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Autore: La Chiave di Do    24/05/2012    3 recensioni
La giovane età non era sinonimo nel professore di empatia nei confronti dei ragazzi, sembrava che la sua gioventu' fosse dolorosamente sfumata senza lasciare traccia nell'uomo severo ed elegante che quasi ogni giorno recitava con passione i versi di Thomas o della Dickinson di fronte ad una classe che sembrava non percepire tutto quell'amore per la letteratura che cercava di trasmettere loro; forse, ipotizzavano i colleghi, era quella frustrazione ad averlo reso orgoglioso e gelido, anche se la maggior parte assicurava che era nella sua indole un certo distacco, che l'ombra che aveva negli occhi fosse parte del suo fascino.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Turner, Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Gli occhi di Grace, perle d'ambra bruna, lo inchiodavano ogni volta che saliva in auto al sedile, come inebetito per qualche istante: vi aveva osato un trucco piu' elaborato che richiamando le tonalità dell'iride li faceva assomigliare a quelli di un gatto selvatico. Un abito scuro la inguainava senza volgarità.

Provocatrice, la chioma dorata sciolta sulle spalle, sali' in auto studiando la sua espressione persa in quell'indagine delle sue forme precise, poi con un sorriso che voleva fingersi remissivo chiese timidamente, ma con tono sensuale:

Come sto?”

Turner si morse il labbro rimettendo in moto, cercando di mantenere la sua proverbiale calma mentre distrattamente le rispondeva che stava benissimo.

La mente del giovane professore macchinava febbrilmente alla ricerca della naturale freddezza delle sue reazioni, sospirava sommessamente ad ogni curva.

Accosta qui, ti spiace?” la voce della collega interruppe il flusso dei pensieri che lo facevano guidare sovrappensiero e quasi istintivamente sterzo' per fermarsi in uno spiazzo isolato.

Grace, ritarderemo, voglio ricordarti che la metà di quelle chiocce ansiose vorrà parlare solo con te...”

I genitori aspetteranno...” la donna allungo' una mano sul suo petto, giocherellando in punta di dita col noto della cravatta scura, accostandone mentalmente il colore a quello dei suoi occhi e delle onde morbide che i capelli gli dipingevano ai lati del viso magro.

Con intimo compiacimento ascolto' il ritmo del suo respiro farsi irregolare, la sua austerità venire meno mentre avvicinava la labbra carnose a quelle di lui, semplicemente respirandovi.

E pensare che all'università le colleghe di matematica le consideravamo frigide e complicate quanto la loro materia...”

Taci” lo interruppe lei, consapevole che quelle frasi non erano altro che sterili farmaci al nervosismo “Sai benissimo di non essere altro che uno sciocco secchione sentimentale che ama vestire la maschera di quello che ha già avuto tutto dalla vita...”

Le loro lingue si intrecciarono in un gemito impaziente, come se non attendessero altro da tutta una vita, le mani si allacciarono, appassionate, alle mani.

La donna corse con la propria a tirargli una ciocca di capelli dietro la nuca, invitandolo a darle di piu', allungando una coscia bianca a portata della sua mano che conosceva bene per la sua abilità a farla tremare con una sola carezza.

Ma lui si schiari' la voce, posticipando tacitamente la continuazione di quelle effusioni, scusandosi con un bacio leggero sotto l'orecchio e indicandole l'ora.

Mi porti fuori a cena dopo le stramaledette riunioni coi genitori, Alexander?”

Il giovane si riassesto' al posto di guida, riportandosi i capelli dietro alle orecchie con un lungo respiro, poi sbattè le palpebre piu' volte prima di annuire e rimettere in moto.

 

*



                    La Chiave di Do
          Ah-ah! Ammettetelo, una tresca con la professoressa di matematica era l'ultima cosa che vi sareste aspettati, lo so! E' stata una
          proposta che avevo quasi archiviato, poi Sall l'ha riesumata dall'archivio delle idee e abbiamo deciso di riutilizzarla, sperando
          nel discreto fascino del clichè (ci piace, ci piace il clichè!). Io sinceramente, se la mia collega è d'accordo le passerei subito la parola
          per una sorta di ping-pong, altrimenti mi scervellero' per il prossimo... Au revoir!

 

   
 
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