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Autore: Xenebe    24/05/2012    7 recensioni
Quella sera quando avevo accettato l'invito a cena di Edward sapevo cosa sarebbe accaduto ...
... e quando la mattina dopo ero uscita dal suo appartamento piangente ...
... ero preparata alle ripercussioni emotive che l'episodio mi avrebbe portato ...
Ciò a cui non ero preparata erano le conseguenze di tutto!
(seguito di OSSESSIONE)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ossessione'
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Con_ 16 Sono in stra mega ultra ritardo, lo so!
Ho avuto una sorta di blocco per questa storia, è assurdo averne uno all'ultimo capitolo, ma credo mi sia preso il panico proprio per questo!
Detto questo senza ulteriori indugi ringrazio tutti coloro che seguono, preferiscono e ricordano la storia, e naturalmente chi ha recensito, e vi lascio al capitolo.














Capitolo 18


-Ora, visto che hai ascoltato tutto … vuoi sentire cosa ho da dirti?-
Nella mia mente una domanda: posso dire di no?*

-Aspetta … prima che tu parli voglio dirti che sono terrorizzata.-
Edward mi guarda confuso, sollevando le sopracciglia.
-Non sto per dirti che devi ammazzare tua madre … Terrorizzata da cosa?-, prendo un bel respiro.
-Noi … abbiamo appena raggiunto un equilibrio … un equilibrio che abbiamo impiegato tanto, appunto,  per raggiungere … e solo ieri abbiamo chiarito tutto, ci siamo stabilizzati … -
-In questo impasse?-, m’interrompe,-Bella io non voglio cambiare la situazione, non subito … non ora che siamo “obbligati” a vivere insieme … sarebbe sbagliato e pesante …-
-E allora non capisco di cosa dobbiamo parlare!-
-Bella … ti prego … non vuoi scappare, no? Io devo parlarti … e che tu lo voglia o meno dovrai ascoltarmi!-, dice determinato mentre si avvicina a passi sicuri e si siede accanto a me.
-Edward  in questo momento … non lo so.- gli dico sospirando.
-Vuoi smetterla? Vuoi darmi la possibilità di parlare? Vuoi darci una possibilità? Io non voglio un risposta,-mi prende le mani,- non ora, non ancora. Voglio solo poterti parlare: puoi ascoltarmi? Puoi ascoltarmi davvero almeno adesso, solo adesso? Ho bisogno di parlarti, senza nessuna pretesa, ma ne ho bisogno davvero.-, il suo volto è serio e triste.
-Se devi.- sussurro sperando che lui cambi idea.
-Devo Bella. Devo.-
-Ok.-
Ma cala il silenzio mentre abbasso lo sguardo.
Un silenzio che sembra durare un’eternità.
Un silenzio che mi spaventa, anche più delle parole che Edward potrebbe pronunciare, ecco perché alzo lo sguardo, trovando quello di lui quasi lucido ma sereno.
-Sai perché odio James?-inizia spiazzandomi.
-Perché è stato vicino a Charlotte in questi anni, al posto tuo?-, rispondo dopo qualche attimo di sorpresa, ma la mia risposta è incerta, debole, tentennante: sembra una domanda.
-Hai ragione: è anche per questo. Ma lui è stato vicino anche a te, ti ha aiutata quando io non c’ero, ti ha consolata quando io ti ho ferita, e ti ha amata, in modo concreto, in modo reale, ti è stato accanto e ti ha dimostrato il suo amore amando a sua volta anche nostra figlia … e tu gli vuoi bene, tanto, e lo so che tenerlo lontano ti ferisce, lui è stato per te come un marito, ma meno soffocante, come un padre per Charlotte, ma meno autoritario, lui vi ha amato, vi ha SAPUTO amare, e io invece … Io non ho saputo amarti, non ho saputo lottare per te, non sono venuto nel cuore della notte ad urlarti che ti amavo, non l’ho fatto, mi sono arreso, e me ne vergogno! E Charlotte?Non so se saprò amare nostra figlia come merita, io sono debole, sono debole e meschino … perché sono scappato ancora. Quando ho saputo di Charlotte ti ho allontanato, mi sono chiuso in una roccaforte di rancore per tenerti lontana perché non sono sicuro di saper amare te, Charlotte ed Adam, non sono sicuro di potervi amare abbastanza, di poter ESSERE abbastanza.-
