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Autore: Hagne    24/05/2012    3 recensioni
"Quando un Re senza trono, ridotto in schiavitù, torna alla ribalta.
Quando degli dei, infrangendo le regole, compiono una blasfemia.
Quando ciò che non dovrebbe esistere nasce, cresce e uccide.
Allora nasce questa storia.
Una storia di amore, odio, rancore, e crescita.
Perchè il confine tra bene e male è labile, precario, e non sempre ciò che sembra giusto, lo è davvero"
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Heart Of Everything '
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“Is it a dream?
All the ones I have loved calling out my name.
The sun warms my face.
All the days of my life, I see them passing me by.
In my heart I know I can let go.
In the end I will find some peace inside.
New wings are growing tonight”

[…]


“As I am soaring I'm one with the wind.
I am longing to see you again, it's been so long.
We will be together again”

( The Swan Song – Within Temptation )










- Albero .
- Al..bero – scandì ,  un pò insicura , osservando il cielo dall’alto della capanna di fango e paglia nella quale  ogni giorno  giocava con Estela , la sua  “maestra”  delle cose “divertenti” .
- Sasso.
- Sasso! – ripetè ,questa volta un po’  più convinta .
Perché quello era semplice  , e lo aveva letto nei libri di Bruce .
- Un uccello  !- trillò “Estela” con vocetta divertita , sistemandole con  cura il velo che “il dottore”  le aveva regalato .
Per non attirare l’attenzione aveva detto   , anche se lei non aveva ancora capito bene cosa significasse “attirare l’attenzione”.
- Un ucc …- si lamentò quando la bambina le strattonò i capelli , sporgendosi un po’ per indicare una strana creaturina colorata , “bella” .
- Guarda Astrid ! Guarda ! Una farfalla , una …
- Cosa state facendo lassù ? – gridò qualcuno sotto di loro , e quando  incrociò lo sguardo burbero di Nadir , la paura che il bambino corresse ad avvertire Bruce del loro gioco la gettò nel panico .
Udì l’urletto spaventato di Estela quando discese dal cielo in tutta fretta ,  ma la tenne stretta al tetto ,  per non farla cadere .
Perché era “pericoloso”, una parola che Bruce aveva cominciato a pronunciare  spesso .
Quando i suoi piedi nudi toccarono terra , non riuscì però a sollevare lo sguardo.
Perché si sentiva in colpa ,e su Bruce avesse saputo che lei aveva “volato” di nuovo l’avrebbe sgridata , e a lei non piaceva essere sgridata ,  la faceva sentire strana , “in colpa” le aveva spiegato il suo amico .
E non le piaceva sentirsi in colpa .
- Lasciaci stare ! E non fare lo spione con il dottore o giuro che non ti rivolgerò più la parola !
Lo strillo di “Estela” , per quanto acuto , non le diede fastidio , non la innervosiva .
Perché lei aveva imparato che la voce si alzava quando si era preoccupati per qualcosa , per qualcuno .
 E la bambina lo era per lei , ed era una cosa “dolce”  , che le faceva “piacere” .
Si strinse nel lungo velo nero con movimenti goffi e spaventati , sentendo il proprio respiro riscaldare la stoffa che le copriva la bocca .
