Anime & Manga > Saiyuki
Ricorda la storia  |      
Autore: VENDA    15/12/2006    4 recensioni
Tutti portiamo una maschera.... perchè è più semplice, perchè è più sicuro.... ma delle volte basta un soffio di vento a portarcela via, lasciandoci nudi davanti al nostro cuore....
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Sha Gojio, Son Goku
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

* MASCHERE *

Il sole stava ormai tramontando oltre l’orizzonte e gli ultimi raggi tingevano di rosso il paesaggio circostante, quando al gruppo del venerabile Genjo Sanzo Hoshi fu concesso un po’ di riposo.

Nel tardo pomeriggio avevano raggiunto l’ennesimo villaggio e si erano sistemati in una modesta locanda in prossimità di un pacifico ruscello, un posto tranquillo dove i quattro contavano di restare per qualche giorno prima di riprendere il loro viaggio verso ovest. Caso fortunato, questa volta erano riusciti a sistemarsi in quattro camere singole, cosicché ognuno avrebbe potuto godere di un po’ di calma e, soprattutto, di un po’ di intimità.

Ma se questo da una parte sembrava essere ben accetto da individui scorbutici e solitari come Sanzo, provocava qualche difficoltà al più piccolo del gruppo che, casinista com’era, non riusciva a stare zitto per più di cinque minuti; ma il problema non stava solo nell’iperattività del giovane… era ormai un bel po’ di tempo che strani pensieri gli affollavano la mente facendolo giungere alla rassegnata conclusione che non sarebbe mai riuscito a mandarli via, anche perché tutti questi pensieri erano rivolti verso un certo bonzo corrotto dagli occhi suadenti di nostra conoscenza.

Se all’inizio Goku si era limitato a pensare che il suo attaccamento incondizionato a Sanzo fosse dovuto esclusivamente al fatto che era stato lui a liberarlo da quell’oscura prigione di pietra nella quale era rimasto segregato per cinquecento anni, ora cominciava a non essere più soddisfatto solo di questa spiegazione… c’era dell’altro, e questo ormai era chiaro, qualcosa di talmente forte ed indissolubile da non poter essere più identificato con la semplice gratitudine, un affetto così profondo e totale che la giovane scimmia si era ormai rassegnata a chiamare con l’unico nome sufficientemente esplicativo: amore.

Si, ormai non aveva più dubbi: si era innamorato di Sanzo, in un modo così spontaneo ed inevitabile che si chiedeva come avesse fatto a non accorgersene prima e, soprattutto, come potesse passare inosservato agli occhi degli altri. Ed era questo il motivo principale per il quale cercava di evitare il più possibile la solitudine: essere consapevole di questo sentimento e dell’obbligo di tenerlo celato nel suo cuore, si faceva sempre più difficile, soprattutto quando lasciava la mente libera di vagare, complice il silenzio di una stanza vuota. Come se non bastasse, la consapevolezza di non avere la minima possibilità di essere ricambiato dal suo sole, rendeva questa già delicata situazione ancora più deleteria per il suo povero cuore.

Ormai aveva perso il conto delle notti passate a piangere più o meno silenziosamente (dipendeva dalla stanza in cui si trovavano ad alloggiare nella locanda di turno, se era singola, doppia o quadrupla) per il suo amore non corrisposto, o anche solo le volte in cui si era ritrovato a sospirare il suo nome senza accorgersene, ad immaginare di accarezzare quei morbidi capelli biondi, quella liscia e perfetta pelle d’avorio… quanto gli sarebbe piaciuto sentire la morbida consistenza di quelle labbra insolenti sotto le sue, così affamate di lui.

Dio, se stava male! E il dolore era il suo unico compagno in quei, per fortuna rari, momenti di solitudine.

