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Autore: aamazayn    27/05/2012    3 recensioni
Una voce rauca e pastosa la sorprese ed interdette i suoi lamenti. Lei sussultò non appena smise di agitarsi. La stessa voce, che proprio non conosceva e non aveva mai sentito prima, cominciò rapidamente a scusarsi ma Scarlett, troppo in collera e stanca, non ci fece molto caso e non appena il ragazzo allungò una mano per tirarla su da terra, lei l'afferrò di scatto. Una volta in piedi, si trovò di fronte ad un ragazzo alto, mai visto, con un ammasso di ricci castani in testa e che, senza ombra di dubbio, non poteva essere Liam, suo fratello.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'and you are just a beautiful mistake'
 
La luce mattutina del sole giocherellò sul viso di Scarlett, che si svegliò poco dopo. 
Si era dimenticata di chiudere le tende la sera prima, e la finestra era ferma solo con un gancio.
Era rimasta sulla spiaggia con Darren tutto il pomeriggio, e si erano fermati sul ponte del molo a prendere un gelato verso sera. 
Quando era, poi, rientrata in casa, aveva intuito che i ragazzi erano rimasti un'altra volta a dormire a casa sua, riconoscendo un'altra macchina sul viale. 
Scese dal letto, controllando l'orario, e si fece una coda disordinata prima di andare in cucina, trasciando con sè la coperta intrecciata al braccio.
Lanciò una rapida occhiata al panorama, e sorrise instintivamente. Era fine maggio, e la spiaggia, ormai, si era trasformata in un vero e proprio ritrovo di serfisti coraggiosi e mattutini, e seppur si trovassero a diversa distanza da casa - dove le onde erano più alte vicino al ponte - si potevano scorgere le tavole colorate tra l'acqua. 
Dopo aver preparato una caraffa di caffè, ne prese una tazza e uscì sulla veranda, sedendosi sui gradini di legno bianchi. Sospirò, bevendone un sorso.
Le assi del pavimento scricchiolarono leggermente e alzò lo sguardo, pochi minuti dopo, riconoscendo la testa riccia di Harry in cucina. Non si stupì neppure, e sorrise, sapendo che lui non avrebbe potuto vederla fino a quando non avesse notato la porta semichiusa e l'odore di caffè appena preparato. Distolse lo sguardo, porgendosi la tazza verde alle labbra, ritornando a guardare il cielo limpido. 
«Ehi» disse una voce strappandola al silenzio. «Sapevo di trovarti qui»
Si voltò.
Sull'angolo della porta, Harry sorrise con gli occhi schiusi, che pian piano aprì normalmente, abituandosi alla luce.
Scarlett non riuscì a trattenere una risata spontanea, buttando lo sguardo sui pantaloni e la maglietta del pigiama dei Power's Ranger del fratello, che sicuramente gli aveva prestato per dormire. 
«Avevo chiesto quello di Toy Story, ma Liam non ha ceduto» borbottò lui, raggiungendo gli scalini e sedendosi a una precaria distanza dalla bionda. 
Non avrebbe rovinato anche quella occasione. 
«Io ho sempre desiderato essere quello rosso, ma durante i giochi, finiva sempre che ero quello verde»
E quello fu praticamente la prima cosa che Scarlett disse quella mattina. 
Harry rise. 
«Liam ha detto una cosa del genere, ieri notte. Ma ho pensato che fosse solo una cavolata delle due e mezza del mattino»  osservò lui, stendendo le gambe. Dopo un attimo di esitazione, continuò. «Tu a che ora sei tornata?»
Scarlett, con la coda dell'occhio, notò Harry inumidirsi le labbra.
«Verso le dieci, penso. Non era tardi» rispose, e il riccio sorrise. 
Per un istante regnò il silenzio;  Scarlett aspettava che fosse lui a fare la mossa successiva, ma ancora prima, si portò una mano sulla fronte. 
«Che succede?» Chiese il ragazzo, che la osservava di profilo.
«Mi sono dimenticata di riportare il libro che ho preso in prestito in biblioteca. Saranno due settimane che lo tengo, ma ho visto solo ieri che è scaduto il tempo, accidenti!»
«Ah, capito. Se vuoi ti accompagno a riportarlo, tanto non è lontana da qui la biblioteca»  
Scarlett si girò verso di lui. 
«Mmh, non so se mi posso fidare di te - osservò, portandosi un dito sul mento - non ci siamo neanche mai presentati»
Prontamente, il riccio allungò un braccio verso di lei.
«Sono Harry Styles, Harry per gli amici anche se i ragazzi mi chiamano Hazza, mia mamma mi chiama Orsetto Harry, tu puoi chiamarmi Bomba Sexy, Extraordinharry o anche Cespuglio se ti va» Si presentò, con una velocità strabiliante.
Basta che mi chiami, commentò il ragazzo nella sua testa. 
«Molto piacere, allora, Cespuglio» Scarlett gli strinse la mano, dondolandola. «Io sono semplicemente Scarlett»
«Va bene Scarlett, allora, andiamo?» propose Harry, balzando in piedi. La bionda lo imitò. 
«Certo, vado a cambiarmi» 
Attraverso la veranda, e quando fece per entrare, il riccio la richiamò.
«Preferisco Scar', comunque»
Lei alzò gli occhi al cielo e proseguì fino alla camera, stranamente soddisfatta.
 
