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Autore: visbs88    26/05/2012    2 recensioni
Tre pairing yaoi. Cinquanta frasi per ognuno, gemme piene di sentimenti diversi che cercheranno di esplorare diverse facce dell’amore.
1) ~Naraku/Sesshomaru.
#16. Stelle.
«Avremo tanto potere da dominare la terra, il cielo, e quelle stelle che ora ci guardano come fossero nostre signore; se saremo insieme in battaglia come in amore, Sesshomaru-sama, nessuno potrà fermarci».
2) ~Koga/Ginta.
#01. Angelo.
Hakkaku gli aveva chiesto, una volta, se credeva nell’esistenza di esseri chiamati angeli; Ginta non aveva saputo rispondere, ma più osservava Koga più si convinceva che almeno uno ce ne dovesse essere, al mondo.
3) ~Renkotsu/Suikotsu.
#17. Delirio.
Temeva il dottore molto più di prima, adesso: aveva paura di perdere tutti i ricordi del suo amore per Renkotsu in uno dei suoi deliri.
[Raccolta scritta per la community di LiveJournal 1frase]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Koga, Naraku, Renkotsu, Sesshoumaru, Suikotsu | Coppie: Naraku/Sesshomaru
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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GEMME DI SANGUE E D’INCERTEZZE

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Titolo capitolo: Gemme di sangue e d’incertezze.
Set: Gamma.
Pairing: Renkotsu/Suikotsu.
Rating: Giallo/14+, solo in un paio di frasi si sfiora l’arancione.
Generi: Introspettivo, Malinconico, Drammatico.
Avvertimenti: AU, Yaoi. Alcune frasi sono Missing Moment e in una sola è presente un Lime.

 
Buona lettura.
 
#01. Sonno.
Suikotsu parlava spesso nel sonno: alternava maledizioni a parole gentili, imprecazioni a richieste d’aiuto, come se nei sogni la battaglia fra le sue due anime si facesse più ardua che mai; una notte però rimase in silenzio a lungo prima di pronunciare piano un unico nome, quello della persona che occupava i suoi pensieri abbastanza da distrarlo dalla sua sofferenza interiore: in una parola, quello di Renkotsu.
 
#02. Treno. (AU)
Non sopportava più i propri sbalzi d’umore, i suoi nervi erano stanchi e ormai sapeva quanto il suo problema fosse grave: ogni volta che doveva prendere il treno per recarsi a lavoro si domandava se non fosse il caso di gettarsi sui binari e farla finita; per fortuna, accanto a lui c’era sempre Renkotsu che lo teneva per mano con fermezza, facendogli passare la voglia di compiere qualsiasi follia.
 
#03. Fermata. (AU)
Fermata dopo fermata, Suikotsu guardava dal finestrino del treno il paesaggio correre davanti ai suoi occhi, e pensava al fatto che senza Renkotsu anche la sua vita sarebbe scivolata via da lui, rapida ed inesorabile, senza che non potesse fare altro che guardare.
 
#04. Ora.
Riflettendo rapidamente, Renkotsu era giunto alla conclusione che gli altri avrebbero impiegato un’ora al massimo per cercare qualcosa da mangiare; un’ora che nella sua fantasia avrebbe dovuto impiegare per baciare Suikotsu senza smettere un secondo, ma che nella realtà sarebbe trascorsa lentamente mentre lui lo osservava lucidarsi gli artigli, incapace di confessargli l’amore che provava nei suoi confronti.
 
#05. Ritornello.
Gli sembrava di aver udito mille volte quel ritornello: le voci monotone del primo fratello e del principe di turno che contrattavano, e le camere per la notte assegnate sempre allo stesso modo –Bankotsu e Jakotsu vicini, e lui nella camera a fianco di quella di Renkotsu a torturarsi perché non poteva abbattere quel muro che li separava.
 
#06. Cambiare.
Si domandava se Renkotsu sarebbe mai cambiato, diventando più aperto, meno schivo, meno riflessivo; sebbene si fosse innamorato di lui per quel che era, rimaneva davvero difficile provare a capire cosa provasse l’altro nei suoi confronti, e quel dubbio era per Suikotsu una tortura.
 
