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Autore: heartbreaker88    23/05/2012    2 recensioni
Carlotta aveva solo diciassette anni e una situazione famiglia disastrosa: un padre assente, un imminente divorzio e una madre che pensava solo al figlio piccolo Matteo. La sua vita poteva andare ancora peggio? Ormai era il suo inferno.
«Hai d'accendere?» - Carlotta alzò lo sguardo incontrando quello scuro di un ragazzo dalla pelle color del miele e con le labbra piegate in un sorriso sensuale da capogiro.
«Riesci a trovare sempre belle ragazze, Zayn.» - due occhi verdi la scrutavano lentamente, un sorrisetto sul viso e qualche riccio castano sulla fronte. Abbracciate a lui due bellissime ragazze, sulla sua camicia e sulla cravatta slacciata un po' di rossetto.
Quei due paia di occhi le avrebbero procurato casini, lo sapeva. In cos'altro doveva andarsi a cacciare?

Rosso/arancione.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo



 



Nessun rapporto è perfetto o immune da incomprensioni.
E' la volontà di superarle che fa la differenza.
-Di Paolo.







-Carlotta, smettila subito.-
La voce saccente di sua madre le arrivò forte e chiara alle orecchie facendola sobbalzare. Si girò di scatto facendo muovere i suoi boccoli rossicci e i suoi occhi verdi intercettarono quelli della madre in meno di un secondo.
-Quando capirai che è quello stupido di tuo figlio e non io?- sbottò.
-Smettila.-
-No!-
-Vai in camera tua-
Concluse con un sospiro e sventolando la mano coperta da un guanto da cucina.  Sua madre non riusciva davvero a capire quanto fosse difficile la convivenza con quello stupido marmocchio che riusciva a rovinarle la vita e ogni sabato sera della sua esistenza.


Assurdo.


Assurda come la sua vita da studentessa alla scuola superiore. Quel periodo fortunatamente stava per finire e quei troppi compiti di matematica e latino presto sarebbero stati dimenticati tra le onde fresche del mare di Sardegna o magari  in una vacanza a Londra. Sua madre glielo aveva promesso ma il vero problema era suo padre troppo impegnato con incontri di artisti vari per preparare concerti o non sapeva quali contratti.  Insomma, la sua vita si stava rivelando un vero inferno.


Carlotta afferrò il telefono e si gettò nel morbido letto componendo il numero della sua più cara, lunatica amica.
-Alice-
-Carlotta- ridacchiò contenta dall’altra parte della cornetta- Finalmente, sei viva!-
-Non proprio, credo che papà non mi farà andare a Londra- ennesimo sogno andato in fumo.
-Aaaaah, Carlottina, fuma quattro sigarette e non ci pensare più. Andremo al mare alla ricerca di qualche ragazzo carino e vedi come l’umore sale alle stelle!-
-Non chiamarmi Carlottina, ti prego.- La ragazza alzò gli occhi al cielo nascondendo una smorfia di puro disgusto. Odiava i nomignoli.
-Oppure- continuò l’altra- vai su MTV che ci sono cinque bellissimi ragazzi che sono appena arrivati in Italia per un concerto.-
-Conoscendo i tuoi gusti musicali potrebbero essere dei dodicenni che cantano come sia buona la cannabis.-
Sentì una sonora risata e anche lei non poté fare a meno di ridere. Lei e Alice erano due persone totalmente diverse, anche fisicamente. Carlotta era castana tendente al rosso, occhi grandi e verde scuro e la pelle chiarissima e traslucida; Alice invece era biondissima, abbronzata, occhi più azzurri del cielo in estate, molto più formosa di Carlotta e un po’ più alta. Inutile dire che era considerata una bellissima ragazza mentre Carlotta veniva leggermente  nascosta dalla sua bellezza.
Caratterialmente poi era molto più semplice lei che la sua amica. Amante della lettura, tra cui manga, del rock n’roll e crocerossina perenne se non per alcuni momenti che risvegliavano la sua anima rossa come i suoi capelli.
Afferrò il telecomando e accese la televisione dove spuntarono cinque ragazzi che cantavano e facevano qualche passo a ritmo di una canzone decisamente orecchiabile.
-Cos’è?-
-Una canzone, Carlotta.  Qualcosa di diverso da tuoi complay e beagles.-
-Coldplay e Beatles vorrai dire.-
-Quella cosa lì-
Non c’era speranza. Nonostante Carlotta avesse cercato in tutti i modi di diffondere canzoni come quelle dei Rolling Stones, Alice si era sempre rifiutata mettendo a alto volume Rihanna. Era strano come due persone completamente differenti si ritrovassero così bene, completandosi come un puzzle, volendosi bene così tanto e in un modo tutto loro.
Carlotta non aspettò che finì la canzone, giusto il tempo di leggere il nome del gruppo.
-One direction?- Alzò entrambe le sopracciglia, sbuffando sonoramente.  –Ma sei seria o hai ricominciato con le sostante stupefacenti? Alice ti avevo detto di smetterla..-
-Ah!- indignata la bionda, rispose. – Scommetti che tra cinque minuti avrai la loro canzone in testa?
-Io ho in testa solo le urla di quelle ragazzine.-


