Katherine - Nove gennaio 2009:

 Piove, che palle. Non so che fare. Esco fuori, anche se l'ombrello è ingombrante mi dirigo al lago. Lì almeno è coperto e non mi bagnerò i capelli, se mi ammalo un'altra volta mia madre mi ammazza. Camminai fino alle sedie fatte di legno, e mi ci accomodai sopra. Chiusi l'ombrello e respirai aria incontaminata, aria fatta di solitudine ma non quella solitudine triste, una felice solitudine. 

Come quando decidi, di tua spontanea volontà, di stare da solo. Ecco, io oggi volevo starmene sotto un Pesco, riparato dalla pioggia, calma e rilassata. Troppo presto.

"Ehi Angelo, che ci fai qui tutta sola?" era  Michael. Una camicia a quadri rossa e blu aperta mostrava una canotta bianca e poi sotto portava i suoi soliti bermuda grigi. Quant'era bello.

"Ehi, che ci fai tu qui? Pensavo fossi alla lezione di chitarra." dissi io, squadrandolo mordicchiandomi il labbro inferiore.

"Si, dovevo andarci ma il prof. non c'era. Così stavo venendo da te ma ti ho vista uscire e quindi ti ho seguita." rispose Michael .
"Hai fatto bene." ribattei io. Poi Michael  mi prese e mi bendò gli occhi. Camminammo per dieci minuti e poi sentì che l'odore del lago si era sbiadito, ora l'odore era di rocce, come una grotta.

"Apri gli occhi" io feci come lui mi disse e mi si presentò davanti il paradiso. Era un posto meraviglioso, pieno di piante che si arrampicavano fin sopra il soffitto di quella grotta,
e quanti fiori! Uno spettacolo a dir poco stupendo. Poi mi prese il viso tra le mani e mi scoccò un bacio, i nostri respiri si fondevano l'uno con l'altro.

Finito il giro nella grotta, guardammo fuori. Aveva smesso di piovere e si era anche fatto buio, così  mi riportò a casa.

"Buonanotte angelo mio" mi disse baciandomi la fronte.
"Notte Michael, ci vedremo domani?" chiesi io preoccupata, pensavo che non lo avrei rivisto per altri due giorni.
"Oh certo, finché tu lo vorrai." mi diede un piccolo bacio e poi sparì. Entrai in casa, mi feci una doccia bollente e mi infilai sotto le coperte.

Quella notte, per la prima volta, sognai Michael