Per ovviare alla malinconia e alla tristezza che, piano piano, ancora una volta si stavano facendo strada nel suo cuore, decise di uscire dalla sua stanza nella speranza di incontrare qualcuno e distrarsi un po’. Le camere degli altri tre si trovavano sullo stesso piano: la sua e quella di Sanzo erano due alloggi adiacenti, mentre le altre due erano esattamente di fronte alle loro. Stava per bussare alla porta del monaco, quando sentì degli strani rumori provenire dalla stanza di fianco alla sua: era la camera di Hakkai. Arrivato davanti alla porta bussò un paio di colpi; mentre attendeva una risposta da parte del ragazzo (che non tardò ad arrivare), pensò che forse sfogarsi un po’ con una persona dolce e sensibile come Hakkai non gli avrebbe potuto fare che bene… in fondo, cosa aveva da perdere?! Si era sempre sentito particolarmente vicino a quel pacato ragazzo sempre sorridente e gentile che aveva cominciato a considerare come una sorta di fratello maggiore in grado di confortarlo e rassicurarlo se c’era qualcosa che non andava.

Entrò e lo trovò intento a medicare il piccolo Hakuryo che, durante il viaggio, si era riposato pochissimo.

- Ciao Hakkai, sono Goku. Ti disturbo? – chiese.

- Oh, Goku… ciao! Entra, entra pure, qui ho quasi finito! – fu la gentile risposta del demone bruno.

- Come sta Hakuryo? Non deve essere stato un viaggio facile per lui, poverino!

- Infatti, stavo giusto finendo di medicarlo. Non è nulla di grave, ma è meglio occuparsene subito. – tirò un lungo sospiro. - Ecco fatto, finito. Ora sei come nuovo, piccolo!

- Kyuuuuuuuuuuuuuuu!! – il verso festoso e riconoscente dell’animale risuonò per la stanza.

- E ora veniamo a noi. – aggiunse Hakkai voltandosi verso Goku con il solito dolce sorriso sulle labbra. – Siediti pure, così potremo parlare meglio.

Il più piccolo fece come gli era stato detto, mantenendo però lo sguardo un po’ basso: ora che si trovava di fronte al compagno di viaggio non sapeva cosa dire.

Fu l’altro a continuare.

- Ho chiesto giù in cucina un po’ di the e dei biscotti, ma non li ho ancora mangiati: mi fai compagnia? – chiese porgendogli una delle due tazze che aveva appena riempito di liquido ambrato.

- Volentieri, grazie!

Bevvero il loro the ancora caldo in silenzio; una volta finito, le tazze furono riposte da Hakkai in un angolo e la sua attenzione si focalizzò nuovamente sull’altro ragazzo.

- Allora Goku, come va? Sei stanco per il viaggio?

- … no, io… io sto bene… grazie….

Il demone gentile cominciò a preoccuparsi per la scarsa loquacità che il più giovane stava mostrando; a pensarci bene, raramente lo aveva visto così giù di morale, e la preoccupazione che fosse potuto succedere qualcosa lo spinse ad indagare.

- Tutto bene Goku? Ti vedo strano… c’è qualcosa che non va?-. Sperava che Goku si aprisse almeno con lui, la sua sensibilità gli impediva di sopportare la vista di uno qualsiasi dei suoi compagni triste o abbattuto. A Goku, poi, era particolarmente affezionato: con la sua spontanea vivacità era capace di farlo sentire sereno anche nei momenti più neri, e ora vederlo così giù di morale era una cosa stranissima.

Il silenzio che si perpetuava nella stanza gli fece capire che effettivamente c’era qualcosa che non andava, un qualcosa che poteva avere un solo nome se si trattava della vivace bakasaru: Sanzo.

- C’entra Sanzo, vero?