Era strano sentire il vento solo sulle palpebre , era insolito , ma non era sgradevole , ed era per il suo “bene” , quello Bruce lo diceva sempre .
Se l’avessero vista , l’avrebbero portata via da lui , diceva .
Se avessero notato il colore dei suoi capelli , o della sua pelle , le avrebbero fatto del male , continuava  .
E la sola idea di essere separata , ancora una volta , da un amico ,  l’aveva portata ad accettare con più facilità quella imposizione .
Anche se Estela poteva liberamente muoversi nei suoi vestiti rattoppati senza aver paura di “attirare l’attenzione” .
E benché quello non lo avesse ancora imparato , era stata la sua mente ad andarle in soccorso , ancora una volta .
“Diversa ” .
Era una parola che non le piaceva , cattiva , brutta come la “paura” , ma più sgradevole , più fastidiosa .
Era “diversa” , lo aveva capito , ma non lo aveva ancora accettato , nonostante le prove di quella sua diversità fossero così chiare ,evidenti .
Perché se  abbassava lo sguardo sulla propria mano intrecciata a quella di Estela , poteva notare come il suo colore di pelle fosse strano , insolito .
Ma questa sua “diversità ” riguardava tutta la “Terra”  , le aveva detto Bruce .
Perché lei non era nata lì , non era a  “casa” sua , e la cosa la rendeva triste , un po’ “malinconica “ , come lo sguardo del dottore quando si perdeva a fissare il proprio riflesso nello specchio .
Lui non sapeva che lei lo spiava , di nascosto , da sotto le coperte .
Non sapeva che sentiva gli occhi pungere ogni qual volta vedeva Bruce stringere gli occhi come se stesse per piangere, come se stesse per “strillare” .
Non sapeva che lei aveva capito che anche lui ,come lei , si sentiva “diverso” , fuori posto .
Ciononostante non lo capiva .
Perché Estela aveva il suo stesso tum-tum nel petto .
Aveva gli occhi , le dita e le gambe come lei .
Erano “uguali” , non diversi .
“Particolari” aveva letto in un libro che parlava di colori e “tonalità” , ma non “diversi” .
Perché lei respirava .
Estela respirava .
Lei parlava .
Estela parlava .
E non c’era differenza in quello .
Lei non la vedeva , tutta quella “diversità”  .
- Io non faccio lo spione ! – brontolò Nadir , l’altra piccola “cosa” parlante  che , assieme ad Estela , l’aveva vista davvero , senza velo  .
Il bambino aveva urlato un po’ all’inizio , ma Estela le aveva assicurato che non avrebbe parlato a nessuno di lei , perché era suo fratello , e i fratelli non tradivano mai la famiglia  .
Ed era proprio il termine “famiglia ” che l’aveva incuriosita , l’ aveva affascinata  , l’aveva fatta  sentire strana .
Non capiva cos’era una famiglia  , e Bruce non era stato molto chiaro quando aveva provato a spiegarglielo , ma quella parola le piaceva , era “dolce” , era speciale , come il suo nome .
Era “unica” .
Quando un insolito vociare la portò ad alzare lo sguardo da terra , si accorse con una punta di paura che erano entrati nelle “favelas” .
Bruce le aveva spiegato cos’erano , ed era stato semplice memorizzarlo , perché quelle “cose”  piccole e malridotte erano difficili da dimenticare .
Le davano un senso di ansia , di tristezza , di rabbia .
