il polso, per impedirgli di sparare.
Una forza gli stritolò il petto spingendolo via: - Non mi contrastare. La magia tenebrosa di Ivan è più forte di te MAGO! - quindi sparò. Gli stati videro la scena quasi al rallentatore. Il colpo alla tempia fu tanto forte da far lasciare la presa sull'arma a Russia e da sbalzarlo via. Cadde a terra. La pistola era sorretta da una figura nera opalescente in divisa da guerra tipica della Russia. Poi, il silenzio. Il tempo si fermò per alcuni istanti poi, il mondo creato dalla SUA anima s'incrinò sentendo la SUA vita bloccarsi.
La figura nera agitò una mano ed i quattro alle spalle di Iggy volarono sbalzati via e perdendo i sensi.
- Che sai fare MAGO? –
Inghilterra si voltò indietro, osservando sgomento le figure esanimi dei suoi amici e colleghi, riverse a terra come morte. Strinse gli occhi, mentre una fredda rabbia iniziava ad impossessarsi di lui. Se quel tizio voleva la guerra l’avrebbe avuta! Mise mano alla tracolla e ne tirò fuori un consunto libricino dalla copertina in pelle nera, che sembrava avere qualche centinaio d’anni. Sul frontespizio era incisa una stella a cinque punte racchiusa in due cerchi concentrici intervallati a circonferenze più piccole. Tenendolo aperto sulla mano sinistra sfogliò velocemente le pagine fino a trovare quella che gli interessava. Stese il braccio destro verso il suo avversario e iniziò a pronunciare la formula, le cui parole risuonarono echeggiando, ultime tracce di una lingua arcana il cui suono era atavico e surreale. Intorno alla sua mano tesa iniziarono a formarsi delle lingue di foco, che partirono sibilando come fuochi d’artificio in direzione dello Zar. L'alone viola si levò dallo spirito maligno e quando le lingue di drago lo raggiunsero... si ghiacciarono!
- Ci hai provato mago, ora tocca a me. -. Un fascio yandere corse verso Inghilterra ghiacciando tutto ciò che si trovava davanti. Questo era lo yandere! Il gelo che si sprigiona da un cuore di ghiaccio.
Arthur arretrò evitandolo e scorse febbrilmente le pagine del libro. Doveva guadagnare tempo... Ma come poteva? Decise di farlo parlare: - Mi colpisce il modo in cui hai organizzato tutto. Con quale precisione hai orchestrato gli eventi. Ma mi sfugge una cosa. Perché ti sei accanito tanto su di me? -
Lo spettro fece quello che doveva essere un sorriso compiaciuto: - Mmmh... perché, non ti temo. mmmh... quindi te lo dirò chiaro e tondo: tu sei l'unica cosa che può arrestare la forza yandere di Ivan, la magia oscura che ho intenzione di sfruttare per dominare il monto. - mentre parlava L' anima si incrinava di più ed il vortice sotto di loro cominciava a ruotare più o meno veloce senza preavviso.
- Quindi è per questo che hai usato la mia pistola, per fare in modo che mi considerassero colpevole. - Inghilterra si concesse un sorriso senza allegria - Molto astuto ne convengo. -
- Ti ringrazio. Ivan ha fatto il possibile per toglierti dai guai, ma certo non poteva rivelare la sua indiretta colpevolezza. -
- Se ti era tanto utile perché ucciderlo? Perché non liberarti di me, dato che sono quello che ti può fermare? - chiese Arthur, gettando un'occhiata al vortice che si affievoliva.
- Ma io non l'ho ucciso. Basterà un po' d'acqua. E comunque, a te sto pensando ora, no? Certo lui ti aveva avvertito che saresti potuto essere la prima vittima tra i due, ma poi non ho resistito! La tentazione di fare il doppio gioco e divertirmi con te è stata più forte! - seguì una breve sghignazzata.