Goku non poté fare a meno di stupirsi per la perspicacia del ragazzo, che lo lasciò un po’ interdetto, anche perché non si aspettava che arrivasse così rapidamente al nocciolo della questione. Tirò un lungo sospiro che, insieme all’ulteriore pausa innaturalmente lunga di silenzio, furono per Hakkai una risposta più che esauriente; era sempre stato così, d'altronde: solo il biondo monaco era in grado di provocare nella vivace e chiacchierona scimmietta un cambiamento di umore tanto radicale, insinuando nel suo giovane cuore sentimenti, quali la tristezza e la malinconia, altrimenti estranei al suo naturale modo di essere.

- Ecco, io… -, tentò il moretto; niente da fare, non riusciva a sostenere quello sguardo dolce che lo invitava a sfogarsi. – Beh… si… cioè no, non direttamente almeno. Ma vedi, il punto è che io…

- Non ti sei ancora deciso a parlargli, vero? –, chiese ancora l’altro demone, stando però attento a non incalzare il più giovane.

Goku alzò lo sguardo e lo guardò perplesso… non capiva.

- E per dirgli cosa… ?

- Tu cosa vorresti dirgli? –, rispose Hakkai con un‘altra domanda.

Lui aveva già capito da un po’ come stavano le cose tra il monaco scorbutico e la scimmietta esuberante, ma voleva che fosse l’altro a pronunciare quelle parole.

Quando però il silenzio si fece per l’ennesima volta troppo lungo e teso, decise di aiutarlo.

- … che gli vuoi bene…? –, chiese cauto.

- … -, Goku continuava a tenere lo sguardo basso.

- … che per te è importante…?

- … -, ancora niente.

- … che… lo ami……?

A questo punto la bakasaru non riuscì a trattenersi; alzò la testa di scatto incontrando gli occhi verdi dell’amico, mostrando uno sguardo talmente stupito e disorientato che strappò una breve risatina all’altro giovane.

- E tu come fai a saperlo? –, esclamò senza sapere cosa pensare.

– Credevi davvero che non ce ne fossimo accorti? Certe volte è così ovvio che mi

domando come faccia Sanzo a non prestarci attenzione!

Quell’affermazione lo imbarazzò non poco… non aveva mai preso in considerazione l’eventualità che qualcun’altro potesse essere a conoscenza dei suoi reali sentimenti.

- … è così evidente…? –, chiese in un sussurro, la voce e lo sguardo dorato velati d’imbarazzo.

- Abbastanza… ora tocca a te rispondere: non ci hai ancora parlato, vero?

Capì che ormai era inutile negare, e così rispose: - … come se fosse facile… Hakkai, non ho la minima possibilità con lui… continuerà a considerarmi una stupida scimmia fastidiosa e nient’altro… –, una lacrima gli solcò il viso; quella era la prima volta che si concedeva di piangere davanti a qualcun altro, ma non se ne preoccupava: sentiva che di Hakkai poteva fidarsi ciecamente, era come se il giovane lo capisse come nessun’altro…

“ Come se mi capisse come nessun’altro…” questo pensiero gli attraversò la mente e lo spinse a chiedere: - Tu… tu mi capisci, Hakkai?

Non sapeva neanche lui cosa lo avesse spinto a dar voce ai suoi pensieri… ma l’ attenzione fu attratta dall’espressione del suo interlocutore che parve rattristarsi tutto d’un tratto, e rispose: - Certo che ti capisco, Goku… meglio di quanto tu possa pensare…

Quella risposta lo colpì più di quello che diede a vedere e, ancora senza pensarci, chiese: - … Kanan…? –. Non gli avevano detto quasi niente di quella vecchia storia; sapeva solo che fu il grande amore di Hakkai in una vita passata, ed era il motivo per il quale si incupiva dorante le serate di pioggia.

Si pentì di aver rievocato un argomento così delicato e stava per scusarsi, ma ciò che lo sorprese fu la reazione del demone dagli occhi verdi: rise; una risata vera, divertita… quel ricordo lo divertiva?

- Perché ridi, Hakkai? – chiese per cercare di capire; com’era possibile…?

