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Autore: Volpotto    26/05/2012    3 recensioni
Altair, privato del rango di Maestro Assassino, dovrà combattere contro i nove nomi della lista di Al Mualim per riacquistare la sua dignità di Assassino.
Dovrà sopportare le accuse dei suo confraterniti e nascondere un senso di colpa opprimente, ma non sarà da solo.
Al Mualim, temendo l'impulsività del suo allievo, gli affiderà un compagno che avrà l'oridne di controllarlo e aiutarlo.
Potrà l'aquila volare assieme a una volpe?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

<< Salute e pace Maestro Al Mualim >>
<< Salute e pace Labib >>
Labib osservò il Grande Maestro dell’Ordine degli Assassini salutarlo con voce fiocca. Il vecchio assassino sembrava provato dalle ultime azioni provocate dal suo allievo prediletto. Gli dava le spalle, ma Labib non era un novizio. Poteva comprendere cosa provasse, dato che per un periodo Altaïr era stato suo allievo. Vergogna, delusione, rabbia e forse addirittura odio. Il vecchio Maestro osservava un orizzonte lontano, come se potesse dargli consiglio. Fuori regnavano sovrane le tenebre, essendo ormai tardi. Gli Assassini dormivano nelle loro stanze, ignari che il loro Gran Maestro fosse sveglio a pensare a loro. A come fare per aiutare la confraternita, affinché essa non si distruggesse all’interno. Labib capì che doveva prendere lui la parola.

<< Maestro, perché mi avete convocato? A cosa debbo questo onore? >>
<< Labib, cosa ne pensi? >> domandò diretto al sottoposto, senza tuttavia voltarsi.

Labib intuì la fonte della domanda. La voce del vecchio Maestro appariva dura e secca, sebbene cordiale. Eppure Labib non aveva sbagliato.

<< Parlate di Altaïr, non è vero? Beh, non saprei. Gli altri Assassini non sono contenti, per loro lui è un trad… >>
<< Labib, non ho chiesto il parere dei novizi, ho chiesto il tuo. >> la voce di Al Mualim sembrò irritata << Loro non sanno, mentre tu si. Cosa predenti da un parere di quei mocciosi, che ancora non sanno tenere una spada in mano senza il tuo aiuto? >>
Il maestro d’armi tacque per un secondo. Al Mualim era sempre stato un ottimo governatore, nonché il miglior Assassino di tutta Masyaf. Mai aveva messo a repentaglio l’Ordine per un sentimento, e mai chi l’ho avesse minacciato era stato impunito. Severo ma giusto, si era guadagnato il rispetto, non l’aveva preteso. Però adesso in questione c’era Altaïr Ibn-La’Ahad, e Al Mualim appariva diverso. Diverso dal solito. Labib sospirò, accorgendosi di aver mancato di rispetto e chinò il capo in segno di scusa. Era raro che Al Mualim chiedesse consiglio, e probabilmente se l’aveva convocato, era per un motivo ben preciso.

