Erano le una e mezza di una notte piovosa ed io me ne stavo sola, appoggiata ad un balcone, a fumare la mia sigaretta e a contemplarne il fumo bluastro che si disperdeva nell'aria.
Mi sentivo assonnata, febbricitante, stanca. D'un tratto due braccia forti avvolsero il mio corpo ed io voltai la testa per incrociare gli occhi di quell'uomo, le cui iridi castane mandavano una strana luce. Tutto ciò mi rassicurò un po', mi fece sentire più forte, anche se non avrebbe dovuto.
Quella era stata solo l'avventura di una notte: lui, un uomo di trentaquattro anni ed io, un'innocente anima di soli sedici anni. Era illegale, lo sapevamo bene, ma cosa poteva importarne ad un criminale della legalità ?
Sì, lui era un criminale: aveva rubato, ucciso e violentato, e quella notte mi aveva fatta entrare nel suo limbo dorato.
«Ti fa male, quella roba.» Mi disse accennando alla mia sigaretta, mentre lui si accendeva una canna, che io subito sfilai dalla sua bocca per prenderne un po'.
Restammo in silenzio fin quando dei rintocchi lontani mi fecero capire che erano già le due di notte, ed io abitavo a mezz'ora di viaggio da lì.
«È tardi.» Mormorai.  
«Domani devi andare a scuola.» Disse lui, più come affermazione che come domanda. 
«Già.» Risposi ugualmente. 
«Devo accompagnarti a casa ?» 
«No, ho il motorino.» 
«Piove.» 
«Già.» Dissi di nuovo. 
Restammo lì, un altro po' immobili, poi lui, senza preamboli, mi porse la sua giacca ed entrò in casa, ed io andai a prendere il motorino. Non c'era stato un bacio, un saluto, niente. Nessuno dei due contava qualcosa per l'altro.
Appena uscii dal paese mi tolsi dalla strada principale e ne imboccai un'altra più lunga ma più solitaria, e l'oscurità mi avvolse.

Questa è la mia prima one-shot che pubblico qui, ed è anche l'ultima che ho scritto (ieri notte, alle due e mezza -.-). Non so, secondo me ne ho scritte di migliori, ma lascio che siate voi a valutare. Prossimamente pubblicherò anche le altre ;  )