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Autore: Angelo Osaki    24/05/2012    2 recensioni
In fondo, tutta la nostra vita è un libro, che noi continuiamo a scrivere ogni giorno, fino a che non scriveremo la parola “fine”.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sindaco e il bambino



L’aereo diretto a Milano era decollato da qualche minuto. Il sindaco, un uomo sulla quarantina- capelli brizzolati, naso aquilino, occhi azzurri, che ispiravano un’immediata simpatia- stava seduto nella sua poltrona; in mano stringeva un libro, che aveva portato con sé per ingannare la noia durante il viaggio.
Si trattava di un romanzo storico, ambientato nell’Inghilterra dell’Epoca Vittoriana, che narrava la storia di due famiglie aristocratiche, tra lotte di potere, intrighi di corte e amori proibiti.
Proprio il genere di romanzo che piaceva a sua moglie. Non a lui.
L’uomo sospirò e aprì il libro: “Magari mi piacerà” si disse, ripensando alla gioia con la quale la moglie glielo aveva messo in mano quella mattina, all’aeroporto, quando stava per imbaccarsi.
Bastarono poche pagine per farlo ricredere: il romanzo si rivelò migliore del previsto e gli venne un’improvvisa voglia di leggerlo tutto in fretta.  Un sorriso gli si dipinse sulle labbra rosee e sottili. Sua moglie aveva sempre ragione.
-Cosa stai leggendo?-  la voce di un bambino giunse alle sue orecchie. Il sindaco alzò gli occhi dalle pagine bianche del libro e si guardò intorno, alla ricerca della persona cui apparteneva la voce che aveva udito.
Un bambino- che non poteva avere più di otto anni- fece capolino nel sedile accanto al suo.  I suoi occhi- due pozzi neri che risaltavano nei lineamenti delicati del viso- fissavano incuriositi il libro, che il sindaco aveva chiuso e poggiato sulle gambe, stando bene attento a non perdere il punto in cui era arrivato.
- È un bel romanzo- gli rispose l’uomo, sempre sorridente.
-Mio nonno diceva sempre che i libri fossero i suoi migliori amici- il bambino si sedette.
-A proposito, io mi chiamo Mattia! E tu?- si presentò, accorgendosi di non averlo ancora fatto.
- Io mi chiamo Salvatore- entrambi si strinsero la mano- e,si- continuò - tuo nonno aveva ragione. I libri sono l’invenzione più magica, giusta e meravigliosa che l’uomo potesse creare.
Mattia sorrise. Quell’uomo gli ricordava sempre di più il nonno.
-Saresti andato molto d’accordo con mio nonno, se fosse ancora qui-
-Mi dispiace- gli sussurrò Salvatore, dandogli una pacca sulla spalla.
-L’ultimo suo regalo è stato un libro. Da allora leggo sempre…credo che non smetterò mai di farlo- affermò il bambino, fiero- un giorno diventerò uno scrittore e il nonno sarà fiero di me!-
-Sono sicuro che lui fosse già fiero di te-disse il sindaco, pensando ai suoi due nipoti, che lo aspettavano a Milano. Aveva proprio deciso di regalargli dei libri.
Una donna chiamò il nome del bambino. La madre.
-Mia mamma mi sta chiamando!- Mattia si alzò- grazie,mi ha fatto parlare molto piacere parlare con te!- detto questo, si diresse dalla donna seduta alla fine del corridoio.
Il sindaco prese il libro in mano e continuò la lettura.
In fondo, tutta la nostra vita è un libro, che noi continuiamo a scrivere ogni giorno, fino a che non scriveremo la parola “fine”.


 
   
 
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