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Autore: u n b r o k e n    24/05/2012    3 recensioni
[ Fanfiction Spin-off di Lucky i'm in love with my best friend, è da li che provengono i personaggi]
Charlotte studia medicina in California, vuole riuscire a laurearsi il più in fretta possibile per tornare in Francia, suo paese nativo, dove la sua madre naturale l'ha data alla luce, e i suoi genitori adottativi l'hanno presa sotto custodia. I rifiuti subiti dalle persone che lei riteneva care la trasformano in una ragazza che tende a non fidarsi e a usare sarcasmo e una lingua aguzza come arma di difesa. Cosa accadrà quando nella sua vita, nella quale non ha mai voluto far entrare nessuno, Farà il suo ingresso a forza di litigi Ethan, un ragazzo stronzo almeno quanto lei? Questa è La storia di due caratteri forti, quasi uguali ma allo stesso tempo in contrapposizione, che si scontrano talmente forte da finire per ritrovarsi con le anime indissolubilmente concatenate.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lucky I'm in love with my best friend.'
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Living young and wild and free.
3° Capitolo


charlotte

Non riuscivo a smettere di pensare allo stupido aggettivo che Heat mi aveva affibbiato quella mattina. prevedibile.
Io non ero prevedibile. Certo ci si poteva aspettare un declino al suo invito, ma solo e unicamente perchè non mi stava troppo simpatico quello spaccone. Non era certo una novità.
Sapevo perfettamente che, avendomi scritto quell'indirizzo, ciò che si aspettava da me era che andassi a quella festa.  Ed ecco cosa avrei fatto: ci sarei andata.
Mi sarei messa qualcosa di particolarmente carino e avrei fatto il mio ingresso.
Guardai il grande volume di storia della medicina che se ne stava stancamente sdraiato sul mio letto.  Sapevo cosa dovevo fare.
Aprire il libro, guardare quell'indirizzo e andare effettivamente a quella festa.
E così feci, anche se la seconda parte si rivelò parecchio più difficile della prima. Ci ero cresciuta in California, la conoscevo meglio delle mie tasche ma l'indirizzio scritto sulla prima pagina del libro (che avevo strappato senza troppe cerimonie) mi risultava completamente estraneo.
Per un attimo pensai che poteva essere un indirizzo falso, che Heat mi avrebbe aspettato li solo per darmi l'ennesima prova di quanto io fossi prevedibile ma poi mi diedi dell'idiota e mi decisi a chiamare un taxi che mi portò effettivamente davanti ad una villa enorme e rumorosa; segno che si stava veramente svolgendo una festa.
Pagai il taxi e quando scesi nel mio vestito piuttosto attillato e corto, constatai che era completamente inutile suonare al campanello. Nessuno mi avrebbe sentita con tutta quella musica e quelle urla, e ad ogni modo il fulcro della festa sembrava essere il giardino sul retro, nel quale potevo benissimo entrare senza suonare alcun campanello.
Superai un paio di macchine pestando con i tacchi alti e spigolosi l'erba curata del prato del propietario di quella villa che mi era completamente ignoto.
Un fiume di gente riempiva quel giardino curato, che avrebbe dato tutt'altra impressione non appena la festa sarebbe terminata.
Riuscì comunque a farmi spazio tra la folla e riconobbi qualche volto. Mi diressi dritta dritta al tavolo degli alcolici e riempì un bicchiere di plastica della prima sostanza liquida che distinsi sul tavolo, buttando giu con enfasi il contenuto.
Sapevo che dovunque fosse Heat, non si era scordato di avermi in qualche modo invitata. Quindi ciò che mi rimaneva fare era restare lì, in uno spazio possibilmente visibile così da farmi trovare e poi ammirare il suo sorriso soddisfatto quando avrebbe scoperto che ero lì.
Questo si aspettava, e questo gli avrei dato. Con un aggravante: lo avrei fregato io.  Ancora non sapevo come ma nell'improvvisare ero piuttosto talentuosa.
Detto fatto. Sentii una mano sfiorarmi la spalla e mi girai lentamente, sapendo benissimo chi sarebbe stato il mio interlocutore.