Perché lei non capiva come le cose parlanti potessero vivere lì dentro , al buio , al freddo .
Casa di Bruce  era più bella .
Era calda , aveva le coperte , e non era così scura , così “brutta”, così “sola” .
- Estela ! Nadir ! – urlò qualcuno alle loro spalle , e quando vide una “donna” tanto simile ad Estela correre loro incontro venne sommersa dal panico .
Perché Bruce le aveva raccomandato di non entrare mai nel villaggio , di non “attirare l’attenzione ", ed ora una delle creature le stava addirittura correndo incontro .
- Non avere paura . Lei è mia madre , non può farti del male – la tranquillizzò Estela , ma la parola “madre” non le diceva nulla , non aveva un significato , per lei .
Non capiva perché quella donna , quella “madre” non le avrebbe potuto fare del male .
Abbassò gli occhi non appena rischiò di incrociare il suo sguardo , ma fu costretta a fissarla quando questa , piangendo , si afflosciò contro di lei , “urlando” .
Ed ebbe paura .
Perché nessuno oltre Bruce ed Estela l’aveva mai toccata .
Nessuno .
E sentire le mani della “madre” tirarle il velo la portò a irrigidirsi e a bisbigliare con voce tremante il nome del suo amico.
- Il dottore ? Tu conosci il dottore ?
Aveva imparato nuove parole , e avrebbe potuto capirla , ma non era attenta a ciò che diceva , perché era spaventata , e la sensazione di essere sotto lo sguardo di tutte quelle creature la spinse a scuotere il capo con foga .
- Mamma ! Le stai facendo paura ! – piagnucolò la bambina , aggrappandosi alle sue gambe e spingendo via la madre , ma quando altra gente , altre creature , forse attirate dal pianto di lei , cominciarono ad avvinarsi , il suo primo istinto fu di “volare” via .
Ma Bruce si sarebbe arrabbiato , l’avrebbe sgridata , e lei avrebbe avuto voglia di piangere .
E piangere non le piaceva.
- Il dottore! Dobbiamo chiamare il dottore ! Vostro padre…vostro padre è rimasto schiacciato sotto un carretto !
Quando anche Estela si mise a piangere il panico venne inghiottito da un ondata di calore che le colorò le guance .
Le prudevano le mani , la punta delle dita , voleva dire qualcosa, voleva abbracciare la “madre” , voleva stringere Estela per farla smettere di piangere .
E prima che la sua mente potesse urlarle che era  “pericoloso” , lei aveva già raggiunto la creatura “schiacciata” dal carro .
Era più piccolo di come l’aveva immaginato , più debole delle altre creature che aveva incontrato , ed era strano .
Perché teneva gli occhi chiusi e piangeva, in silenzio , senza urlare .
- Papà ! – strillarono entrambi i bambini , gettandosi sull’uomo con grida spaventate , preoccupate , come lo era stata Estela di lei .
Come lo era Bruce ogni qual volta lei faceva qualcosa che “attirava l’attenzione” .
Eppure voleva fare qualcosa per loro , anche se non sapeva cosa .
Poi lo vide , nella sua testa .
L’immagine di una “cosa” verde che alzava uno strano carro  con le mani , per poi gettarlo in alto , lontano .
E decise di imitarlo .
Perché non sapeva fare altro,  se non imitare .
