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Autore: AnonimaKim    25/05/2012    3 recensioni
La ragazza,ha poco più di sei anni quando la sua famiglia viene brutalmente uccisa dalla Mafia. Rimasta sola,coltiva in se stessa il desiderio di vendetta verso i tre assassini e giura di trovarne uno ad uno,vuole ucciderli.
La giovane ragazza crescerà,imparando le sofferenze del mondo,e perdendo la donna che l'aveva tirata su come una figlia. A quattordici anni,Courtney è di nuovo da sola,ma non si da per vinta. La ragazza farà conoscenza con due ragazzi poco più grandi di lei,che la aiuteranno a scovare tutti gli assassini dei suoi genitori.
Ma non sono gli unici
Incontrerà qualcun'altro,qualcuno che farà capire a se stessa,di essere molto più di una assassina vendicatrice.
Una ragazza,capace di amare
Dall'ultimo capitolo:
[A quel punto mi bastò solamente lasciarmi trasportare da quella dolce tortura che forse,avevo sottovalutato troppo in quella mia vita.
Quella notte aveva scalato la vetta delle più belle dalla mia vita,anche solo quando lui aveva posato quelle sue labbra calde sulle mie.
Pazza,completamente pazza...
Completamente innamorata...]
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Duncan, Heather | Coppie: Duncan/Courtney
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Primo capitolo “Bomba”,cioè un capitolo introspettivo sul passato di Courtney e soprattutto con incredibili svolte.

Entrata (o meglio dire: Rientrata) in scena di un personaggio e non c'è bisogno che vi dice chi è :)

MI piace come capitolo ma forse è un po' noioso,il prossimo sarà fantastico promesso!

AnonimaKim

 

Ops,il titolo della storia è stato cambiato perché ho cambiato morale nel tempo e quindi l'altro non aveva più senso XD

 

 

Mostro

 

 

 

Come osava quel figlio di puttana chiamarmi per nome?!Dopo tutto quello che mi aveva fatto!

-”Come mi conosci?”- chiesi allora io digrignando i denti furiosa. Lui rise,una risata che mi fece quasi dare di matto per la rabbia.

-”Oh,io ti conosco molto bene. Al contrario....tu non sai assolutamente niente di me”- fece un passo avanti e quel sorriso spavaldo si allargò.

-”So che sei un assassino!”- urlai -”Questo mi basta!”-

-”Lo sei anche tu non cedi? O tutto quel sangue che hai versato è stato solo frutto dell'immaginazione?”-

Cominciavo a essere un po' confusa ma non avevo alcuna intenzione di mollare.

-”Che ne sai tu! Come puoi sapere tutto questo!?”- ero sicura di poter terminare quella conversazione,ma non fu così.

-”Te l'ho detto. Io so molte cose di te,Courtney”- mi guardò con sufficienza,arricciò il naso in segno di superiorità. Dovevo sapere qualcos'altro,ormai ci ero troppo dentro.

-”Questo non è possibile”- dissi io contraria e sicura delle mie parole.

-”E invece sì”- rispose lui ancora,con quel sorriso beffardo.

-”Credi di essere sopravvissuta per opera del “destino”?”- quelle parole mi fecero confondere ancora di più,non capivo più a cosa dovevo credere.

-”Oh,no. Io sapevo che tu eri in quell'armadio Courtney,sapevo che ti eri nascosta lì,in quella stanza. Sapevo che saresti tornata,da me,da noi,per vendicarti. Io non sono stupido”-

Pazzo

Tutte le cose in cui avevo creduto da quella notte in quel momento venivano messe in discussione,era diventato ancora peggio di una questione personale.

-”Non dire cazzate verme!”- sbraitai puntando il pugnale verso di lui. Lui mi squadrò restando completamente sotto controllo di se stesso. La mia rabbia saliva sempre di più.

-”E poi? Io so che cosa è successo dopo. Tu hai trovato quella donna, come si chiamava.....Kassie se non erro”-

-”Non. Osare. Pronunciare. Quel. Nome!”- i miei occhi,avevo l'impressione che fossero diventati rossi. Sorrise beffardo e continuò a fissarmi.

