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Autore: JupiterEj    25/05/2012    3 recensioni
[Temporaneamente sospesa]
Avete presente Percy, Annabeth, Rachel e tutti gli altri figoni (?) che sono insieme a loro? Bene, dimenticateli. O almeno, solo per questa storia. Appariranno forse, negli ultimi capitoli, ma solo come apparizione.
[Dal terzo capitolo]
- Oh, – proseguì – ho incontrato la tua migliore amica. - Roteai gli occhi quando cambiò il tono di voce per pronunciare le ultime parole. Continuava a persistere sul fatto che non avessi rivelato tutti i miei segreti a Aurore, ma, ehi, come potevo svelare qualcosa che non avrebbe mai capito?
- E quel Testa d'Alghe.. Richard mi sembra si chiami. Sono parecchio affiatati. Da quanto tempo è qui?
- Chi? - chiesi, scossa un attimo dal mio universo parallelo, che si era fermato a 'Testa d'Alghe'. Chissà cosa intendeva dire Christopher con quello. Qualcosa che si riferiva a suo padre, sicuro. L'ultima volta che qualcuno era stato chiamato così era stato..ma, oh, il nuovo arrivato non poteva essere un semidio. Come al solito non sapevo quanto mi sbagliassi.

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Rating giallo per precauzione.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi, Nuovo personaggio, Tre Pezzi Grossi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: Forse vorrei qualcosa di più.

 

Some things gotta get loud
Cause if not, they just don’t make you see
That I need you here with me now
Cause you’ve got that one thing
[One Thing – One Direction]

 

Pov. Violet

Me ne stavo seduta sotto un albero, nella quiete, quando sentii che qualcuno stava venendo nella mia direzione.

Si avvicinava, si avvicinava sempre di più.

Lo sguardo basso, l'andatura di sempre, la solita felpa.. si, quella che mi piaceva tanto. Quella che metteva solamente per me. Quella con cui avvolgendomi mi faceva sentire protetta. Quella che molte notti era stata bagnata. Quella che sapeva tutto di noi, fin dal principio. Non importava né come né quando, ma quella sarebbe stata sempre uno dei simboli della nostra amicizia.

Un oggetto, qualcosa che sarebbe vissuta anche quando noi moriremo. Così come la memoria, che continuerà ad esserci.

Oh, non avrei mai scordato il primo giorno in cui lo vidi. In cui mi venne accanto, mentre ero persa, in tutto quel mondo a me sconosciuto.

Non avrei mai scordato la prima volta che mi fu accanto, mentre tutto il resto del mondo mi era contrario.

Non avrei mai dimenticato le sue parole, i suoi capelli, i suoi occhi, il suo sorriso.. lui. Perché sarebbe come dimenticare una parte della mia anima.

Da quando l'avevo incontrato era stato mia sorella, il mio migliore amico, mio padre, tutto. Era il mio tutto.

Era colui che anche se lontani, ci sarebbe sempre stato. In ogni momento. Non sarebbe mai mancato, mai. Sebbene fossimo diversi, ci capivamo con un solo sguardo. Sebbene le ostilità, nonostante tutto, noi resistevamo, insieme, sempre.

E fu così che riuscì a convincerlo di venire nella mia scuola, per vederlo ogni giorno. In verità, era tutto nato come uno scherzo, ma lui l'aveva preso sul serio e aveva chiesto a sua padre che aveva stranamente acconsentito. La cosa mi aveva reso più che felice, ma non lo davo molto a vedere.

Avrei fatto di tutto, pur di stare più tempo possibile con una delle poche persone che mi rendeva felice, e l'unica che sapeva tutto di me.

