Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: RobyLupin    14/12/2006    11 recensioni
Per dire come,a volte, anche la vendetta ha i suoi lati positivi...
Scritta per il Challenge di Acciofanfiction "Great romancers" di CharlotteDoyle
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Per amor di vendetta

"Harry rimase in silenzio a meditare sugli abissi nei quali le ragazze possono sprofondare per amor di vendetta."- Harry Potter e il Principe Mezzosangue, cap. 15

Hermione Granger si rendeva perfettamente conto di non essere una vamp.
Non era mai stata una sottospecie di top-model e, a dirla proprio tutta, non le era mai nemmeno passato per la testa di diventarne una.
No, decisamente non era una cosa per lei.
Eppure, mai come in questo momento era stata così vicina a desiderare di esserlo.
Il motivo? Sempre lui ovviamente: quello stupido del suo “amico” (nonché amore più o meno segreto…) di Ronald Bilius Weasley.
No, insomma, possibile che quella sottospecie di ragazzo dal cervello bacato (sempre che ne avesse uno, beninteso…) sapesse solo correre dietro alla prima parodia di Pamela Anderson che gli scodinzolava davanti come una cagnetta?
Ovviamente no direte voi.
Eppure era proprio lui quello che ora, senza alcuna parvenza di pudore, si stava pastrugnando nel bel mezzo della Sala Comune di Grifondoro con quella piovra gigante umana che portava l’infausto nome di Lavanda Brown.
Tra l'altro si trattava proprio quella Lavanda, il prototipo della pupattola con un cervellino degno dell’ultima delle galline dell’ultimo pollaio di questo minuscolo pianeta… Ma perché proprio a lei doveva capitare? Perché non poteva innamorarsi di qualcuno che non ragionava (sempre supponendo che lo facesse davvero) solo con i suoi stramaledettissimi ormoni?
“Ma ora basta!” Pensò. “Ora esco e vado col primo che incontro!”
Si alzò decisa e si diresse verso il buco del ritratto. Non le importava minimamente chi le sarebbe capitato a tiro: il primo esponente del sesso maschile che avrebbe incontrato nei corridoi l’avrebbe invitato alla festa di Lumacorno. E che Ron si soffocasse pure a forza di stare in apnea con Lavanda! LEI se ne sarebbe certo fatta una ragione! Fosse stato anche con quell’abominio schifoso di Malfoy.
≈Cala cala Hermione…≈
“Zitta Coscienza dei miei stivali! Sei totalmente e indiscutibilmente inutile ora!”
≈Ma cara, Malfoy… Spero che tu stia scherzando! Non voglio trovarmi ad andare veramente al ballo di Lumacorno con quella serpe velenosa…≈
“E invece dico sul serio! Non m’importa chi sarà: ho detto col primo che incontro e col primo che incontro andrò!”
≈Sei una stupida!≈
“IO SONO TE, STUPIDA! E ora lasciami in pace, devo trovarmi un cavaliere!”
E bisogna dire che la sorte le dava ascolto ogni tanto, visto che il primo lo incontrò subito, appena appena fuori dalla Sala Comune. Peccato che…
“Hermione, dove vai a quest’ora?”
Fosse Harry.
“Ok, magari vado col secondo che incontro…” Perché, checché ne dicessero gli altri, per lei Harry era come un fratello… E come diavolo poteva chiedere a suo fratello di accompagnarla ad una festa come cavaliere? Insomma, aveva anche lei un po' di sano orgoglio Grifondoro!
“Da nessuna parte Harry, ma sai, dentro non si respira una bella aria… Pensa, un paio di persone stanno anche provando a soffocarsi a vicenda…” Rispose con tono eloquente e velatamente (ma solo velatamente, eh…) ironico. Harry parve recepire il messaggio, perchè prese a fissarsi i piedi, visibilmente imbarazzato.
“Senti Hermione, per l’ennesima volta, non potresti…?”
“No Harry.” Lo bloccò lei decisa. “Non sarò io a chiedere scusa. Quindi non chiedermelo nemmeno.”
“E va bene…” Si rassegnò lui. “Ma credo comunque che sia una cosa…”
“Estremamente giusta e motivata?”
“Stavo per dire stupida e infantile. Da parte di entrambi.”
