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Autore: Faust_Lee_Gahan    27/05/2012    1 recensioni
«Quando una cosa è tua ne puoi fare quello che vuoi.»
[Jim/Sebastian]
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Jim Moriarty
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Lividi Amniotici'
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Titolo: Di cicatrici e presentimenti

Summary: «Quando una cosa è tua ne puoi fare quello che vuoi.»

Pairing: Jim/Sebastian

Rating: PG

Words: 803

Desclaimers: Blabla. Non. Semplicemente non.

Notes: Partecipa alla Sherlothon dello SFI, col prompt #4 (http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/b7/Holmes_reichenbach.jpg) del Team Canon.






Di cicatrici e presentimenti




Un altro incubo, capo?

Se vai avanti così, ti toccherà assumere te stesso.

Ma ciò è impossibile, visto che

non disponi di cento sterline al giorno per pagarti.”

(Groucho)






Una rupe. Era una rupe. E poi c'era il rumore assordante dell'acqua. Data l'altezza doveva essere una cascata. All'improvviso cominciò a salire l'ansia. Non sapeva neanche lui perché. Il passaggio era talmente bello da sembrare irreale, o provenire da un'altra epoca. Ma l'ansia cresceva, nonostante la calma apparente di quel posto. E non accennava a scendere.

Sebastian si svegliò di soprassalto, la fronte sudata e l'affanno. Prese fiato cercando di regolarizzare il respiro e passando le mani sugli occhi, non facendo caso più alla cicatrice.

Lui non era un tipo propriamente superstizioso, ma in guerra aveva imparato a fidarsi dei presentimenti. E quello che aveva in quei giorni era terrificante persino per lui.

Non era permesso mettere in dubbio le decisioni di Moriarty, ma a lui erano concessi piccoli privilegi, come avere un'opinione, e poterla anche esprimere. Nonostante ciò, dovette raccogliere tutto il coraggio che aveva in corpo per poter raccontare tutto.

«Non sono sicuro che abbiamo tutto sotto controllo.»

Jim alzò lo sguardo e lui pensò per un attimo di aver sbagliato a parlare.

«Stai forse mettendo in dubbio la mia autorità, Sebastian?» chiese avvicinandosi piano.

«Sto invece considerando la possibilità che tu non abbia sotto controllo tutti i fattori di questo piano.»

«E' di me che stai parlando.»

«Stiamo parlando anche di Holmes, e ho l'impressione che tu lo stia sottovalutando.»

«Tu invece lo stai sopravvalutando.»

«Io non-»

Sebastian si interruppe, sospirando rassegnato. Non poteva vincerla con lui, e lo sapeva. Ma tentare non nuoce, nella maggior parte dei casi. Giusto?

«Lasciamo perdere.» mormorò quasi tra sé.

Si lasciò cadere sul divano, stanco come non lo era da anni. Jim si sedette di fronte a lui, sul tavolino, osservandolo attentamente con la testa leggermente piegata di lato.

«Seb, ti stai preoccupando per il piano o per me?» chiese.

«E' la stessa cosa.» rispose.

Sebastian si prese una sigaretta e l'accese, nervoso. «Sarà un suicidio.» disse senza guardarlo.

«Appunto. Quale modo migliore di andarsene sapendo che il tuo nemico è fottuto e finirà tra le fiamme dell'inferno esattamente come te?»

Alzò lo sguardo e lo fissò nel suo, che ghignava spudoratamente.

«Tu sei pazzo, Jim.»

«E te ne sei accorto solo ora?»

Non ne poté più. Si alzò di scatto e si avviò alla porta, domandandosi perché mai aveva cominciato quel discorso.

«Hai intenzione di abbandonarmi?»

Sebastian si fermò, sentendosi come un cane col proprio padrone.

«Mai. Lo sai.»

Sentì i passi di Jim avvicinarsi, anche se non si voltò.

«Guardami, Sebastian.»

Lui restò immobile.

«Guardami.»

Era un ordine, e Sebastian non poteva ignorare gli ordini del capo. Appellandosi a tutta la sua forza, si girò. Moriarty lo stava fissando ancora in quel modo. In quel modo. Gli passò un dito sulla cicatrice, lentamente. Chiuse gli occhi, trattenendo un attimo il respiro.

«Ho sempre avuto un debole per gli sfregi.» mormorò il suo capo «Vedi, Seb, ci sono alcune ragioni per cui potrei decidere di sfregiarti personalmente. La prima sarebbe la gelosia. Lo so che suono tanto come un mafioso o un cattivo proveniente da qualche secolo fa, ma – che ci vuoi fare? - ho un debole anche per le questioni d'onore vecchio stile. La seconda è che se dovessi scoprire che non hai più per me quella fede cieca che mi aspetto da te o che, e qui siamo al terzo scenario, la riponi in qualcun altro, potrei farti a pezzi, Sebastian.»

Gli strinse la mano sul viso, e gli scesero dei brividi lungo la schiena.

«Potrei toglierti la pelle centimetro per centimetro, godrei nel sentire le tue urla strazianti, perché le riconoscerei come mie e te le farei pagare una a una.»

«Lo sai che la mia fede è intatta e nessuno me la porta via.» disse lui.

Jim sorrise e lo baciò sulla cicatrice, il respiro pesante.

«Vorrei avertela fatta io questa, sai Seb? Ogni volta che l'avresti guardata avresti pensato a me. E anche le altre persone. Avrebbero saputo subito a chi appartenevi. Ti avrei amato solo io. Potresti farmene una anche tu, così diventerei uguale a te. Tu sei mio, Sebastian, e quando una cosa è tua ne puoi fare quello che vuoi.»

Sebastian non poté evitare di baciarlo, perché era vero, era cosa sua. E non si era mai sentito meglio in vita sua. Gli respirò sulle labbra, la fronte appoggiata alla sua.

«Il piano è stabilito.» sussurrò il suo capo «Smettila di preoccuparti, e vedrai che anche gli incubi spariranno. Mi servi sveglio, Sebastian.»

Lui annuì senza dire più niente.

In quel momento gli sembrò stupido aver dubitato di lui, anche per un secondo. Gli avrebbe chiesto scusa, dopo. Glielo avrebbe sussurrato nell'orecchio, soffiato sulle labbra, sul collo. L'avrebbe convinto che l'aveva pensato solo per pura precauzione, che non era una mancanza di fiducia nei suoi confronti. Quella era una cosa impossibile. Non avrebbe mai potuto smettere. Perché era cosa sua, e quando una cosa è tua ne puoi fare quello che vuoi.


Adesso, gli incubi erano tornati. Ma erano ricordi, non presentimenti. E gli veniva da vomitare per il dolore.






Notes, again:

FORZA CANOOOOON! E bast!

E non ho altro da dire! XD A parte il solito thank you Sonia. ♥

  
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