Questa è la prima fiction che pubblico:) ne ho molte scritte e salvate nel pc, poco alla volta spero di postarle tutte!Ci terrei molto a sentire i vostri pareri su questa fic....Una Ron-Hermione scaturita dalla mia testa, come immagino l'evoluzione del loro rapporto dopo il sesto libro..Spero vi piaccia:)
Anna fiammettachan :P
SOLO DUE PAROLE...
'Allora, vieni da noi?'.
Silenzio.
La ragazza stava preparando la propria valigia: la scuola
era finita un po' prima del previsto, e tutti gli studenti
stavano piano piano tornando a casa.
'Allora?' a parlare era una giovane dai capelli rosso
fuoco.
'Non lo so, Gin' rispose, cercando di chiudere il borsone
che ormai straripava di vestiti.
'Chiudemus!'.
La grossa borsa emise uno strattone, e in men che non si
dica era sigillata.
La ragazza la osservò con aria soddisfatta.
'Cosa intendi per 'non lo so'?' continuò l'altra ' sbaglio
o hai promesso ad Harry che saresti sempre stata vicina a
lui?' chiese, amareggiata.
'Oh Gin! Non intendevo dire che....' .
'Ma no, ma che hai capito! So perfettamente che vuoi bene a
Harry come amico! Appunto per questo... lo vuoi abbandonare?
Adesso, che ha più bisogno di tutti noi?'.
La ragazza si sedette sul letto, in silenzio.
'Hermione... ma cosa ti prende? È dal funerale che sei
strana... io, Ron ed Harry siamo preoccupati da
morire...'.
Hermione alzò il viso: Ginny aveva due occhioni tristi,
sembrava una piccola bambina. Sorrise: 'Sono..sono solo
sconvolta per la morte di Silente, tutto qua. Come tutti,
d'altronde. Non ti preoccupare, vedrai che poi mi passa'.
Ma la rossa non era convinta. Percepiva che c'era
qualcos'altro che tormentava la sua amica, e forse aveva pure
capito cosa, ma sapeva anche che farle domande ora era
inutile. Avrebbe aspettato che si fosse aperta da sola, quando
ne avesse sentito il bisogno.
'Herm, non posso costringerti a venire alla Tana. Se
desideri tornare a casa non sarò io a impedirtelo, però sappi
che un posto per te c'è sempre, ok? E sappi pure che mi
mancherai da morire, ed anche a Harry e a quel zuccone di mio
fratello!'.
Alla parola 'fratello', Hermione alzò la testa.
'Già' bisbigliò, non troppo piano per non farsi
sentire.
Ginny aveva capito tutto, non che fosse così
difficile...ormai tutti sapevano di Ron ed Hermione, ovvero
'quelli che non riuscivano a dichiararsi'. Tutti tranne i diretti interessati, ovviamente.
La rossa si alzò dal letto, e si avviò verso la porta.
'Io vado a fare la valigia. Pensaci bene Hermione,
d'accordo?'.
La ragazza annuì.
'E...' Ginny si voltò ' Non pensare nemmeno per un secondo
che sia troppo tardi, ok?'.
Detto questo, scomparì nel lungo corridoio.
Hermione stette un po' a fissare la porta, inebetita,
cercando di trovare un senso a quelle parole.
Sorrise. Ginny c'era sempre quando aveva bisogno di lei.
Tra le due, era certamente la più matura.
'Sono proprio un disastro' mormorò.
'Beh, io sono sei anni che te lo dico, ma alla fine
scherzavo, dai!'.
Quella voce..
'Ron!'.
Un ragazzo dalla rossa capigliatura era appoggiato allo
stipite della porta.
'Che ci fai qui?' chiese, arrossendo leggermente.
'Beh, io, ecco..passavo di qui, e..'.
Hermione si alzò, dirigendosi verso il comodino. Dava le
spalle all'amico. Cominciò a svuotarlo, in silenzio.
Anche Ron non parlò più. Si limitò ad osservarla da un
angolino.
'Lavanda è in atrio, che aspetta i suoi..'. Pronunciò
quelle parole con immensa fatica, e il rossiccio potè sentire
la voce di lei un po' incrinata.
