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Autore: Katherine percy    25/05/2012    2 recensioni
La storia parla di due ragazzi,cosi diversi,ma cosi uguali in questa loro storia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Katherine:

 “Ciao papà” salutai mio padre dopo esser salita in macchina. Arrivammo a casa e vidi che nel vialetto vi era una macchina. Di chi era? Entrai in casa e sentì la voce di mia madre, la seguì. Entrai in cucina.

“Ciao tesoro, come è andata a scuola? mi chiese mia madre. Io risposi “Come al solito, mamma chi è questa gente?” chiesi io indicando con lo sguardo una signora accompagnata da un signore.

“Kate non esser scortese. Loro sono i tuoi nonni. Non li hai mai visti perché abitavano lontani.”

Non provavo nulla per loro, perché dovrebbe importarmi ora? Perché pensavano che mi potesse interessare?

Salve. Scusate ma devo andare a studiare” dissi io, fregandomene dello sguardo acido della mamma.

Salii su in camera, mi chiusi la porta alle spalle e mi abbandonai al mondo della musica, infilandomi le cuffie alle orecchie. Che bell’accordo dissonante di un’orchestra formata dal Tum tum, tum tum del mio cuore e dalla musica pompata al massimo dentro le mie orecchie. Mi addormentai. Non volli più risvegliarmi, ma dovetti farlo l’indomani per un nuovo giorno di scuola. Che stess, per l’appunto.

 

 Michael:

Non era male, il lavoro. Solo un po’ pesante ma non era male. Avevo già conosciuto la figlia del capo, carina ma non fa per me anche se è meglio tenersela nelle grazie, no? Il mio migliore amico doveva venirmi a prendere proprio adesso alle tre del pomeriggio, ma evidentemente mi aveva dato buca, chissà il perché.

Non avevo la macchina, stamattina usai il bus quindi me la feci a piedi.

“Ciao mamma, sono a casa” urlai aspettando una risposta. Paul, il mio gatto nero, mi venne incontro e mi si strusciò sulla gamba, come al solito. Lo accarezzai e poi vidi mia madre, mi diede un bacio sulla nuca e mi chiese “Allora?! Come è andato il primo giorno di lavoro, Michael ? Dai, sono curiosa!”sembrava più elettrizzata lei di me ma gli dissi soltanto “Oh, niente di che Carrie. Mi hanno  presentato ai miei futuri colleghi ,e il capo Chris mi ha presentato sua figlia. Ora vado a suonare un po’.” Mia madre rimase sulla soglia della porta, evidentemente un po’ delusa ma non mi fece né caldo né freddo. Continuai per il corridoio entrai in camera mia, posai cellulare e chiavi di casa e mi abbandonai alla musica che facevo produrre dalla chitarra elettrica.

 

 

 

  
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