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Autore: Sarugaki145    25/05/2012    3 recensioni
La leggenda del filo rosso del destino risale al periodo della dinastia cinese Tang e Rukia la sentirà raccontare per la prima volta quasi casualmente, per poi scervellarsi su di essa, chiedendosi se include anche lei che non fa parte della terra.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il filo rosso del destino.

 

 

Anche quella mattinata uggiosa e piuttosto fredda gli studenti dell’istituto più frequentato di Karakura, della terza sezione, erano oziosamente stravaccati sui loro banchi, mentre l’anziana professoressa, che qualcuno pensava fosse nata con la scuola stessa un secolo prima, continuava a spiegare la sua lezione. L’attenzione era già scemata da molto tempo, motivo per il quale la maggior parte degli studenti giaceva inerme sul banco immerso in un mondo di sogni fatati.

 

Stranamente la professoressa si accorse che quella lezione era peggio di una potente dose di sonnifero e quindi, sedendosi alla cattedra, richiamò l’attenzione della classe con un paio di colpi di tosse. Qualche superstite alzò la testa nella sua direzione, altri neanche si accorsero che quella voce così atona e piatta aveva finalmente smesso di parlare.

 

-Ragazzi, è in questo periodo storico, che per la Cina corrisponde alla dinastia Tang, che è stata ambientata la leggenda del filo rosso del destino, sapete?-

 

Qualche altro viso si alzò da quello stato di catalessi in cui era caduto tempo addietro, per lo più volti femminili, avendo capito che forse il discorso poteva farsi un minimo interessante.

 

Un volto, che era stato attento a tutta la lezione, era invece particolarmente confuso, quindi quella persona alzò la mano minuta, pronta a chiedere chiarimenti.

 

-Si Kuchiki, dimmi pure.-

 

Commentò la docente entusiasta nel ricevere una di quelle rare domande che le venivano poste.

 

-Professoressa di cosa tratta la leggenda del filo rosso del destino?-

 

Le ragazze della classe sveglie, che mano a mano che la lezione proseguiva andavano aumentando, la guardarono sbigottite .

 

-Veramente non ne hai mai sentito parlare?-

 

Chiese stupita la professoressa e Rukia prontamente rispose scuotendo la testa in segno di diniego. Subito le altre studentesse chiesero alla professoressa di raccontare la leggenda, tanto mancavano solo una decina di minuti alla fine della lezione e non sarebbe valsa la pena rincominciare a spiegare.

 

-E va bene.-

 

Accordò la professoressa prima di iniziare a narrare la storia:

 

-Durante la Dinastia Tang, un tale di nome Wei, i cui genitori erano morti quand’era molto giovane, una volta uomo desiderava ardentemente avere una famiglia e fu così che iniziò a cercare moglie. Mentre viaggiava per trovarla, arrivando in una nuova città, trovò un uomo, che sentendo che Wei non riusciva a trovare moglie, gli disse che avrebbe provato a parlare con il governatore di quella città per fargli ottenere la mano della figlia. Si diedero appuntamento per la mattina dopo vicino ad un tempio per sapere se il governatore avesse accettato o meno. Wei, però, in preda all’ansia, arrivò al tempio più presto del previsto e li incontrò un vecchio, che scoprì non appartenere al nostro mondo ma dell’aldilà. L’uomo gli disse che lui si occupava di matrimoni ed infine Wei riuscì a farsi dire che la persona a lui destinata era una bambina che in quel momento aveva solo tre anni ed era la figlia della vecchia Chen, che aveva un banco al mercato. Wei non avrebbe potuto sposarsi con nessun’altra, perché il suo piede e quello della bambina erano legati da un filo rosso che non si può vedere, ma che gli avrebbe mai separati, con la quale si sarebbe sposato al compimento della giovane dei diciassette anni d’età. Il giovane, non contento di ciò decise di uccidere la bambina per essere sicuro di poter scegliere lui chi sposare. Mandò quindi un suo servitore ad accoltellarla e quando quello tornò gli disse che l’aveva colpita in mezzo agli occhi. Wei proseguì più tranquillo la sua vita, finché quattordici anni dopo il suo datore di lavoro gli offrì in sposa la giovane figlia e l’uomo accettò. La ragazza però portava sulla fronte una pezzuola che non toglieva mai e quando lui le chiese il perché lei rispose che quando aveva tre anni era stata accoltellata al mercato e la cicatrice ancora era evidente. Allora Wei, ricordando il vecchio e la storia del filo rosso del destino le svelò che lui stesso aveva incaricato il servo di compiere quel scellerato gesto e i due, che ormai sapevano tutta la verità, si amarono più di prima.-