'Non..non sono qui per Lavanda..io..io e lei abbiamo rotto,
te l'avevo già detto.'
'Oh, si, è vero. Ma sai come vanno queste cose..'.
'No, non lo so..come dovrebbero andare?'.
'Beh, ecco...' sembrava imbarazzata: 'uno si mette insieme,
poi si lascia, poi magari si pente e si rimette insieme..così,
insomma'.
'Beh, io non mi sono pentito. Era la cosa giusta da fare.
Come si dice: è stato bello finchè è durato'.
'Oh si, certo. Meglio provarne alcune, prima di sceglierne
una. Più che giusto'. Disse questa ultima frase con un tono di
disgusto.
Silenzio.
Sentì un rumore di passi. Voltò la testa di scatto.
'Ci vediamo giù'. Disse, secco.
Si fermò nella porta: 'Per tua informazione non sono il
tipo che va con tutte le ragazze che incontra, e tu dovresti
saperlo bene'.
'Non mi sembrava, alla festa del Lumaclub. Le ho viste,
quelle che ti sei passato prima di Lavanda' lo accusò lei, a
denti stretti, e con gli occhi stretti in due fessure.
SBAM.
Ron sferrò un pugno sullo stipite, incrinando il legno.
Hermione ebbe un sussulto.
'E non ti sei mai chiesta il perchè? No di certo, perchè tu
misuri tutti col tuo metro, vero? Chiunque agisca in maniera
diversa da come la pensi tu, automaticamente ha sbagliato,
vero?'.
'Non..non è questo il punto..'.
'SI CHE LO E'!' urlò il ragazzo, rosso come i propri
capelli: ' TE LO SEI MAI CHIESTO IL PERCHE' QUELLA SERA IO SIA
ANDATO CON TUTTE QUELLE RAGAZZE? EH?'.
'N-no, io..'.
'PERCHE' ERO DISTRUTTO. DISTRUTTO E DEPRESSO. TI
BASTA?'.
Silenzio. Hermione lo fissò, incredula.
'Ron..io..'.
'Vado giù. Gli altri sono già pronti..se ti va di venire
alla Tana., fallo sapere a Ginny, così ti aspettiamo.
Altrimenti..ci vediamo al matrimonio. Ciao.'
Per la seconda volta, Hermione stette imbambolata a fissare
la porta vuota.
Riflettè sulle parole del ragazzo.
Che stupida era stata! Lei sapeva fin dall'inizio il motivo
del comportamento di Ron, sapeva che lui provava gli stessi
suoi sentimenti dalla scenata di gelosia ancora due anni fa al
Ballo del Ceppo. Eppure..eppure era riuscita a rovinare
tutto!Si stupì del comportamento dell'amico. Non era da lui
urlare con tanta foga quello che provava.
Sorrise: 'Ron sta crescendo:)'.
Si alzò, carica di un' energia che sembrava aver perso e
finì in fretta di preparare la valigia, grazie all'aiuto della
magia.
Percorse le scale che conducevano al salone principale due
scalini alla volta, con le valigie che le volavano ai
lati.
Quando arrivò all'ultimo si fermò. Nervosa, fece scorrere
lo sguardo in cerca dei propri amici.
Vide molte facce conosciute, salutò alcune amiche, ma di
Harry, Ginny e Ron nessuna traccia.
Sconsolata di sedette sul gradino.
'Sono già andati via' sospirò.
Con la coda dell'occhio notò Draco Malfoy appoggiato contro
il muro. Aveva gli occhi velati di tristezza, sembrava in
trance.
Lui alzò il viso, accorgendosi che qualcuno lo osservava.
E.. fece qualcosa che meravigliò Hermione non poco. La salutò.
Con un cenno della mano. Lei! Una mezzosangue!
Decise di ricambiare il saluto, abbozzando un mezzo
sorriso.
Forse tutta questa storia aveva reso Malfoy più.. più
umano.
Aveva reso Harry più coraggioso, Ron più maturo, e
raddolcito Malfoy. E a lei? Era sempre la stessa, non era
cambiata.
Era così immersa nei propri pensieri, che non si accorse di
un'ombra che si avvicinava.
