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Autore: Jo_The Ripper    27/05/2012    10 recensioni
[Terza classificata al contest: "Chi è il mostro?" Indetto da MisticSword]
La sua vita era sfumata, andando alla deriva ogni giorno di più.
La vita del bambino minuto e gracile nato nell’odio della guerra, che portava sulle spalle il peso dei torti della sua gente. Essere malvagio era ciò che tutti si aspettavano da lui. Doveva interpretare il ruolo del mostro dal quale i genitori mettevano in guardia i propri figli prima di andare a dormire...
Ma nell’arazzo del destino tessuto dalle Nornir, può un dio rinnegato, subdolo, falso doppiogiochista senza possibilità di redenzione, la cui mente è ottenebrata dalla ricerca di vendetta e riscatto, diventare vittima del suo stesso inganno?
“Skuld, non vorrai mica rivelargli il futuro?”
“Il futuro… certo che no! Ho guardato il suo, ed è proprio quello che mi aspettavo.”
“E allora cosa hai intenzione di fare?” chiese Urðr.
“Vedrete. Stavolta il nato Jötunn imparerà una grande lezione, e compirà il suo destino.”
Skuld sorrise. Lei aveva visto il futuro che attendeva il giovane principe di Asgard.
Genere: Avventura, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lontananze della memoria,
desideri di gioventù,
sogni dell’infanzia,
brevi gioie e vane speranze
di tutta la lunga vita
vengono in vesti grigie,
come nebbie della sera
quando il sole è tramontato.
Novalis -  Inni alla notte

 
Asgard, la città illuminata mi saluta immersa nella notte. Sono dovuto tornare, attraverso i sentieri oscuri nascosti anche agli occhi del guardiano. Mi è costato uno sforzo, ma necessito di trovare quel libro.
Magia, la cosa che so fare meglio, la mia arte, il mio essere, la mia compagna per la vita, colei che non mi tradirà mai. E dire che cominciai per sopperire alle mie mancanze fisiche, perché i buoni asgardiani, cittadini evoluti in un Universo di feccia, rispettavano solo la forza di spada e il valore in battaglia, doni che non mi erano stati concessi. A me, figlio dei giganti di ghiaccio, temuti per la loro brutalità e ferocia! Ero nato diverso anche da loro…e così abbandonato a morire, nascosto a tutti, ancora in fasce, finché il mio caro padre non mi ha trovato.
Lui ha detto di avermi sempre amato senza distinzione di carne e sangue, ma tutti gli altri mi detestavano e pregiudicavano, dicendo che da me non sarebbe derivato altro che male.
Che destino diverso avrei potuto avere, quando ormai avevano deciso per me?
 
Nella tranquilla notte sento solo l’eco dei miei passi sul Bifröst, in lontananza dormono le cime dei monti, ed e i mostri negli abissi del mare. Le stelle spariscono e ricompaiono coperte dalle nubi che si rincorrono e lì, di fronte a me, le vette lucenti nell’oro del palazzo di Asgard.
È strano tornare a casa. Tutto ha lo stesso aspetto, lo stesso odore, da’ la stessa sensazione di sempre. Ti rendi conto che l’unico ad essere cambiato sei tu.
 
Evito con abilità delle guardie, muovendomi agile, diretto alla mia vecchia stanza. L’oscurità è mia alleata, devo muovermi con cautela, ed utilizzare meno magia possibile. Il palazzo è quieto, la sala del trono immacolata, riesco a specchiarmici dentro, mentre sento dentro di me una rabbia crescente. Dovrei esserci io seduto su quel trono, ed invece mi ritrovo a dovermi comportare come un ladro in quella che avrei dovuto considerare casa mia.
Prendo il passaggio dietro alla parete, spingo leggermente e la porticina si apre. Striscio nel corridoio diretto alla mia stanza, sperando che non abbiano sprangato la porta, ma conoscendo quel sentimentale di Odino, sicuramente non avrà toccato nulla. Magari ogni tanto ci ritorna, per rimembrare i bei momenti passati insieme, se così si può definirli.
Torna in quell’antro malinconico per piangere il suo amato figlio perduto.
La maniglia cede sotto il peso della mano, dentro è ancora tutto come quando sono andato via. Il letto in ordine, il balcone aperto, la grande libreria con i miei tomi di magia. Tutto così squallido e deserto.
Le dita si fermano sulle pagine ingiallite di un libro che tenevo aperto: rune, origine stessa di ogni conoscenza e di ogni potere. Uno strano senso di nostalgia e di inquietudine mi pervade, ma non posso abbandonarmici.
Ricordo quando studiavo con impazienza, apprendendo tutto ciò che potevo, solo per potermi misurare con il mio perfetto fratello, per raccogliere una briciola di approvazione da mio padre, ed anche da quei disgustosi altri dèi che vivono alla sua corte.
Un successo di Thor era una vittoria su scala globale.
Un successo di Loki era una pacca sulla spalla, ed un mezzo sorriso.
Ma quante volte da bambino me lo facevo bastare, dicendomi che la prossima volta avrei fatto meglio, che sarei migliorato, sarei diventato un mago potente ed acclamato da tutti.
Ed invece ho imboccato la strada sbagliata, a detta loro.
Le tenebre mi hanno circuito, mi hanno deviato.
Il figlio malvagio di Laufey, il mostro dal cuore di ghiaccio. Un marchio impresso a fuoco sulla mia pelle, sulla pelle di un bambino senza colpe.
Poi vengono a parlarmi di giustizia!
Mi metto alla ricerca di quel prezioso tomo di magia, gli insegnamenti di Odino se non altro mi sono tornati utili. Particolari incantesimi che siamo gli unici a conoscere, strumenti di potenza oltre l’immaginabile.
Forse dovrei provare a recuperare anche il mio scettro…no, meglio non rischiare.
 
