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Autore: virgily    23/05/2012    1 recensioni
(Ecco cosa accadde quando Loki si lasció abbandonare nell'oblio)
"Con attenzione e curiositá,dopo essersi finalmente risvegliato dall’estenuante sonno al quale si era abbandonato, Loki osservava quel viso dolce e candido, illuminato dalle gocce d’acqua che parevano gemme argentee proprio come i suoi capelli. Per qualche attimo pensó che stesse sognando, ma doveva ammettere che non era mai stato cosí lucido. Con la punta dei polpastrelli, una manina piccola e affusolata carezzó le sue guance con morbida dolcezza, mentre sul volto della ragazza un sorriso si sollevava verso l’alto
-Sei vivo, uomo delle nuvole...- ridacchió appena coprendosi la bocca con la mano, celando dientro le sue dita il suono sottile della sua voce
“uomo delle nuvole?” si chiese sentendosi frastornato: dove si trovava? Come ci era finito? Ma sopratutto, chi era lei?"
Genere: Erotico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una brezzolina tiepida e timida andó a coccolare la sua pelle nuda ed accaldata, riportando il giovane dio alla realtá, svegliandolo con la tenerezza di un bacio, come quello della sua madre asgardiana quando era bambino.  Facendo sbattere piú e piú volte che ciglia scure, i suoi occhi osservarono un soffitto riccamente decorato di stucchi e ori, con una piccola finestrella ovale che gli permetteva la visione del cielo scuro adornato di stelle. Sollevandosi appena, lasció che il lenzuolo di stoffa sottile scivolasse sul suo petto, coprendogli appena l’inguine e le cosce svestite. Si portó una mano al viso, grattandosi appena la testa prima che uno sbadiglio gli gonfiasse le labbra. La luce delle candele rendevano una fioca penombra che gli permetteva di osservare i piccoli particolari raffinati della sua camera: tavoli di cristallo, tende dal colore purpureo, candelabri d’oro e rifiniture in argento. Ovunque il dio posasse lo sguardo, tutto quello che vedeva era uno sfarzo quasi esagerato. Scivolando sul bordo del letto, posó i piedi sul liscio e gelido pavimento, stropicciandosi appena gli occhi mentre sentiva bussare dalla prestante porta di legno tinteggiato di vernice color panna
-Avanti- affermó sollevando appena quelle lenzuola, che come un velo di nebbia mascherava lievemente le sue nuditá. Tre fanciulle, dai lunghi capelli biondi e raccolti in architettate acconciature, entrarono trasportando tra le mani delle vesti di lino verde e ricami in filo d’oro e dei sandali di cuoio
-Sua altezza, il nobile padre, ci ha inviate per prepararvi. Mio signore- sussuró una delle giovani, abbassando appena lo sguardo quando constató il pallore della sua pelle
-Prepararmi per cosa?- domandó inarcando il sopracciglio destro
-Per il banchetto privato che il nobile padre ha organizzato per voi...- rispose un’altra posando con delicatezza le vesti sul cristallino tavolo per poi fiancheggiarlo
-Prego venite...- la terza giovane, una donna dai capelli di un biondo piuttosto intenso, lo invitó cortesemente a sollevarsi dal suo gaciglio, cosí che le tre ancelle potessero vestirlo. Sebbene fosse la prima volta che delle donne lo accudissero in quel modo, sul suo volto la vergogna non osó alterare quel candido colorito. Cosí lasció che la coperta scivolasse al suolo, mentre a passo lento si portava al centro della camera. Abilmente e senza fiatare, le tre serve si prendevano cura del suo corpo senza minimamente azzardarsi a guardarlo negli occhi. Dal canto suo, invece, Loki oserava il colore chiaro delle loro irdi, di un vivace cobalto che li redeva discretamente affascinanti, ma mai seducenti e ammalianti come quelli della donna che ancora faticava a togliersi dalla testa
-Come si chiama?- domandó guadagnandosi la loro attenzione
-Chi, mio signore?- domandarono all’unisono abbassando violentemente lo sguardo. Tutte e tre avevano sfiorato il suo sguardo, seppur per brevissimo tempo, e per non rischiare di disubbidire alla loro servera etichetta, preferirono fare finta di non aver mai guardato i suoi occhi
-La donna che mi ha salvato. La giovane dagli occhi viola...- e alla sua affermazione le ancelle impallidirono di colpo
-Non ci e concesso pronunciare il suo nome. Solo il nobile padre puó- si giustificó una delle giovani, legando saldamente i lacci dei sandali di cuoio attorno alle caviglie
-Non vi é concesso? E per quale motivo?-
-Perché la nostra nobile sorella é la figlia del re. E noi non siamo meritevoli di chiamarla per nome...- spiegó un’altra delle ragazze, mentre sollevando l’angolo delle labbra, chiudeva i piccoli bottoni perlacei della camicia candida che gli ricopriva il torso. Il giovane dio non ci stava capendo molto, e questo fece accrescese in lui la voglia di scoprire qualcosa sul conto di quella fantomatica donna.