Dire che non era quello che mi aspettavo dal suo “discorso” sarebbe un eufemismo.
-Cosa intendi dire?-, la mia voce è stridula mentre si alza di parecchie ottave,- Non ti permetterò di abbandonare nessuno dei tuoi figli! Non puoi farlo!- le mie urla ricevono in risposta solo una risata sincera.
-Ma sei impazzito?-, lui smette di ridere e mi sorride.
-Edward , io pensavo volessi discutere seriamente; volessi fare un discorso da adulti! Non ho i nervi abbastanza saldi adesso per pensare alle tue ragazzate!-, vorrei alzarmi ed allontanarmi, ma essendo impossibilitata incrocio le braccia sotto il seno, stizzita.
-Bella perché non mi lasci mai finire?- mi sorride bonariamente, aumentando a dismisura la mia stizza,-Io non sono sicuro di essere abbastanza per voi … non sono sicuro di poter essere abbastanza per te, ma non posso fare a meno di amarti, di amarvi … e so che sto chiedendo molto, troppo, chiedendovi di accontentarvi di me, ma io non posso più fare a meno di nessuno di voi! Forse  James sarebbe davvero la scelta più sana per te, per Charlotte, forse sarebbe meglio affidare Adam ai miei genitori … oppure dovrei semplicemente prendermi cura dei miei bambini, perché non voglio e non posso stare lontano da loro, ma non posso stare nemmeno senza di te. Forse io sono troppo poco, forse sono solo un fantasma del tuo passato, ma per me non è cambiato nulla: ti ho sempre amato, al liceo come all’università, cinque anni fa come prima del processo per l’affidamento di Adam, allo stesso modo ti amo adesso, e so che ti amerò sempre perché questo sentimento che negli anni speravo si esaurisse, si calmasse, non ha fatto altro che crescere incontrastato, bruciare le barricate che cercavo di costruirgli intorno ed esplodere totalmente fino ad occupare ogni mia sinapsi, ogni mio neurone, fino ad impedirmi di ragionare, e se inizialmente speravo che l’amore per Adam prima e Charlotte poi potesse sottrarne a te, sono stato un’idiota, un ingenuo totale.
Quel fuoco non è diminuito, continua a bruciare in ogni mia vena, ve ne sono solo aggiunti altri, più benevoli, più salutari, meno distruttivi. Già perché ogni volta che penso alle mani di Jacob o di James su di te mi sento ribollire, distruggere dalla gelosia.
Forse non potrò mai essere un buon padre e un buon compagno come i due modelli che mi hanno aiutato a crescere, né come Emmett, ma vi amo, semplicemente, totalmente e disperatamente e posso solo assicurarti che continuerò ad amarvi per il resto dei miei giorni.-.
Quando finisce il suo discorso è quasi affannato per la passione e la convinzione che ha messo nelle sue parole, e mi guarda con gli occhi di un verde così intenso da sembrare artificiale, occhi quasi lucidi.
-Edward …-
-No, Bella … non pretendo una risposta ora, anzi non la voglio … me la darai quando starai meglio, quando la convivenza forzata non influenzerà i nostri rapporti, quando torneremo alle nostre vite, quando ci avrai riflettuto per bene, quando ne sarai sicura, quando ti avrò restituito i tuoi spazi tornando a casa.-
Mi da un bacio sulla fronte, premendo le sue labbra sulla mia pelle molto più del necessario, ed esce per andare a prendere i bambini.


