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Autore: Aiwyr    24/05/2012    6 recensioni
Mi sono chiesta: cosa sarebbe accaduto se i Winchester avessero avuto una sorella minore? Questa è una raccolta di alcune scene di vita quotidiana.
Abbiate pietà è la mia prima fanfiction!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dean aprì pigramente gli occhi e vide suo fratello e la sua sorellina fissarlo con aria interrogativa. Dopo aver superato lo shock iniziale sospirò.
“Cosa c’è?” brontolò con la voce ancora impastata per il sonno.
Sua sorella Alex, balzò sul suo letto e rise rivelando il suo sorriso sdentato.
“Guarda, Sammy” disse indicando Dean. “Dean è sveglio, te l’avevo detto”. Sam alzò gli occhi al cielo. “Dean”. Alex si rivolse nuovamente al maggiore dei Winchester. “Che giorno è oggi?”
“Fammi capire: tu mi hai svegliato per chiedermi che giorno è oggi?” domandò Dean a metà strada fra il divertito e lo seccato. Si mise a sedere e non potè fare a meno di sorridere. Solo Alex avrebbe potuto fare una cosa simile. La bambina era ancora in pigiama e i suoi capelli biondi erano tutti spettinati. Sembrava essere stata appena investita da un tornado.
Alex spalancò i suoi occhioni azzurri: “ Io non ti ho svegliato, eri già sveglio!” gli fece notare.
“Giusto” concordò mentre si stiracchiava la schiena. “Comunque oggi è lunedì”
“Lunedì” ripetè lei. L’eccitazione illuminò il suo viso paffuto. “Sai cosa vuol dire?”. Sua sorella stava letteralmente saltando sul suo letto per l’entusiasmo.
Sam roteò gli occhi e andò in bagno chiudendosi la porta alle spalle. Dean si voltò verso Alex e la tirò giù dal letto mettendola sul pavimento dove stava ancora aspettando ansiosamente la risposta.
“No” replicò scuotendò la testa anche se sapeva a che cosa si stesse riferendo la bambina. “Che cosa significa?”. Il ragazzo si diresse verso la loro piccola cucina, sempre se una stanza minuscola di uno squallido motel possa essere considerato tale, alla ricerca di qualcosa che potesse vagamente assomigliare a una prima colazione.
“Dean! Oggi comincio il kindeygarten!” esplose Alex, afferandogli il braccio e sorridendogli radiosa.
“È kindergarten” la corresse Sam che nel frattempo si era già vestito. Prese da Dean la scatola di cereali e riempì tre ciotole, porgendone una a Dean. “E siamo in ritardo” aggiunse.
“C’è ancora tempo” ribattè il maggiore dando una scodella ad Alex. “Mangia” ordinò e lei obbedì ficcandosi in bocca il cucchiaio.
“Dean” fece Sam mentre beveva un sorso di latte, aveva i capelli arruffati che gli coprivano la fronte. “ Quando torna papà a casa?”
Dean, teso osservò Alex, ma lei sembrava non prestargli attenzione. Era troppo occupata a giocare con il cibo e a mangiare il più veloce possibile. Ora Dean sapeva perché Sam era di umore nero quella mattina.
“Presto” rispose.
Sam però non demordeva. “Quand’è di preciso presto?” insistè fissandolo triste. Il loro padre era via da ormai una settimana e non accennava a tornare.
Dean gettò un occhiata a Sam e sospirò. Non era sicuro su come rispondere alla domanda.
Alla fine optò per la verità. “Non lo so” ammise.
Sam tacque decidendo, per una volta, di non controbattere alla risposta del fratello maggiore. Sapeva che Dean non aveva la più pallida idea di quando John avrebbe fatto ritorno. Non voleva andare a scuola. Era sempre la solita solfa. Aveva rinunciato a fare amcizia da tempo, dal momento che non rimanevano mai nello stesso posto per molto.
Alex ora si agitava in attesa che Dean le dicesse cosa fare. “Vestiti!” gurgnì quello dopo averla notata.
La bimba saltò giù dalla sedia e osservò Sam. Il ragazzino indossava un semplice paio di jeans. Alex frugò nella sua borsa ed estrasse i suoi jeans migliori e la maglietta viola che le aveva regalato lo zio Bobby per il compleanno. Era soddisfatta della sua scelta, rivolse uno sguardo a Dean in cerca di approvazione, ma quello non stava facendo caso a lei.
Alex infilò i jeans e li tirò su. Lottò a lungo con il bottone e aggrottò la fronte. Sam si chinò su di lei e lo abbottonò sbuffando. Lo ringraziò con un bacio sulla guancia e si mise la maglia. Dean l’aiuto ad allacciare le scarpe e le porse una spazzola per pettinare i capelli. Adesso era pronta.
Sam la prese per mano e la trascinò verso il maricapiede e tutti e tre insieme raggiunsero la Jefferson, dove andavano Sam e Alex. Dean si fermò e Alex lo guardò nervosa. Lui ricambiò lo sguardo cercando di dirle con gli occhi che sarebbe andato tutto bene. La bambina non sembrava molto rassicura e corrugò la fronte.
Dean sospirò e leggermente imbarazzato si inginocchiò alla sua altezza. “Accidenti a suoi occhioni azzurri!” pensò. Alex, aveva ereditato gli occhi della madre e lui non riusciva resistere quando lo guardava così.
“Andrà tutto bene, Pulce.”. Dean sorrise scompigliandole i capelli. “Te lo prometto”
“ Me lo prometti?” domandò lei con quella sua morbida voce da bambina, più dolce di una baretta al cioccolato.
“Promesso” dichiarò solennemente.
“Okay” la bambina fissò l’edificio con decisione e afferrò la mano di Sam. Gli ricordava molto sua madre quando faceva così. “Ciao Dean!”
Dean osservò i fratelli allontanarsi. Ogni traccia del malumore di Sam sembrava essere scomparsa mentre aiutava Una Alex spaventata salire i gradini della scuola. Era perfettamente consapevole che Sam fosse ancora arrabbiato, ma cercava di non darlo vedere ad Alex.
Sospirò e scosse la testa. Era davvero furibondo con suo padre per essersi perso il primo giorno di scuola di Alex. Alex stava crescendo ed era sempre più simile alla madre.
Dean guardò le altre bambine e notò i loro capelli e vestiti tutti in ordine. Erano così diverse da Alex… così normali. Seguì la sorella con lo sguardò finchè questa non varcò la soglia. Alex non si era mia voltata idietro.
Prese a calci un sasso e si diresse al liceo. Era solo un giorno come un altro per i Winchester.

  
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