Quando le sue dita si strinsero attorno al carro , sentì su di sé lo sguardo delle creature , potè persino annusare la loro “paura” , ma il pensiero di Estela e di quel “papà” urlato la portò a fare forza sulle proprie braccia .
Perché era una parola che le scaldava il cuore , e le piaceva .
Gettò di lato il carro con insolita facilità .
Perché per lei era leggero , era facile da spostare ,  ma non doveva essere  una cosa giusta , una cosa normale a giudicare dagli sguardi “spaventati” delle creature .  
L’uomo la fissò un attimo  senza parlare prima di tornare in piedi e abbracciarla con forza , come faceva Bruce , come lei amava .
Lui però aveva uno odore strano .
Sapeva di terra , di mare , di qualcosa di strano , di “nuovo” .
Di papà” le consigliò la sua testa , e a lei la cosa piaceva .
Perché era profumato , era dolce .
- Grazie .
Capì quella parola , il “ringraziamento” degli esseri umani aveva detto Bruce.
Lo dicevano quando erano “grati” , le aveva spiegato lui .
Era una cosa bella , aveva poi continuato .
E a lei le cose belle piacevano  .
- Grazie – ripeté contenta , annusandolo e sentendo poi le manine di Estela tirarle un braccio per portarla via dalla calca di gente che cominciava ad ammassarsi attorno alla creatura .
E quando furono sole , nascoste in un vicolo buio , potè chiedere spiegazione alla sua maestra delle cose divertenti .
- Che significa papà ?
Doveva essere una domanda strana ,  perché Estela non le rispose subito come era solita fare .
 - Un papà è… è – non riusciva a trovare le parole , sembrava confusa , e faceva fatica a continuare .
Perché forse aveva chiesto una cosa difficile , anche se non capiva  come potesse essere  difficile un parola così corta.
- Un papà è…il dottore! – trillò infine la bambina  , annuendo con occhi sicuri .
Eppure non la capì .
“Aggrottò “  le sopracciglia , non sapendo se chiedere altre spiegazioni , ma la bambina la anticipò.
- Lui è un papà . È il tuo papa . Lui ti ha trovato , lui ti sta crescendo , lui ti vuole bene – continuò sempre più eccitata , annuendosi e provando a far annuire anche lei , ma qualcosa di strano si era agitato nel suo petto .
Una sensazione strana , insolita , ma piacevole che l’aveva assalita nel pensare a Bruce come il suo papà .
Suo .
Come Loki che era suo amico .
Erano suoi .
Si sentiva felice , calda , e stava sorridendo tanto da sentire male alla bocca  .
Una cosa strana , ma bella .
Poi lo sentì .
Lo vide .
Quando Estela lanciò un urletto spaventato non  ebbe bisogno di voltarsi , di capire cosa l’avesse “spaventata” , non ce ne fu bisogno .
Perché aveva riconosciuto il suo odore , aveva riconosciuto il suo sguardo sulla schiena  .
E quando Bruce la afferrò per un braccio , brusco , tirandola via con uno sguardo scuro che le faceva  “paura” , riuscì solo ad abbassare i suoi , di occhi , e bisbigliare uno 'scusa .
Ma Bruce aveva smesso di guardarla , aveva smesso di vederla .
La trascinava e basta .
E le venne da piangere .
Perché sapeva di aver sbagliato .
Sapeva di aver “attirato l’attenzione” , ma non sapeva fare altro che  chiedergli scusa .
Non  sapeva fare altro  .
Perché nessuno glielo aveva mai insegnato .