'Oh!'.
'Papà ha detto che arriverà con mezz'ora di ritardo. Sono
venuto ad avvisarti nel caso cambiassi idea. Noi siamo di
fuori, vicino alla statua grande'.
Il ragazzo girò le spalle, avviandosi verso l'uscita.
'Oh! Ron, aspetta! Io..'.
Il rosso si fermò, continuando a voltarle la schiena.
Hermione annaspò alla ricerca delle parole giuste:
'Io..io..ecco..volevo dirti che ho deciso di venire alla
Tana..'.
Ron si voltò verso di lei, inespressivo: 'Bene' disse,
secco.
Silenzio.
'E' tutto quello che sai dire?' chiese timidamente lei.
Lui continuò a fissarla, in silenzio.
'Non dovresti dire tu qualcosa, Hermione?'.
La ragazza lo fissò.
'Qualcosa come 'mi dispiace, Ron'? oppure un 'scusami, se
ti ho accusato di essere andato con un sacco di ragazze, e di
esserti messo assieme ad una per cui non provavi niente?'' la
sua voce era leggermente incrinata.
'Miseriaccia, Hermione...ancora con questa storia? Te l'ho detto
il perchè ho agito così, e poi, scusa... a te che importa con
chi vado io? Non dirmi che ti dispiace per Lavanda, perchè non
ci credo assolutamente!'.
'Non-mi-dispiace-per-Lavanda' mugugnò a denti stretti:
'Come fai ad essere così ottuso!' disse questa ultima frase
sottovoce, ma nonostante questo lui la sentì.
'Ah, io sarei ottuso? Beh, scusa, ma neanche tu sei l'apice
dell'acutezza, eh!' accusò lui.
I due si fissarono con gli occhi socchiusi, e pieni di
rabbia. Stava per scoppiare un altro litigio, sarebbe bastata una parola in pù per scatenarlo.
Hermione si alzò di scatto. Oltrepassò Ron, poi si
fermò.
'Non voglio litigare. Sono stanca. Mi dispiace per tutte le
brutte cose che ti ho detto, mi dispiace di essere così
ottusa. E mi dispiace di averti dato del dongiovanni, di
averti detto che non provavi niente per Lavanda. Scusa. Ho..ho
sbagliato' la voce era incrinata.
Ricominciò a camminare, ma una mano le afferrò il
polso.
'E adesso mi spieghi il motivo del perchè piangi, Hermione
Granger?'.
Lei si voltò. Gli occhi blu di lui, così profondi, la
immobilizzarono. Arrossì leggermente.
'Non sei certo l'apice dell'acutezza, Ronald Weasley'
rimbeccò.
Silenzio.
E poi...scoppiarono a ridere.Così, senza un motivo. Risero
di gusto, fino alle lacrime. Il nervosismo e la rabbia
accumulati uscirono grazie alla risata liberatoria. Gli altri
studenti, accortisi della scena, si allontanarono dai due,
pensando che fossero impazziti.
Ron fu il primo a smettere: 'Hermione' disse, serio:
'Sei..sei molto più carina quando..quando ridi'. balbettò.
La ragazza lo osservò, ritornado alla sua solita
espressione. Notò le guance di lui diventare colore dei suoi
capelli. Sorrise dentro di se: quello era il suo Ron!
'Io..io..' cominciò lei: 'voglio che sia solo tu a farmi
ridere..'.Arrossì anche lei. Sembrava facessero a gara a chi
assomigliava di più ad un pomodoro.
Il rosso le prese anche l'altro polso.
'Hermione..' i suoi occhi blu incontrarono quelli nocciola
di lei: 'probabilmente già lo sai, lo sanno tutti tranne noi,
a quanto pare..'.
La ragazza lo fissava, in silenzio, sorridendo.
'Ti amo' dissero all'unisono.
Silenzio.
Poi scoppiarono a ridere di nuovo..
Poi lui la attirò a se.
Poi lei alzò il viso, avvicinandolo a quello di lui.
Poi le loro labbra si incontrarono.
Poi...
Da quel giorno..
Solo due parole..
Ron ed Hermione.