 

L’attenzione dell’intera classe era catalizzata sulla professoressa e quando finì di narrare la leggenda tutte le ragazze erano immerse nei loro sogni romantici e anche qualche ragazzo doveva riconoscere che fosse una storia veramente affascinante.

 

-Ti è chiaro Kuchiki?-

 

Rukia rispose annuendo, mentre la sua testa era immersa in chissà quali elucubrazioni.

Suonò la campanella che indicava la fine delle lezioni della giornata e tutti si alzarono pronti a tornare a casa.

 

-Ti è piaciuta la storia Kuchiki?-

 

-Veramente tanto Inoue! È affascinante come cosa!-

 

Rispose Rukia con un sorriso all’amica, la quale subito puntualizzò:

 

-In Giappone si dice che ogni persona quando nasce porta un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra e non al piede! E se segui questo filo potrai trovare la persona che porta l’altra estremità legata al suo mignolo ed è la persona a cui siamo destinati, il nostro unico e vero amore!!-

 

-Ma non potrebbero vivere lontane e non incontrarsi mai?-

 

Chiese Rukia curiosa, subito Orihime rispose:

 

-No! Se si è uniti dal filo rosso del destino prima o poi nel corso della vita si è destinati ad incontrarsi e non importa quanto tempo occorre o la distanza che gli separa perché avverrà!! Il filo del destino non si spezza mai e nessun evento o azione potrà impedire che un giorno si ritroveranno, si conosceranno e si innamoreranno!-

 

Rukia si immerse nei suoi pensieri, ringraziando l’amica con un mezzo sorriso. Nel frattempo vennero raggiunte dalle altre compagne di classe, come Tatsuki o Chizuru, la quale subito disse:

 

-Hime!!! Io e te siamo unite dal filo rosso del destino!! Lo posso sentire nel mio cuore!!!-

 

Subito Tatsuki la fulminò con lo sguardo, per poi fermare il suo assalto a Inoue con un portentoso sinistro.

 

-Mamma mia, stupida donna in calore! Ma i tuoi ormoni non stanno mai buoni?-

 

-E lasciami Tatsuki!! Fammi raggiungere la mia Hime!!-

 

Cinguettò quella cercando di liberarsi dalla presa mortale della karateka inutilmente.

 

-Ma non capisci che Orihime magari vuole essere legata a qualcun altro?! Come Ichigo per esempio?!-

 

Subito le guance di Inoue si imporporarono ed iniziò a balbettare:

 

-M.. Ma cosa dici?! S.. Sarebbe troppo bello essere legati a Kurosaki!-

 

In quel momento una voce maschile sovrastò il balbettare di Inoue e i lamenti della morente Chizuru.

 

-Rukia! Ti muovi a venire o devo lasciarti indietro?-

 

Subito gli occhi della shinigami si illuminarono e salutando le amiche con un gesto timido della mano raggiunse Ichigo pochi passi più avanti.

 

-Per te loro due sono già fidanzati?-

 

Chiese timidamente Michiru, che venne prontamente fulminata da Tatsuki.

 

-Ma ti pare?-

 

Rispose quella burberamente.

 

-Ichigo non  è così sveglio da avere una ragazza!-

 

-Beh, Michiru ha ragione, Tatsuki. – Commentò leggermente interessata Ryo – Kurosaki e Kuchiki sono sempre insieme. Vengono a scuola e tornano assieme, poi talvolta gli vedo fuori dall’orario scolastico in giro insieme.-

 

-Anche per me stanno assieme, mi spiace per te Orihime!-

 

Concluse Mahana guardando la castana che si era rabbuiata durante quegli argomenti.