°°°
 







 
 La “rabbia” era una cosa “soggettiva” .
Lo aveva letto in un libro , e lo aveva capito pensando a Bruce .
Perché quando lui si arrabbiava , non piangeva come lei , ma stringeva  i denti e urlava .
Urlava forte , tanto forte da fare male alle orecchie .
E vederlo arrabbiarsi non le piaceva , le faceva paura , la faceva sentire come nella sua prigione .
Braccata , oppressa , soffocata .
Quando erano tornati a casa , Bruce l’aveva fatta sedere in mezzo alla stanza .
Perchè voleva guardarla bene aveva detto .
Ma a lei non piaceva che la guardasse quando era arrabbiato .
Perché i suoi occhi diventavano  strani , diventavano enormi , e neri , tanto neri .
E anche se era un colore che le piaceva , il “nero” di Bruce era strano , era troppo scuro , troppo buio .
E a lei il buio le ricordava la stanza nella quale era nata .
Fredda , scura , “cattiva” .
- Ti rendi conto che avrebbero potuto rapirti se ti avessero scoperto ! Hai la minima idea del pericolo che hai corso ? – le urlò addosso , lanciandole uno sguardo “nero” che la fece trasalire .
Abbassò gli occhi subito , velocemente , stringendo le palpebre nell’udire il frantumarsi del tavolo sul quale Bruce aveva sbattuto i pugni , furioso .
- Avrebbero potuto farti del male ! Avrebbero potuto ferirti – bisbigliò Bruce con voce strozzata , coprendosi il viso con le mani per soffocare la propria rabbia , il proprio terrore .
- Perché non mi dai mai  ascolto ? Cosa ti ha fatto …
- Papà .
Sentì Bruce irrigidirsi , lo vide , irrigidirsi .
E non capì se fosse una cosa normale , “giusta” .
- Cosa hai detto ?
La sua voce era cambiata d’improvviso .
Si era fatta debole , tremante , come se fosse “spaventato” da lei , da ciò che aveva detto , e la sola idea di aver detto qualcosa di “sbagliato” la fece a scattare in piedi e correre verso la finestra .
Perché Bruce le aveva spiegato che sbagliare era una cosa brutta , era una cosa che non si doveva fare .
E lei aveva “sbagliato” , con lui .
Stava per “volare” via quando qualcosa la afferrò per un piede , facendola urlare per lo spavento , ma quando Bruce la strinse tra le braccia fu costretta a chiudersi la bocca con le mani .
- Scusami io …non so cosa mi sia preso e …- lo sentì ridere contro i suoi capelli , potè percepire il vibrare della sua risata con l’orecchio che poggiava sul suo petto .
- Dio ! Non avrei mai pensato che tu potessi …non credevo che …
Era strano ,  aveva ripreso a “borbottare” e non sembrava più arrabbiato con lei .
- Papà …io ! Non credevo saremmo arrivati a questo punto .
- È una cosa “brutta” ? – provò a chiedere , stringendosi al suo petto con occhi lucidi  .
Lo senti respirare forte , come se stesse per urlare di nuovo , ma si limitò ad “accarezzarla” con le sue mani gentili .
- Non è una cosa brutta , è solo che io …un papà … è una cosa strana .
Strana .
Aveva detto che era una cosa strana , non brutta .
E le cose strane potevano essere belle , a volte .
- Me lo ha detto Estela , che tu sei mio papà , perché mi vuoi bene e mi stai crescendo . Allora non è vero ?
- Certo che ti voglio bene ! E il fatto che ti sia crescendo  , certo , è un po’ esagerato ,  ma …
- Non puoi essere un papà ?
Sentiva gli occhi pungere , e non sapeva perché .
Le faceva male il petto , era triste , e voleva solo  “volare” via .
Provò a sciogliere l’abbraccio con un gemito ma Bruce la strinse con più forza , coprendola con la sua enorme giacca che profumava di terra , di mare , e “di papà” , anche se era diverso da quello del “papà” di Estela .
Eppure lei sapeva , aveva intuito che la famiglia , la madre  e il papà fossero cose uniche , e lui sarebbe stato unico , il suo unico papà .
- Puoi chiamarmi papà Astrid , voglio essere il tuo papà , ma dovrai scusarmi se sembrerò un po’ impacciato . Devo  abituarmi all’idea .
Lo abbracciò con un grido di gioia , affondando il naso nella sua giacca con gli occhi che pungevano , ma non facevano male come prima .
Perché aveva trovato un papà .
Il suo unico papà .
E la cosa la rendeva felice , estremamente felice , meno diversa , più “normale” .
Come Estela e la sua “famiglia” .
- Papà ! – trillò emozionata , cantilenandolo con voce sempre più dolce , più acuta .
E Bruce borbottava, in silenzio, abbracciandola forte , ma a lei piaceva il suo borbottare .
Perché era tenero, e perché era il suo unico papà a “borbottare” .
- Papà … io , un papà . Non credevo che un giorno qualcuno mi ci avrebbe chiamato .