#07. Pietra.
Quel macigno era abbastanza grosso da permettere loro di sedersi schiena contro schiena sopra di esso mentre anche tutti gli altri riposavano; Renkotsu si domandava se Suikotsu riuscisse a sentire il suo cuore, che batteva molto più forte del normale.
 
#08. Rugiada.
Renkotsu si chinò e accarezzò il prato ricoperto di rugiada, bagnandosi le dita e immaginando quanto bello sarebbe stato fare l’amore con Suikotsu lì, su quell’erba umida e morbida.
 
#09. Vento.
Il vento gli portava ancora l’odore del sangue del campo di battaglia che avevano da poco lasciato, e Suikotsu si chiese come diavolo avesse potuto la sua parte più malvagia innamorarsi: Renkotsu aveva compiuto su di lui un incantesimo davvero strano.
 
#10. Sentimento.
Con una risata, Bankotsu gli mise un braccio attorno alle spalle; un tempo Renkotsu aveva creduto di poter provare nei confronti di un compagno solo quel sentimento di fratellanza che lo legava al primo fratello, ma ora ogni volta che guardava Suikotsu si diceva di essere stato immensamente stupido nell’aver pensato una cosa del genere.
 
#11. Strappo.
Nella notte Renkotsu udì strani rumori, si alzò e si avviò tra gli alberi per scoprire da dove provenissero: con un tuffo al cuore trovò, rannicchiato per terra con il kimono strappato ed una smorfia sul viso, Suikotsu, che gli disse con una risata forzata che il dottore quella sera aveva deciso di fare i capricci.
 
#12. Desiderio.
Il petto di Suikotsu era quasi nudo: Renkotsu se ne rese conto solo quando aiutò il compagno ad alzarsi; si guardarono negli occhi per un tempo che parve infinito, quindi, soddisfacendo per la prima volta quel desiderio che ardeva nei loro cuori, si baciarono.
 
#13. Acqua.
Confuso, quasi tremante, Renkotsu raggiunse un ruscello che attraversava il bosco ed iniziò a lavarsi: le prove di ciò che era appena accaduto andavano cancellate, ma era felice di sapere che quell’acqua non avrebbe mai potuto rimuovere dal suo cuore il ricordo della sua prima notte d’amore con Suikotsu.
 
#14. Favola.
Due giorni dopo, la Squadra dei Sette sterminò un esercito, quasi che la vita volesse ricordare a Suikotsu e a Renkotsu che quella che stavano vivendo non era una favola, benché lo sembrasse; in fondo, comunque, era meglio così: la parola “avventura” suonava molto meglio.
 
#15. Premio.
Soldi, donne, banchetti non significavano più nulla: il premio che più ambivano dopo un massacro ormai era una lunga notte lontani dai compagni.
 
#16. Regno.
Suikotsu guardava un po’ annoiato Renkotsu discutere con Bankotsu sul prossimo regno in cui andare, il prossimo principe da servire, e si domandava quale differenza potesse fare essere in una terra o in un’altra: a lui bastava uccidere e avere Renkotsu al proprio fianco.
 
#17. Delirio.
Temeva il dottore molto più di prima, adesso: aveva paura di perdere tutti i ricordi del suo amore per Renkotsu in uno dei suoi deliri.
 
#18. Rana.
Quando la notte lui e Suikotsu si distendevano ancora nudi sull’erba guardando il cielo, anche solo il gracidio di una rana bastava a far sussultare Renkotsu, a far battere il suo cuore all’impazzata: la paura che gli altri li scoprissero era più grande che mai.
 
#19. Fratello.
«Se penso la parola “fratello” riferita a te, Suikotsu, mi sembra molto più bella di quando la uso per chiamare Bankotsu… lui non mi sarà mai vicino quanto lo sei tu».
 