- … Kanan…! –, continuava a ripetere il bruno tra le risate.

Quando finalmente sembrò calmarsi rispose.

- No, non è lei…! Cielo, dovrei smetterla di nascondermi dietro questa vecchia storia!

- Nasconderti?! –, Goku era, se possibile, ancora più confuso.

- Si Goku, nascondermi. Mi rendo conto della vostra preoccupazione quando cado in una delle mie crisi di malinconia, e per “tranquillizzarvi” dico che è per Kanan… mi dispiace… -, ora c’era un po’ di amarezza nella sua voce.

- Ma Hakkai, tu non l’amavi?

- Hai detto bene: l’amavo! Amai mia sorella più di qualunque altra persona al mondo, ma ormai è passato, ormai fa parte… del passato. Occuperà sempre un posto speciale nel mio cuore, ma non è il centro dei miei pensieri… non lo è più da molto tempo…-. Distolse lo sguardo, sapeva che Goku stava per fargli l’unica domanda alla quale non sapeva come rispondere.

- Ma allora… se non è Kanan… chi è, Hakkai? La conosco? Come è fatta? È un uomo o una donna? –, le domande uscirono a raffica dalla bocca di Goku e, come succedeva sempre, tanta allegra spontaneità riuscì a contagiare anche lo youkai.

- Ehi, calmo! Una domanda per volta! Beh, ti posso dire che è un uomo ed è l’ultima persona che potrebbe ricambiare i miei sentimenti… -, un sospiro rassegnato uscì dalle sue labbra a questa affermazione.

- L’ultima persona…? – fece Goku pensieroso. – Ehi Hakkai, non sarà mica il principe Kogaiji?!

- Come? No, non è Kogaiji, è una persona ancora più impensabile… io e lui siamo molto diversi: lui è casinista, ama stare in mezzo alla confusione e fare baldoria; può capitare che senza volere ferisca le persone con le parole, ma poi è subito pronto a chiedere scusa; mi conosce come nessun’altro, e lo stesso vale per me; è forte ma sa essere anche molto dolce e comprensivo; è carismatico, e la sua bellezza riesce ad ammaliare, ma non è niente se paragonata allo splendore della sua anima; e… si, lo conosci… -. Mentre parlava gli si illuminarono gli occhi e, senza accorgersene, aveva cominciato ad elencare le caratteristiche di questa misteriosa persona con una tale enfasi da lasciare a bocca aperta il povero Goku che, dal canto suo, non aveva mai visto l’amico così entusiasta per qualche cosa.

- Beh, -, cominciò una volta ripresosi, – se ti fossi fermato a “casinista”, “ama fare baldoria” e “ferisce senza rendersene conto” (quindi “insensibile”) avrei potuto anche pensare che ti stessi riferendo a Gojyo… ma non lo vedo così dolce e sensibile, e poi la bellez… -, la scimmia si bloccò nuovamente davanti all’espressione seria e allo sguardo incupito che avevano repentinamente sostituito, sul volto di Hakkai, l’euforia di poco prima; Goku l’aveva detto per scherzare, ma ora un dubbio lo stava assalendo: possibile che…?

- Hakkai…? –, chiese cauto, vedendo che l’altro non dava segni di ricordarsi che c’era anche lui nella stanza. - … Hakkai… Hakkai parlami… ehi Hakkai… non dirmi… i-io scherzavo… non è… Gojyo…?

Pur senza proferire alcuna parola, il silenzio del giovane fu una risposta più che esauriente: la persona che Hakkai amava era proprio il loro compagno di avventure Sha Gojyo… chi l’avrebbe mai detto! Anche se, ora che ci pensava bene, non era poi così assurdo.

Cercando di rompere il silenzio e di indurre l’amico a parlare, Goku prese la parola.

- Quindi è per lui che ti rattristi quando piove…? – fu la prima cosa che gli venne in mente.