°°°
 

 

 - Qualcosa non va dottore ?
Bruce negò meccanicamente con il capo , udendo poco dopo  la risata rauca  della vecchia Baba , e capì anche il perché quando si guardò le mani .
- Mi devi scusare – bisbigliò allora , mortificato , allentando la fasciatura con la quale aveva tentato di bendarle l’alluce del piede , anziché la caviglia slogata.
Si diede dell’idiota , cercando in tutta fretta di rimediare al proprio errore .
- Non c’è nulla da scusare , ragazzo . Piuttosto , deve esserti successo qualcosa di bello se sorridi a quel modo .
- Io sto sorridendo ? – chiese , preso in contropiede .
Si toccò il viso con le sopracciglia aggrottate , distendendo subito  la fronte quando la vocetta di Astrid gli ricordò che non era una buona cosa “aggrottare la faccia” .
- Si , ora più di prima . Chi è la fortunata ?
Scoppiò a ridere di cuore , pensando a come Astrid avrebbe cominciato a chiedere cos’era una fidanzata , e una donna , e una moglie , senza smetterla più di tempestarlo di domande  .
- Non ho incontrato una donna . Sono diventato padre (?) .
Lo disse con un po’ di incertezza , perché l’idea continuava a non risultare molto corretta nella sua logica da scienziato .
Padre di un’aliena .
Non avrebbe potuto auspicare un futuro migliore, pensò ironicamente  , ma la cosa cominciava a piacergli , e sentire Astrid pigolare con voce dolce “papà” riusciva a farlo sentire meno animale , più umano .
Perché la sola idea che qualcuno l’avesse voluto accanto , dopo tanto tempo , non poteva che farlo sentire come  prima del suo incidente , prima che “quello” nascesse , in pace con se stesso e la sua coscienza .  
- Congratulazioni ! E come si chiama ?
- Astrid .
Vide nonna Baba , la strega delle favelas   addolcire il viso grinzoso , facendo tintinnare i gingilli caccia spiriti che ornavano le sue orecchie e i polsi .- Un nome importante .
Convenne con lei che era si , un nome importante , e che si , era stata una buona idea darle un nome .
Perché vederla sorridere lo aveva reso felice , come non lo era da tanto tempo .
Stava per raccontarle di quanti grattacapi gli desse quando la “cosa” dentro di lui cominciò a gorgogliare di gioia , di aspettativa .
E quando Bruce urlò un 'avanti  nell’udire il frenetico bussare alla porta , “quello” si lasciò andare ad una risata di gola che lo fece rabbrividire da capo a piedi .
- Dottor Barner . Siamo venuti a prenderla .
Quando vide l’uomo in uniforme accostarsi al letto sul quale nonna Baba fissava il soldato con occhi vitrei , un brivido di terrore gli pizzicò la colonna vertebrale .
- Che significa che siete venuti a prendermi ?
Il soldato della S.H.I.E.L.D , aveva riconosciuto l’uniforme , sollevò gli occhiali ad infrarossi con un gesto secco , richiamando con un fischio il resto della sua squadra .
- Che siamo venuti a portarla via , dottore . I ribelli stanno per assalire le favelas, e il nostro capo ci ha ordinato di portarla al sicuro , in un posto più tranquillo .
- I ribelli stanno…- il fischio di una bomba lo zittì , e quando udì chiaramente il motore di un aereo sorvolare la casa fatiscente , l’orrore lo fece impallidire .
Perchè , anche se il Brasile era avvezzo a ribellioni e attacchi terroristici , l’idea che stessero bombardando le favelas gli portò via la voce e il respiro . - Dottore ! Dottore!
Scostò il soldato con un ringhio , uscendo di corsa e sgranando gli occhi nel vedere una colonna di fumo alzarsi lì dove un tempo vi era il vecchio granaio abbandonato .
Lì dove Astrid soleva giocare con Estela e Nadir .
Lì , in quel pezzo di terra rossa ora in fiamme .
E non ci fu più tempo per pensare , per calmarsi .
Non ci sarebbe riuscito .
Perché la udì .
Quella voce spaventata che urlava il suo nome .
E quando la “cosa” dentro di lui diede segno di essere pronto a combattere , a difenderla , la rabbia gli ghermì mente e corpo .
Perché Astrid  era in pericolo , ed urlava il suo nome .
Quel papà che ora sapeva tanto di preghiera .






