You want what everybody
wants
Capitolo II:
Incontri.
Tre mesi dopo…
POV Elena
Oggi
ricomincia la scuola, quest’anno l’estate è volata. Forse è passata ancora più
velocemente perché mi sono divertita come una matta; intere giornate in piscina
o al lago e la sera festa fino a notte fonda.
Con il tempo anche il rapporto tra me e Matt sembra che si stia
aggiustando. Ovviamente non è come quello di una volta, ma almeno ora quando mi
vede non cambia direzione. Spesso mi capita di sentire la sua mancanza, in
fondo prima di essere il mio ragazzo era il mio migliore amico, ma sono
contenta della scelta che ho preso. Non è lui il mio destino, non è la mia
persona, la mia anima gemella. Ma poi chi ci garantisce che l’anima gemella
esista davvero.
-
Elena
sbrigati, oppure farai tardi il tuo primo giorno.- mia madre
-
Sì,
mamma. Ho quasi fatto.-
Accendo
la radio, ho bisogno di una canzone che mi dia la carica. “In your eyes” di
Peter Gabriel, non è esattamente quello che cercavo, ma me la farò andare bene,
anche perché sono in un ritardo mostruoso.
In your eyes
the light the heat
in your eyes
I am complete
in your eyes
I see the doorway to a thousand churches
in your eyes
the resolution of all the fruitless searches
in your eyes
I see the light and the heat
in your eyes
oh, I want to be that complete
I want to touch the light
the heat I see in your eyes
Non mi è mai piaciuta questa canzone, ma ora il
ritornello mi ricorda qualcosa, mi fa immediatamente pensare ad un paio di occhi color ghiaccio. Occhi che ho
visto solo per pochi minuti, che non vedo da, ormai, tre mesi. Occhi che da tre
mesi mi tormentano. Non so perché ma ogni volta che avevo un momento
tranquillo, senza accorgermene, mi ritrovavo a pensare a quegli occhi. Non
riuscivo, non riesco, a farne a meno. Credo dipenda dal fatto che quegli occhi
mi hanno visto davvero, come se non avessero fatto altro che studiarmi per
tutta la vita.
Oh cavolo, è tardissimo, devo letteralmente
precipitarmi a scuola.
POV Stefan…
Mi guardo in torno, mi sento spaesato. Sono arrivato
solo ieri in questa città ed oggi sono già a scuola e non conosco nessuno. Mi
manca Los Angeles, ma Damon ha ragione, non potevamo più rimanere lì, in quella
casa, con quell’uomo. “Basta Stefan” mi
dico “il mio fratellone ha ragione qui inizieremo una nuova vita io e lui.”
Le lezioni sono finite, ora ho i provini per
entrare nella squadra di football, credo che sia un modo per integrarmi più
facilmente.
Sono a bordo campo, sto aspettando che arrivi
il coach, la vedo. Una dea. In mezzo ad una decina di ragazze, tutte vestite
uguale, con la divisa da cheerleader, riesco a vedere solo lei. E’ meravigliosa.
Devo assolutamente conoscerla, ne sento l’esigenza.
-
Ciao , tu sei quello nuovo, vero?
-
Si, mi chiamo Stefan Salvatore.-
-
Piacere, io sono Caroline.- mi dice una ragazza
bionda, molto bella, ma non quanto lei. –loro sono le mie amiche Bonnie ed
Elena.-
-
E’ un piacere conoscerti Elena.- mi sorride
-
Anche per me è un piacere.- non riesco a
toglierle gli occhi di dosso. Poi mi ricordo che Caroline mi aveva presentato
anche un'altra ragazza, devo salutare anche lei, altrimenti farò una pessima
figura. Ma come si chiama? Non riesco a ricordarlo. Bo, Bon, Bonnie, ecco come
si chiama. – Ovviamente è un piacere conoscere anche te Bonnie.-
-
Piacere mio.-
-
Credevo ti fossi incantato.- mi stuzzica la
bionda - Elena, è molto bella, perfetta
direi, ma non è sbavandole sulle scarpe che la conquisterai.- Beh, di sicuro la biondina le cose non te le
manda adire.
-
Care, smettila.- la rimprovera Elena,
evidentemente imbarazzata.
-
Salvatore, che dici vogliamo rimanere qui tutta
la notte. Oppure ci concedi l’onore di farci vedere cosa sai fare.- mi dice il
coach. Bene è solo il primo giorno ed io già gli sto sulle scatole.
-
Mi scusi coach, arrivo subito. – Ragazze è
stato un piacere conoscervi, alla prossima.-
-
Salvatore, credo che dovresti venire alla festa
di stasera, potrebbe essere un’occasione per socializzare.- mi stuzzica
Caroline, con uno sguardo alquanto malizioso.
Beh potrebbe essere un’occasione per passare
del tempo con Elena e per cercare di conoscerla meglio. L’idea mi alletta. –
Certo , ci sarò. A stasera.- Le saluto
con un cenno del capo , sorrido e mi allontano.
POV Elena…
Sto tornando a casa da scuola. Perché stamattina
ho avuto la pessima idea di non prendere la macchina e di andare a scuola a
piedi? Non ho nessuna voglia di camminare.
Assorta nei mie pensieri non,mi ero nemmeno resa conto di trovarmi
davanti a quella casa meravigliosa che mi piace tanto. È meravigliosa, papà mi
dice sempre che è una delle prime case costruita qui in città. Adoro questa
casa, ho sempre desiderato entrarci. Un momento, il cartello con scritto
vendesi è scomparso. Sono anni che era in vendita, ma mai nessuno l’ha
comprata, troppo cara; ora è stata venduta, chissà chi l’ha acquistata.