E i giorni continuano a passare.
Ormai sono certa di odiare Edward con tutte le mie forze.
Perché doveva fare quella stupenda dichiarazione e lasciarmi il tempo per riflettere?
Il tempo e la riflessione sono sempre stati due dei miei nemici giurati: non voglio tempo e non voglio riflettere, l’ho già fatto troppo da quanto l’ho incontrato,non voglio valutare tutti i pro e tutti i contro, e voglio odiarlo per questa sua iniziativa, invece lui va in giro per casa con tranquillità, come se non mi avesse detto che mi ama, mi ha sempre amato e continuerà ad amarmi!
Lui va in giro facendo il perfetto infermiere, il perfetto padre, il perfetto amico, e sorridendomi con lo stesso candido sorriso dei suoi figli, senza imbarazzo né malizia.
Sono l’unica che, dopo quello che ha detto, arrossisce anche se mi sistema un cuscino sotto la gamba, nonostante la mia pelle non entri nemmeno in diretto contatto con la sua.


Ho finalmente tolto il gesso da cinque giorni, domani sera Edward tornerà a casa e l’espressione sul suo volto è sempre più distesa, più tranquilla, più raggiante.
Mentre lo aiuto a mettere in valigia la roba di Adam lo osservo di sottecchi, mentre fischietta un motivetto allegro.
Lui intercetta il mio sguardo e mi sorride tranquillo, io mi alzo a dir poco arrabbiata ed esco da quella che per un’altra notte sarà la stanza sua e di Adam.
Arrivo in cucina, mi verso dell’acqua e bevo, per calmare i nervi.
Ha una tale faccia da schiaffi!
-Bella? Tutto ok?-, naturalmente mi ha raggiunto.
-Hai vinto alla lotteria?-, gli chiedo voltandomi verso di lui.
-Cosa? Perché?-
-Rispondi!-, ordino perentoria, lui ha un’espressione scettica.
-Certo che no … -, sta per continuare ma lo blocco.
-Allora mi spieghi a cosa è dovuta tutta questa ilarità? Sul serio non riesco a capire quale sia l’avvenimento che ti rende così gioviale!-, credo che nella mia voce ci sia giusto una “puntina” d’isterismo.
E lui scoppia a ridermi in faccia! Ma come sempre non per deridermi, solo per puro divertimento: peccato che questo non lo salvi dalla mia furia.
Mi avvicino a lui.
-Smettila.-gli dico con tono gelido, poi inizio ad urlargli di smetterla.
Lui in tutta risposta mi sorride e sfiora una ciocca di capelli che mi è caduta sul viso.
-Io non capisco perché tu sei così … allegro!-, gli faccio notare ma il mio tono è quello di una bambina che rinfaccia al padre di non aver soddisfatto un suo capriccio.
-Sembrerà una frase di film romantico, ma sono felice di averti detto ciò che provo.- ancora mi sorride.
Io incrocio le braccia sotto il seno e assumo uno sguardo duro.
-Non conosci la mia risposta.-
-Infatti e aspetto di averla al più presto.-, dice serio, poi si avvicina e inaspettatamente mi bacia.
Non è un bacio a stampo, né un bacio urgente, passionale, no! È il bacio più dolce, più delicato e più avvolgente che io abbia mai ricevuto. È come se mi stesse ripetendo che mi ama.
Poi si allontana, sorride e torna alle valigie.


Edward e Adam sono sulla porta, hanno appena salutato Charlotte che si è fatta promettere che domenica pranzeremo tutti e quattro insieme da “nonna Esme”.
Edward bacia ancora una volta il capo di nostra figlia, mi sorride, si avvicina e mi lascia un bacio sulla guancia, poi mi guarda negli occhi.
-Aspetto una tua risposta Bella.-, poi mi bacia l’altra guancia e sulla mia pelle sussurra un “Ti amo”, prima di staccarsi.
Sta per voltarsi quando gli butto praticamente le braccia al collo. Sento le sue stringermi e sollevarmi a pochi centimetri da terra prima di inalare il profumo dei miei capelli.
-Ti odio … Ho odiato questo periodo di riflessione che mi hai imposto. Non avresti dovuto Edward.-, lui mi lascia scivolare via dalle sue braccia,-Io non volevo rifletterci … Non devo, non voglio. Perché ti amo anche io, a dispetto di tutto, e non so se potrò mai smettere.-
Lui mi stringe fin quasi a soffocarmi e mi bacia fino a togliermi il fiato.
Sento Charlotte chiamarci e Adam dirle di stare zitta e portarla a vedere la televisione.
Quando ci stacchiamo e ci salutiamo promettendoci di vederci l’indomani i bambini tornano da noi.

Ho chiuso la porta da due minuti circa e vi sono ancora appoggiata.
-Mamma … che significa?-, guardo la mia bambina e le sorrido lieta.
-Che io e papà ci vogliamo bene tanto quanto ne vogliamo a te.- e Charlotte felice mi abbraccia.



* capitolo 17






Che ne dite? Vi piace questo capitolo? Spero di sì!
Spero di riuscire a scrivere presto l'epilogo, conto di farlo al massimo entro dieci giorni.
Vi ricordo che dopo questa storia mi prenderò un po' di tempo per terminare Scriviamo una canzone ... 
In questi giorni ho pubblicato un extra di questa storia, intitolato Semplicemente Victoria che parla della nascita dell'amicizia tra Edward e, appunto, Victoria.
Intanto per chiunque fosse interessato ho iniziato una long sul fandom de "Il diario del Vampiro" si chiama Il Legame e pubblicato una OS nel fandom "The vampire diaries" intitolata Broken Curse.

A presto con l'epilogo.
Un bacio,

Serena.
   
 
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