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Autore: Portos    26/05/2012    2 recensioni
Scusate la ripubblicazione del testo, ma ne aveva bisogno. Comunque qui i Queen danno il meglio di sé, come matti...
Genere: Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10: Persi nelle tenebre

 

Quella mattina bisognava finire assolutamente terminare la canzone di John, la straziante One Year of love, con Steve Gregory, un famoso saxofonista per la parte di canzone.

“Freddie cos'è quel cumulo di fazzoletti?”

Bella domanda.

Ratty guardava meravigliato la pila di fazzoletti usati gettati nel cestino.

“No, solo che questa canzone...bohooo!”

Freddie si metteva a piangere, asciugarsi le lacrime e infine soffiarsi il naso.

John sbuffava.

“Scusa Deaky non potevi scrivere qualcosa d'altro?”

“Mi è venuta così...quella storia d'amore così tragica”

“Bah, a me sembra uno che abbia passato la notte in bianco con la fidanzata” commentò Freddie tirando su con il naso.

“Cretino! É una storia di amore non in quel senso!”

“Doppisensi, doppisensi”

“Bah”

“Ha ragione...dovresti usare meno doppisensi” intervenne Brian con un largo ghigno.

“Questo è uno di quei tipi che passa le notti sui terrazzi come i gatti a guardar la lunaaa!” cantilenò Freddie.

“Al lavoro!”

“A proposito Roger?”
“La suora? Sarà in giro...da qualche parte”

Freddie si immaginò Roger travestito da suora che ammiccava e sporgeva le labbra in un bacio.

“Perché la chiami la suora?”
“Gli è preso la mania delle barzellette sulle suore” rispose Brian.

“Secondo voi come starebbe vestito Roger da suora?”
Brian sentì i ricci diventare spaghetti, Steve sulla soglia rimase impietrito e John guardò Freddie come se fosse Alien in persona in procinto di staccargli la testa.

Per fortuna, il resto passò tutto liscio. O quasi.

Freddie perdeva il filo continuando ad immaginarsi Rog vestito da suora, John perdeva ogni secondo di più la pazienza, Brian oziava trascorrendo ore al bar e Rog non sospettava di essere una suora mancata.

 

Dopo un lungo viaggio in aereo, lasciata la tranquilla Monaco, per rivedere la nebbiosa Londra...

 

Freddie si stropicciò gli occhi.

Si stava quasi addormentando dalla noia, avrebbe potuto tranquillamente addormentarsi nella comoda limousine.

Diede un'occhiata a John il quale dormiva profondamente. Con la schiena rilassata contro il sedile, a braccia incrociate.

Tutto sommato era l'ideale come compagno di viaggio, era sempre così tranquillo, manco fosse cascato il mondo, lui non si sarebbe scomposto più di tanto.

Doveva ancora mancare ancora del tempo all'arrivo, pensò il cantante guardando fuori dal finestrino.

Il paesaggio scorreva via velocemente.

 

“Ma perché non potevo capitare con una biondona svedese, piuttosto che te?”

Brian accartocciò il foglio di carta, desiderando di cacciarlo in bocca a Roger, per farlo definitivamente tacere.

“Chiudi quel becco, ti prego”

“Ho detto solo della bionda tanto per parlare” rispose Roger con una stretta di spalle.

Brian si portò una mano alla fronte. Sperò che il viaggio durasse poco, così avrebbe scaricato quella

roba petulante bionda, peggio di una moglie.

“Uffa...”

Roger si mise una mano sotto al mento.

Brian lo ignorò. Sperando che il suo cattivo umore, passasse all'arrivo.

 

Trascorse ancora una lunga interminabile mezz'ora.

John si svegliò di soprassalto. Sbatté le palpebre, realizzando di essere ancora in viaggio.

“Freddie?”
“Sì, caro?” fece l'altro.

“Siamo in viaggio?”
“Siamo quasi arrivati, ancora dieci minuti” annunciò Derek l'autista, non appena sentì la domanda.

Deaks cacciò uno sbadiglio.

“Sonno, eh?”
“Figurati...sta notte uno dei bambini non è stato bene, io e Veronica siamo rimasti svegli per un bel po' di ore”

Freddie sorrise.

“E adesso?”
“Sta bene, sono ragazzi”

“Beato te, mio caro...”
“Scusa tu hai tutti quei gatti, Jim che ti tengono compagnia...che vuoi di più?” esclamò il bassista.
“John non sono un pensionato di 80 anni” disse Freddie laconico.

“Come non detto”

“Già, ti pare che un uomo di ottanta e passa, possa correre a destra e manca?”

“No” rise John.

Freddie si strinse nelle spalle.

“Come credi che sarà il posto?” domandò Freddie.
“Boh”

 

“E allora quella alza gli occhi al cielo e dice: “Porca put...”

“Davvero divertente, ma perché racconti quel tipo di barzellette, se prima ti hanno dato della suora?”

Roger lo fulminò con un'occhiataccia.

“Sappi che c'è anche una barzelletta sui chitarristi riccioluti come te, sai come fa..?”
“Non me ne frega un cazzo!” strillò Brian.

Roger la raccontò lo stesso, ma risulto talmente stupida, che non avrebbe fatto ridere neanche un pollo.

“Io non sono così! Cretino intergalattico!”

