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Autore: Echelena    25/05/2012    6 recensioni
Questa storia mi è venuta in mente guardando Jared alle sfilate Parigine. E se invece di fare la Divah con Terry, fosse incappato nel bel mezzo di indagini con traffici di droga e il Commissario di Polizia fosse donna , affascinante e per giunta Italiana?E lui ci resta impantanato senza volerlo. Un Jared ovviamente inventato dalla mia fantasia che alla fine ne esce anche eroe! Una specie di Distretto dei...Mars!!Buona lettura!
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Proviamo a vedere la fuga dal Salone dove si svolge la sfilata da punto di vista di Jared...
Vediamo cosa succede.
Buona lettura!
 
Jared
La sfilata iniziò, ma io, anziché stare ad osservarla, preferivo tenere  d’occhio Carla.
Quella sera mi sembrava molto agitata, come se avesse altri pensieri… Quella donna mi incuriosiva e attraeva allo stesso tempo.
Terry mi chiese se ero riuscito nell’intento di portarmela a letto e per la prima volta mi ritrovai a  mentire al mio amico.
Se si fosse trattato di un’altra donna, forse mi sarei vantato e gli avrei raccontato ogni cosa; invece trattandosi di lei, era come se si parlasse di qualcosa di prezioso, di unico, di qualcosa che appartenesse solo a me.
Il suo comportamento ambiguo, mi stava attirando probabilmente in una trappola, di cui avevo un po’ paura.
E forse, quello che io temevo era di non riuscire ad uscirne fuori: mi stavo forse innamorando?
In ogni caso ero sempre più convinto che Carla mi nascondesse qualcosa. Certamente non era quello che mi diceva di essere; quella sera, per esempio, si muoveva troppo all’interno della Sala, per essere una semplice acquirente.
Non guardava affatto la sfilata, ma da tutt’altra parte. Per il lavoro che mi aveva detto di svolgere, non era una cosa normale…
All’improvviso, mentre vagavo con la mente, un uomo , proprio dietro di me, si alzò e uscì di corsa e lei lo seguì immediatamente.
Cosa stava succedendo?
Non so spiegarmi il perché, ma l’istinto mi fece alzare di scatto per inseguirli, a mia volta.
Terry mi chiamò più volte, ma  non avevo  tempo per rispondergli e lo piantai in asso. Temevo di perdere di vista Carla, così cominciai a correre come un pazzo, nella direzione che avevano preso quei due.
La vidi entrare nella toilette degli uomini e così ebbi la certezza che lei inseguisse quell’uomo: di certo una donna non entrava abitualmente nel bagno maschile!
Ma cosa faceva? In che guaio si stava cacciando?
Non avevo il tempo di pensare e darmi delle risposte, i suoi gesti erano stranissimi, così non ci pensai due volte ed entrai anche io nella toilette.
Feci appena in tempo a vederla saltare dalla finestra, dopo essere salita sul water , visto che aveva lasciato la porta aperta.
Tutto si svolse in pochissimi istanti; all’interno dei servizi c’era un uomo che guardava sconcertato tutta la scena.
La finestra non era altissima e senza riflettere saltai anche io.
La vidi mentre correva e saltava dentro un’auto parcheggiata lì vicino.
Un’altra macchina si allontanava di corsa in quel momento: doveva essere l’uomo che lei stava inseguendo.
Mi guardai intorno e capii all’istante che mi trovavo nel parcheggio della Casa di Mode.
 La macchina a noleggio con cui io e Terry eravamo arrivati, doveva essere da quelle parti.
La individuai immediatamente: era un Suv nero, a Terry non piacevano le macchine piccole, diceva sempre che lui era alto e gli piaceva guidare comodo.
Aprii lo sportello; per fortuna Terry aveva il vizio di lasciare le chiavi all’interno delle auto che noleggiava, tanto, diceva lui, erano assicurate in caso di furto, inoltre le chiavi in tasca gli davano fastidio…
Lo benedii per questo suo vizio, ora come non mai!
Misi in moto all’istante e, sgommando sulle ruote, partii all’inseguimento di Carla, che , a sua volta,  inseguiva quell’uomo.
Correvano come pazzi e in pochissimo tempo ci ritrovammo in tangenziale.
La mia mente era impegnata in quella folle corsa affinché non perdessi di vista Carla, quindi non pensavo ad altro.
Stavo cominciando a preoccuparmi seriamente.
Sentii il mio cellulare suonare, probabilmente Terry mi stava cercando. Non pensai neanche per un istante di rispondere e lo lasciai suonare.
 