***
Da quello che riusciva a ricordare dagli antichi miti asgardiani, Roxelyon era un regno leggendario che si diceva fosse governato da un uomo vecchio quanto il tempo stesso che possedeva poteri sconosciuti perfino a Odino. Eppure quel mondo esisteva; Il caldo torrido incalzava sulle spiagge sabbiose e biancastre, e l’isola era circondata dalla distesa limpida e cristallina del mare, il quale celava nelle sue piú infime profonditá delle insenature e delle caverne, famose per storie che tante volte aveva ascoltato da bambino ma che crescendo aveva segregato nella sua mente. Il palazzo sorgeva su una altura che dava su uno strapiombo circondato dagli scogli, e una leggenda narrava che molti uomini avevano fatto una brutta fine cadendo da quella altezza. Il salone nel quale avrebbe cenato, si sviluppava in lunghezza, accogliendo il lunghissimo tavolo da sessanta postazioni di legno color avorio, addobbato a festa e apparecchiato con posate scintillanti. Sei portate di carne e vegetariane restavano adagiate su enormi vassoi di argento. C’era un fitto via vai di ancelle che camminavano con grazia, facendo ondeggiare le loro lunghissime vesti dai colori delicati. Sostando in piedi innanzi l’ingresso, Loki osservava il pavimento di granito, e le colonne tortili di marmo candido. Seduto a capo tavola sul fondo dell’immensa sala, il sovrano restava seduto sulla sua comoda sedia imbottita con il gomito poggiato sul bracciolo, mentre con la mano libera si carezzava la lunga barba argentea. Dai suoi occhi violacei intravedeva un’espressione scocciata e quasi annoiata, tuttavia quando sollevó il capo e riuscí a trovare quello straniero sulla soglia, gli angoli delle sue labbra si sollevarono verso l’alto, mettendo in risalto le tonde guance appena al di sopra dei folti baffi grigi
-Oh! Vi siete svegliato! Venite! Venite! Dovete essere affamato! Figlie mie scortatelo al suo posto...- affermó sollevando le grandi mani ruguse, incitando le ragazze nella sala a muversi nella sua direzione. Cosí, dopo essersi inchinate, tutte quelle giovani fanciulle accolsero l’uomo, scortandolo sino alla seggiola che si trovava dall’altro capo esatto del lungo tavolo. Sebbene ci fossero le pietanze e i candelabri di mezzo, questi oggetti superflui non riuscivano certo a impedire al “nobile padre” di scrutare attentamente quell’uomo “venuto dal cielo”. Non sapeva se fidarsi di lui, e non gli piaceva il modo con il quale sua nobile figlia lo aveva guardato. Ma veniva da Asgard, e conosceva bene le voci che giravano sul conto di Odino e del suo giovane e valente figlio. Pertanto non era saggio provocare il padre degli dei
-Qual’é il tuo nome, ragazzo?- domandó afferrando una coppa di vino, portandosela alla bocca
-Loki, mio signore...- dal canto suo, il moro aveva tutta l’intenzione di sfoderare diplomaticamente ogni mezzo e ogni sua conoscenza nell’arte dialettica pur di portarsi il sovrano dalla sua parte. Sí perché per quanto fosse in grado di mascherarlo, Loki riconosceva bene la menzogna scolpita sul suo viso. Cosí quasi fissandosi con un subdolo strato di sfida, i due uomini rimanevano silenti, quasi concentrati nello studiarsi a vicenda.
