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Autore: TheTsundere_Miharu    27/05/2012    6 recensioni
Il capitano arrossì, distogliendo istintivamente lo sguardo appena sentì quelle parole.
Non era il modo di parlare tipico di Ranmaru Kirino, quello, ma quando lo prendevano in giro per il suo aspetto androgino capitava che gli scappassero certe affermazioni.
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{Kirino/Shindou}
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Kirino Ranmaru, Shindou Takuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spazio dell'autrice: E finalmente arrivo alla decima fanfiction nel fandom. Cioè, oddio, non ci credo. Non ne ho mai scritte così tante per UN SOLO fandom, cavolo :°D Dimostrazione di quanto Inazuma Eleven mi abbia cambiato la vita.
Allora, questa volta ho voluto sperimentare una coppia della GO: la Kirino/Shindou. Sono consapevole del fatto che il 90% del fandom preferisce la Kirino/Kariya (che non disprezzo, eh :°D) ma loro sono stati una delle mie prime ship quando ancora non avevo cominciato l'anime. Sono affezionata a loro. Non garantisco l'ICciccita(?) dei caratteri, ma prometto che migliorerò se scriverò ancora su di loro. E nulla, buona(?) lettura. >w<"



_Questioni di virilità.



« Oggi dei ragazzi mi hanno fermato prima di entrare a scuola… »
« Di nuovo?! »

Kirino sbuffò – cercando in malo modo di coprire la sua irritazione – spruzzandosi sulle mani lo shampoo, per poi portarle alla testa, strofinandosi energicamente i capelli. Forse avrebbe fatto meglio a non dirlo, ora il suo compagno di squadra avrebbe cominciato a preoccuparsi, come al solito. Non che gli dispiacesse, ma preferiva non vederlo addolorato per causa sua.

« Tranquillo, è andata come sempre… so difendermi perfettamente anche da solo, lo sai. Non c’è bisogno di preoccuparsi. »

Si girò – attento a non farsi andare del sapone negli occhi – a guardare l’altro, sorridendogli teneramente.
Shindou aveva già assunto un’espressione contratta, ed aveva anche smesso di lavarsi le braccia.
Credeva nell’altro – si conoscevano da anni, sapeva quanto potesse essere forte – ma non riusciva a non soffrire per tutte le cose che gli stavano accadendo nelle ultime settimane. I ragazzi più grandi l’avevano preso di mira, e non la smettevano più di aggredirlo verbalmente e nei casi peggiori, anche fisicamente.
Non poteva non preoccuparsi. Gli era impossibile non farlo.
E Kirino non aveva quasi mai avuto questo genere di problemi, quindi si chiedeva perché la situazione si fosse rovesciata così all’improvviso…

« Se vedessero cosa celano i miei pantaloncini, non mi prenderebbero più per una ragazza. »

Il capitano arrossì, distogliendo istintivamente lo sguardo appena sentì quelle parole.
Non era il modo di parlare tipico di Ranmaru Kirino, quello, ma quando lo prendevano in giro per il suo aspetto androgino capitava che gli scappassero certe affermazioni.

« Sono sicuramente più dotato di tutti loro messi assieme! »

Takuto continuò ad ignorarlo, abbassando sempre di più la testa sotto il getto di acqua tiepida. Avrebbe tanto voluto trovare la forza di alzare il braccio e cambiare la temperatura fino a farla diventare bollente. Forse così avrebbe potuto giustificare le sue gote che ormai avvampavano.
Questo non sfuggì al numero tre. Si conoscevano da troppo tempo, ormai.

« Scusa, non avrei dovuto parlare così. »

Quando perdeva la calma arrivava anche a scordare che l’altro era terribilmente sensibile rispetto a quel genere di discorsi.
Rimosse tutta la schiuma dalla chioma rosea, affacciandosi verso la doccia in cui c’era il capitano – era proprio accanto alla sua, in effetti.
Shindou riuscì ad alzare la testa, lentamente, e appena la sollevò completamente si ritrovò il viso dell’altro, a pochi centimetri di distanza.
Quel sorriso – né troppo delicato, né troppo esagerato – che gli rivolgeva per farsi perdonare era la cosa più… dolce del mondo. Non lo avrebbe ammesso – sarebbe stato troppo imbarazzante – ma il loro rapporto era speciale proprio perché non avevano bisogno di dirsi nulla: si capivano l’un l’altro con un semplice sguardo.
I loro nasi si sfiorarono delicatamente, seguiti dalle loro bocche.
Un bacio a fior di labbra, innocente. Proprio uno come quelli che si davano da bambini, senza capirne il motivo reale.

« Ehi, Shindou? »
« Nh? »
« Posso venire a dormire a casa tua? »

Shindou piegò la testa di lato, accennando un sorriso a sua volta. Non gli rispose, ma era chiaro che la sua risposta fosse un sì.
I suoi genitori – come al solito – erano in viaggio, quindi non avrebbe disturbato di certo.
Kirino gli rubò un secondo bacio, questa volta andando a sfiorargli il labbro inferiore con la lingua.

« Così la prossima volta potrai dire a quegli antipatici quanto sono virile là sotto. »

E ridacchiò, con una punta di malizia che nessuno avrebbe potuto notare su quel bel faccino.
Inutile dire che l’altro abbassò nuovamente lo sguardo, bofonchiando qualcosa. Il suo viso era di nuovo infuocato, ma quella volta non lo nascose.
Non ci sarebbe riuscito.
  
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