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Autore: Bethan Flynn    25/05/2012    2 recensioni
Non era possibile. Non poteva essere lui.
Non adesso che finalmente, dopo dieci anni, era riuscita se non a scrollarsi di dosso il peso di quella colpa che l’aveva sempre schiacciata, perlomeno a conviverci.
Howard Link. Il cognome c’era, i due nei pure, gli occhi grigi anche.
Non li aveva mai dimenticati, e non li avrebbe dimenticati mai.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Link, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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-Questo è Howard, Rei- disse sorridendo. Link cercò di stirare le labbra in qualcosa che somigliasse il più possibile ad un sorriso amichevole, ma la bimba continuò a guardarlo in cagnesco, le stelle in mezzo ai suoi occhi che la rendevano ancora più inquietante.
Gli metteva una tensione infernale, come se non bastasse quella della generale situazione in cui si trovava.
Rie sospirò, poi continuò a parlarle –Rei, Komui ha detto che dobbiamo partire assieme, io e te, fra un paio di giorni- la bambina si fece subito attenta –andiamo a cercare l’innocence, ti ho spiegato un po’ cos’è- negli occhi scuri balenò un luccichio di comprensione –però dobbiamo vedere se sai difenderti, altrimenti potrebbe essere un pericolo troppo grande per te- la ragazza si alzò e si girò verso Link.
-Adesso attaccaci. Con tutta la forza che hai- mormorò, sfoderando il pugnale.
Rei si alzò di scatto dal letto e si posizionò davanti a lei, gli occhi che brillavano di riflessi violacei.
-Ma sei impazzita? Non posso fare una cosa simile!- gridò lui, ma una radice gli afferrò un piede, stringendolo alla caviglia dolorosamente. Gli occhi di Rie erano due pezzi di ghiaccio, fermi, senza emettere alcuna emozione.
-Attaccaci, o giuro che ti stacco una gamba- sibilò. Link ne ebbe paura, una paura folle. Come ne aveva avuta in missione, come ne aveva avuta dieci anni prima.
La Rei che lui aveva conosciuto non sarebbe mai stata in grado di lanciare uno sguardo simile a chicchessia.
Sperò che a scatenare il suo cambiamento fosse stata la loro lontananza, perché in quel preciso istante giurò a se stesso che, se avesse scoperto che il motivo era quello, si sarebbe fatto ammazzare prima di perderla di nuovo.
Tirò fuori i talismani e attaccò.

Era un gigantesco azzardo, pensò Rie, ma appena vide la reazione della bambina alla sua evocazione seppe di aver fatto centro.
“Innocence, evocazione”.
Sentì la stella sul suo petto pulsare, mentre sulle spalle di Rei spuntavano due ali piumate, nere come la notte. Nelle manine stringeva un piccolo arco, con una freccia dalla punta a forma di stella.
-Attivazione dell’arma anti-akuma Black God- mormorò la bimba, incoccando la freccia. Rie sperò che la barriera di Link reggesse all’attacco, perché non aveva la più pallida idea di quanta forza potesse possedere.
Come evocata dai suoi pensieri, la voce della bambina la istruì –sono la tua innocence. Sei tu che devi imprimere forza al mio attacco- mormorò.
-Che effetti ha?- chiese, tesa. Non sapeva neppure se era in grado di controllarla, tutta quella situazione le stava decisamente sfuggendo di mano, e il suo cervello ancora si rifiutava di credere veramente che quella bambina fosse solo un’arma.
-Gli akuma, li uccide. L’innocence di Black God agisce nei loro corpi come il loro virus nei nostri- disse –e può risucchiare il virus dagli umani- il suo sguardo era irreale, serio e vuoto.
Rie fermò d’impulso l’evocazione e ali, frecce ed arco sparirono. Rei rimase in piedi, fissandola.