#20. Profumo.
Non seppe resistere: afferrò uno dei suoi guanti con gli artigli, e sotto lo sguardo attonito di Renkotsu usò le lame affilate per graffiargli un braccio; il profumo del sangue sulla pelle del suo amato mentre si rivelò, come aveva previsto, semplicemente inebriante.
 
#21. Essere.
«Spesso mi domando chi diavolo io sia, Renkotsu… non mi sento nemmeno un vero uomo; la cosa più umana che ho è l’amore che provo per te».
 
#22. Ritmo.
Il battito frenetico dei loro cuori sembrava scandire il ritmo delle spinte di Suikotsu, che affondava sempre più in Renkotsu, sempre più velocemente, sempre più vicino all’apice del piacere che suggellava tutte le loro unioni.
 
#23. Garanzia.
Sapere di avere davvero una persona legata a lui da un sentimento tanto profondo quanto l’amore riempiva il cuore di Renkotsu di sollievo ogni volta che rifletteva sul fatto che forse la Squadra dei Sette esisteva più per opportunismo che per legami veri, almeno per quanto riguardava alcuni suoi componenti.
 
#24. Proiettile. (AU)
«No, idiota, sono un pediatra, non un chirurgo, e non avrei la più pallida idea di come estrarti dal corpo un proiettile senza causarti seri danni… o forse ci proverei lo stesso, chissà; grazie alla disperazione mi potrebbe venire un lampo d’ispirazione sulla base delle conoscenze che ho, in caso tu fossi in pericolo di vita».
 
#25. Tentativo. (AU)
«Mi fa piacere sapere che almeno un tentativo lo faresti… ciò rende anche più credibili tutte le tue dichiarazioni d’amore imperituro, non pensi?».
 
#26. Amanti.
Renkotsu faceva sempre più fatica a mantenere il loro segreto: ogni volta che guardava Suikotsu gli venivano in mente tutte le notti trascorse insieme da amanti, ogni dettaglio del corpo nudo e sudato dell’altro, e sapeva bene che così distratto il rischio di farsi scappare un gesto o una parola di troppo diventava grandissimo.
 
 #27. Segnale.
Ormai aveva imparato ad interpretare certi sguardi eloquenti e quasi maliziosi di Suikotsu come un chiaro segnale: quella notte, si sarebbero divertiti ancor più che la precedente.
 
#28. Bandiera.
Assistette ad una scena interessante, strana: un soldato piangeva, implorando pietà e mostrando un fazzoletto bianco come una bandiera per segnalare la resa; Suikotsu, il più vicino, gli trafisse il petto con gli artigli senza la minima esitazione, quindi si voltò verso di lui, Renkotsu, e si lasciò sfuggire un sorriso divertito e quasi dolce.
 
#29. Stupidità.
Stupido, stupido Bankotsu, stupidi tutti loro, stupida Squadra dei Sette… solo degli idioti avrebbero potuto cadere in una trappola simile, pensò Renkotsu correndo a fianco di Suikotsu e trattenendosi dall’impulso di prenderlo per mano; la neve iniziò a scendere lenta dal cielo.
 
#30. Schiaffo.
Con un grido di rabbia, Suikotsu sfregiò orribilmente il volto di un nemico, abbattendo su di lui la propria mano come per dargli uno schiaffo: non riusciva più a combattere come suo solito, non con la consapevolezza nel cuore che Renkotsu a pochi metri da lui stava lottando per una vita che era destinato a perdere.
 
#31. Accendere.
Renkotsu riuscì ad accedere una granata, a scagliarla contro l’esercito che li braccava; nel suo cervello balenò l’idea di rimanere lì, fermo, a rallentare il nemico pur sapendo che prima o poi ne sarebbe stato travolto: tutto, pur di dare a Suikotsu una possibilità in più per scappare.
 
#32. Velocità.
Successe in un attimo, ma a Renkotsu parve che tutto fosse incredibilmente lento: Suikotsu cadde trafitto da più lance di fronte a lui, lui urlò, anche lui venne colpito… tutto finì.
 