-”Quando ho saputo che quella vita ti stava rallentando,ti stava allontanando sempre di più dall'odio, ho deciso di riportarti su quella strada e ho chiesto a un mio vecchio amico di disfarsi di lei,quando tu non potevi vedere.”-

Era stato lui,

Per tutto questo tempo ho creduto che fosse stata un'idea ignota di John far uccidere Kassie. Adesso mi sentivo così debole che le gambe a fatica mi ressero: Era stata colpa mia se Kassie era morta,solo colpa mia...

MIA

-”E ora sei qui,tutto secondo i miei piani. Avevo previsto che saresti tornata sai tu....”- mi guardò quasi affascinato da qualcosa all'interno del mio volto e dei miei occhi. Il mio sguardo non lasciava trapassare alcuna emozione oltre quella dell'odio puro che stavo provando.

-”....Tu assomigli così tanto a Ginn”-

No,quella parole non doveva pronunciarle.

La rabbia si invase in un attimo del tutto di me,la vista si annebbiò così come la mia mente. Non riuscì più a pensare a nulla e scattai nella sua direzione,pronta ad ucciderlo.

Lui non aveva il diritto di pronunciare il nome di mia madre,

Lui non aveva diritto di uccidere,

Lui non aveva diritto di vivere.

Mi sembrava di avere già udito il rumore del coltello affondare nella sua carne pudrida e bastarda,ma non fu così. Qualcosa mi fermò prima,qualcosa che sentì conficcarmi come un proiettile nel collo.

La mia vista svanì e mi sentì cadere sul freddo pavimento della stanza.

 

 

 

 

Quando riaprì gli occhi,mi girò così tanto la testa da farmi sentire dei suoi metallici inesistenti. Non potevo muovermi bene,non riuscivo a muovere le mani per aiutarmi a vedere meglio.

Sfocato.

Non passarono troppi secondi perché tutto riprendesse volume,un punto preciso del collo mi pizzicava e bruciava leggermente,niente in confronto al fuoco che avevo avvertito dentro di me poco prima. Quanto era esattamente poco prima?

Mi sembravano passate ore,e forse giorni dall'ultima volta che il mio cuore si era liberato da quella pace che tanto desiderava. In quel misero momento mi accorsi,non so come,di come mi fossi trovata meravigliosamente quella sera,a ballare così ingenuamente in quella piazza come una qualunque ragazza. Tentai di liberarmi da quei pensieri senza senso che mi avevano assalito tutti in un colpo senza che io gli avessi richiesti. Provai a cercare Shilden con lo sguardo ma era ancora tutto confuso e le immagini mi ruotavano attorno come un vortice.

-”Ti sei svegliata”- la sua schifosa voce richiamò la mia attenzione verso sinistra. Guardai quei occhi verde bottiglia con una furia che solo io potevo trasmettere.

-”Bastardo che cosa mi hai fatto!?”- urlai senza sapere neppure le parole che uscivano dalla mia bocca. Doveva avermi iniettato come una sostanza anestetica.

Stronzo

Fece le spallucce con aria da strafottente.

-”Non mi avresti mai ascoltato,mi avresti di sicuro ucciso”- si avvicinò al mio volto e lo fulminai con gli occhi neri. Non ricambiò il mio sguardo e si limitò a sorridere spavaldo.

-”Ma tu devi vedere che cosa è successo davvero quella notte”- mormorò,la sua voce era così dura che mi sembrò quasi spaventosa,o almeno,avrebbe dovuto spaventarmi. A quel punto mi resi conto di essere legata,quando con le mani cercai il mio pugnale che doveva essere finito a qualche metro di distanza. Era la prima volta che qualcuna delle mie vittime mi stava dando problemi,troppi. Shilden mi stava mostrando la verità,io dovevo ascoltare.

Sullo schermo di un grande televisore comparvero delle figure,prima sfocate e poi diventarono sempre più nitide,la luce quasi mi accecò per un istante.