-L’innocence di cui sei compatibile era la sua, un tempo- la voce di Komui fece sussultare tutti e tre.
Quando era entrato? Ma il supervisore non sembrò alterato dal trovarli lì.
Rie alzò la testa di scatto –che cosa vuol dire?- un presentimento si stava affacciando alla sua mente.
-Questa bambina, Rei Takeshi, era stata identificata da Heb anni fa come compatibile del cubo d’innocence che è entrato in risonanza con i tuoi- spiegò il supervisore –fu trasformata in akuma prima di potersi fondere con la materia sacra. Per questo non l'abbiamo mai trovata- Rie lo guardò sbigottita –vuoi dire che l’innocence ha fatto tutto da sola?- chiese quasi gridando. Se continuavano a dirle cose del genere, le sarebbe venuta una crisi isterica.
-Si. L’innocence ha, per la prima volta nella storia, riportato in vita un compatibile tramite i poteri di un altro- enunciò il cinese –posso solo ipotizzare che sia stata scelta tu- continuò, scorgendo la muta domanda negli occhi della ragazza –perché hai indubbiamente un potere straordinario di compatibilità con l’innocence. Mai prima d’ora, quasi mai- aggiunse, rimanendo pensieroso per un momento -un esorcista era riuscito a sopportare più di due armi- concluse –l’innocence vi ha scelte. Potete solo accettare la vostra missione-.
-Io sono solo la tua arma anti-akuma, nient’altro- disse Rei, parlando per la prima volta –obbedisco soltanto a te e combatto solo se tu mantieni l’invocazione attivata. Quando il cuore sarà trovato e attivato, io sparirò come tutte le altre armi- mormorò. Rie la fissò sbalordita, così come Link. Komui, invece, sospirò –è così, purtroppo. Il corpo di Rei Takeshi è polvere da molti anni, ormai. Questa è solo l’anima che tu hai salvato, animata dall’innocence. Impara a considerarla come tale-.
-Come faccio?- la voce di Rie conteneva a stento la rabbia e la frustrazione. Tre paia di occhi si girarono a guardarla.
-Come accidenti faccio a considerarla un’arma, un oggetto inanimato?- la sua voce salì di un paio di ottave –doveva essere morta, morta! E l’innocence l’ha riportata in vita! Si può sapere come accidenti fai a prenderla così alla leggera?- Komui aprì la bocca per replicare, ma la ragazza era un fiume in piena –mi rifiuto di pensare di essere in grado di fare un’altra volta una cosa del genere!- gridò, poi corse fuori dalla stanza, incurante delle grida di Link e Komui che la richiamavano.

Corse a perdifiato su per le rampe di scale, alla cieca, senza sapere dove diavolo andare.
Un’arma anti-akuma.
Una bambina, morta anni fa.
Peggio di Grave of Maria. Perlomeno, Cross non aveva la sensazione di averla resuscitata, di averla strappata alla pace eterna.
Maria non parlava, non dialogava, Rei si. Il suo colore preferito era il blu e le piaceva il ramen. Disegnava, giocava.
Come poteva considerarla solo un’arma?
Ansimò, spalancando la porta della propria stanza e sbattendosela alle spalle. Poi vi si appoggiò sopra e scivolò lentamente fino a terra, appoggiando la fronte sulle ginocchia.