Il sorriso gia nato sul mio volto si allargò quando mi trovai davanti Ethan, che conservava l'esatta espressione che presentavo Anch'io.
«  Sei venuta. »  Fece con tono soddisfatto.
« Gia, mi annoiavo.  »  Misi il grosso bicchiere di splastica davanti alle labbra per coprire il mio sorriso.
« Lo immaginavo.  »  Il suo sguardo passò a scrutarmi attentamente, indugiando con gli occhi in alcuni punti in cui l'abito era piuttosto generoso per la vista. Mi venne da ridere ma mi trattenni; Mi accorgevo di come mi guardava e di sicuro era un modo poco fraintendibile.  In quel momento decisi che sarebbe stato propio il modo in cui mi guardava il mio fattore vincente.
« A casa di chi siamo? » Domandai.
«  Non lo so con precisione, uno studente di giurisprudenza credo. Come mai hai deciso di venire?»
« Tel'ho detto, mi annoiavo. E poi volevo dimostrarti di non essere prevedibile. » Pronunciai l'ultima parola a denti stretti.
« In realtà avevo il presentimento che saresti venuta quindi quindi- » Non lasciai che  terminasse la frase, nel frattempo lo avevo preso per un braccio e trascinato dentro casa, che era completamente vuota. Lo feci accostare alla porta che avevo appena chiuso e mi avvicinai pericolosamente alle sue labbra.
Quando alzai lo sguardo distinsi i suoi occhi nocciola sbarrati dalla sorpresa, ma quando aderì al suo corpo impiegò ben poco tempo a prendere coscenza della situazione e a venirmi incontro a metà strada per unire le nostre labbra che cominciarono un vorticoso gioco di lingue.  Mi soffermai sul suo labbro inferiore per poi schiudere di nuovo la bocca e accogliere la sua lingua.
 Quando mi accorsi che forse mi stavo lasciando prendere un po' troppo dal bacio, mi staccai con le mani ancora saldamente attaccate al suo petto.
« Questo non... me lo aspettavo.  » Fece sinceramente sorpreso quando i nostri volti cominciarono a distanziarsi.
« Mi trovi ancora prevedibile? »
« No. »  Ma adesso io trovo prevedibile te, Pensai. « Ti va se ce ne andiamo da qui?  » chiese lui con intenzioni abbastanza chiare.
Colsi subito l'occasione che stavo aspettando e gli sorrisi. « Si, è meglio. Aspettami fuori sul davanti della casa, ti raggiungo. Vado a cercare il bagno. » Dissi cercando di apparire il più disinvolta e credibile possibile.

***
« Vuoi dire che lo hai lasciato lì in quel modo?  » Mi domandò Amy con un sachetto di patatine sulle ginocchia, ed una di esse in mano, rimasta a mezz'aria dopo la fine del mio racconto.
« Esatto.  » Ammisi tutta fiera sorridendo.  La mia amica scoppiò in una fragrosa risata che mi contagiò immediatamente.
« Gli hai fatto credere che stanotte avrebbe trombato e sei scappata. Brava, ottima mossa,. » Riprese a mangiare, pur non avendo ancora finito di ridersela.
« Grazie Amy. Mi sono piaciuta anch'io. Devo fare più spesso queste bastardate e sai cosa? ho trovato qualcuno che se le merita quindi non sarà l'ultima volta.  »  strizzai l'occhio alla mia amica che sorrise ingurgitando altre due patatine.
Avevo conosciuto Amy due anni fa, quando lei si era trasferita a Los Angeles e aveva iniziato a frequentare il mio stesso Liceo.  Aveva un viso estremamente grazioso; I grandi occhi verdi focalizzavano tutta l'attenzione quando la si guardava in volto. Le lentiggini appena accennate le davano un'aria sbarazzina e allegra e la sua massa di capelli rossi che preferiva tenere al naturale, ovvero ricci, le incorniciavano lo sguardo attento e vispo.  Fisicamente eravamo l'una il contrario dell'altra.