“Beh, pazienza, per questa volta sarò stupida e infantile al massimo delle mie capacità. E ora ti saluto Harry.” E si allontanò senza degnarlo di un altro sguardo. Voleva bene ad Harry e non voleva litigare anche con lui. Non per quello stupido microcefalo di Ronald Weasley! “Infantile… Tzé, non hai nemmeno la più pallida idea di come io possa essere infantile Harry… E stavolta quello stupido si getterà supplicante ai miei piedi appena si accorgerà di quello che si perde per quella sciacquetta.”
Nel bel mezzo di questi funesti (per Ron) pensieri, non si accorse di qualcosa di duro e massiccio che le si stava avvicinando. Quindi non bisogna stupirsi più di tanto quando, finendoci dritta addosso, cadde indietro picchiando il suo fondoschiena sul duro e freddo pavimento di Hogwarts.
“Che dolore…” Mormorò massaggiandosi il sedere.
“Tutto bene Granger?” Le chiese una voce vagamente familiare. Oh no, non poteva essere…
“Cavolo! Dov’è Malfoy quando serve?” si chiese sull’orlo della disperazione.
Lentamente, aprì gli occhi, confermando le sue peggiori ipotesi…
“McLaggen, qual buon vento?” Chiese rassegnata. Dentro di lei, sentiva chiaramente la sua coscienza ridere di gusto e si ripromise di fargliela pagare al più presto.
“Tornavo in dormitorio. È quasi l’ora del coprifuoco, anche tu dovresti iniziare a tornarci.”
“Si, credo tu abbia ragione…”
≈Tanto ormai hai trovato il tuo cavaliere…≈
“Coscienza, ti detesto con tutto il mio cuore… Tu e la tua dannata ironia…”
Afferrando la mano che il ragazzo le porgeva, si alzò in piedi e si diresse verso la Sala Comune con lui.
“In fondo però, non è poi tanto male…” Rifletteva intanto. “Ron rosicherà come un topo in trappola quando saprà che vado alla festa a cui dovevo andare con lui con quello che l’ha quasi battuto alle selezioni… Mmmm… Già già, non è proprio per niente da buttare come idea… Muahahahahah!!”
≈Oh no, non fare così, mi fai paura…≈
“Trema Coscienza mia. Hermione Granger sta per attuare il suo piano di vendetta “Distruggi il morale dell’infame traditore- Parte I””
≈Siamo rovinate…≈
Stava giusto cercando il momento adatto per fare la sua proposta a McLaggen, quando quest’ultimo entrò fortutitamente in argomento, evitandole l’imbarazzo.
“Tra poco c’è la festa del vecchio Luma, eh?”
“Già…”
“Hai già trovato un accompagnatore?”
“Forza Hermione, cogli la palla al balzo… Coraggio, pensa se ti capitava di sbattere contro Smith… Sempre meglio McLaggen… Credo…”
“No Cormac, non ne ho ancora uno… E sai, è una fortuna per me l’averti incontrato, perché stavo giusto pensando…” Fece un bel respiro profondo per darsi coraggio… “… Se ti andava di venire alla festa con me.” Ok, era fatta. Ormai il peggio era passato. Forse…
Il ragazzo non le rispose subito. La fissò per un attimo, come per valutare quanto ci avrebbe guadagnato (o sfigurato a seconda dei punti di vista…) a farsi vedere con lei. Alla fine (Hermione si stupì che il neurone solitario che costituiva il suo cervello ci avesse messo così poco…) parve decidere che, in fondo, la cosa poteva anche essere fattibile…
“Perché no? D’accordo Hermione, ti aspetto in Sala Comune alle otto…”
“Bene Cormac…” Intanto erano giunti al buco del ritratto.
“Già, in fondo, mi aspettavo che me l’avresti chiesto…” Continuò mentre entravano.
“Come?!” Come poteva McLaggen pensarlo prima ancora che lo pensasse lei?
McLaggen sorrise. Per un attimo, ad Hermione parve di rivedere il sorriso vuoto e falso di Allock.
“Ma è ovvio. Al quarto anno andata al Ballo del Ceppo con Krum. Mi pareva scontato che per un’occasione del genere non ti saresti lasciata sfuggire un altro campione di Quiddich come il sottoscritto.”
“Ma davvero?!” Fece lei titubante.
“Certo che si, non c’è bisogno che fai l’ingenua Herm.” Sorrise di nuovo. “Ora scusami, ma devo andare… ” E si allontanò verso il dormitorio.