---

A cena parlarono tutti poco. Link mangiava in silenzio accanto ad Allen, come al solito, ma fra i membri del gruppo strideva la mancanza di Rie, che negli ultimi tempi era diventata una presenza fissa.
-Ehi, ma Rie che fine ha fatto?- Lavi mise bocca alla domanda di tutti. Il biondo trattenne il fiato, finchè non si rilassò sentendo la risposta di Linalee.
-Mio fratello ha detto che si è sentita poco bene- disse –penso sia stato a causa di Rei- aggiunse poi a voce bassa, piluccando svogliatamente il riso.
Tutti tacquero per qualche istante, lasciando libero campo al tintinnare delle posate e dei piatti.
-Non dev’essere piacevole, pensare di poter resuscitare qualcuno- mormorò Lavi soprappensiero –non so, io me ne sentirei schiacciato-.
Linalee sospirò –immagino che è quello che succederebbe a chiunque, e che sia quello che le sta succedendo. Ma Rie non l’ha resuscitata- a queste parole, tutte le teste del gruppetto di esorcisti si volsero verso di lei. Erano tutti ansiosi di saperne di più su quella strana bambina.
-Mio fratello mi ha spiegato che Rei era una compatibile dell’innocence che si è innestata nel corpo di Rie- iniziò la ragazza –è un fenomeno senza precedenti, ma evidentemente quel frammento ha due compatibili. Deve aver avvertito la presenza di Rei sotto forma di akuma, e allora ha cercato l’altro suo compatibile per poter essere attivato- spiegò. Le facce erano una più confusa dell’altra; la cinese sospirò –non ho capito molto bene neanch’io, ciò che è chiaro è che Rei non è resuscitata, quella è solo la sua anima a cui l’innocence ha dato forma corporea, per poter combattere al fianco di Rie, che adesso è la compatibile principale-.
-Quindi, non dovrebbe accadere di nuovo, no?- chiese Allen. La mora fece cenno di no col capo –a meno che non vi sia un terzo compatibile, cosa che spero non sia possibile- rispose.
-Ma allora dov’è il problema? Che cos’ha Rie contro quest’eventualità?- chiese Lavi –non l’ha resuscitata, ha fatto tutto l’innocence, tolto il fatto che è il primo cubo che abbia due compatibili, dovrebbe essere tutto come al solito, no? Anzi, ha pure portato via l’anima dalla sofferenza dell’essere incatenata all’akuma-
-Ma certo. L’hai mai vista quella bambina, tu, Bookman Junior?- la voce secca e sarcastica di Link fece trasalire tutta la tavola. Nessuno si era aspettato un suo intervento nella discussione.
-Si comporta come un essere umano, quando l’evocazione non è attivata. Non avresti un po’ di remore a spedire una bambina sui nostri campi di battaglia?- chiese acido –senza contare il fatto che Rei risponde ed obbedisce soltanto a Rie, in quanto compatibile, quindi c’è il grosso rischio che Rie si affezioni a lei molto di più di quanto chiunque farebbe con un’arma anti-akuma normale- concluse, ma Lavi ancora non colse il problema.
-E che c’è di male?-
-C’è di male che quando, se mai potrà succedere, troveremo il Cuore, Rei sparirà come tutte le altre armi anti-akuma, come ogni altro blocco d’innocence- Link sospirò irritato: possibile che fosse davvero così ottuso?
Era ovvio che, se Rie non si fosse saputa controllare, sarebbe stato quasi come perdere una figlia. L’innocence stabiliva connessioni molto più profonde di quanto tutti loro potessero sapere.
Nessuno disse più niente, sorpresi com’erano dall’arringa dell’ispettore, sempre così tranquillo e pacato, finchè Allen non fece l’ennesima domanda infelice di quella giornata.
-Link, ma tu e Rie vi conoscete?-
Al biondo andò bruscamente di traverso il tè che stava bevendo a piccoli sorsi. Quando si fu ripreso, si alzò da tavola con un secco –non sono cose che riguardano né te, né chiunque seduto a questa tavola, Walker. Adesso mi ritiro, sono stanco- detto questo si precipitò fuori dalla mensa senza salutare nessuno.
-Che serata storta!- esclamò Crowley, che aveva seguito in silenzio l’intera discussione.
Tutti non poterono che assentire.



Note dell'Autrice:

Oooook, ecco un altro capitolo semi-inutile. Chiedo perdono per questa mancanza d'azione, stiate pur certi che recupererò con gli interessi!
Scusare la fretta immensa, grazie a rose princess per il commento (meno male che commenti tu, altrimenti mi verrebbe una depressione..! *__*), e alla prossima!!

Baci

Bethan
   
 
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