“E così sei tornato…” la forte voce di Odino mi fa scattare, interrompendo i miei pensieri.
Lo fisso con astio, incurvando le labbra in un mezzo sorriso di dispregio.
“Salve, padre” metto nell’ultima parola tutto il livore possibile.
“Come stai?” chiede rattristato
Tutta questa commovente preoccupazione la detesto “Come vuoi che stia?” gli rispondo schernendolo. Lui scuote la testa, sospirando.
“Con quello non ti sentirai meglio” mi dice indicando il tomo che stringo tra le braccia.
“Oh, io dico di sì. Ma non credo che tu sia qui per fare conversazione. Stai per chiamare le guardie?”
“No, volevo solo vederti. Sei mio figlio”
“Io.non.sono.tuo.figlio” sillabo guardandolo truce.
“Sei così cieco…perché ti ostini a velare gli occhi con questa rabbia senza senso?”
Scoppio a ridere, una risata isterica, fredda, priva di gioia “Perché, che altre possibilità ho?”
“Resta qui, possiamo aiutarti, possiamo ricominciare…”
“Certo, ricominciare, con me rinchiuso in una segreta, torturato, e magari anche privato di tutti i poteri…”
“Lo sai bene che non permetterei mai che…”
“…che cosa?” sbotto “Che non mi giudichino, che non mi rinchiudano? Pensi davvero, padre dei déi, che la tua corte sia propensa a credere alla redenzione di questo tuo figlio?” il mio disprezzo nei suoi confronti è palese, il petto mi si alza, scosso dall’ira. Abbassa lo sguardo, contrito.
“Non hai dato motivo di credere a niente di diverso”
“Io sono diverso, vuoi capirlo una buona volta!”
“Dimostra che c’è del buono in te, da’ modo agli altri di vedere oltre”
“…buono in me. Questa conversazione mi ha stancato.”
 
Mi avvicino a lui, sfiorandolo con la spalla, e parlandogli in un sussurro.
 
“Vai dal tuo amato Thor, fonte di ogni soddisfazione esistente…tanto so già che è partito per darmi la caccia, chissà, magari la prossima volta che ci incontreremo avrà la mia testa chiusa in un sacco…o io la sua. Oppure tornatene a dormire.”
Odino mi fissa, stavolta posso vedere un lampo di rabbia negli occhi.
“Torna su Midgard, chissà che finalmente non impari una lezione. Quando i fati vorranno, ci rivedremo.” Mi dice altero.
 
Lo lascio immobile nella stanza, non si volta a guardarmi, né tantomeno lo faccio io.
Come si permette di farmi certi discorsi così ipocriti, da buon padre che si preoccupa del suo figlioletto, quando non ha fatto altro che usarmi come pedina, mostrando che lui, il grande Odino, sovrano eccelso, ha un cuore talmente grande da adottare lo sporco rifiuto del nemico?
Cosa posso dirgli, ha cresciuto una serpe in seno, non è di certo colpa mia.

***

 
“Buonasera signor Laufeyson, di ritorno da una bella serata?”
Il portiere mi saluta allegro. Con un sorriso tirato gli rispondo affabile.
“Certo, una serata proficua” imbocco le scale, e torno nel mio appartamento.
Umani, si mostrano così gentili ed interessati anche quando la verità è che non gli importa minimamente cosa tu abbia fatto.
Gentile modo di fare conversazione, domande di rito, abitudini che vanno rispettate.
Convenzioni ridicole, secondo il mio modesto parere.
 