°°°





“Rosso” .
Era tutto rosso , e “brutto” , come il mantello della creatura dorata .
- State giù !
Quando il “papà” di Estela si buttò su di loro , schiacciandole a terra , l’odore di bruciato si fece più acuto , più fastidioso .
Non capiva cosa stava succedendo , ma aveva visto strane cose in cielo , e aveva sentito urla , tante urla prima di essere sbalzata via , assieme ad Estela ,  da uno scoppio che aveva scaraventato lei e Nadir lontano .
Poi era arrivato il “papà” , e aveva provato a portarle via , ma c’era stato un altro scoppio , altro rosso , ed ora erano circondati solo da grida , pianti , e rumori strani .
- State bene ?
Stava bene , non si era fatta male , non aveva “attirato l’attenzione” , ed era quello che più importava , ma quando vide delle ombre nere ondeggiare al di là del fumo capì che c’era qualcosa di “sbagliato” in quello che stava succedendo .
Nel pianto di Estela e Nadir .
Nel colore rosso dei vestiti del loro “papà” .
- Sono qui ! – urlò qualcuno dietro di loro .
Poi udì un altro scoppio , meno rumoroso , più acuto  , prima di vedere il “papà” cadere a terra con urlo di dolore , trascinando lei e i bambini con lui .
Poi li vide .
Erano creature parlanti come loro , ma sembravano più cattivi , “pericolosi”  , e le puntavano addosso delle cose nere , strane , molto lunghe e che puzzavano di bruciato , di qualcosa di “sbagliato “ .
- Adesso verrete con noi ! – urlò uno con voce bassa , come quella delle creature che l’aveva assalita tra le pareti d’oro .
E a lei la cosa non piaceva .
- Vi prego , risparmiate i bambini – li pregò il “papà”  , ma uno lo colpì con il calcio di fucile , e quando lui  sputò a terra una chiazza rossa qualcosa nella sua testa cominciò ad urlare .
“Combattere”.  
Quando colpì la creatura con un pugno questa venne scaraventata lontano , tra le fiamme , spaventando le altre creature tanto simili a quella , ma lei non si sentiva in colpa , anche se sapeva di aver “attirato l’attenzione” , anche se non indossava più il velo . 
Perché il “papà” di Estela e Nadir era diventato rosso , un colore che odiava , e sentirlo urlare la faceva pensare alle sue , di urla ,  quando “loro” avevano provato a farle del male .
Un lampo di luce , e qualcosa le si conficcò nel fianco , strappandole un gemito di dolore .
Sfiorò il punto che le doleva con occhi straniti , e quando riuscì a stringere con le dita sulla
cosa" che le era entrata nello stomaco si trovò a guardare un oggetto piccolo , nero , familiare .
*Signore , la prego , metta via quell’arma .
- Astrid!
Lanciò un urlo di rabbia , tappandosi le orecchie quando quella voce e un lampo di luce la accecarono per un attimo .
E quando una delle creature provò a toccarla , questo venne sbalzato via dall’alone colorato che , come nella stanza dorata , era tornato a circondarla .
Ma le faceva male la testa, e non riusciva a capire chi colpiva , chi  la toccava , chi  le parlava .
*Hanno il Tesseract . Bloccateli!
 Quando non vi furono più creature a minacciare Estela e Nadir , spiccò un balzò che la portò in alto , sempre più in alto , fino a quando i suoi occhi non intravidero , tra le nuvole , l’enorme oggetto scuro che aveva visto tempo fa in uno dei suoi sogni .
L’oggetto che emetteva quello strano rumore , un fischio così acuto da farle stringere i denti per il dolore .
Fu abbastanza veloce da scostarsi quando quella “cosa” , “Elivelivolo” le suggerì la sua testa , la sparò  .
Ma a lei non importava cosa fosse .
Voleva solo che la smettesse di fare tutto quello rumore , che la smettesse di richiamare quelle immagini che le facevano male alla testa .
Li colpì con una scarica di energia .
Una , due , tre volte, fino a quando non udì uno scoppio e un fischio .
- Astrid !
Era la voce di Bruce , era la voce del suo “papà” , ma era strana , era più bassa , meno dolce , “diversa”.
- Papà !
* Lui chi è ?  
- Astrid ! Spostati da lì! Subito !
Bruce urlava , ma c’era quella donna che parlava nella sua testa , che sembrava confusa .
E c’era un rumore dietro di lei  , un suono strano , come il ruggito di un animale .
- Astrid !
*Hill mi ricevi ? Hill ? Falco ha tradito !
 Udì un altro scoppio .
“Spari” le consigliò la sua testa .
Rumore di spari ,e grida di aiuto .
- Astrid !
Quando quella colonna di luce la prese in pieno , non ebbe tempo di pensare al dolore , agli strappi nella pelle o al “sangue” che cominciava a zampillare dalle ferite .
Perché lo aveva rivisto ,per un attimo , nella sua testa .
Un lampo blu , e gli “spari” , grida e…
- Loki ?