***
Harry aveva gli occhi color verde smeraldo, e una assurda fissazione per i suoi capelli, che spettinava regolarmente ogni due secondi.
Portava un braccialetto rigato blu e bianco intrecciato con le perline, e quando si trovava in difficoltà, ci giocherellava imbarazzato, mentre cambiava la marcia del pick-up rosso, completamente infangato nei cerchioni delle ruote.
Scarlett era salita su un solo pick-up, e per la prima volta in vita sua, se l'era completamente scordata al fianco di Harry. Come se non fosse mai accaduto nulla.
«Penso che tu abbia sbagliato strada, sai? Sarà la quinta volta che passiamo davanti a questo bar»
«Scar', ti devo dire una cosa a questo riguardo» disse il riccio, con lo sguardo neutro sulla strada. «Non ho la minima idea dove sia la biblioteca»
Scarlett rise, scuotendo la testa. 
«Chissà perchè lo sospettavo» 
Harry la guardò in attesa, e lei spostò un ciuffo di capelli dietro l'orecchio con una finta espressione concentrata sulla strada soleggiata. «Devi girare a sinistra, poi dovrebbe esserci un parcheggio» 
Dopo qualche minuto, il pick-up decellerò, e Harry voltò come da indicazione fino a scorgere uno spiazzio semi-vuoto di macchine. Parcheggiò attentamente, e aspettò la reazione di Scarlett, che si allungò a raccogliere la borsa e sorridendo, questa scese dall'auto.
«Arrivo subito, ci metto un attimo» disse, con una mano sulla fronte per guardare Harry in riflesso dal sole.
Probabilmente si era scosso i capelli e aveva annuito, così lei, senza controllare, attraversò il marciapiede fino ad entrare in Libreria.
Quel posto era la classica biblioteca sul via mare, con assi di legno imbiancate e persiane azzurre, dove collezionati in ordine alfabetico, di genere, di casa editrice, su robusti scaffali color panna, vi erano appoggiati i libri in primo piano. 
Tuttavia, c'erano cinque o sei corsie sulla destra dedicate ai DVD a noleggio, e dietro alle macchinette di caffè settecentesce, stava un angolo dedicato alla lettura per i bambini che frequentavano i primi anni della scuola d'infanzia, chiuso fino a poco tempo prima per mancanza di personale.
Scarlett non avrebbe mai immaginato di accettare quel lavoro anche solo un anno prima, ma quando aveva letto il cartello, beh, il lunedì e il giovedì pomeriggio aiutava i bambini a studiare dall'autunno scorso.
Buttò un occhiata alla classificazione dell'ordine della collana e l'attraversò fino alla Frassinelli, sull'ombra di uno scaffale all'angolo di sinistra. 
Lì, piegata sulle ginocchia magre e abbronzate, notò una ragazza mora che con la punta di un dito seguiva i titoli di una fila. Solo quando Scarlett fece per appoggiare il suo libro su uno scaffale, questa squittì.
«Oh, ecco il libro che cercavo» quasi esultò, rigirandolo in mano prima di alzare lo sguardo su Scarlett. «Sei la mia salvezza, grazie» 
«Figurati, nessun problema» disse di conseguenza la bionda, ricambiando il sorriso che la sconosciuta aveva stampato in viso, mentre si dondolava da un piede all'altro. 
«Io sono Summer, comunque» le porse la mano libera che Scarlett afferrò.
«Scarlett, piacere» 
Aveva si e no la sua stessa età e pareva sorridesse pure dai grandi occhi scuri, coperti da qualche ciuffetto di capelli leggermente mossi che lei portò dietro l'orecchio con gesto meccanico, prima di buttare l'occhio sull'orologio a pendolo e alzare di scatto le sopracciglia. 
Soltanto in quel momento, la bionda notò la ridicola divisa scolastica di Summer.
«Sono in un ritardo pazzesco, devo tornare a scuola! Se vieni spesso qui, ci rincontreremo» blaterò la mora con una veloce parlantina, mentre già sgattaiolava tra le corsie. 
«Anche per me, a presto» 
Riuscì a dirle, prima di veder richiudere la porta dell'entrata richiudersi.
Scarlett fece spallucce, e poco dopo uscì pure lei, cercando tra il parcheggio il pick-up rosso.
Vide il riccio ridere dal vetro, ancor prima che aprisse la portiera ammaccata. Quando, poi, entrò ricambiò il saluto.
«Scusa, ti ho fatto aspettare» 
«Nessun problema.. Prossima meta, my lady?» Harry posò la mano sinistra sul volante, accendendo il motore con quella libera.
«Mmh, casa direi» 
«Ah già, giusto - cominciò a giocherellare con il cambio, mettendo in moto - Magari devi pure uscire con il tuo ragazzo, questo pomeriggio ed è meglio che..»
«Quale ragazzo, scusa?»  
«Beh, quello di ieri sera»
Scarlett scosse la testa, trattenendo una risata. «Darren, dici? Oh no, lui è solo il mio migliore amico» 
Seppur il tentativo del piano di Harry era quello di rimanere neutro, inarcò le labbra nel sorriso più felice e sollevato che riuscì a non trattenere.
«Miglior? C'è volevo dire, meglio così» 


















shalalalalala
lo so bene, sono in ritardo!
dovevo pubblicare il capitolo mooolto prima, ma queste ultime due settimane di scuola 
mi stanno distruggendo e non ho nemmeno il tempo di accendere il pc, c'è!
ma vabbè, manca poco intanto :)
allora, 
vi invito a leggere il capitolo molto attentamente perchè c'è una frase che svela un pò 
qualcosina che non voglio dirvi direttamente (per ora)
cooomunque, spero che vi piaccia e spero che non sia tanto lungo come sembra!
davvero, ditemi che ne pensate!
ringrazio tutte quelle che leggono o recensiscono!
al prossimo, 

Cèc :)

p.s Summer (la ragazza della biblioteca) è la bellissima Rachel Bilson
che io amo jdhfgs e niente, saprete più avanti :)
(sono misteriosa, tralalala)



(ecco il nostro cespuglio dsfghfghdv)


 

  
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