Hermione invece stava immobile nel bel mezzo della Sala Comune ormai deserta.
“Herm?! Mi ha veramente chiamata Herm?!”
≈A quanto pare…≈
“Non ci posso credere! Non può davvero essere così… Così…”
≈Stupido? Idiota? Mentecatto?≈
“Si!”
≈E invece lo è. Complimenti Hermione, hai fatto bingo. E mi raccomando: non ascoltare mai la tua coscienza, nemmeno quando, forse, sarebbe necessario… Tanto che esisto a fare io?≈
“Ma… L’hai sentito bene? Ti rendi conto di come mi parla? Mi sembra la copia venuta male di Allock!”
≈Che tu ci creda o no, nonostante io sia effettivamente te, conservo ancora le mie notevoli facoltà mentali, quindi si, l’ho sentito e ho notato la vaga - ma nemmeno tanto vaga - somiglianza. E vuoi sapere la verità? Ti sta bene! Così impari a mettere da parte la materia grigia quando invece servirebbe!≈
“Ma ci deve essere un modo per tornare indietro… Rivoglio la mia Giratempo!”
≈Hermione, avete distrutto tutta la scorta di Giratempo del Ministero a giugno… Sei pregata di riflettere prima di sparare cavolate.≈
“Non ho vie d’uscita quindi?”
≈Direi proprio di no. E poi ricordati che sei una Grifondoro e i Grifondoro mantengono sempre la parola data…≈

Un urlo disumano squarciò il silenzio della notte di Horgwars.
"MA PERCHè PROPRIO A MEEEEEEEEEE?!"

“Non è possibile.”
“E invece si Hermione.”
“No, davvero, non può essere vero!”
“Credimi Hermione, è proprio la verità. E ora, per favore, stai zitta e concentrati.”
“Ginevra Weasley, sei un’insensibile! Cavoli, dovresti capirmi e consolarmi e non trattarmi male!”
“Prima di tutto, mia cara Hermione Granger, smettila di fare la vittima: tu ti sei messa in questa situazione assurda per vendicarti – e con tutte le ragioni del mondo devo aggiungere – di quell’ameba di mio fratello. Peccato che: primo, lo hai fatto con l’essere più idiota dopo Malfoy in questo castello… Ringrazio il cielo che tu abbia avuto ancora qualche cellula cerebrale attiva da evitare un così infausto avvenimento…” Hermione abbassò impercettibilmente gli occhi: Ginny non sapeva (e non doveva sapere) quanto fosse andata vicino a deluderla in quel senso... “E, soprattutto, lo hai fatto senza prima dirlo alla tua migliore amica, che poi sarei io… Quindi, nonostante questa gravissima offesa, ringrazia che io, grazie alla mia infinita magnanimità, ti abbia perdonata per l’affronto e che ora sia qui a darti lezioni dopo aver abbandonato il mio the al limone quotidiano che, personalmente, considero sacro.” E lanciò un’occhiata alla tazza che giaceva abbandonata sulla cattedra, a distanza di sicurezza da Hermione. “Perciò meno chiacchiere e più fatti cara.” Sentenziò la rossa in un tono che non ammetteva repliche.
Hermione le soffiò dietro indispettita, ma abbassò lo sguardo e tentò di concentrarsi sull’esercizio più complicato in quasi sei anni di mondo magico: tentare di camminare su quei benedetti tacchi senza rischiare di rompersi la testa nel tentativo.
Non che per ora le cose andassero bene. In mezz’ora di faticosi (quanto inutili) tentativi, era riuscita solo a: rovesciare tre banchi, finire contro la libreria dell’aula vuota in cui si erano rifugiate per gli “allenamenti speciali” e disintegrare una sedia con un Reducto ben piazzato in seguito ad uno scoppio d’ira. Come inizio non prometteva certo molto bene…
“Ancora mi chiedo perché lo sto facendo… Devo solo andare ad una festa con quell’essere ributtante di McLaggen… Non vedo il perché di questi assai dolorosi allenamenti…”
“Semplice: vista la compagnia, sarebbe un gran bene per te evitare almeno di fare figuracce andando a sbattere col naso sul pavimento ad ogni passo… Quindi, cara mia, rassegnati e ricomincia: tacco, punta… Tacco, punta… Brava Hermione, così… Così… Stai migliorando sai?” Le concesse Ginny mentre riprendeva in mano il suo the ormai freddo.