Invece caratterialmente ci eravamo trovate fin da subito. Lei era sempre stata una forza della natura, quasi quanto me e insieme eravamo una vera e propia bomba ad orologeria pronta ad esplodere. Naturalmente i miei non erano contenti della mia migliore amica: Non era ricca, non aveva un futuro programmato in un college prestigioso e infine non aveva genitori che le mettevano le catene ai piedi.
I suoi erano le persone con la mentalità più aperta che avessi mai conosciuto, per questo amavo passare del tempo a casa di Emily. All'inizio, visto l'ambiente in cui ero nata mi aveva sorpresa ma poi cominciai ad apprezzarlo sul serio.
« Com'è questo tipo? »  Chiese ad un tratto lei. Scossi le spalle, come a dirle che non era neanche degno di nota ma lei insistette con lo sguardo.
« E' uno che si da troppe arie. »  feci inviperita. - « E poi? »  Mi incitò lei.
« E poi che? è lui quello che si mette a farmi delle radiografie, se io l'ho guardato con attenzione una volta e più che sufficente.»
«Perchè non me ne vuoi parlare? E' carino? »  si incuriosì tutto d'un tratto, gettò il pacco di patatine a terra e inclinò il busto verso il mio letto dalla poltrona su cui stava.
« L'odio mi acceca quindi non saprei risponderti.  »  Le sorrisi divertita e lei aggrottò le sopracciglia.
«  Beh lo vedrò. Prima o poi. »
« Non ti perdi propio nulla credimi.  »
« Ricevuto, parliamo di altro. Del tipo, che si fa sabato sera? » si stravaccò tranquilla sulla poltrona e mi guardò.
« Non ne ho idea. Che c'è di speciale sabato? »
« Sarebbe il compleanno di Daniel sabato. Da una festa. »
All'udire quel nome strinsi istinitivamente i pugni e per poco non disintegrai il copriletto che stringevo tra mani. « Non vedo perchè ci dovremmo andare. E poi non si era trasferito altrove per il college? »  domandai a denti stretti.
«Woho, calma tigre! Non volevo farti incazzare ho solo pensato di ricordartelo. Comunque è tornato, vuole iniziare il secondo anno qui. Credo dovremmo andarci.»
«A quale scopo? Non ci parliamo da quando è finito il liceo. »
«Appunto! Voi due non avete mai sistemato le cose, non credi sia ora? »
« Amy spiegami cosa c'è da sistemare. »  Assunsi un'epressione seria incrociando le braccia al petto.
« Minchia Char! Lo sai meglio di me. Non vi siete mai veramente lasciati voi due.  »  
«Credo propio di sì, invece. Le sue delucidazioni sul perchè era stato con me tutto quel tempo sono state molto chiare. »
Amy sospirò e avvicinò con grande fatica la poltrona al mio letto per guardarmi negli occhi. « Charlotte non sto scherzando. Tu lo amavi, mica cazzi eh! Non dirmi che hai improvvisamente smesso dopo aver saputo... beh quello che hai saputo. Non è una ragione valida. »
La guardai in cagnesco e lei si ritirò di nuovo sulla sua poltrona. «D'accordo, pensaci. Vado a casa ora o mi addormento di nuovo sul tuo letto e i tuoi chiameranno la polizia. Notte. »  Mi sorrise e la persi di vista quando cominciò a scendere le scale che portavano alla porta di ingresso.
Mi abbandonai sul materasso, sospirando. Merda, perchè Amy aveva avuto la brillante idea di tirare fuori un ricordo così spiacevole dal pensatoio?  Stavo benissimo senza preoccuparmi di Daniel, del mio passato, Di cosa avevo provato per lui e... dei miei genitori. Perchè loro erano la causa di tutto anche in questo frangente.
Avrei preferito di gran lunga passare dell'altro tempo a parlare del mio famigerato nemico Heat piuttosto di dover fare i conti con il pensiero di Daniel. Non ci parlavamo da mesi e ci eravamo lasciati ancora prima della fine del Liceo ma lui solo a giugno, quando i cancelli delle scuole chiusero, si decise finalmente a lasciarmi in pace.