             ******************************
Nella Sala delle sfilate
-       Abbiamo perso il Commissario?-
I due uomini vagavano per i corridoi senza riuscire a trovare Carla.
Paolo era molto preoccupato, dopo essersi consultato velocemente con Giulia,  chiamò più volte Carla sulla radio-frequenza, senza ottenere risposta.
Non rispondeva neanche al cellulare.
-       Attiviamo subito il GPS, potrebbe essere è in macchina così la troviamo subito!- suggerì Giulia.
 
 
Carla
 
-       Maledetto , quanto corre!- Carla inseguiva costantemente “Flagelo”.
Non aveva chiesto rinforzi, per la fretta di inseguirlo e la paura di perderlo di vista.
Radio trasmittente, GPS e cellulare erano senza campo....che cosa strana... Era sola e   nessuno aveva la più pallida idea di dove fosse.
Non poteva essere rintracciata in nessun modo.
-       Dannazione!- imprecò Carla.
Intanto correva come una folle, per non perdere di vista l’auto del furfante.
L’impressione che si stava cacciando in una trappola, si fece largo dentro di lei… Ormai era tardi per tirarsi indietro e lasciare perdere l’inseguimento.
Flagelo imboccò l’uscita in tangenziale, per immettersi in una strada che portava fuori città.
-       Il bastardo non mette le frecce, ovviamente, e gira all’improvviso per cercare di fregarmi… - Carla parlava a voce alta ,per scaricare la tensione accumulata.
Flagelo continuò a  imboccare strade secondarie di campagna, dove per la cattiva asfaltatura, la sua folle corsa rallentò, anche se di poco.
Era buio e la visibilità molto scarsa, a causa della cattiva illuminazione, delle strade secondarie; intorno sembrava esserci il nulla…
All’improvviso si fermò e  scese  dalla macchina  in velocità,  lasciando la portiera della macchina completamente spalancata.
Entrò in un Capannone , lì vicino, e sparì al suo interno.
 Carla arrivò giusto in tempo per vederlo entrare.
Si chiese il perché fosse entrato in quel Capannone isolato…
Fermò la macchina, tirò fuori la pistola e tolse la sicura.
Controllò ancora una volta se c’era segnale per comunicare ai colleghi la sua posizione, ma ancora niente: era da sola contro quel criminale.
Mille domande affollavano la sua mente, ora.
All’improvviso capì che non avrebbe mai dovuto seguirlo da sola.
Quando studiava , alla Scuola di Polizia, la prima regola che le avevano insegnato era stata “ non avventurarsi da soli, specialmente durante operazioni delicate”, come quella.
Magari lo scopo di Flagelo era proprio quello di attirarla in trappola e lei c’era cascata in pieno, come una pivella!
In ogni caso era tardi per tirarsi indietro, si fece coraggio e con l’arma ben carica, entrò cautamente nel Capannone semi-buio.
 
 
Jared
-       Non capisco… Non capisco, cazzo!- Jared sbraitava e dava pugni sullo sterzo per sfogarsi, mentre guidava.
Non riusciva a capire il motivo di questo frenetico inseguimento, a questa folle velocità.
Carla da sola che inseguiva quell’uomo…
C’era certamente qualcosa di strano in tutto questo, solo non capiva “cosa”…
Lui di solito era uno abituato ad avere tutto sotto controllo e non averne adesso, lo rendeva molto nervoso, quasi isterico.
Un paio di volte aveva rischiato di perdere di vista la macchina di Carla, dato che correva a una velocità assurda…
A quell’ora la tangenziale era molto trafficata e inseguire una macchina, era difficile.
L’unico pensiero che gli balenava in mente , in quel momento, era che appena fosse stato di fronte a Carla, gli avrebbe chiesto delle spiegazione per tutto questo correre e stavolta non avrebbe ammesso giri di parole assurde!
Arrivato davanti al Capannone,  con la certezza di essersi perso, vide che non c’era nessuno. Poi notò le due auto, di cui una con la portiera spalancata.
Si avvicinò cauto, fermò la macchina e scese a guardare all’interno delle due auto.
Dentro non c’era nessuno.
Si guardò intorno: c’era solo buio e silenzio.
Sentì dei rumori leggeri provenire dal Capannone.
-       Dove cazzo è andata, con quel tipo?- parlava pure da solo adesso!
Decise di entrare nel Capannone, con la certezza che in seguito se ne sarebbe pentito, era una pessima idea e lo sapeva.
Voleva vederci chiaro e l’unico modo era guardare coi suoi occhi.
 