 

***

 

Nel frattempo, pochi passi più avanti, Rukia cercava di mantenere l’andatura spedita di Ichigo.

 

-Ichi! Rallenta, non riesco a starti dietro!-

 

Si lamentò la shinigami, lui le rispose con uno sguardo divertito e commentò:

 

-Cresci di qualche centimetro e vedrai che riuscirai a starmi dietro nana!-

 

Lei gli rispose quasi ringhiando:

 

-Non sono io ad essere bassa, ma tu ad essere troppo alto!! Potresti abbassarti un po’!-

 

L’arancio la guardò sorridendo e rispose:

 

-Ma stai zitta nana!!-

 

Tra i due cadde un breve silenzio, finché, quando arrivarono in camera di Ichigo la nana diede voce ai suoi pensieri:

 

-Ichi! Per te anch’io sono legata a qualcuno con il filo rosso del destino? Insomma, anch’io che non sono.. Di questo mondo?-

 

Concluse un po’ abbattuta guardando il ragazzo sdraiato sul letto a leggere. Lui si sedette sul letto e, dopo aver appoggiato il libro su una mensola, rispose calmo:

 

-Certo che si. Se quella leggenda è vera allora probabilmente anche tu sei legata a qualcuno visto che non hai mai incontrato nessuno.. Di cui ti sei innamorata insomma.-

 

Concluse lui leggermente in imbarazzo. La ragazza era pensierosa e poi rispose un po’ a disagio:

 

-Sai, se me l’avessero raccontata tempo fa avrei pensato di essere legata al nobile Kaien, però lui era legato a sua moglie penso, lui l’amava molto.-

 

Lo sguardo della ragazza si era spento parlando di quel argomento, come se fosse tornata indietro di quella manciata d’anni che la separavano da quel oscuro avvenimento. Ichigo la osservò di sottecchi leggermente a disagio per quel argomento da lei affrontato che mai prima d’ora aveva tirato in ballo. Si era rabbuiata a quel pensiero, come se non avrebbe mai più trovato una persona speciale come quel famoso Kaien di cui tante volte aveva sentito parlare. Chissà se era veramente una persona eccezionale come tutti lo descrivevano e soprattutto chissà a chi era legata Rukia con quel famoso filo rosso.

Fu in quel momento che ad Ichigo tornò in mente un episodio successo qualche tempo prima, quando Rukia aveva perso la memoria a causa dei due fratellini Shizuku e Homura [i]. Nel momento in cui Renji aveva deciso di usare il kido per poter rintracciare Rukia seguendo un’energia spirituale simile a quella di Ichigo il ragazzo aveva visto qualcosa che era rimasto chiaro nella sua mente.

 

Era un filo rosso quello che l’aveva portato fino alla ragazza?

 

Ichigo sobbalzò sorpreso a quel ricordo e un mezzo sorriso spuntò sulle sue labbra.

 

Lui e Rukia erano legati dal nastro rosso del loro reiatsu, lo ricordava perfettamente.

 

La guardò ancora immersa nei suoi pensieri mentre osservava tristemente il suo dito mignolo e le disse:

 

-Hey! Tutti siamo legati a qualcuno attraverso quel filo rosso, anche tu troverai a chi sei legata!-

 

La ragazza lo guardò e sorrise rassicurata dalle parole dell’amico, dopo di che si accomodò affianco a lui sul letto, lasciando dondolare le gambe con fare malinconico, per poi guardare negli occhi Ichigo e chidere:

 

-Ichi, a te piace Inoue?-

 

Il ragazzo rimase interdetto per qualche secondo, mentre le sue guance si tingevano di un colorito scarlatto e qualche parola sconnessa usciva dalla sua bocca.