<< Perdonatemi Maestro, non volevo irritarvi. >>
<< Labib, tu eri presente quel giorno, sebbene fosti molto giovane. Gli promisi che avrei avuto cura di lui, qualsiasi cosa fosse accaduta. Giurai che avrei protetto Altaïr, anche per lui.>> addolcì il tono << Non potevo ucciderlo, non io almeno. Tuttavia, quello stolto si è comportato in maniera riprovevole, giù al Tempio di Salomone e meritava sì la morte. La meritava, nonostante dopo avesse protetto la cittadella. E come legge comanda, avrei dovuto infliggerla io. Labib, ho agito come meglio credevo. >>
<< Maestro Al Mualim, perdonatemi, ma forse sarebbe stato meglio tagliare subito la testa al toro. Voi avete risparmiato il giovane Ibn-La’Ahad, e tuttavia l’avete privato sia di grado sia di armi. È tornato ad essere un novizio, nonostante fosse un Maestro Assassino. >> si passò la lingua sulle labbra << Quale umiliazione peggiore di questa? >>
<< Labib, questa situazione sarà per Altaïr motivo di esperienza. Sono sicuro che riuscirà ad redimersi, se gli darò la possibilità. >>
<< Esperienza è il nome che noi uomini diamo ai nostri errori. E l’errore di Altaïr è costato la vita del giovane Kadar e la perdita di un arto a Malik. E se non fosse stato per quest’ultimo la missione sarebbe fallita! >> aveva alzato di qualche tono la voce << Come potete dargli una seconda possibilità, Maestro? Sono stato io ad insegnare, sotto vostro ordine, le tecniche di combattimento ad Altaïr, e non lo fatto perché egli le usasse contro la confraternita! Maestro Al Mualim, pensi ai sentimenti del giovane al-Sayf, alla confraternita e a tutti coloro che credono in voi! >>
Al Mualim si voltò verso Labib, con un volto diverso dal solito. Un volto che, alla luce del sole, non avrebbe mai mostrato. Il maestro d’armi si zittì, osservando quell’uomo più vecchio di lui di quasi cinquant’anni. Al Mualim gli sorrise nello stesso modo a cui sorrideva ai suoi allievi, avvicinandosi a lui. Labib poté vedere il volto del maestro che tanto rispettava e ammirava guardarlo con severità, ma senza odio. Perché in cuor suo Al Mualim sapeva bene che Labib, nonostante avesse quasi quarantasei anni, non poteva comprendere a pieno quello che gli confidava. Esattamente come un novizio.

<< Labib ascolta, capisco cosa provi. Quando ti affidai Malik e Kadar, insieme ad Altaïr e Abbas, tu insegnasti a loro tutte le tue conoscenze e i principi del nostro credo. So che adesso tu, come tanti altri, vorresti avere la testa di Altaïr. >> sospirò << Ma chissà se Altaïr non riesca a farvi cambiare idea? >>
<< Maestro, so che lo state facendo per Umar ma…il figlio non è il padre. E Altaïr, comportandosi così l’ho ha disonorato. Al Mualim, vi prego, ragionate! >>

Labib si fermò, per fissare il vecchio maestro dell’Ordine. Era serio, e nonostante l’età, conservava l’aspetto di un assassino. L’aspetto della morte.

<< Temo che ormai sia impossibile farvi desistere, non è vero maestro? Avete davvero deciso di concedere una seconda possibilità ad Altaïr, non è così? >>
<< Labib, io credo in quel ragazzo. Sono sicuro che farà grande cose per il nostro credo, molte di più di quante ne ho fatte io. Non gli sto concedendo una seconda possibilità perché è figlio di Umar, no. Quel ragazzo ha un talento innato, e se io recidessi quella vita, sarebbe uno spreco. >>
<< Spero solo che non pentirete, in futuro, nobile maestro. Per il resto, se Altaïr vivrà o meno, non è affar mio. Non più almeno. Tuttavia io sono restio a lasciarlo andare indisturbato e privo di sorveglianza. Potrebbe ricommettere lo stesso errore. Spero che almeno in questo possiate darmi ragione. >>
Al Mualim annuì, convinto anche lui che, se avesse lasciato Altaïr libero di agire, avrebbe potuto nuovamente pentirsene. << Si Labib, non ti sbagli. Anche se privato di grado, Altaïr resta comunque uno dei miei Assassini più abili e capaci. Pensavo di affiancargli qualcuno. >>
<< Qualcuno? Altaïr non è il tipo da avere compagni. È troppo arrogante e litigioso, non è adatto al lavoro di squadra! E poi nessuno, in questo momento vorrebbe stare con un traditore. >> fece una pausa, per riflettere << E anche ci fosse qualcuno disposto a fare coppia con lui, non penso che lo stesso Altaïr sarebbe disposto ad accettarlo. >>
<< Altaïr farà tutto quello che gli dirò. >> tagliò corto Al Mualim << Dimmi, Labib, chi è sarebbe disposto a restare al fianco di Altaïr? >>
Labib osservò nuovamente il suo superiore. Dare una seconda possibilità al giovane Assassino, per lui, era uno spreco di tempo. << Chiunque voi dite, Maestro Al Mualim, sarà disposto. Ogni vostro desiderio per noi è un ordine, e voi lo sapete bene. Scegliete voi. >>
Al Mualim fece finta di non notare il disappunto nella voce di Labib. Il Gran Maestro Assassino sapeva bene che, il maestro d’armi, piuttosto di cedere un suo allievo alla morte si sarebbe ucciso. E Altaïr, per Labib, era sinonimo di morte. Al Mualim rifletté cauto.