Finalmente Hakkai si decise ad incatenare nuovamente il suo sguardo a quello dorato del compagno più giovane.

- Quando piove… -, riprese con un velo di tristezza sugli occhi, - mi ricordo sempre il giorno in cui Gojyo mi salvò la vita… ed è in quei momenti che mi rendo maggiormente conto di quanto sia impossibile questo amore, e di quanto sia sciocco io che continuo ad amarlo, pur sapendo che lui non mi…

- NON DIRLO NEANCHE PER SCHERZO!! –, quasi urlò Goku interrompendo l’altro. – Gojyo ti vuole bene, più di quanto pensi! Il tuo amore non è impossibile, il mio invece… rimarrà per sempre a senso unico…

- Non è vero, anche Sanzo ti ama, ne sono sicuro… solo, il suo orgoglio e l’ultimo insegnamento del suo maestro lo ostacolano un poco. Ma vedrai che prima o poi lo accetterà! –, gli disse tentando di cancellare quel velo di malinconia che stonava tanto con il suo essere solare e spensierato.

- Tu… credi…? –, chiese Goku timoroso.

- Non lo credo, lo so! –, rispose Hakkai strizzandogli l’occhio e scompigliandogli affettuosamente la folta chioma castana.

- Se ho qualche speranza io, tu ne hai il doppio… - aggiunse Goku tentando di tirare su il morale all’amico.

- No Goku… sono convinto di no…

- Si invece…!

Ma tutti i tentativi di protesta del piccolo furono interrotti sul nascere dalle parole di Hakkai.

- Gojyo è disgustato dalla sola idea di baciare un uomo… lui ama le donne, lo sai, e io mi accontento di stargli accanto come amico. – Un sorriso forzato gli si formò sulle labbra, e Goku potè giurare di non aver mai visto nulla di più triste. – Mi basta questo… me lo faccio bastare… .

Goku non sapeva più cosa dire.

- Ora è meglio che tu vada a letto! –, lo invitò gentilmente il ragazzo dallo sguardo smeraldino. – Usiamo questi giorni per riposarci e riprenderci dalle fatiche del viaggio! Domani ci aspetta una bella colazione e poi un giro per il villaggio, forza… non perdiamo tempo!

Goku aprì la porta per tornare in camera sua.

- Buonanotte Hakkai! Buonanotte Hakuryo! – disse prima di uscire. Ogni tentativo di continuare il discorso era stato prontamente bloccato dall’invito di Hakkai.

- Buonanotte Goku! – rispose quest’ultimo sempre sorridente.

La giovane scimmia si richiuse la porta alle spalle sospirando; quando si voltò, incrociò lo sguardo di Sanzo che in quel momento stava per entrare nella sua stanza. Rivisse in un unico flash back la conversazione appena conclusa con Hakkai e non poté fare a meno di arrossire, biascicare un: -Buonanotte Sanzo! – e correre a rifugiarsi nella sua camera, con il cuore che batteva a mille… chissà se Sanzo lo aveva udito!

L’atteggiamento così timoroso della bakasaru non passò inosservato al giovane monaco che l’avrebbe seguita se un pensiero non l’avesse bloccato: cosa gli avrebbe detto? Con quale scusa si sarebbe presentato da lui chiedendogli spiegazioni per il suo anomalo comportamento?

Non lo sapeva, ed era troppo stanco per pensarci… e poi temeva che quei due bicchierini di troppo che aveva bevuto durante la cena lo avrebbero fatto parlare più del dovuto, facendogli rivelare cose che mai avrebbero dovuto lasciare la sua anima… il suo cuore.

E poi, a che pro rivelare i suoi sentimenti alla scimmia? A cosa sarebbe servito? A niente, ecco a cosa! Goku era troppo impegnato a vederlo come “il suo sole”, per notare anche l’uomo innamorato che c’era in lui…. Innamorato, proprio così, perché continuare a negarlo?! Con gli altri era un conto, ma con sé stesso poteva anche essere un po’ più onesto! Un amore che, ne era certo, non avrebbe mai portato a nulla, se non a rivelare a tutti il suo lato più umano (e quindi più debole), nel momento in cui questo segreto fosse stato rivelato… e tanta sofferenza.