 

-Si perché insomma, lei è una ragazza veramente bella! E ti vuole veramente bene!-

 

Proseguì Rukia con aria abbacchiata e la sfilza di complimenti alla castana sarebbe continuata all’infinito se Ichigo non avesse interrotto la mora:

 

-Non mi piace Inoue, è solo una mia grande amica!-

 

Gli occhi blu della ragazza analizzarono curiosi l’amico, cercando di capire se stesse dicendo la verità o meno, quindi dopo una manciata di secondi disse:

 

-Beh, per me tu e lei siete legati dal filo rosso del destino.-

 

Gli occhi nocciola di Ichigo strabuzzarono fuori dalle orbite e abbastanza a disagio lui chiese:

 

-Perché mai scusa?-

 

Lei lo guardò con aria seccata e rispose:

 

-Non ci arrivi? Dai, sei pure andato a salvarla buttandoti in una missione suicida in un altro mondo per riaverla qui con te!!-

 

Ichigo guardò la sua interlocutrice e con un mezzo sorriso divertito chiese:

 

-E a te non ti sono mai venuto a salvare non pensando alle conseguenze?-

 

Rukia lo guardò tranquilla e rispose:

 

-Beh, ma sei venuto a salvare me per ripagare il tuo debito, tutto qui.-

 

L’arancio sbuffò stressato dall’ottusità dell’amica e ribatté:

 

-Piuttosto che con Inoue per me è più probabile che io l’abbia con te il filo del destino, non pensi?-

 

Appena pronunciate queste parole se ne pentì amaramente, non doveva dar voce ai suoi pensieri, chissà Rukia cos’avrebbe pensato adesso. Lei lo guardò leggermente confusa, poi sembrò che dei tasselli pian piano stavano andando a posto nella sua testa, per concludere poi la scena con una sonora risata.

 

-Non è possibile Ichi! È stato un caso che io e te ci siamo incontrati dai! E poi facciamo parte di due mondi diversi, abbiamo gusti diversi.. Non è veramente possibile!-

 

Concluse alzandosi e tornando a sedersi alla scrivania e riprendendo il suo disegno. Ichigo sorrise nel vederla li a disegnare come una bambina, divertito anche dal suo discorso sul perché non potessero essere legati loro due dal fantomatico filo rosso.

 

L’arancio era ormai da parecchi minuti tornato placidamente a leggere il suo libro quando un urlo d’orrore si alzò dalla sua compagna di stanza. Alzò gli occhi velocemente e vide Kon che si era appena lanciato fuori dalla stanza inseguito da una Rukia infuriata nera. Si alzò dal letto e si affiancò alla scrivania, dove vide il disegno dell’amica rovinato da una riga rossa, probabilmente opera del pupazzo pervertito quando era balzato nella stanza per salutare la sua sorellona.

 

Ichigo prese in mano il disegno e notò che probabilmente quelli che stava disegnando Rukia non erano i soliti conigli-sgorbio, ma uno delle due masse informe disegnate sul foglio aveva una pettinatura arancione e l’altro aveva gli occhi blu e i capelli neri.

La riga rossa univa perfettamente i due sgorbi ai lati del foglio e ad Ichigo tornò in mente per l’ennesima volta in quella giornata quella leggenda del filo rosso.

 

Sorrise spontaneamente, come se avesse bisogno di vedere quel filo che gli teneva uniti.

Ma in fondo non si voleva interrogare troppo sul fatto che fossero veramente legati o meno.

 

 

A lui bastava stare con lei punto.

 

 

Prese il disegno e lo piegò con cura, inserendolo nel suo libro per conservarlo e quando tornò Rukia e chiese che fine avesse fatto il suo capolavoro lui rispose semplicemente:

 

-Me lo sono preso io, tanto era rovinato. Sai, mi piaceva nonostante la tua incapacità più assoluta nel disegnare! Potresti darti all’arte moderna, non so cubismo!! Picasso avrebbe da imparare dai tuoi disegni!!-

 

La schernì apertamente per poi sentirla ribattere acida e iniziare uno dei loro soliti battibecchi infiniti.

 

Ma ad Ichigo Kurosaki andava bene così. Lui con Rukia stava bene comportandosi in questo modo e non gliene fregava nulla se fossero destinati a stare insieme o meno, anche perché lui era un uomo e non credeva a quella stupida leggenda.

 

Si accontentava di sentire nel cuore la consapevolezza che quella ragazza era speciale e che non si sarebbero persi facilmente.

 

 

Fili rossi o no quella nana malefica non se la sarebbe tolta dai piedi molto facilmente.

 

 



[i]  Si riferisce ad un episodio del 3° film, Fade To Black.

  
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