°°°






Emise un lungo e basso ringhio quando vide Astrid  priva di sensi  ,  ricoperta di ferite ,   ansimare tra le sue braccia , emettendo  ad intermittenza  una vasta concentrazione di radiazioni gamma  .
Ma ebbe appena il tempo di lanciare uno sguardo d’odio al portaerei dello S.H.I.E.L.D     prima che la forza di gravità lo riportasse a terra , nello spiazzo dove i ribelli brasiliani gemevano in una pozza di sangue .
- Astrid !
Quando vide Estela abbozzare un passo verso di lui , Hulk emise un basso ringhio , stringendo la ragazzina tra le braccia con i muscoli facciali lievemente contratti .
- Non ti avvicinare  – sibilò basso Raul , suo padre, osservando il colosso verde con una punta di terrore freddo .
Ma la bambina piangeva ,e aveva allungato le manine verso la sua “scoperta” che sembrava tanto una lampadina fulminata ,ora ,  con quella luce che veniva e scompariva a tratti .
- Astrid – gemette lei , dolorante, acciuffata dal padre che agguantò Nadir per un braccio mentre Hulk continuava a ringhiare , lanciando sguardi minacciosi all’enorme ombra invisibile che lui sapeva , galleggiava sulle loro teste .
- Papà ?
Quando Bruce la sentì gemere, abbassò lo sguardo su di lei , così piccola tra quelle braccia mostruose .
Inumane .
Ma non ebbe tempo di odiarsi , di odiare quella “cosa” che aveva preso possesso del suo corpo .
Perché era terrorizzato , ghiacciato dalla paura che lei potesse non riconoscerlo , potesse non accettarlo .
Potesse non volerlo .
Ma Astrid non lo scacciò , si limitò a sbattere più volte le palpebre sugli occhi di stelle , un po’ confusa , prima di allungare una mano e accarezzargli una guancia , o almeno , ci provò .
Perché  la sua mano era così minuscola  che riuscì solo a sfiorare  un lembo di belle accanto alla bocca , nulla di più .
- Papà ...
- Cosa ?
Odiava la sua voce , odiava quella voce .
Una voce da animale , da bestia , così bassa e gorgheggiante come il brontolio dello stomaco di un gigante affamato .
- Non smettono di parlare – piagnucolò Astrid , raggomitolandosi su se stessa e premendo con forza le dita sulle  tempie .
- Chi non smette di parlare  ?
- Falli smettere – gemette lei , tornando a stringersi a se stessa  ,a Hulk che non capiva di cosa lei parlasse , a chi si riferisse .
Ma ebbe il tempo di notare una cosa .
Ciò che lo portò ad urlare agli umani di correre , correre come il vento , il più lontano possibile  .
E mentre Estela urlava il nome di Astrid tra le braccia del padre, Raul fece appena in tempo a sentirne il boato prima che un lampo di luce e un onda d’urto li scaraventasse contro un albero .
Quando Astrid tornò ad emettere radiazioni ad intermittenza dopo l’implosione di energia , Hulk non potè che cominciare a correre a sua volta , lontano dall’America Meridionale .
E sebbene lui non fosse il tipo che collaborava , che amava la confusione , non aveva altra scelta che dirigersi a New York , la città che più incarnava ciò che più odiava .
Confusione . Polizia . Pericolo di attirare l'attenzione . 
Ma lì abitava l’unico che avrebbe potuto aiutarlo , aiutarla .  
L’ultimo tra gli eroi al quale avrebbe chiesto una mano , ma aveva bisogno di un genio , di uno scienziato , e per quanto Tony Stark fosse egocentrico , narcisista e vanesio , lui era l’unico al quale poteva  rivolgersi .
L’unico al quale avrebbe potuto mostrare Astrid senza essere circondato dagli uomini della S.H.I.E.L.D. 





Continua…  


Capitolo bello lungo , che spero non vi abbia annoiato , in caso lo avesse fatto , vi invito a farmelo presente , così da sfoltire un pò i capitoli a venire.
Le parola con * sono ovviamente tratte dal film , non sono mie , questo voglio sottolinearlo .
Ringrazio chi ha letto , visto o commentato .

- Eruanne : Mi fa piacere che il nome ti sia piaciuto , ed è vero , è fortunata ad avere Loki che la viene a cercare . Che ne pensi di Bruce e della relazione tra i due ? Mi è venuto spontaneo legargli a questa maniera , perchè mi ispirano tenerezza . Anche se Loki non è stato presente in questo capitolo , lo sarà nei prossimi , per ora mi diletto a delineare i legami di Astrid con gli i Vendicatori , e con il prossimo ci sarà da ridere .
Grazie per il bellissimo commento , sono contenta che la storia  continui a piacerti . Un abbraccio forte !



Al prossimo capitolo , Gold Eyes
  
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