Mi voltai pigramente verso la finestra, i raggi torbidi della luna rischiaravano naturalmente la mia stanza ma l'armonia che questa luce tenue poteva regalarmi era bruscamente spezzata dal mio lampadario al neon di alto desing che pendeva trionfante dal soffitto.
Decisi che mi sarei fatta una bella passeggiata fuori prima di andare a dormire, per godere un po' della bella serata e per fumarmi una sigaretta. I miei genitori a quell'ora dormivano sicuramente profondamente, mentre il sonno da me non accennava ad arrivare.
Mi infilai una giacchetta leggera e uscì. Una leggera brezza di inizio settembre invase l'aria e mi strinsi la giacchetta al corpo, accendendomi una sigaretta.
A volte mi fermavo a pensare a quanto erano cambiate le cose negli ultimi anni. A cosa sarebbe successo se gli eventi non mi avessero portato a diventare quello che ero ora.
Daniel aveva influito molto, troppo sulle mie scelte di vita. Forse era propio per questo che avevo deciso di tenerlo il più lontano possibile da me, perchè anche se non stavamo più insieme lui continuava a costituire per me una delle poche persone a cui mi ero potuta appoggiare senza avere il minimo timore di cadere.
Ovviamente, ancora una volta mi sbagliavo.  Lui aveva sempre avuto su di me un ascendente fin troppo forte e io mi ero lasciata abbindolare come una cretina. Perchè a quei tempi ero mansueta, calma, persino gradevole. A quei tempi amavo Daniel tanto intensamente che mi sembrava di non poter mai replicare tale sentimento.
Ma i tempi erano cambiati e io fortunatamente ero cambiata. Non mi dicevo soddisfatta di cosa ero diventata, ma per lo meno mi sentivo meno ingenua e stupida di prima. Non conscevo vie di mezzo, ecco cosa avevo imparato nell'ultimo anno e mezzo. O ero troppo accomodante oppure troppo irritante ed irritata.
E come avrei potuto non cambiare dopo tutti i segnali esterni che mi obbligavano ad essere più dura? Per sopravvivere a questo mondo bisogna avere la pelle di un coccodrillo. Io non ci ero nata purtroppo e così avevo semplicemente deciso di fabbricarmela.
Scoprì che ero troppo stanca di considerarmi per l'ennesima volta il caprioespiatorio di ogni situazione.
Davvero dovevo incolpare me stessa se il mondo decideva di darmi continuamente contro? Smisi semplicemente di pensare che ero io quella sbagliata e la mia mentalità cambiò radicalmente.
Tirai dalla mia sigaretta e inspirai nei polmoni il fumo.  Alzai lo sguardo e distinsi una figura scura e alta dalle spalle larghe.
Le lampadine dei lampioni emanavano una fioca luce bianca, ma quella bastò per distinguere il volto di colui che mi stava davanti.
« Cazzo. » imprecai a denti stretti quasi pietrificata.
«  Ciao Char. »




buonasera a tutti <3 il capitolo non è in ritardo, e in supermegastrabnormextra ritardissimo.  Dovete perdonarmi sono stati periodi privi di ispirazione e di tempo, ma adesso che finisce la scuola dovrei ('-') riprendermi. Il terzo era già pronto, volevo aspettare di finire in quarto ma vi confesso di non averlo fatto D:  Probabilmente non vi ricordate neanche più cosa è successo nei capitoli precedenti (neanche io LMFAO ((no scherzo)) ) quindi se avete lo sbatta di riandarvi a leggere quelli prima fate u-u altrimenti accontentatevi ahaha spero di avervi lasciato con un alone di mistero nell'ultima parte e spero di avervi fatte sorridere con la prima <3  Mi raccomando recensitemi anche se non me lo meriterei, perfavore ç-ç
Ho ancora in testa un bel po' di cosine da far accadere e cercherò di trovare il tempo di metterle giù per bene al più presto! Grazie a tutte le mie nopotine che mi ricensiscono, siete belle! Zia Manu Loves you xx

   
 
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