“Ehi, mi esce! Cavoli, ci sto quasi prendendo gusto…”
≈Perché mi sembra di aver appena sentito le ultime parole famose?≈
“Malfidata.”
≈No cara, semmai realista…≈

In seguito Hermione si chiese il motivo per cui insisteva, nonostante avesse avuto molteplici prove del suo sbaglio, ad ignorare bellamente la voce della sua coscienza. Infatti, proprio mentre un sorriso compiaciuto le stava sorgendo sulle labbra e poggiava a terra il tacco sinistro, accadde l'inevitabile. Tutto avvenne in un attimo: un istante prima stava poggiando a terra il piede, quello dopo si ritrovò a caracollare rovinosamente a terra, in compagnia di un banco che doveva aver accidentalmente travolto. La gonna le ricadeva scomposta sulle gambe e un grosso, enorme, livido nuovo era comparso sul suo fondoschiena, andando a far compagnia agli altri che aveva accumulato in giornata… Come se non fosse sufficiente, fece appena in tempo ad aprire gli occhi che la porta dell’aula si aprì, per far entrare il suo incubo peggiore: la sua “simpaticissima” nemesi platinata che trascinava per mano il suo (piuttosto svogliato a dire il vero) amore dalla chioma fulva. Istantaneamente, in preda al più profondo imbarazzo e alla mortificazione più nera per essere diventata un bersaglio fin troppo facile per il sarcasmo altrui, serrò gli occhi, come se questo bastasse a farli scomparire entrambi… O a far sprofondare lei fino la Camera dei Segreti (e, possibilmente, anche oltre…)…
“Ma perché proprio a me? Che ho fatto di male nella vita?” Si chiese mentre sentiva la risatina odiosa di Lavanda... Ma non si stupì troppo per questo: in effetti era logico che il cervello alquanto ridotto della bionda avrebbe trovato molto divertente la situazione non esattamente fortunata in cui lei si trovava.
Consapevole di essere ormai condannata, aspettò di sentire Ron unirsi alla sua ragazza nel prenderla in giro.
Aspettò…
Aspettò…
Ma non sentì nulla.
Osò allora aprire gli occhi, aspettandosi almeno un sorriso ironico e strafottente, ma si ritrovò a fissare un Ron che guardava in cagnesco Lavanda che, ancora, non lo aveva notato.
“Lavanda…” Iniziò lui.
“Ahahahah… Dimmi Ronron… Ahahahahah…”
“Lavanda, potresti…”
“Ahahahah, scusami Ronron, ma proprio non riuscirei a fare niente ora… Ahahahah… Ma l’hai vista? Ahahah… È così… Così ridicola… Ahahahah… Uno spasso…”
“Lavanda.” Ron ora era davvero furioso. “Esci immediatamente di qui!”
Subito la novella Pamela smise di ridere.
“Come?! Stai scherzando, vero Ronron? Non vorrai davvero mandar via la tua ragazza per questa impedita, vero?”
Ron incrociò le braccia al petto, serio come non mai.
“Precisamente.”
“RONALD WEASLEY, TI AVVERTO: SE ORA NON MI CHIEDI SUBITO SCUSA, TRA NOI È FINITA PER SEMPRE!” Lo minacciò allora lei.
Ron parve rifletterci un attimo e Lavanda cantò vittoria: sapeva che quella piccola stupida secchiona non sarebbe mai riuscita a reggere il confronto con lei. Infatti… “Lavanda, quella è la porta. E ora scusami, ma devo parlare con Hermione. Da solo!”
Lavanda lo guardò shockata: aveva perso. Aveva perso contro Hermione So-Tutto-Io Granger. Ma che diavolo stava succedendo al mondo? Erano per caso diventati tutti completamente pazzi?
Furibonda, senza degnare di un solo sguardo né Ron né Hermione, uscì dall’aula sbattendo violentemente la porta.
Ginny, leggermente imbarazzata dalla situazione, borbottò sommessamente qualche scusa e sgattaiolò verso la porta. Prima di uscire, fece l’occhiolino all’amica e le sorrise fiduciosa. Per tutta risposta, Hermione arrossì e abbassò lo sguardo. Quando lo rialzò vide Ron chino su di lei, la mano tesa.