 
Carla
 
Dentro il Capannone era buio pesto.
L’unica illuminazione era data dai fari della macchina di Flagelo , che rischiaravano l’ingresso.
Entrò silenziosamente e notò molti scatoloni ammassati, uno sopra l’altro.
Pensò che poteva trattarsi della partita di droga.
-       Flagelo, sei in trappola, vieni fuori! Ormai non hai più scampo! Lo so  che mi hai attirata qui, ma non vado via senza prima arrestarti e  schiaffarti in galera, arrenditi! I miei uomini stanno arrivando!- urlai, cercando di sembrare decisa e autoritaria.
In realtà avevo ormai ben sicuro il quadro che quella fosse una trappola , ma  non capivo le sue intenzioni contro di me, cosa volesse farmi esattamente.
Di sicuro voleva eliminarmi, questo era chiaro…
-       Mio caro Commissario Andreoli… - la voce, con forte accento sud-americano, proveniva dal fondo del Capannone.
Il buio lo nascondeva alla mia vista, ma la sua voce era chiara.
-       Bienvenido, Commissario. Sei caduta nella mia trappola! I tuoi uomini non sanno dove sei e non riusciranno a rintracciarti… In quanto al fatto di prendermi… questo è tutto da vedere!- urlò dal fondo del Capannone.
-       Tu come fai a dire che i miei uomini non sanno dove sono? Stai bluffando…- provavo un po’ di paura, ma tenni comunque un tono di voce ferma. Non doveva capire di avermi in pugno, non gli avrei mai dato questa soddisfazione.
-       Commissario, mi sorprendo di lei… Non ha notato che qui non c’è campo? Non c’è segnale per telefoni , radio, satelliti… Tutti i ripetitori nel raggio di 15 km sono fuori uso! Non potrà comunicare in nessun modo. Ho schermato tutti i segnali, caro Commissario! E il mio obiettivo sei tu! Salterai in aria, con tutto il Capannone, stanotte… Ci sarà un grande, enorme botto. Sto attivando gli esplosivi: i tuoi uomini saranno così impegnati da questo grande falò e dal disperato tentativo di salvare il loro Capo , che dileguarmi sarà un gioco da ragazzi. Avevamo dei sospetti di essere seguiti e spiati, ma oggi ho avuto la certezza. Il mio piano mi porterà ad essere libero!- espose il suo folle discorso, dove passò a darmi del “tu” al “lei”, con la stessa velocità di quando guidava l’auto.
Il mio unico pensiero in quel momento fu che avrei lottato con tutte le mie forze per uscire di lì, almeno per non essere complice del suo piano di fuga.
Non me lo sarei mai perdonata…
Ah, già… i morti non hanno rimorso!
Mi chiedevo come aveva fatto a capire che lo stavamo braccando.
Chi ci aveva tradito , uno dei miei uomini?
O dei francesi…
Per perdere tempo decisi di farlo parlare.
Di solito i criminali sono molto egocentrici e amano farsi lodare per le loro tresche.
Avere studiato criminologia e psicologia criminale, mi avrebbe aiutato in questo momento critico.
-       E così ci hai scoperto, alla fine! Come lo hai capito?- urlai forte per farmi sentire, visto che era abbastanza lontano.
-       I tuoi infiltrati, Commissario. Hanno fatto un passo falso e li abbiamo seguiti! Quei due mi puzzavano… Ora basta, stai per morire, goditi questi ultimi momenti!
Mentre lui urlava quest’epitaffio nei miei confronti, notai un’ombra furtiva che si muoveva all’ingresso del Capannone.
Non riuscivo a distinguere bene chi fosse, magari era un complice di Flagelo?
Seguivo l’ombra con la coda dell’occhio, per non farle capire di averla vista, ma a un certo punto la luce la colpì in pieno volto e … era Jared!
Sbiancai in volto, tremando, cosa ci faceva lì?
Flagelo se ne accorse e sparò qualche colpo, sfiorando Jared.
Così cominciai a rispondere ai suoi colpi, sparando in un punto imprecisato del Capannone, ad istinto.
Uscii fuori dal mio nascondiglio facendomi vedere da Jared e gli urlai:
-       Corri verso di me, ti copro io!