#33. Collo.
Era ancora molto confuso, ma una cosa la capiva bene: se Bankotsu non si fosse sbrigato a mettere nel collo di Suikotsu uno di quei dannati frammenti di cristallo dimostrandogli che davvero poteva riportarlo in vita, sarebbe impazzito.
 
#34. Meraviglia.
C’era chi era meravigliato, chi seccato, chi palesemente divertito dalla fuga di Suikotsu e dal fatto che il suo lato buono avesse preso il sopravvento per qualche strana ragione, ma Renkotsu ne era solo terribilmente scosso e addolorato.
 
#35. Bambini.
Non ricordava di essere mai stato più felice di così, circondato dai bambini e dai loro volti allegri e innocenti; tuttavia qualcosa gli sussurrava che aveva amato qualcuno molto più di quei mocciosi –perché li chiamava così?–, qualcuno che gli mancava, qualcuno che non riusciva a ricordare bene…
 
#36. Eclissi.
Era tormentato dagli incubi: quando quelle persone arrivavano, il sole veniva oscurato, tutto era morte, buio e disperazione, ma… il suo cuore era felice: tra di loro c’era qualcuno di importante, qualcuno che rivoleva accanto a sé, qualcuno di malvagio che aveva amato con tutto se stesso… con tutto l’altro se stesso.
 
#37. Stranezza.
Se fosse partito alla disperata ricerca di Suikotsu agli altri sarebbe parso troppo insolito; così era costretto ad aspettare i loro comodi, e intanto tentava di uccidere i nemici di quel Naraku… se non altro, provava a dirsi per confortarsi, quello era un modo per impedire loro di fare del male a Suikotsu, ovunque lui si trovasse.
 
#38. Orrore.
Il sollievo per aver trovato Suikotsu fu presto sostituito da un moto d’orrore e di rabbia insieme mentre guardava la spada di Jakotsu ferirlo profondamente alla schiena: se quel dannato idiota l’avesse ucciso, non l’avrebbe mai perdonato.
 
#39. Miseria.
Il principe non si era certo ridotto a vivere in miseria, pensarono entrambi stizziti; ora che erano finalmente insieme, l’idea di vendicarsi distruggendo l’intera reggia di colui che aveva ordinato la loro esecuzione era molto più invitante.
 
#40. Luce.
La luce del sole faceva scintillare le armi della Squadra dei Sette e dei loro avversari; prima di iniziare il combattimento, Renkotsu si chiese trattenendo una smorfia se almeno durante la notte sarebbe riuscito a rimanere solo con Suikotsu lontano da tutti: aveva ucciso, ora anche l’altro suo desiderio più profondo andava soddisfatto.
 
#41. Fine.
Aveva deciso di non parlare a Suikotsu del suo desiderio di impossessarsi di più frammenti di Sfera possibile, e anche di non consegnargliene nessuno: Bankotsu era sospettoso e pericoloso, era inutile rischiare di condurre Suikotsu ad una fine che non meritava; almeno per il momento, non doveva saperne nulla.
 
#42. Illuminare.
Ricordava con rimpianto i giorni della sua vita precedente illuminati dai baci di Suikotsu e dalla sua semplice presenza, perché ormai riusciva a vedere solo il nero della propria paura di morire e dell’astio che coltivava verso Bankotsu, che ancora una volta li aveva spediti contro due nemici diversi… ancora una volta li teneva divisi.
 
#43. Richiesta.
Per un attimo accarezzò la folle idea di contraddire Bankotsu, di chiedergli di andare con Suikotsu a combattere quel Sesshomaru al posto di Jakotsu, ma la soffocò; in fondo Suikotsu era forte, le possibilità che morisse basse: non c’era nulla da temere.
 
#44. Cristallo.
Il dolore per poco non gli spezzò il cuore, ma la rabbia riuscì a ricordargli che aveva qualcosa da nascondere e che non poteva fare passi falsi di fronte a Bankotsu, a quel bastardo che non soffriva per la morte di Suikotsu, no, che bramava solo la scheggia di cristallo che prima era stata nel suo collo e che ora di certo era tra le mani di Jakotsu...
 