Oh mio Dio. Sul prato, al centro dell’immenso
giardino, c’è un dondolo, e su quel dondolo c’è lui. Il mio pensiero
ricorrente, quel pensiero che mi ha accompagnato per tutta l’estate. Con i suoi
capelli corvini, il suo fisico perfetto, fasciato da una camicia blu e un paio di jeans, c’è Damon. È ancora più
bello di come lo ricordavo.
-
Ciao.- sento uscire dalla mia bocca. È stato
più forte di me, non sono riuscito a controllarmi.
Alza lo sguardo dal libro che stava leggendo e
mi vede. Strabuzza gli occhi, come se non credesse che io sono vera e che sono
lì avanti a lui. Poi un sorriso gli si dipinge sul viso.
-
Ciao Elena. Da quanto tempo.-
-
Tre mesi, sono esattamente tre mesi che non ci
vediamo.- Oh cavolo, che ho fatto? Ora crederà che ho contato i giorni nella
speranza di vederlo di nuovo. Anche se io fondo è vero. Quest’uomo mi ha
stregata. Ecco un altro sorriso, diverso, compiaciuto.
-
Deduco che ti sono mancato.- si sta prendendo
gioco di me.
-
Beh in effetti sì, avevo qualche altro dubbio
amletico a cui non riuscivo a trovare una risposta. Non sapevo quale paia di
scarpe farmi regalare per il mio compleanno. E ,considerando che hai una
risposta a tutto. Ho pensato che avresti potuto essermi utile.- Sono
soddisfatta di me stessa, di solito non sono una con la risposta pronta, ma
questa volta mi è venuto spontaneo.
-
Complimenti signorina ,quasi nessuno riesce a
tenermi testa quando si tratta di battutine.-
-
Beh Damon, potrei stupirti.-
-
L’hai già fatto.- mi spiazza. Mi fissa. Non riesco
a controllare le gambe mi avvicino sempre di più. È come una calamita per me,
non riesco a stargli lontana. Ora siamo a pochi centimetri di distanza l’uno
dall’altra. I nostri sguardi si sono incatenati, e sceso il silenzio in torno a
noi, non riusciamo a parlare, riusciamo solo a fissarci a cercare di imprimere
l’altro nella mente in modo che niente possa mai cancellare il ricordo dei
nostri occhi che si scontravano. È lui a rompere il silenzio.
-
E così sei una cheerleader.- lo dice con un
tono strano.
-
Perché scusa? Cosa hai contro le cheerleader?
-
Niente. Semplicemente non ti ci vedo ad agitare
i pon-pon mentre fai la piramide umana. – Ha colto nel segno una altra volta,
non mi piace molto fare la cheerleader. Ho iniziato perché Caroline aveva
bisogno di una ragazza che sostituisse un’altra che si era fatta male. Poi sono
rimasta in squadra solo perché così potevo passare più tempo con le mie amiche.
Ma ora la cosa che mi tormenta è come riesca sempre a capirmi perfettamente. Persino
quelli che mi conoscono da tutta la vita non si sono accorti che non ci metto
passione nel fare capriole per aria. Ma non posso dargliela vinta.
-
Beh non è niente male.-
-
Se lo dici tu. Verrò a vederti qualche giorno.-
Ho bisogno di cambiare argomento, lo sguardo mi
cade sul libro che ha ancora in mano “ Cime tempestose” è il mio libro
preferito.
-
Cime tempestose, non credevo fossi uno a cui
piacciono i libri d’amore.-
-
Cime
tempestose non è il classico libro d’amore. Questa storia d’amore è tutto
tranne che convenzionale. Il loro è un amore che…-
-
Che ti consuma.- finisco la frase al suo posto.
Altro incrocio di sguardi. Altro momento magico. Un telefono, il mio. Chi diavolo
è? E perché deve chiamare proprio ora? La mamma, cosa vorrà? < Elena,
tesoro, tutto ok? Come mai ancora non arrivi?> -Sì, mamma, tutto ok. Tra poco arrivo. A dopo.-
attacco.
-
Beh, suppongo che ci dobbiamo salutare. Ciao
Elena.-
Non voglio andare via, voglio restare qui con
lui. Sono quasi delusa, avrei voluto mi chiedesse di rimanere ancora un po’ con
lui. –Ciao Damon.- mi volto. Mi allontano, non vorrei farlo.
-
Elena?-
Evvai!! –dimmi.-
-
Potresti mostrarmi la città, stasera, farmi
vedere qualche posto carino. Ovviamente se
non hai niente di meglio da fare. Sempre se non ci sono problemi per il tuo
ragazzo.-
Stasera ho la festa di inizio anno, Caroline mi
ucciderà se non vado. Ah al diavolo la festa. –sono libera stasera. –
-
Bene, ti aspetto al Mystic grill alle 9. È l’unico
posto della città che conosco.-
-
Ok, a dopo.- mi incammino poi mi fermo, mi giro
verso di lui. –Damon è tra tre mesi che non ho un ragazzo.-
Mi guarda. –perfetto.-
Cosa avrà voluto dire con quella frase?
Spazio
per me…
È tempo di incontri a Mystic Falls. Ora Elena
ha conosciuto entrambi i fratelli Salvatore. Quale dei due farà breccia nel suo
cuore??
Ditemi cosa ne pensate del capitolo e della
storia in generale. Spero vi piaccia, alla prossima.
Bacioni J