<< Altaïr ha bisogno di un novizio, non di un esperto. Se così fosse, si sentirebbe soffocato e sarebbe difficile che i due collaborino. Tuttavia non ha bisogno di un Assassino alle prime arti. Si infastidirebbe troppo e lo scaricherebbe. Ha bisogno di una via di mezzo, di qualcuno capace di seguirlo senza problemi, ma bisognoso di apprendimento. Ah, dovrebbe avere anche un temperamento mite, ma non sottomesso. >> sospirò, Altaïr era peggio di una donna in gusti << Qualcuno capace di tenergli testa nelle discussioni, che non sia tuttavia impulsivo. Se tra i due scattasse una lama, sarebbe una tragedia. Pensi di potermi procurare qualcuno così? >>
<< Maestro Al Mualim, se circa un anno prima mi avreste rivolto la stessa richiesta non avrei saputo accontentarvi. Difatti il soggetto che mi chiedete non è facile, tuttavia c’è una persona che potrebbe fare al caso vostro. >>

<< Sarebbe? >>
<< È un ragazzo che mi avete affidato voi stesso. Si è presentato qui circa tre anni fa, ridotto ormai agli estremi dalla fame e senza una meta. Una volta che riabituato a mangiare normalmente e ormai a posto con la salute, ha intrapreso l’allenamento. Si è dimostrato molto abile e si è differenziato per la sua capacità con la spada. È mancino, se può interessare. Ha già eseguito un salto della fede con successo, ed ha svolto diverse missioni. Tuttavia non l’abbiamo promosso perché è arrivato tardi e non ha concluso l’addestramento. Ha un carattere molto particolare. Ogni tanto ribatte, ma è principalmente pacifico, e non l’ho mai sentito mancare di rispetto a un superiore. >> fece una pausa << Odia molto i Templari, benché non vuole spiegarne la ragione. Probabilmente quand’era piccolo ha avuto esperienze non positive, ma non ho indagato più di tanto. Ah, quasi dimenticavo. È terribilmente spaventato dal fuoco, altro mistero a cui non ho dato importanza. Tende ad essere aggressivo solo se gli imponi, in modo poco garbato, di fare qualcosa. Oppure si ostina e lascia perdere. Secondo lei può essere adatto? >>
<< Il nome del ragazzo? >>
Labib sembrò esitare << Maestro Al Mualim, prima di rivelare il nome del ragazzo posso domandarle una cosa? >>
<< Dimmi. >>
<< Il ragazzo era un grande amico di Kadar, e non so se vorrà partire in missione con Altaïr. Vi pregherei di non forzarlo in tal caso, anche se credo che vi obbedirà. >> sospirò << Maestro, ho perso Kadar e Malik, dato che non sarà mai più lo stesso. Non fatemi perdere anche lui. >>
<< Tranquillo Labib, farò in modo che Altaïr ne abbia cura. Se il ragazzo poi non dovesse sentirsi a suo agio, e Altaïr l’ho maltrattasse, vedrò di intervenire. >>
<< Spero che sarà così. Ivanoe merita di vivere come un Assassino, non di morire come un cane. Non come Kadar. >>

Prologo

Nella tana della Volpe

Buongiorno signori e signori! Volpotto, al vostro servizio.

Spero vi piaccia la storia, e spero mi perdonerete in caso contrario. Beh, siamo solo al prologo quindi non posso annoiarvi con le mie chiacchiere :) Dico soltanto, questo è il mio modo di spiegare come secondo me sono andate le cose, poiché nel videogioco è tutto troppo veloce! (anche se in realtà Ivanoe non centra niente, però mi piaceva l’idea di mettere qualcosa di nuovo)

Grazie a tutti coloro che avranno il tempo di leggere la mia storia! Spero vi piacerà!

Bacioni Volpotto!

  
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