Film > Megamind
Segui la storia  |       
Autore: MegamindArianna    27/05/2012    2 recensioni
Un sogno, un desiderio, una svolta... spero vi piaccia questa mia nuova FF! Da MMA
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Wow!- pensai. – Cosa è successo?- avevo la testa che mi scoppiava. Sentivo la stoffa del pigiama invernale pesarmi come un masso. Mi guardai intorno.
 
Non c’era più la stradina che portava al rifugio di Metro Man; non c’era più il furgoncino; non c’era più lo sfondo terrificante della città ricoperta da un fumo nero e soffocante; non c’era più Megamind inginocchio.
 
C’era solo un letto da una piazza e mezza, un mobiletto, una lampada, un armadio e una finestra con tende blu elettrico.
 
Il passato mi stava uccidendo. Quel ricordo di Megamind che si allontanava da me per farsi mettere in prigione mi assillava. In più mi faceva star male. Mi sentivo in colpa.
 
Ma cosa c’entrava la richiesta di matrimonio? Insomma, non era una cosa successa. Forse era un piccolo desiderio oppure….
 
“ROXANNE!” gridò Megamind sbattendo la porta. Si guardò intorno per poi fissarmi e sospirare. “Credevo fossi in pericolo! Perché hai urlato?” e si appoggiò una mano sul cuore come se avesse appena avuto un attacco cardiaco.
 
Inizialmente boccheggiai. Non potevo dirgli di aver sognato un pezzo del nostro passato insieme ad una richiesta di matrimonio da parte sua. Sarebbe stato uno shock.
“Ho avuto un incubo…” e nascosi gli occhi con le mani per non far scoprire che stavo mentendo.
 
“Che sollievo…” ma si corresse “cioè… non che sia un bene fare incubi perché non si riesce a dormire, ma che non è un ladro che è entrato nella stanza per rapirti…” e rise ripensando ai nostri giochi di rapimenti.
 
Lo guardai accigliata. Mi passò un’idea per la testa e, a causa della stanchezza, non riuscii -come nel sogno- a controllarla. “Mi fai compagnia?” e mi morsi la lingua.
 
Lui spalancò gli occhi. Inizialmente pensava stessi scherzando, ma quando incontrò il mio sguardo capì che ne avevo bisogno. “Va… va bene…” e mi invitò a sdraiarmi.
 
Anche io ero alquanto sorpresa della mia richiesta. Mi abbandonai sul letto sospirando. Lui si mise di fianco, senza avvicinarsi troppo. Mi guardava sorridendo. “Come mai vuoi che rimanga qui con te?” mi chiese malizioso.
 
Lo guardai storto “Di sicuro non per ciò che pensi. Ho solo bisogno di parlare dato che non riesco a dormire.”
 
“Cos’è che ti turba?” chiese giocando con un lembo del lenzuolo.
 
“Non lo so. Ma ho una strana sensazione.” e mi guardai la mano sinistra; non c’era nessun anello. Mi sentii giù di morale.
 
“Racconta. Ormai neanche io ho più sonno.” E mi guardò aggiustando la maglietta del pigiama nero con la saetta. Per fortuna aveva buttato via quel vecchio pigiamone con i simboli di pericolo.
 
Sorrisi. “Beh… in realtà non ho proprio avuto un incubo…” e evitai il suo sguardo. Forse dovevo dirgli ciò che avevo sognato. “Ho sognato la nostra discussione seguente alla visita a Metro Man…”
 
“Ah… e quel ‘SI!’ che hai gridato? Con chi parlavi?” e appoggiò la testa su una mano.
 
“Parlavo con te…” e arrossii pensando a quell’estatico ‘Mi vuoi sposare?’. Mi sciolsi a quel solo pensiero.
 
Forse era veramente una cosa che desideravo. Ma con lui gli unici segni d’affetto che ci eravamo scambiati furono qualche abbraccio e un bacio andato a male. Magari significava solo che dovevamo fare qualche passo avanti.
 