“Tutto da perdere e niente da guadagnare… !”, e con questo amaro pensiero, accompagnato da un sospiro rassegnato, il bonzo entrò nella sua stanza e si richiuse la porta alle spalle.

La nottata non fu una delle migliori per i quattro componenti del gruppo: Morfeo ci mise parecchio tempo prima di riuscire a convincerli ad abbandonarsi nel suo abbraccio, e i sogni che popolarono i loro sonni non furono tranquilli.

Per fortuna arrivò presto l’alba che portò via i tormenti onirici dei nostri eroi.

La mattinata trascorse relativamente serena: fecero un’abbondante colazione, durante la quale né Hakkai né Goku parlarono molto… la cosa, se non poteva essere definita inusuale per quanto riguarda il primo, associata al secondo insospettì un poco gli altri due che erano all’oscuro del discorso avvenuto solo poche ore prima tra la scimmia e il demone gentile; poi decisero di farsi un giro per le vie del paese che, quella mattina, ospitavano un allegro mercato.

Il tempo sembrò volare e, senza che nessuno se ne accorgesse, arrivò l’ora di pranzo. Decisero quindi di tornare alla locanda, mentre densi nuvolosi neri si avvicinavano minacciosi da sud. Il temporale non tardò a scoppiare con una violenza non trascurabile, costringendo i tre demoni e il bonzo a trascorrere il pomeriggio al chiuso.

Goku stava ancora rimuginando su quanto rivelatogli la sera prima da Hakkai, non riuscendo a sbrogliare la matassa; era sicuro che anche Gojyo provasse qualcosa di profondo nei confronti del demone gentile, e a questa conclusione c’era arrivato durante la mattinata quando, con occhi diversi, aveva cominciato ad osservare i due amici. Gojyo poteva anche apparire superficiale, ma una strana luce brillava nelle sue iridi rubino quando queste si posavano sul loro compagno di viaggio: una luce carica di affetto ma anche di tristezza.

Intenzionato a capirci di più, decise che una visita al kappa pervertito lo avrebbe aiutato a rispondere a qualche interrogativo.

Uscendo dalla sua stanza, però, si trovò davanti Sanzo, anch’esso in procinto di lasciare i suoi alloggi; in quei giorni sembravano rincorrersi a vicenda senza rendersene conto. Tanto era perso nei suoi pensieri, che non si accorse di aver mantenuto l’aria seria e pensierosa di poco prima, cosa che, nuovamente, non sfuggì al monaco.

- Goku! –, esordì, deciso a capire cosa frullasse per la testa della sua scimmia. – Si può sapere cos’hai da qualche giorno a questa parte? Sembri sempre sulle nuvole! –, concluse accendendosi una sigaretta e appoggiandosi al muro, come se gli avesse appena chiesto notizie sul tempo… non era sua intenzione mostrarsi preoccupato!

Goku, colto di sorpresa da quella domanda, rimase in silenzio per qualche secondo, non sapendo cosa rispondere; che Sanzo fosse in pena per lui?!

L’improvviso arrivo di Hakkai salvò la situazione: Goku guardò il demone, per poi riportare lo sguardo sul suo sole. Quest’ultimo capì che la saru non avrebbe parlato in corridoio e, mantenendo l’aria impassibile, riaprì la porta della sua camera precedendo Goku all’interno, lasciandola aperta per far capire all’altro che doveva seguirlo; altro gesto che lasciò Goku interdetto: mai Sanzo lo aveva invitato nella sua stanza. Non volendo sprecare quella fortuita occasione di passare un po’ di tempo da solo con lui (fosse anche solo per parlare), il giovane demone si affrettò a varcare la soglia della stanza per poi richiudersi la porta alle spalle dopo un breve cenno di saluto ad Hakkai.

