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Autore: Satine    06/05/2004    2 recensioni
... la tua sedia vuota ora... un'altro amico che se ne va. Fantasmi del passato... empty chairs at empty tables... now my friend will meet no more... La canzone è tratta dal musical "Les Miserables" e il titolo della canzone è "Empty chairs at empty tables"
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte era fresca e silenziosa.
Erano passati solo pochi giorni dall’ultima notte al Ministero della Magia eppure sembrava come se fosse accaduto solo qualche ora prima.
Era stato facile dire ad Harry “non tornerà più” ma non so quanto fosse facile dirlo a me stesso un’altra volta.
Si, sapevamo a cosa andavamo incontro, sapevamo tutti che poteva succedere a chiunque e forse inconsciamente ci auguravamo sempre che non sarebbe toccato a nessuno di noi stavolta… forse avevamo questa ridicola pretesa.
Ma così non è stato.
Il tempo non torna indietro, i morti non tornano e mentre un giorno nasce ancora e tu “seppellisci” un altro amico, un altro pezzo della tua gioventù e dei tuoi ricordi, un altro piccolo pezzo di te sprofondi in quei pensieri che per tanto tempo hai tenuto lontano.
There's a pain goes on and on
E di nuovo ricordi... ancora ricordi e le memorie di giovani guerrieri da un destino avverso, senza potersela prendere davvero con qualcuno perché non ha più senso oramai e non serve a nessuno tanto meno a loro.
            Now my friends are dead and gone
Mi immergo in Grimmauld Place al numero 12, non so quanto sia prudente tornarci ma è un senso del dovere che mi spinge li ancora una volta, forse semplicemente la necessità di attaccarsi a quegli ultimi ricordi.
“Che uomo romantico sei Lupin!” penso sorridendomi come se me lo sentissi dire da lui… ma non direi romantico quanto un eterno nostalgico… un po’ come te Sirius, inutile che lo nascondi…
Entro nella grande casa e chiudo in tempo il ritratto della madre di Sirius prima di sentirla urlare in qualche inutile insulto contro suo figlio… ora non lo sopporterei.
Mi butto nella piccola cucina con il camino e mi siedo al tavolo, quasi senza rendermene conto e chiudo gli occhi.
Alla fine dell’inverno scorso io mi ero seduto nello stesso posto, di fronte al camino e leggevo un libro, Sirius che entrava nella cucina cercando qualcosa da mangiare e si sedeva davanti al fuoco per il troppo freddo.
            Empty chairs at empty tables
Strano, ora sembra quasi ieri quando quella sera a fatica tornavamo indietro con i ricordi, mentre lo osservavo parlare a ruota libera per dire forse quello che in tutti quegli anni si era tenuto nascosto insieme a lui in una cupa prigione di Azkaban.
Non ho mai voluto chiedergli nulla di quei giorni, non si chiede ad un innocente  di raccontare la sua condanna.
Eppure quella sera lui parlava, di Azkaban un ricordo e l’altro di James, delle nostre scorribande, tra un’imprecazione e una maledizione contro Peter e io sorridevo allo sfogo di un uomo che per tanto, troppo tempo aveva tenuto dentro di se una rabbia interminabile.
E me lo vedevo ancora li, come uno di quei fantasmi di Hogwarts mentre seduto, con una gamba incrociata a squadra sull’altra, raccontava il suo lungo monologo solitario interrotto da qualche parola di un vecchio amico.
Apro gli occhi.
Sirius non c’è davanti a me, non è seduto su quella sedia, non è la sua voce quella che mi risuona nella testa con le parole di quella sera e di tante altre sere passate. E’ solo il suo ricordo.
Davvero è tutto finito così? – non riesco ad evitare di pensare.
Per un attimo la mia memoria torna a quei giorni di scuola oramai tanto lontani, di quando parlavamo di come sarebbe stato il nostro futuro forse senza rendersi davvero conto che il domani era alle porte. Chissà se avessimo saputo il nostro futuro prima… forse sarebbe andato diversamente…
            Here they sang about `tomorrow'
And tomorrow never came
“I pensieri di un uomo triste non portano da nessuna parte, lo sai Remus?”.
Mi volto stupito e mi desto per un istante dai miei pensieri.
Sorrido ad Alastor che è appena entrato in cucina e deve aver capito a cosa stavo pensando.
Oh my friends, my friends forgive me
That I live and you are gone.
“Lo so, ma non è facile, accettarlo ancora una volta, sono solo un po’… stanco.”
            There's a grief that can't be spoken
There's a pain goes on and on
Stiro le vecchie membra e guardo il soffitto ad occhi chiusi.
“Lo sai che in questa battaglie non ci sono eroi ma solo vittime… mi dispiace che non possiamo regalarti nient’altro che ricordi, qui non esistono medaglie ed onori”.
Non ha importante Alastor, penso tra me e me. Loro non hanno mai voluto essere degli eroi. Avevano solo chiesto di essere felici.
Mi alzo dalla sedia e mi dirigo verso le scale, osservo fuori dalla piccola finestra e ad ogni passo un’ombra. Le vostre ombre. La tua ombra Sirius.
            Phantom faces at the window.
Phantom shadows on the floor
E’ bizzarro come a volte il destino, il fato divida ciò che prima ha unito, come quasi a prendersi gioco di te, a farti capire che sei solo la sua pedina di un enorme scacco e che alla prima occasione è pronto a mangiarti come se tu fossi una pedina.
Salgo quelle scale con l’ombra che mi segue e quasi mi indica dove andare.
Ultimo superstite di un passato oramai lacerato e distrutto, capitano di una nave che sta affondando e che custodisce gelosamente il suo diario di bordo, il diario dei ricordi e dei momenti passati.
Mi sento come un cronista che non sa più cosa raccontare perché oramai non ha più la forza di narrare di una guerra che non è stata né persa né vinta ma che riverserà sul tempo e sul futuro solo ferite e dolore.
Sono l’amico ritrovato e abbandonato di nuovo.
Percorro le scale fino a raggiungere l’ultimo piano ed apro la porta.
Fierobecco mi guarda incuriosito e un po’ arrabbiato.
“Non sono chi stavi aspettando, lo so. Anche Felpato ci ha lasciato…”
Le parole escono amare e difficilmente.
Ci ha lasciato.
Soli.
Entrambi.
Empty chairs at empty tables
Where my friends will meet no more.
L’animale mi guarda sfuggente e si volta abbassando la testa per terra.
“Non sono un portatore di buone notizie… mi dispiace”
Riscendo le scale per andare non so dove.
Forse solo lontano per non pensare e non tentare di trovare un perché ho una ragione, per evitare di chiedermi nuovamente per cosa abbiamo combattuto, per quale motivo lo abbiamo fatto?
            Oh my friends, my friends, don't ask me
What your sacrifice was for
Harry.
Harry è sempre stato l’unico buon motivo per combattere.
Non mi tirerò di certo indietro ora amici.
Non lascerò che siate morti per nulla, non permetterò che il vostro sacrificio sia stato inutile perché le vostre vite non erano inutili.
In cucina la sedia è ancora vuota.
Mi siedo sulla tua sedia Sirius e guardo lontano, ricordo per l’ultima volta e stringo i denti e intono l’ultima nota della melodia dei nostri giorni passati perché ora, su questa sedia vuota, a questo tavolo desolato non ci saranno più i miei amici a cantare con me…
Empty chairs at empty tables
Where my friends will sing no more
 
  
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