Proprio in quell’istante, quell’immenso portale che qualche minuto prima si era chiuso alle spalle di Loki, ora si riapriva come un ostrica oramai pronta per mostrare la meravigliosa perla che custodiva al suo interno. Giá, di una bellezza pari a quella di una perla, una giovane fanciulla fece il suo ingresso suscitando la maniacale attenzione di tutti i presenti: le spalle nude venivano messe in risalto da sottilissime bretelle di stoffa azzurra che s’intrecciava dietro il suo collo. La veste poi, scendeva morbida e fluida fino alle sue caviglie, dalle quali si intravedevano le cavigliere di platino della medesima manifattura dei suo bracciali. I capelli, sciolti lungo le sue clavicole, le inconiciavano il dolce viso. E dopo aver fissato per un lunghissimo istante l’espressione contrita di suo padre, la giovane posó il suo violaceo sguardo su l’uomo che il cielo le aveva donato. “L’uomo delle nuvole” come lo aveva chiamato, quando finalmente ebbe il grandissimo onore di guardare quegli occhi dal verde intenso, profondo... Enigmatico eppure triste, molto triste. E aveva sentito il cuore batterle forte nel petto, come se una mano avesse trapassato la cassa toracica, afferrandoglielo tra le dita per poi strapparglielo via; e per quanto fosse doloroso, era piacevole quell’immaginario ardore
-Mia nobile figlia! Siete piú bella che mai questa sera!- bofocchió il sovrano tornando a bere, mentre a piccoli passi, la donna si avviava al tavolo per sedersi proprio alla destra del suo genitore
-Purtroppo, quando eravate ancora convalescente sulla spiaggia, non ho avuto il piacere di presentarvi la mia nobile figlia. Athanasia, principessa di Roxelyon. La donna piú bella di tutti i nove regni- affermó pavoneggiandosi, baciando con aviditá il dorso della manina piccola e affusolata della giovane, che di rimando, a stento riuscí a trattenere due lievi rossori sulle gote
-Nobile padre. Cosí mi mettete in imbarazzo...- sussurró appena abbassando violentemente lo sguardo
-Oh mia adorata. La vostra pudicizia é deliziosa. Ma lasciate che vi presenti Loki. É un asgardiano. E onestamente sono stupito del fatto che siate riuscito a trovarci...- affermó l’uomo indicandogli il dio seduto all’altro capo della tavola. Cosí, seguendo il percorso mostratogli dal braccio allungato di suo padre, Athanasia portó il suo sguardo dritto dritto nelle iridi di quell’uomo, Loki, immergendosi in quel verde pallido, languido... Malinconico. Si sorrisero appena, prima che Loki potesse rispondergli
-Devo confessarvi, mio signore, che avevo sentito molte leggende su questa terra da bambino. Ma mai avrei pensato che esistesse un luogo tanto...- si bloccó per un istante, come se non riuscisse a trovare un aggettivo adatto per descrivere quel mondo nuovo nel quale si era ritrovato. Ma gli bastó concedersi un’ultima occhiata alla bella principessa per rendersi conto che la parola giusta era sempre rimasta immobile sulla punta della sua lingua affilata e astuta
-... Stupendo- concluse infine tornando a concentrarsi sul vecchio re, il quale dopo aver esposto un mezzo sorriso, sollevó beffardo il folto sopracciglio finistro, facendo esplodere nella sua bocca una sonora risata
-Certo! Ci siamo ben guardati dal dare troppo nell’occhio con gli altri nove regni! Qui regna solo ed esclusivamente la pace- afferó con autoritá mentre le prime portate venivano servite in tavola dalle serve, o come amava chiamarle: “Figlie”