Quei tre bastardi avevano ripreso tutto,e ora lui voleva mostrarmi il filmato,lo capì subito e volli immediatamente correre via da lì,per non guardare.

Guardavo quelle immagini scorrere,ipnotizzata da quelle figure che si ricollegavano ai miei ricordi. Vedevo Jack,vedevo Ginn. Cercai mio fratello Mike con lo sguardo,ma un attacco di ricordi invase la mia mente.

Il letto,si era nascosto sotto il letto,per questo non lo vedevo.

JACK!” mia madre aveva urlato quel nome mentre vedevo con orrore mio padre cadere a terra senza vita. Vedevo il terrore e il dolore negli occhi di mia madre,le sua lacrime,il suo cuore infranto.

Vedevo l'armadio.

Parole indistinguibili si susseguirono quando quel bastardo di Shilden,il più giovane dei tre uomini provò a trascinare verso il letto mia madre che si dimenava nel disperato tentativo di toglierselo. Osservai le scene successive e il puro orrore si aprì nei miei occhi....

 

 

Che succede Kassie?” la mia voce,da bambina di appena sette anni risuonò nella stanza,mentre la donna bionda cercava di calmarmi.

Niente piccola Luu” così mi chiamava sempre,mi spinse con dolcezza dentro l'armadio e lo accostò,per permettermi di respirare.

Dovrai farci l'abitudine” mi aveva detto lei,con un gran sorriso.

Perché devo stare qui dentro Kassie?” ho chiesto ancora,ero curiosa,forse la mia dote più infantile,persino a quell'età.

Perché sì Luu,tu non uscire” accostò l'anta dell'armadio e si sentì ancora bussare alla porta. Mi sedetti all'angolo dell'armadio,come era mia abitudine fare nei momenti difficili e mi accucciai tranquilla,fantasticando sul nome di Micael come facevo spesso. Rumori strani,che non avevo mai sentito,per un primo momento ascoltai Kassie e gli ignorai,ma poi la curiosità prese il sopravvento e sbirciai dal piccolo spazio disponibile.

Non so perché lo feci,solo che me ne pentì. Da quel momento un'altra cosa era entrata nella mia vita,l'orrore dell'amore. Perché se quel uomo amava Kassie le stava facendo male? O forse non l'amava?

Compresi solo più in la quello che voleva dire Kassie,quando diceva che si portava a casa il lavoro. Io la guardavo assorta e dicevo:

Io non voglio”

Non voglio,non ho mai voluto.

 

 

 

Quelle cose orribili ora le sentivo su mia madre,lì,s quello schermo freddo e senza alcuna vita. Vidi Micael,vidi John,quei due bastardi che aveva ucciso. Quando distinsi del sangue capì,capì che mia madre era morta in quel modo orribile. Mia fratello uscì dal suo nascondiglio e provò a sfidarli. Era coraggioso mio fratello,stava combattendo per me,l'unica speranza che aveva ancora. Un colpo di pistola bastò per farlo zittire,ancora una volta.

Quando il filmato si spense,io avevo ancora gli occhi sbattei e un'espressione indescrivibile sul viso.

-”Carino il video vero?”- commentò lui.

Lui aveva osato fare questo alla alla mia famiglia,doveva morire.

Doveva morire,come tutti gli altri!

Questo era l'unica cosa che riuscivo a pensare.

-”Figlio di Puttana,coma hai osato fare questo!!??”- urlai con tutte le energie che mi rimanevano,quasi non avessi più nulla per cui valesse sorreggersi. Lui si limitò a sorridere,non guardò nei miei occhi neri,ardenti di odio e di rabbia.

-”Non dovresti rivolgerti così a l'uomo che ti risparmiata”- il suo tono di voce era così superficiale e sufficiente che rischiai di perdere il controllo,ancora.

-”Perché lo hai fatto?!”- il mio tentativo disperato di capire si faceva sepre più grande.