“Va tutto bene?” Hermione annuì. “Beh, che aspetti? Ti aiuto…”
“Grazie.” Un sorriso leggero e le orecchie del ragazzo andarono a fuoco.
“Ma ti pare?”
Hermione gli afferrò la mano e lui la tirò in piedi.
Forse fu l’agitazione, forse l’imbarazzo, o forse fu del tutto voluto, fatto sta che Ron, quella volta, tirò un po’ troppo, col risultato che Hermione gli finì letteralmente addosso. Dopo un attimo di stupore, come se non avesse desiderato altro per chissà quanto, la circondò con le braccia, tenendola stretta, come se temesse al contempo sia che lei gli scappasse dalle mani, sia di guardarla in viso. Hermione, dal canto suo, poteva distinguere perfettamente il battito del cuore del ragazzo, innaturalmente veloce, ma anche così rassicurante che decise di lasciarsi cullare da quel suono così meraviglioso…
“Hermione?”
“Mmmm…?”
“Hermione… Io…” La allontanò leggermente da sé, fissando finalmente i suoi occhi marini in quelli color cioccolata di lei, la zona orecchie sempre più simile al colore dei suoi capelli. “Hermione… Io… Io… Tu…”
“Shhh…” Fece lei posandogli un dito sulle labbra per zittirlo. “Non c’è bisogno di parlare ora Ron…”
Un bacio a fior di labbra, leggero e prezioso come l’aria, annullò le distanze tra loro.
Si separarono lentamente, increduli e felici al tempo stesso, le fronti unite, i nasi che si sfioravano giocosi. Poi, poche parole.
“Mi piaci un sacco Hermione…” Lei sorrise. Che sorriso dolce che aveva… “Anzi no, mi sbaglio…” La sentì trattenere il respiro, tesa e stupita e sorrise divertito. “Tu non mi piaci Hermione…” Due parole… “Ti amo.”
Hermione si scostò leggermente da lui spalancando gli occhi.
“Non è possibile…”
≈Che cosa cara? ≈
“Lo hai sentito?”
≈E con ciò?≈
“Mi ha detto…”
≈Hermione, ascoltami bene perché te lo dirò un volta soltanto: SONO STUFA MARCIA DEI TUOI STRAMALEDETTISSIMI PATEMI D'ANIMO! ORA SMETTILA DI FARE LA STUPIDA, GETTAGLI LE BRACCIA AL COLLO E DIGLI CHE ANCHE TU LO AMI, O GIURO CHE TROVERò UN MODO LENTO E DOLOROSO PER FARTELA PAGARE FINCHé CAMPI!≈

Ed Hermione, memore di quella lezione di vita che assegnava alla coscienza la detenzione delle scelte più giuste dell'esistenza, per una volta la ascoltò: gettò le braccia al collo di Ron, sussurrandogli all’orecchio quelle paroline che, da sole, erano più magiche di tutte le formule e gli incantesimi di questo mondo messi insieme.
“Ti amo anch’io Ronald Weasley.”
Come passarono la seguente mezz’ora non sono affari che vi riguardano. Sappiate solo che, alla fine, mentre tornavano in Sala Comune con le braccia allacciate dietro la schiena e le scarpe incriminate (ormai le favorite di Hermione) penzoloni nelle mani di Ron, la ragazza si ricordò di un piccolo, insignificante particolare, che però forse Ron, suo neo-ragazzo, non avrebbe gradito.
“Ehm.. Ron?”
“Si Hermione?”
“Volevo dirti… Hai... Hai presente la festa di Natale di Lumacorno?”
“Si certo…” La guardò sorridendo. “Se vuoi che ci andiamo, per me va bene…”
“Ehm, non è esattamente questo che volevo dirti…” Mormorò abbassando gli occhi.
Un urlo solitario echeggiò tra le mura del castello di Hogwarts.
“TU E MCLAGGEN COSA?!”
≈Ma perché ho l’impressione che i miei guai non siano finiti?≈




Ciao a tutti!!!! Come state? Spero che la storia vi sia piaciuta almeno un po', e che mi direte cosa ne pensate con una recensione...
Ne aprofitto anche per ringraziare quelle che hanno letto e commentato l'altra mia one-shot "Completa": evanescense88, sara, Mary Cry e Djali: GRAZIE!!!!!!
Ora vi lascio commentare in pace...
Baci ^^

  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: RobyLupin