-Ho notato che lavorano molte fanciulle presso il vostro palazzo. Vostra altezza...- constató con fare vago e quasi disinteressato Loki. Se lo avesse fatto di certo non avrebbe fatto altro che mettersi in cattiva luce innanzi al “nobile padre”
-Raggiunta l’etá adatta, tutte le ragazze del mio regno hanno l’oppurtunitá di entrare nel mio palazzo come ancelle e dame di compagnia. Con quello che guadagnano sfamano le loro famiglie. Gli uomini invece si dedicano alla pesca e alla caccia. Tutte queste giovani nel momento in cui varcano la soglia del mio castello diventano come delle figlie da accudire ed educare come buone mogli. E quando sará arrivato il momento ognuna di loro verrá affidata ad un giovane che diventerá suo marito. Funziona cosí dalla creazione di questo mondo...- rispose senza badare all’espressione perplessa che il moro aveva scolpito sul suo delicato ovale
-Per caso te ne piace qualcuna?- domandó improvvisamente cogliendolo alla sprovvista
-Perché mi fate questa domanda sire?- chiese a sua volta sentendosi il corpo irrigidirsi di colpo
-Beh cosí sará piú facile per me scegliere chi madare nelle vostre stanze questa notte. Voi siete mio ospite e quindi é da bene che siate servito e riverito come si deve...- rispose tranquillamente continuando a gustarsi la cena, mentre la giovane al suo fianco, udite le parole del padre, aveva sentito come una forte scossa elettrica percorrerle la schiena, facendole venire dei forti tremori alle mani. Cos’era quella strana sensazione che l’affliggeva? Perché proprio ora sentiva i forzi di stomaco?
Dal canto suo, Loki cominciava a sentire caldo. Non solo era strana la concezione di vita su quel pianeta, ma anche la maniera di trattare gli ospiti: servendo una ancella come un cortigiana qualunque solo per soddisfare le sue voglie carnali. Dando due leggeri colpi di tosse, si passó una mano tra i capelli corvini, cercando di ricomporsi
-Siete molto gentile... Ma...-
-Oh non fate complimenti! Le mie figlie devono essere educate anche a questo. Devono imparare a saper sfruttare il loro corpo...- ma il sovrano non fece in tempo a terminare la frase che la pincipessina lo interrppe repentinamente:
-P-Padre!- afferó quasi ammonendolo, mentre i brividi e i dolori allo stomaco continuavano a crescere dentro di lei. E quando la fanciulla dagli occhi violacei e appena velati da una coltre di timidezza, il suo tono tornó ad essere pacato ed equilibrato
-P-Perdonatemi. Sono molto stanca. Mi ritiro nei miei appartamenti. Con permesso...- sussurró sollevandosi dalla sua seggiola, inchiandosi verso ambo gli uomini presenti prima di avviarsi ad ampie falcate verso l’uscio. Perché si sentiva cosí in imbarazzo? Per quale motivo Athanasia non riusciva a spiegarsi quella rabbia mescolata alla vergogna che le lacerava ogni parete piú interna al suo essere? Purtroppo non era in grado di dare un nome a quel sentimento alieno che cominciava a provare dentro di se. Tutto quello che sapeva peró, era che tutto questo era dovuto a lui, nient’altro che Loki.

*Angolino di Virgy*
Ecco qui il secondo capitolo! Spero di aver chiarito almeno in parte i vostri dubbi! :P
spero che vi piaccia!
Un bacio!
-V-
  
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