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Autore: DreamKun    25/05/2012    5 recensioni
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I suoi capelli biondi dondolavano al vento e il suo vestitino bianco danzava.
Gli occhi chiari, invece, erano schizzati di inquietudine fin troppo evidente.
Era come se un'ombra incombesse sulla sua anima.
E forse aveva ragione.(dal Prologo)
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La Regina sorrise, un sorriso triste e spento.
Sembrava che tutto d'un colpo la vecchiaia l'avesse atterrita e piegata su se stessa.
Ora che la guardava meglio notava che sotto i suoi occhi si facevano strada due occhiaie e l'espressione del volto era tirato.
Chissà da quante notti non dormiva felice, forse tante quante lui.(dal Capitolo I)

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Solo una ciocca, ribelle, usciva dal cappuccio esibendo un colore rosso fuoco che poteva somigliare ad una fiammella che prendeva forma sul tessuto scuro del mantello.
Quasi si poteva chiamare residuo di vita, così diversa dall’immagine a cui apparteneva.(dal Capitolo II)

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Con un movimento lento si alzò, piegò leggermente le gambe e con una spinta si librò in volo soave. Sentire l’aria sferzarle la faccia la faceva sentire meglio.
E poi da lì, dal cielo tutto sembrava meno significativo, ti sentivi superiore e le preoccupazioni non ti raggiungevano.
Fece qualche capriola, poi si lanciò veloce sulla superficie del lago, la toccava con la mano mentre l’acqua si apriva al suo passaggio bagnandola con miriadi di schizzi freschi.
Si alzò di quota fino alle cime degli alberi e partì di nuovo alla volta del prato nell’attesa di toccare di nuovo la terraferma e potersi riposare.
Volava con gli occhi chiusi e un sorriso stampato sulla faccia.(dal Capitolo III)

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La vita era un circolo, un cerchio chiuso che prima o poi era destinato a riportarti al punto di partenza, era impossibile scappare da quel cerchio, quello era il destino e così sarebbe stato. Il Bene e il Male si sarebbero succeduti nell’eternità usando il Mondo come sfondo per la loro battaglia.(Dal Capitolo IV)
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le mille guglie del palazzo brillavano alla luce del sole, mille riflessi rilucevano come lucciole.
Il caldo era eccessivo, lassù. Il sole sembrava così vicino da poterlo toccare. Una volta ci aveva anche provato, se lo ricordava perfettamente. Era davvero piccola quel giorno.

La bambina si arrampica su una delle torri più alte del palazzo mentre voci preoccupate le urlano dal basso parole che lei non riconosce.
L'eccitazione di avere tutti quei poteri la aggredisce come un animale e lei non può che sottomettersi ed accettarla.
I suoi occhi sono puntati su quella palla di fuoco, dritta davanti a lei. Le mani sono tese in avanti e la bocca si muove a ritmo, recitando una litania in un'antica lingua, probabilmente elfico, che la bambina conosce a memoria.
Continua così, fino a quando non sente l'energia spingere per uscire dal suo corpo ed esibirsi nel cielo, pronuncia l'ultima parola, quasi la urla.
A quel punto una donna corre, corre fin sotto al palazzo e grida, ancora, grida ma lei non la sente, tanto è concentrata in quell'incantesimo che respinge il mondo che la circonda.
Una passerella semitrasparente si disegna nel cielo, si spinge in avanti quasi a voler sfidare gli dei, impercettibili presenze nella vita di ognuno, ancora e ancora verso il sole.
La bambina fa il primo passo, gli occhi puntati sulla palla di fuoco davanti a lei. Pensa davvero di poterla raggiungere, ne è sicura.
Si sente sicura anche mentre la passerella si rompe in mille pezzi che volano nel cielo come ballerine, volteggiano e poi svaniscono.
Lei precipita.
Si sente schiacciata dalla gravità e dall'aria.
Forse anche dalla consapevolezza di non avercela fatta.
La donna che prima urlava ora pronuncia parole, le urla e tende le mani in avanti.
Il volo della bambina diventa una dolce culla e lei, sorridente, atterra tra le mani della donna che ora tira un sospiro di sollievo.
«Annah non farlo mai più, capito?»
La bambina annuisce mentre guarda il cielo con sguardo di sfida.
“Prima o poi ci riuscirò”
Questo fu il suo messaggio silenzioso agli dei.
Una sfida.


Ora guarda di nuovo il cielo e si promette che non ci avrebbe mai più provato, perché in quel caso non ci sarebbe stata la Zia a salvarla, sarebbe stata sola con gli dei che ridevano.
Il suo sguardo si tuffa nello strapiombo che si fa strada proprio sotto al balcone a cui è appoggiata.
Sotto, il cielo, come sopra, ma quel cielo, di sotto, è punteggiato di mille creature che volano: draghi.
Lei li vede, ma loro non vedono lei.
Sotto ai suoi piedi c'è il mondo in cui ha sempre desiderato vivere, quello che non è composto solo di un pezzo di terra che galleggia nell'aria, quello composto da mari, montagne, colline, steppe, città....vita.

Lei non ha mai vissuto, è sempre stata in quella prigione silenziosa, che sua Zia chiamava Paradiso.
Lei la chiamerebbe proprio Prigione, invece.
Alla Zia, che si chiamava Antah, piaceva quel posto. Diceva che l'aveva creato lei per poterci vivere insieme, nella pace più assoluta...lontane dal male.
Ma il male più grande era nascosto in quella donna, quella che si chiamava Antah.
Si chiamava perché era morta, e sul letto di morte l'aveva guardata con occhi inniettati di sangue, gli occhi della bestia.
Quella donna era una sirena, una volta. Ma la magia proibita l'ha tramutata in una Bestia.
Aveva, certo, le sembianze di una donna, ma se pronunciava una formula proibita diventava una Bestia.
Aveva venduto il suo cuore all'oscurità e quindi era l'oscurità che l'aveva cresciuta.
Quella consapevolezza la turbava ogni notte e rendeva il suo sonno inquieto e coronato di incubi.
Nei suoi incubi era presente la Bestia che le sussurrava parole crudeli, ordini.

Aveva paura, perchè lei era un Oracolo, e l'Oracolo sapeva predire il futuro.
Certo, i suoi poteri erano ancora pochi, ma quegli incubi avevano un'ombra di verità fin troppo effettiva, aveva paura.
Sospirò e guardò di nuovo le maestose creature sotto di lei.

I suoi capelli biondi dondolavano al vento e il suo vestitino bianco danzava.
Gli occhi chiari, invece, erano schizzati di inquietudine fin troppo evidente.
Era come se un'ombra incombesse sulla sua anima.
E forse aveva ragione.

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Angolo dello scrittore.
Konnichiwa! Allora mi spiace di aver cambiato la trama, ma quella di prima mi sembrava fin troppo banale e pesante, magari non era così, ma ormai è fatto ;) Spero che vi piaccia, tra poco posto il primo capitolo che devo solo riguardare.

Dream
  
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