I passi erano sempre più vicini, e allora chiusi istintivamente gli occhi, come per assaporare ogni momento che stava venendo a crearsi. Il vento mi stava scompigliando i capelli creando un'atmosfera quasi paradisiaca, quando il mio migliore amico si chinò davanti a me e mi baciò la fronte, facendomi aprire gli occhi. Subito, dalla posizione seduta in cui ero, gettai le braccia al suo collo e riempi le sue guance di baci.. e perché no? Cominciai a riempire di baci anche il suo povero naso. Ormai ero in braccio a lui, che era in ginocchio, quando cominciò a parlare.
- Come mai tutto questo entusiasmo? - disse ridendo, mentre mi stringeva a sé.
- Come mai devi sempre rompere le scatole? - dissi di rimando, ridendo anch'io, mentre cominciavo a giocare coi suoi capelli.
- Sennò non mi chiamerei Christopher James, o no?
- Giusto, giusto. - risposi, mentre andavo mano a mano a salire con le dita sul suo viso, fino a ricominciare a torturargli un ciuffo che gli cadeva di fronte al viso. - E allora mi dica, di grazia, signorino James, cos'ha fatto di nuovo stamattina?
-Nulla di speciale.. - disse particolarmente annoiato, con la sua tipica espressione di quando ti dice '
Oh, ho solo ucciso una dracena', e -fidatevi, vi fa sentire particolarmente inutili e inferiori. Caratteristica di famiglia, la sua.
- Oh, – proseguì – ho incontrato la tua migliore amica. - Roteai gli occhi quando cambiò il tono di voce per pronunciare le ultime parole. Continuava a persistere sul fatto che non avessi rivelato tutti i miei segreti a Aurore, ma, ehi, come potevo svelare qualcosa che non avrebbe mai capito?
- E quel Testa d'Alghe.. Richard mi sembra si chiami. Sono parecchio affiatati. Da quanto tempo è qui?
- Chi? - chiesi, scossa un attimo dal mio universo parallelo, che si era fermato a 'Testa d'Alghe'. Chissà cosa intendeva dire Christopher con quello. Qualcosa che si riferiva a suo padre, sicuro. L'ultima volta che qualcuno era stato chiamato così era stato..ma, oh, il nuovo arrivato non poteva essere un semidio. Come al solito non sapevo quanto mi sbagliassi.
- Richard. L'amico della Salling. - rispose freddamente, quasi infastidito.
- Perché ti ostini a chiamarla così? - chiesi infastidita. Dopo la quattrocentesima volta che gli chiedevo di non chiamarla così continuava, ora basta.
- Lascia stare.. - mi fece segno con la mano, roteando gli occhi e cercando di non farli incrociare con i miei.
- Pensavo non avessimo segreti.
- Oh, piccola, è una cosa sciocchissima. Ti prego..
- Perché lei è come me? E non ti devi mostrare 'amico' di emarginate come noi? Wow, James, davvero una bella mossa.
- Sai che non la penso davvero così..
- A volte mi chiedo perché mi parli ancora. Perché tratti bene me e non lei. Che differenza c'è?
- Lo sai. - rispose semplicemente, alzandosi e lasciandomi con la bocca aperta. Era il nostro primo vero litigio, o comunque l'unico in cui ero rimasta allibita. Qualcosa dentro di me si era mosso quando si era alzato. Qualcosa dentro di me mi spingeva a corrergli dietro, a bloccarlo, a dirgli che aveva ragione e che avevo solamente bisogno di lui per continuare a vivere. Il senno però mi bloccò, tenendomi attaccata su quel terreno, per un bel po', finché non mi decisi a prender la strada di casa. In fondo, mancava solamente un giorno al mio compimento dei tredici anni.

 

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[spazio autrice]

Innanzitutto.. BUOONN SALVEEE!!

Ok, dovevo dirlo.

E' strano che sia venerdì e io posti, eh? Però ho preso una decisione: posterò il martedì e il venerdì. NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO NdCattivoAncoranonBenIdentificato
Zitto tu, non è ancora arrivato il tuo momento!

Comunque parliamo del capitolo. Ammetto che non mi soddisfa per niente. L'avevo immaginato sull'autobus molto più bello, avevo anche scritto le parole nella mia mente, però poi per una serie di imprevisti ho dovuto aspettare per scriverlo e ora..beh, eccolo qua. Forse sarà anche perché l'ho scritto tempo fa a mezzanotte dopo una festa in cui ho visto un sosia di Lachowski ( djkasdjlksjaslkd ) ma.. vabbé.

E' un capitolo di passaggio, lo so, e anche quello dopo forse lo sarà, ma come dire.. devo pur far capire a qualcuno cosa succede a questi qui! e.e

E poi, lungo il testo, ci stanno un po' di informazioni che io non trascurerei.

Beh, mi dileguo, vi lascio alle vostre belle faccende :D

   
 
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