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Autore: Feel Good Inc    27/05/2012    3 recensioni
Sette colori; sette brevi spaccati della vita di Violante; sette persone che l’hanno segnata.
I. Violetto ~ Era il sorriso di sempre, umido di un pianto che non finiva mai. Violante non lo sopportava.
II. Blu ~ Neppure la vergogna del proprio volto deturpato la turbava più, ormai, a fronte di ciò che era chiamata a fare.
III. Azzurro ~ Violante non riusciva a sostenere quello sguardo per più di pochi secondi vuoti di ogni sentimento.
IV. Verde ~ Era una canzone d’amore, di nostalgia, e di rabbia. Un canto per un padre perduto.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Violante
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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b Carmen violae a

 

 

 

 

 

 

 

 

IV

 

 

 

 

 

Amico è con chi puoi stare in silenzio.

Camillo Sbarbaro

 

 

 

 

 

Non c’era nessuno. Non c’era mai nessuno.

Aveva cominciato a vagare da sola per i corridoi vuoti. Neppure lei avrebbe saputo rivelare a se stessa cosa sperasse in fondo di trovare, né cos’avrebbe fatto se pure avesse raggiunto un giorno quell’ignoto qualcosa. Ma Cosimo non c’era, Jacopo non c’era, c’era solo quel grande castello, non c’era nessuno, anche lei non era davvero lì.

A chi le chiedeva dove andasse rispondeva che Jacopo aveva combinato l’ennesimo di quei piccoli guai che a stento la scuotevano dal torpore. Che andava a cercarlo in un qualche nascondiglio, oppure che tornava nelle sue stanze dopo averlo rimbrottato e affidato alle cure di una qualche balia già pronta a consolarlo.

Non erano giustificazioni inconsistenti, ma non sempre potevano valere. Non oggi che i suoi passi inquieti la portavano più lontano di quanto si fosse mai avventurata. Non ora che senza accorgersene imboccava la breve scalinata che sprofondava nelle cucine.

Al varco tra quei due mondi vicinissimi ma irrimediabilmente diversi, una voce dolce come il primo soffio di primavera dopo l’ultima neve cantava di cose che la signora di Ombra, prigioniera del suo nuovo palazzo, comprendeva e ripugnava in egual misura.

Era una canzone d’amore, di nostalgia, e di rabbia. Un canto per un padre perduto.

Violante si fermò.

In fondo alle scale, nel centro di una stanzetta ingombra di paioli e piatti sporchi, c’era una ragazza, poco più giovane di lei, che si aggrappava a un cencio di un verde un po’ sbiadito e strofinava il pavimento con metodica cura, come per dimenticare tutto il resto, e cantava.

La sguattera si accorse che una presenza nuova era entrata nella cucina. Levò lo sguardo, tacque e subito distolse rispettosamente gli occhi. Violante avrebbe voluto dirle di non fermarsi, di continuare, quella canzone era così bella, ma non riuscì a emettere un fiato.

Passò del tempo prima che la ragazzina tornasse a guardarla, con quegli occhi che Violante conosceva bene – li aveva visti così spesso, in così tanti specchi – e riuscisse a comprendere il suo silenzio come nessun altro aveva fatto mai.

Ricominciò a cantare.

Violante chiuse gli occhi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Il verde sta per la speranza, la giovinezza, la costanza. Non potevo che associarlo a Brianna.

Brianna odia Dita di Polvere perché se n’è andato, le ha ‘abbandonate’; Violante odia Testa di Serpente per tutto ciò che ha fatto a lei e a sua madre. Sono due storie che si concludono in modo diversissimo, certo, ma si svolgono su percorsi molto simili. Per entrambe la figura paterna ha un significato molto forte, e probabilmente questo ha influito in parte sul loro rapporto – un’amicizia che non si è spenta neanche dopo le vicende del secondo Cosimo. Penso che Brianna sia stata l’unica persona davvero vicina a Violante, a Ombra.

Aya ~

   
 
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