“Scemo a cespuglio!”

Il povero autista pensò che avrebbe fatto meglio a prendersi una bella vacanza, non dallo psichiatrica ma alle Bahamas, di corsa.

Di sicuro sentire due uomini adulti litigare come bambinetti delle elementari non era proprio giornata.

 

Arrivarono verso le dieci del mattino.

Il teatro, sorgeva in mezzo a vecchi edifici abbandonati, ma non molto distante dalle abitazioni.

Si trattava un edificio a due piani di forma circolare color bianco in stile vittoriano, dalle numerose finestre ad arco, una grossa “griglia” semi circolare faceva risaltare la scritta “Playhouse” dava un certo senso di inquietudine davanti ad una piccola piazzola composta da san pietrini. Un grosso portone di legno annunciava l'ingresso, ora aperto.

Per lo meno era piuttosto isolato così da permettere di girare il video senza troppe orecchie e occhi indiscreti.

Dave li stava aspettando.

Quasi tutta la troupe era radunata lì insieme ai roadies che stavano scaricando la roba, il regista che dava istruzioni.

Phoebe, anche lui lì guardava l'edificio pensieroso.

I quattro arrivarono, poco dopo.

“Ciao ragazzi” disse Dave raggiungendoli.
“Ciao”

“Il posto è lugubre, Dave caro...” disse Freddie deglutendo a vuoto.

“Un po'”
“Che figata! Sembra uno di quelli di Egdar Alla Poe” esclamò John entusiasta.

Freddie, Brian, Roger, Dave e Phoebe rabbrividirono a quelle parole.

Quali oscuri segreti custodiva il bassista?

“Ti piace un posto del genere Deaky?” domandò Roger spaventato.

“Guarda che spaventi il mio povero amore!” trillò Freddie, sbattendo le palpebre.

“Vaffanculo!” rispose o quasi urlò il poveretto.

“Che razza di passatempi avete?” domandò Dave di nuovo.

“Lascia perdere...”
“Scusa ma voi due...?”
“NOO!” urlarono Roger e Freddie in coro. Facendo voltare parecchie teste.

“Ma che avete capito?! Perché vi date dei soprannomi così stupidi?”

“Questo coglione, non fa altro che tormentarmi! Amore, qui amore là che palle!” si lamentò Roger all'ennesima volta.

“Eh be'”

“Povero amore” rise Freddie.

“Chiudi quella boccaccia!”

Brian e John si scambiarono un'occhiata divertita.

“Di sicuro Edgar, ci avrebbe scritto un romanzo” commentò un John, come un bambino con i giocattoli sotto l'albero di Natale. A parte occhiatine inquiete ovviamente.

“Di' ma non è chi ti stai gasando troppo?” lo stuzzicò Brian.

“Mi stai pigliando per il culo?”

“No”
“Sarà meglio per te...” lo minacciò John, alzando un sopracciglio.

Brian lo ignorò.

“Perché non entriamo?” fece Freddie annoiato. Non aveva fatto molti chilometri per sentire un sacco di scempiaggini.

L'aria prese a soffiare, sollevando le foglie secche del cortile lastricato di san pietrini e scompigliando i capelli dei presenti ed un qualcosa di simile, ad un lungo, straziante ululato si levò nel vento.

Ma non si seppe con chiarezza se provenisse da una delle finestre o fosse semplicemente l'aria...troppo forte?

Il silenzio calò. Solo dopo cinque minuti si riprese a lavorare.

Roger e Freddie si andarono a nascondere dietro a Brian, essendo il primo nascondiglio da trovare.

Phoebe lanciò un'occhiata di nascosto a Trip e Mack, poco lontano, che fissavano l'edificio e stavano mormorando qualcosa tra loro.

Per caso, non stavano progettando qualcosa?

Si potevano vagliare diverse possibilità, la prima si erano spaventati, secondo non stavano combinando nulla o terzo si stavano organizzando qualcosa lì sul posto?

Freddie e Roger si sporsero un po' per vedere, se era tutto finito.

“Che ste combinando là dietro?” chiese Dave ridacchiando.

“Ci siamo nascosti, cosa diavolo era?” domandò di rimando Roger tremando con una foglia.

“Ma voi due...?”
“Noo! Dave cosa diavolo stai pensando?” disse Freddie sinceramente scandalizzato.

“No! Siete due fifoni!”
“Infatti” convenne Brian scostandosi. E ai due non rimase che rimettersi in piedi.

John li osservava chiuso nel suo solito silenzio. Forse un po' troppo silenzioso.

“Ma cosa era quell'affare?” disse Fred, con il cuore a mille...non di sicuro un Cuor di leone!
“Urlo” lo corresse Roger.
“A me sembrava il vento...” disse John in tono tranquillo.

Freddie e Roger si scambiarono uno sguardo, quando John faceva così era più terrificante lui di un qualsiasi fantasma.

Brian, come al solito, faceva finta di niente.

“Non lo so...be' non perdiamo tempo gente al lavoro!” esclamò Dave sfregandosi le mani.

 

Nota autore: Bene. Siamo cattivi eh? A presto Portos...

Povero regista. Ne succederanno altre, spero che vi divertiate...eh, eh, eh...ora ci sarà qualche altra sorpresina...eh, eh...


 

  
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