"Allora è semplice. Basta solo l'acqua..." pensò l'inglese, mentre sul suo viso si formava un sorrisetto di scherno, diretto verso lo Zar: - Mi spiace, ma mi sento in dovere di romperti le scatole il più possibile. - detto questo mosse la mano in un guizzo, pronunciando una sola formula, tanto velocemente che si udì solo un sibilo. Una frusta d'acqua si mosse come dotata di vita propria verso il corpo esanime di Russia. Lo investì in pieno. L' anima s'incrinò nuovamente e si contorse riprendendo lentamente la sua forma originale. Oscura, cupa, ma regolare.
- Inglese, non sperare che questo cambi le cose! Sono io il vincitore! - mosse la mano ed una scia violacea si lanciò verso Arthur al fine di congelarlo. Lui si spostò di lato, evitando la scia di magia oscura, ma l'alone che si portava dietro lo investì comunque, e una fredda ondata di gelo mortale lo colpì, entrandogli fin nelle ossa. Disorientato, Inghilterra inciampò e cadde all'indietro, atterrando bruscamente di schiena.
- Visto, stupido bevitore di tè? - rise e si avvicinò al corpo tremante di Russia per mettergli sulla schiena lo stivale.
- Se sei tanto sicuro di te, prenditela con qualcuno che può rispondere! - ringhiò Inghilterra tirandosi su.
- Intendi te stesso? - lo Zar lo squadrò un attimo prima di scoppiare a ridere: - Tu non sei al mio livello! Non lo sfiori nemmeno! Togliti dalla testa la vittoria ragazzino. - quindi ringhiò.
- Me l'hanno sempre detto che sono troppo cocciuto. Forse c'è un fondo di verità. - disse Arthur, pronunciando nuovamente la formula delle fiamme. L'alone violaceo lo fermò di nuovo.
- Togliti dai piedi piccolo ed inutile stato. - di nuovo un fascio yandere si lanciò verso l'inglese.
Inghilterra non si spostò. Si limitò ad evocare uno scudo, una barriera solida come metallo ma che appariva alla vista come uno strato di nebbia e nubi. Tuttavia l'attacco avversario lo scaraventò ugualmente a terra. Lo spettro spinse Ivan con un calcio e lo stato rispose con una smorfia di dolore. Lo Zar si mosse verso l'inglese e dal vortice uscì energia oscura che si mescolò all'alone del maligno.
- Allora è così che finisce. - mormorò amaramente Arthur - Ma se spera di avere una vittoria facile si sbaglia di grosso. - raccolse il libro da terra e si rialzò per la seconda volta, deciso almeno ad essere ricordato come un caduto in battaglia.
Lui si mosse in avanti ridendo crudelmente, alzò le braccia ed una circonferenza nera, crudele, fredda e spietata si liberò investendo tutto e schiacciando tutti i corpi.
Inghilterra provò a fermare la sua spinta evocando lo scudo, ma l'urto lo incrinò. Una lunga crepa si aprì nel suo campo di forza e sbatté il malcapitato a terra. L'aveva rallentata, ma ora si sentiva stanco, senza forze. Non avendo più energie per rialzarsi rimase lì, in attesa della fine che ormai vedeva come inevitabile.
Gli stivali beige dello spettro si avvicinarono al corpo riverso a terra. Afferrò la pistola. Arthur era stremato e non voleva guardare la propria, dolorosa, morte. Chiuse gli occhi e si decise a perdere i sensi. Un attimo prima, però, sentì l'arma caricarsi al colpo mortale.
Il sordo rumore dello sparo si propagò a lungo nell'aria immobile.

Angolo delle autrici:

BO97: - Si, lo so siamo cattive. Vi lasciamo con questa suspense... ma è necessaria, quindi sopportate e non uccideteci per questo... ^^"
DK97:- Ok, oggi non do di matto. Ci tengo a ricordare quello che vivono i terremotati (che sono particolarmente vicini a noi due) ed alla ragazzina di Brindisi.
BO97: - Già... Anche oggi a scuola ne abbiamo parlato, osservando un minuto di silenzio. 
Beh, per il capitolo come al solito i commenti sono sempre graditissimi, ci piace sempre che facciate sentire la vostra voce. Per il resto silenzio e... buio in scena.
Alla prossima settimana!
   
 
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