Mi spinsi timidamente verso di lui “Mi dicevi che era colpa mia se tu e Minion avevate litigato, che a causa mia non ricordavi più il significato della parola famiglia e che non provavo neanche un briciolo di senso di colpa mentre tu ci affogavi.” Per non far vedere che stavo per piangere, appoggiai la fronte al suo petto.
 
“E’ stato proprio un incubo! Potevi semplicemente chiamarmi invece di farmi prendere un colpo!” e mi abbracciò. Sorrisi.
 
Sentii lo stesso odore del sogno, delicato e fresco. Respirai a pieni polmoni nell’incavo del suo collo. “Ora va meglio?” disse aggiustandomi i capelli dietro l’orecchio. Annuii. “Devi dirmi qualcos’altro o vuoi dormire?” e si staccò per uscire dalla camera. La sua ombra di proiettò su di me.
 
“No… non andare.” E lo afferrai per un polso. Le guance mi andarono in fiamme. Si voltò lentamente e sorridendo. Si riposizionò accanto a me, ma più vicino.
 
“Me lo sentivo che avevi bisogno di qualcuno che ti facesse compagnia, ma non pensavo avresti scelto me… magari avresti chiamato qualcuno della tua famiglia” e fece un sorriso sghembo.
 
“Si! Come no! Te lo immagini!” e, mimando una cornetta del telefono, dissi “Pronto mamma? Verresti qui a farmi compagnia per la notte? Dove sono? A casa di Megamind, nel Covo Malvagio!” e cominciai a ridere. Lui mi seguì.
 
“Hai ragione! Avrebbe chiamato la polizia per farmi arrestare!” e, sbilanciandosi, cadde dal letto.
 
“Megamind! Stai bene?” dissi affacciandomi. Non mi ascoltò. Stava ridendo più di me.
 
“Già so come saranno i titoli delle prime pagine :’Megamind colpisce ancora! Era solo una strategia quella di salvare la città?’ e poi tutti i poliziotti alla ricerca della bella giornalista Roxanne Ritchi!” e finì con una sonora risata.
 
Mi appoggiai al braccio destro e il sinistro a penzoloni vicino al viso dell’alieno. Volevo accarezzarlo, tenerlo stretto a me e baciarlo. Strizzai gli occhi a quell’idea. Ritrassi la mano.
 
L’unica luce che penetrava nella stanza era quella del corridoio; il resto era oscurato. Incrociai il suo sguardo. Il verde luminoso era visibile anche al buio.
 
“Ehi? Stai dormendo ad occhi aperti?” mi chiese facendo passare una sua mano avanti ai miei occhi.
 
“Eh? No stavo solo pensando…” e mi girai dall’altra parte. Ero innamorata di lui.
 
“Cosa ti succede, Roxy? Come mai non vedo più il tuo bel sorriso?” e mi toccò una spalla. “C’è qualcos’altro che devo sapere? Lo sai che puoi dirmi tutto.” Rabbrividii al suo tocco e al suo complimento.
 
“Scusa. E’ che ho un pensiero per la testa che mi frulla già da un po’.” E , spostandomi verso sinistra, tastai l’altro lato del letto, come a volerlo invitare a risalire.
 
“Mmmm… facciamo le misteriose, eh? Posso sapere di cosa si tratta o è un segreto da reporter?” Sentii il letto muoversi sotto il suo peso.
 
“No… si… cioè, non lo so…. È complicato.” E mi passai una mano dietro alla nuca. Dovevo bloccare in qualche modo tutti quei brividi che mi procurava anche con una sola parola.
 
Forse dovevo dirlo, o forse lo sapeva già. Comunque dovevo dichiararmi.
 
Mi voltai “Ascolta, io…” ma mi tappò la bocca con un bacio.

CONTINUA
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Megamind / Vai alla pagina dell'autore: MegamindArianna