Mi raggiunse di colpo, ansimando, non so se per la paura o per la corsa fuori programma.
Coprì la distanza che ci separava in un baleno.
L’unica espressione che vidi sul suo bel viso fu di confusione: evidentemente non stava capendo nulla di quella situazione che si era creata. Ma anche io non capivo cosa ci facesse lui lì!
-       Chi cazzo sei? E che succede qui? Vi state sparando addosso… - urlò , quando gli si normalizzò il fiatone.
-       Shhhh… - gli feci segno di abbassare la voce.
-       Bravo Commissario! Ti sei portato un aiuto? Così adesso sarete in due a morire,  avrai compagnia!- urlò beffardo , il criminale, dal suo nascondiglio.
-       Commissario?- Jared sbarrò gli occhi per la sorpresa.
-       Si, Jared, sono un Commissario di Polizia Italiana ed è un anno che seguiamo quel pazzo criminale e la sua banda!- cercai di spiegargli, mostrandogli il mio distintivo.
-       Cazzo, Carla, avresti potuto dirmi la verità, no?- disse, contrariato.
Aveva ragione ad avercela con me. Per colpa mia adesso stava rischiando la vita.
-       Commissario, manca poco sai?- il bastardo, dal fondo del Capannone, si prendeva anche gioco di noi.
-       Senti, Jared, magari discuteremo di questi particolari quando riusciremo ad uscire di qui… Se non l’hai ancora capito quel grandissimo e fottutissimo criminale, vuol farci saltare in aria! Moriremo , quindi: ti va di rischiare il tutto per tutto e cercare di tirarci fuori di qui? - gli illustrai velocemente la situazione.
Dovevo fargli capire , nel caso in cui non lo avesse fatto da solo, che la situazione era grave!
Lui annuì in silenzio, facendo segno con la testa.
-       Cosa facciamo , adesso? Sei tu il Commissario…- disse freddo e con tono asciutto.
Non mi aspettavo questo suo modo di essere distaccato, non mostrando paura o terrore. La situazione era pesante e lui l’aveva capita perfettamente.
Ancora prima di dargli una risposta su come agire, tirai fuori la pistola attaccata alla mia caviglia, quella per le emergenze, la caricai e gliela misi in mano.
-       Sai usarla?- gli chiesi mentre gliela porsi.
-       No, cazzo! Non so usarla! Ho usato quelle finte , a salve, che si usano nei film. Questa è vera! Ma tu dammela lo stesso…- rispose molto determinato. Se c’era una cosa di cui andare fiera di lui in quel momento era il suo atteggiamento molto distaccato, almeno in apparenza.
-       Ok… senti, questo è il mio piano: dobbiamo sfruttare il momento- sorpresa, dato che non si aspetta sicuramente delle mosse da parte nostra, per cercare di fuggire. Ma dobbiamo agire in fretta. Tu devi correre verso l’uscita, prendere l’auto e portarla qui davanti. Io ti copro le spalle e poi cerco di seguirti, ok? Te la senti? E’ rischioso, lo so… ma vale la pena tentare, Jared! Mi raccomando di prendere l’auto con cui sono venuta io, perché appena usciamo dal campo magnetico devo cercare di mettermi in comunicazione coi miei uomini!- mentre esponevo il piano lui annuiva in silenzio.
Era venuto a salvarmi, inconsapevolmente , era venuto per questo scopo, perché senza di lui , non sarei uscita viva da lì.
-       Dimmi quando devo andare…-  rispose con voce ferma.
Istintivamente gli diedi un bacio a stampo, che lui ricambiò, poi aggiunse:
-       Ce la faremo, Carla, ti prometto che usciremo di qui!-
 
 
                     *************************
 
Chiedo perdono se questo capitolo arriva dopo tanto...
Credevo non interessasse tanto e non mi era venuta l’ispirazione! Invece ho ricevuto delle richieste quindi per chi mi seguiva, spero non mi abbandoni! Da oggi in poi continuo a scriverla fino a terminarla. Fatemi sapere se vi piace, please!
Un grazie speciale a una sister di scleri e mia Beta: Sara grazie di esistere...
   
 
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