Ma intanto cantava qualcosa come one thing
 



 
°°°




Orma a giugno, Carlotta aveva la strana quanto bella abitudine di sedersi su una poltrona accanto a una finestra  che veniva lasciata aperta – come in quel caso- quando c’era troppo caldo.  Non sapeva perché quell’aria o profumo che entrava le piaceva così tanto: ormai sapeva che appena lo percepiva voleva dire solo una cosa cioè che l’estate era vicina. Era fresco, le ricordava le foglie impregnate di rugiada e quel venticello che ti scompiglia i capelli.
Quel quadretto idilliaco venne rovinato dal suono di una porta sbattuta troppo forte .
-Sono a casa-.
Una voce stanca arrivò dalla porta d’ingresso fino a quando non spuntò un uomo sui quarantacinque anni, piuttosto avvenente e con uno smoking stirato perfettamente, forse un con un pizzico di cenere ancora sui pantaloni.
-Papàà!- il piccolo Matteo si catapultò verso le braccia di suo padre, Carlotta invece si limitò a sventolare la mano con un mezzo sorriso annoiato. Suo padre diceva che si trovava nella fase peggiore dell’adolescenza, dove l’amore era tutto ciò che impegnava la mente di quei ragazzi
Si giustificava ecco.
 
Ma Carlotta preferiva dire invece che suo padre era troppo poco presente per i suoi gusti e che i suoi giovani diciassette anni influenzavano molto poco su quella vicenda.
-Ho una bella notizia.- annunciò con un sorriso a trentadue denti. – Mi hanno chiamato direttamente dall’Inghilterra e questa volta mi occupo di un gruppetto appena nato. Carlotta forse tu li conosci.-
La ragazza alzò lo sguardo, i suoi occhi verdi trasudavano di un dolore che il padre non percepiva.
-Non credo.- mormorò . –Ascolto musica diversa-
-Ah già, tu cerchi di essere alternativa.- commentò a bassa voce suo padre, un po’ seccato.
Carlotta non rispose nemmeno. Alla fine lui sorrise, come in un quadretto di una famiglia assolutamente felice, come se avesse appena portato i regali ai suoi figli e tutto filava liscio mentre la mogliettina preparava la cena. Alcune volte non capiva se lui non vedeva o faceva finta auto convincendosi di qualcosa che non esisteva più.
-Allora? Chi sono questa volta?- Sorrise sua madre, ormai qualche ruga leggermente visibile.
-One direction! Conoscete?Eh?-
-Ma sono una persecuzione!-  Sbarrò gli occhi Carlotta. – Andavano bene quei quattro cantanti che portavi lì a Milano ma non ho intenzione questa volta di presentarmi a quattro ragazzini su cui le dodicenni sfogano i loro ormoni impazziti e..-
-Sono cinque- mormorò suo padre, grattandosi la testa.
-Sai che mi importa!-
- Li vedrai una volta a cena con i soliti, non è nulla di così esasperante come la presenti tu, Carlotta. E’ lavoro e devo fare una buona impressione, con me anche la mia famiglia. Non si discute.- disse freddamente, concludendo con una mano chiusa a pugno sul bancone della cucina.
-E quando sarebbe questa cosa? –
- Tra due settimane, venerdì.-
-Scherzi vero?- Carlotta boccheggiò, suo padre oltre rovinargli Londra doveva pure rovinare il suo ballo di fine anno? – C’è il ballo! – Si voltò cercando aiuto da sua madre –Sai che se non ci vado sembrerò la solita sfigata di turno, come al solito!
Divenne rossa in viso in preda alla rabbia e incrociò le esili braccia al petto dove le vene bluastre si notavano ancora di più.
-E’ solo un ballo.- disse con fermezza suo padre- La mia è carriera.-
-E questa è la mia vita, tu cerchi solo di rovinarla!-
Una lacrima bagnò il volto chiaro della ragazza. Voleva solo che lui capisse, che lei riuscisse a farsi una vita come tutti e non essere catapultata da una zona all’altra per il suo lavoro.
-Sei solo uno stronzo, solo questo.-
Sussurrò, le lunghe ciglia umide e una porta sbattuta troppo forte alle sue spalle.











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Se vi chiedete perchè il capitolo è così corto e non si nomina nessuno della band beh..è il PROLOGO ;D abbiate pazienza :D qui voglio farvi conoscere Carlotta, complessata, sensibile e super rossa ;) carina ma non le solite super strafighe. 
Quando diciamo Carlotta "insulta" i one direction non voglio offendere nessuno, ovviamente! Solo lei ha gusti musicali diversi :'3 
Spero vi piaccia ma ricordo (u,u) ci tengo molto alle vostre critiche perchè mi fanno continuare la scrittura di questa storia (:
  
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