Rimasto solo nel corridoio, Hakkai si lasciò sfuggire un sorrisetto e un breve sospiro, prima di chiudersi anche lui nella sua stanza; due occhi rossi, non visti, avevano assistito a tutta la scena.

Una volta soli, Sanzo si avvicinò alla porta-finestra che dava su un piccolo balcone, apparentemente rapito dallo spettacolo offerto dal temporale che infuriava.

- Gli dei devono essere in collera con qualcuno… un qualcuno che non invidio per niente… -, disse in un sussurro, più a sé stesso che a Goku.

E così era, infatti: la divina Kanzeon Bosatsu, avendo la possibilità di osservare da una posizione privilegiata ciò che avveniva sulla terra, era particolarmente inviperita dalla cecità di suo nipote e dei suoi tre compagni di sventura che, chiusi ognuno nei loro gusci sicuri e riparati per evitare ulteriori sofferenze, non erano ancora riusciti a rintracciare tra di loro l’altra metà che avrebbe reso complete le loro anime… ma questo Sanzo non poteva saperlo….

- Allora… -, disse riportando la sua attenzione sul compagno più giovane. – Si può sapere che ti prende? Non sei un tipo malinconico, né tantomeno sei solito chiuderti nel mutismo… ti stai ammalando? –, lo sguardo di ametista rimaneva freddo, ma il resto del corpo, parole comprese, tradivano qualcos’altro: … preoccupazione?

Dal canto suo Goku era molto combattuto: confidarsi con il suo tutore e chiedergli consiglio, o non dire nulla e tentare di sbrogliare l’intricata matassa da solo?

Dopo averci pensato per qualche minuto (il tempo in cui Sanzo finì di fumare la sua sigaretta), optò per la prima: in due sarebbero potuti arrivare più velocemente ad una soluzione.

- Sanzo… -, da dove cominciare? Decise di essere il più diretto possibile. – Se tu fossi a conoscenza dell’amore che lega due persone ma, allo stesso tempo, queste persone non fossero in grado di capire che i loro sentimenti sono ricambiati, e vedi che questo li porta a soffrire inutilmente… che faresti?

Aveva detto tutto quasi senza respirare, come a volersi togliere un peso dalla coscienza; e ora aspettava una risposta dal suo tutore.

- Tzè! Stai parlando di Hakkai e Gojyo, vero? –, chiese senza troppi giri di parole l’interpellato.

Dal silenzio di Goku capì di aver colpito nel segno.

- Penso che se la debbano vedere loro, perché solo loro c’entrano: né io, né tu, né nessun’altro, solo loro due… non ti devi impicciare. – rispose, forse un po’ troppo duro.

Ma quelle parole non ferirono la scimmia che, testarda, continuò.

- Ma io ho parlato con Hakkai, e lui dice di non avere speranze; ma io so che non è così! Oggi ho notato che lo sguardo di Gojyo quando lo guarda è un concentrato di dolcezza che non usa con nessuno che non sia Hakkai… dimmi che ho ragione, Sanzo!

- Gojyo è legatissimo ad Hakkai, non credo che potrebbe fare a meno di averlo al suo fianco… Sono due idioti, ecco cosa sono! Loro che potrebbero essere felici, preferiscono rinunciare a questa felicità in nome di malsane paranoie da innamorati, senza accorgersi che così facendo stanno solo perdendo tempo dietro ad un qualcosa di inesistente…! – nelle sue parole ora c’era rabbia, tristezza e amarezza, un cocktail esplosivo.

Resosi conto di stare spingendosi troppo oltre, riuscì a riacquistare giusto in tempo la sua proverbiale impassibilità, ma con una rapidità tale da lasciare quasi sconvolto il povero Goku che non sapeva più cosa pensare.