#45. Incubo.
La sua seconda vita, la sua seconda opportunità si stava rivelando un incubo: Jakotsu se ne stava lì a blaterale, tranquillo e spensierato come se nessun loro compagno fosse morto, aveva consegnato il frammento di Suikotsu a Bankotsu senza nemmeno rifletterci, e Renkotsu impazziva dal dolore, dalla rabbia e da un desiderio incontrollabile di vendetta, pur non sapendo di chi fosse la reale colpa per la morte di colui che aveva amato.
 
#46. Specchio.
Bankotsu aveva i suoi insetti maledetti, aveva lo specchio della bambina bianca, aveva tutti i mezzi per controllarlo e per spiarlo: solo sapendo questo Renkotsu riuscì a ricacciare in gola le lacrime che minacciavano di sgorgare dai suoi occhi, perché non voleva dimostrare neppure per un istante debolezza di fronte a colui che ormai era il suo vero nemico.
 
#47. Muro.
Fra lui e il resto del mondo era calato un muro fatto di sofferenza, terrore e solitudine, un muro ormai indistruttibile e che nessuno sarebbe mai riuscito a vedere… solo Suikotsu avrebbe potuto capirlo…
 
#48. Linea.
Ben conscio di ciò che stava per fare, varcò la linea di confine, commise l’atto che avrebbe rivelato una volta per tutte le sue intenzioni: uccise Jakotsu, colui che era stato con Suikotsu al momento della sua morte e che non ne era stato toccato, colui che era così caro a Bankotsu… sperava di infliggere a quest’ultimo anche solo un briciolo della sofferenza da lui patita.
 
#49. Impressione.
Aveva avuto da subito l’impressione che sarebbe andato tutto storto, sin da quando aveva intravisto Bankotsu nella nebbia; ma aveva scacciato la paura, sapendo che se fosse morto lo avrebbe fatto non solo per se stesso, ma anche per Suikotsu, di cui nessun altro oltre a lui si era curato.
 
#50. Particolare.
Prima di morire, avrebbe voluto rivolgere un ultimo pensiero a colui che amava e che stava per raggiungere, ma nell’estremo istante fu distratto dallo sguardo di Bankotsu, uno sguardo particolare, strano, diverso dal solito, triste: uno sguardo che gli fece capire che forse a sbagliare era stato sempre lui, sin dall’inizio.
 
 
 

Ringraziamenti:
Grazie a Ladylugia per aver messo la storia nelle seguite.
E grazie a Yuki_o e Lore Lorenzi per le recensioni agli scorsi capitoli.
 
Spazio autrice:
I tre mesi che avevo per scrivere queste frasi scadono oggi, precisamente oggi. Mi chiedo, esiste qualcuno peggiore di me in quanto a ritardi e temporeggiamenti? ._.
Stendiamo un velo pietoso… dunque, sì, queste frasi. Le ho scritte piuttosto di fretta ma devo ammettere che ce ne sono che mi piacciono abbastanza; è stato bello cambiare un po’ il punto di vista delle vicende riguardanti la Squadra dei Sette. Mi è piaciuto dare un perché più preciso alle azioni di Renkotsu, giustificarlo per quanto possibile, dargli una piccola opportunità per riscattarsi in quell’ultima frase. E pure entrare nella testa di Suikotsu non è stato male. Insomma, mi trovate più positiva che in molti altri casi, anche se ci sono diverse frasi che non mi convincono :D sto facendo progressi in autostima *commossa*

Ecco, ora che ho detto questo a voi le frasi faranno schifo e mi bombarderete di critiche. *depressione mode: on* beh, fatelo, se lo ritenete necessario.
Ci sono altre precisazioni da fare? Direi di no, indi per cui vi saluto dicendovi che il prossimo pairing sarà quello yuri e che malgrado tutto nel mio cuoricino c’è la speranza che il capitolo vi sia piaciuto e che lasciate un commentino :333
Un bacio, visbs88 =)
   
 
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