Apro la porta, accendendo la luce della piccola lampada.
Mi siedo sul letto, gambe incrociate, e comincio a sfogliare il libro. Quello è che cerco è proprio…qui.
La magia sciamanica, il Seiðr.(*)
 
“Per assumere il più grande potere. Con la pratica del Seiðr è infatti possibile privare un individuo della sua forza per trasmetterle a qualcun altro. Permette, se utilizzata secondo certi canoni, di prevedere il futuro, ma anche di dispensare morte, sventura e malattia. La magia necessita di un tramite tra il mago e la vittima: una donna” leggo il passo corrucciando la fronte. “Inoltre l’incantesimo può essere eseguito solo secondo determinate coordinate spaziali, in particolari allineamenti planetari…Meraviglioso, ora ho anche mappe celesti da dover stilare!” chiudo il libro con stizza, arrabbiato. Va bene, riflettiamo con calma, una soluzione ad ogni problema si trova sempre.
Di chi posso servirmi?
…Oh, ma certo, come ho potuto non pensarci prima? Adorabili umani, nuove conoscenze propizie!!!
Il piano ormai ha preso forma nella mia mente, un ghigno malvagio e soddisfatto si disegna sul viso. Facciamo la conta dei presenti:
Thor, il mio caro fratellino, la vittima prescelta.
Jane, la sua adorabile astrofisica, l’esca.
Gillian, la cara dottoressa, il mio contatto e tramite per il Seiðr.
Sì, una splendida idea, un piano perfetto! Ora non mi resta che farmi calcolare le mappe, quella sciocca umana non mi rifiuterà un favore…e poi al momento opportuno mi disferò di tutti loro…pochi i coinvolti, agirò subdolamente…le parole di Odino mi ritornano alla mente. Potrei mostrare di avere in me qualcosa di buono. Certo! Posso fingere di essere migliore di come in realtà non sia, guadagnarmi la loro fiducia e poi utilizzare…questo. Cerco con gli occhi l’ultima parte dell’incantesimo.
“L’aquila di sangue” mormoro compiaciuto.(**)
 
Quello sarà l’atto finale, il coronamento di un’indiscussa vittoria.
Richiudo delicatamente il libro e mi affaccio al balcone, nel cuore della notte senza luna di Manhattan. Sorrido nell’ombra.
La partita è aperta.
 
Note
(*) Il Seiðr è una sorta di magia sciamanica di tradizione antico nordica e germanica, che consentiva di assumere "il più grande potere". Secondo i miti questa era una pratica di origine Vanir che fu insegnata da Freya ad Odino. È una pratica stregonica o di cura utilizzata da singole individualità, quasi sempre di sesso femminile. Infatti sebbene le attestazioni riguardanti i caratteri e le tecniche rituali non risultino essere facilmente reperibili, sembra che gli "atteggiamenti femminili fossero tanto numerosi che gli uomini si vergognavano di praticarla; allora si insegnò quest'arte alle sacerdotesse" (cit. Lanczkowski). Nella Lokasenna, Loki viene accusato dagli altri dèi di praticare il Seiðr e quindi di tenere atteggiamenti effeminati, Loki risponde facendo notare che anche Odino in molte occasioni si è accostato al Seiðr. Tradizionalmente Seiðr non distingue tra magia buona o cattiva, e non concerne la pratica magica delle rune. Ho voluto giocare appunto sul fatto che Loki fosse identificato come una divinità ambigua e bisessuale, solo che stavolta al posto di far praticare a lui la magia, avrà bisogno di un tramite propriamente femminile.
(**) L' aquila di sangue è stato un metodo di tortura e di esecuzione che è a volte menzionato nelle saghe norrene. Consisteva nel separare le costole della vittima dalla spina dorsale, rompendole in modo tale da farle assomigliare ad un paio di ali insanguinate, ed estrarre i polmoni dalla cassa toracica. Del sale era spruzzato sulle ferite. Vittime di questo metodo di esecuzione sono menzionate nella poesia scaldica e nelle saghe norrene. L'atto di effettuare questo supplizio è descritto come "tagliare l'aquila di sangue".
 
***
Ciao a tutte mie care, e buona domenica!
Avete mangiato? Io oggi ho una fame spaventosa, penso che se avessi un Chitauro tra le mani, lo divorerei... O_o
Vabbè, torniamo a noi. Ecco qui i piani definitivi del caro Loki, si è davvero organizzato alla grande eh? Magia, torture...è un piccolo, diabolico mago <3
Come al solito perdonate la pignoleria delle note, ma credo servano a dare un quadro più completo della situazione, quindi passatemele XD *fa occhioni dolci*
Ok, detto questo vado a cercare un po' di gelato, questa fame va domata!
Al prossimo appuntamento, love u!!!
  
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