-”Amavo Ginn,ma lei ha preferito Jack a me. Io le potevo dare tanto e lei....”-

-”Non osare parlare di mia madre! Hai capito!? Tu non hai alcun diritto di fare questo!”- Mi afferrò per la maglietta e mi sentì sollevare per poi cadere su un tavolo di vetro. Frammenti di cristallo caddero come una pioggia su di me e oltre che la mossa non calcolata ci si mese anche una forte fitta al braccio. Il dolore mi tartassava dal gomito al polso,bruciava e non potevo proteggerlo da altri eventuali colpi se avessi potuto. Ero stata legata,mi sentivo le corde bruciare sui miei polsi.

-”Fammi finire”- mormorò lui calmo,con un tono pacato e leggermente compiaciuto dalla smorfia di dolore che era comparsa sul mio volto.

-”Tua madre doveva morire Courtney,non potevo più averla. Non avrei mai ucciso suo figlio se non fosse stato così mortalmente somigliante a quel maiale di tuo padre Courtney,non lo avrei fatto”- lo guardai,il mio sguardo iniettato di puro odio. Lui ricambiò quello sguardo furioso con un semplice sorriso beffardo e continuò.

-”Dopo aver ucciso tuo fratello,ho capito che ti eri nascosta in quell'armadio,io volevo ucciderti Courtney,e lo avrei fatto se non avessi notato la foto appesa al muro. Eri così meravigliosamente uguale a tua madre,ho voluto risparmiarti con la supervisione che un giorno saresti tornata da me. Tu hai ragione Courtney,tu sei sopravvissuta per vendicarti,ma questo l'ho deciso solo io. Ho controllato la tua vita,eri sotto il mio controllo affinché tu venissi qui. Volevo rivedere il volto di Ginn in te.”-

Pazzo,un pazzo.

-”Io non sono Ginn,mia madre era un angelo. Io non lo sono”- Mi sforzai di dire cercando di non badare a quel dolore e alle numerose punte di vetro che mi si erano conficcate nella gambe e nelle braccia. Potevo sentire anche lievi tagli sul viso,fortunatamente gli occhi erano ancora perfettamente intatti. Sorrise ancora.

-”Sì,è per questo che ora io ti dico una cosa....”- Afferrò la pistola,si avvicinò a me e me la premé sulla tempia. Il mio sguardo non era cambiato.

-”Vinco sempre io Courtney. Hai qualche desiderio da esprimere,anche piccolo sai?”- non era serio,per niente. Ero sicura che avrebbe premuto quel grilletto,lasciandomi un bel buco in testa. A quelle parole “Desiderio” la mia mente reagì in modo del tutto inaspettato.

Duncan. Perché mi era venuto in mente lui.

-”Muori!”- mormorai allo stremo. Lui ghignò e caricò la pistola.

-”Scusa,ma non posso proprio accontentarti Principessa”- Lasciai stare quel assurdo nomignolo e fissai i suoi occhi,sicura che quelli sarebbero stati i miei ultimi momenti.

Principessa,mi faceva schifo pronunciato dalle sue labbra. Duncan mi mancò in quel momento,desideravo solo trovarmi con lui e dimenticarmi del mondo. Mi sembrò di vivere un sogno.

Ancora,io e lui che camminavamo sulla spiaggia. Ma lui non era arrabbiato,e nemmeno io. Sorridevamo invece,ridevamo come due qualsiasi ragazzi in balia di quel bel sentimento che spesso aveva quasi sciolto il mio cuore di ghiaccio. Le nostre risate rimbombavano nella mia testa,le sentivo.

Era quello quello che avrei voluto vivere in quel momento,mi sentì come cadere in uno stato di trans assoluta e quasi svenire.

A quel punto successe qualcosa,non capì esattamente. Un rumore sordo molto diverso da quello di un proiettile e una voce calda,che conoscevo fin troppo bene.

-”D- Duncan”- mormorai cercando di mettere a fuoco le immagini. Le uniche immagini che distinguevo bene,erano due grandi zaffiri ghiacciati davanti a me.

-”Courtney,Courtney sono io! Svegliati!”-


 

  
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