- Quindi… -, riprese dopo poco, - … credi che io non debba fare nulla…?

- Si, lo credo. Poi fai come vuoi!

Sanzo si accese un’altra sigaretta: la conversazione era palesemente chiusa.

Goku, così come era entrato, abbandonò la stanza del suo maestro, consapevole del fatto che continuare ad insistere non sarebbe servito a nulla, se non a procurargli una dose delle tanto odiate “sventagliate” che spesso il bonzo usava per fargli capire che lo stava infastidendo; era però deciso più che mai a far aprire gli occhi a quello scarafaggio idiota: ora che aveva scoperto che anche Sanzo aveva le sue stesse convinzioni, nulla più lo avrebbe fermato.

Bussò alla porta del mezzo demone che si aprì quasi subito; Gojyo si affacciò e guardò per qualche secondo Goku fermo sulla soglia, che prese la parola.

- Ciao, ehm… posso… posso entrare? – chiese titubante.

Gojyo non disse niente, ma aprì la porta facendo entrare il più giovane e chiudendola subito dopo.

- Allora Goku, che mi racconti? – esordì tranquillo. – In questi giorni mi sembri strano!

“Ancora con questa storia?! Ma si sono messi d’accordo?”

Il disappunto dovette leggersi abbastanza chiaramente sul viso del ragazzo, tanto che Gojyo chiese: - Che c’è? Ho detto qualcosa di sbagliato?

Ma Goku decise che era meglio sorvolare la questione: c’erano cose più serie di cui parlare!

- Gojyo senti… tu… che ne pensi di noi? – chiese con la massima semplicità e senza inutili giri di parole, volendo arrivare il più in fretta possibile al dunque.

Il kappa inarcò la sopracciglia.

- Si, ecco… di me, di Sanzo e… di Hakkai….

Gojyo non capiva dove Goku volesse arrivare, ma decise di dargli corda.

- Cosa ne penso di voi singolarmente, o come gruppo?

- Singolarmente. Vorrei sapere cosa pensi di ognuno di noi. – rispose sicuro.

Ci pensò un po’ su, valutando le varie possibilità di risposta.

- Beh, facile: siete tre stupidi!

La dichiarazione lasciò interdetto il più giovane.

- Come, scusa…?

- Hai capito bene: siete tre stupidi. Non c’è nulla di difficile da capire. Sei tu che me lo hai chiesto, no? – ripeté sedendosi sul letto; subito fu imitato da Goku, impaziente di sentire il resto… che non arrivò: il demone dalla chioma scarlatta si accese una sigaretta e un silenzio teso cadde sulla stanza.

Goku allora si decise a domandare: - Cosa intendi con “tre stupidi”?

- Esattamente quello che ho detto! – continuò enigmatico il kappa.

Goku stava cominciando a spazientirsi…………

- E perché saremmo tre stupidi?! – sapeva che, se avesse voluto ottenere qualche risposta dall’altro, doveva mantenere la calma, ma non accettava di sentirsi insultare con tanta leggerezza da uno che meno stupido di lui non era. Ma la domanda non sembrò irritare il rosso, che non diede segno di aver colto la provocazione celata in quelle parole.

- Ok, sarò più chiaro… - si decise a rispondere. – In primo luogo tu e Sanzo siete due stupidi perché tutti, anche Hakuryo, si sono accorti che siete innamorati l’uno dell’altro; tutti tranne voi due, che non vi decidete a chiarirvi una volta per tutte, preferendo portare avanti questa grottesca telenovela che non giova a nessuno… se questa non è stupidità…! – si interruppe un attimo per vedere la reazione che le sue parole avrebbero provocato.

Goku spalancò occhi e bocca: sapeva che il compagno di viaggio era un tipo che arrivava subito al dunque, ma mai si sarebbe aspettato tanta sincerità. E, quel ch’era peggio, ci aveva colto in pieno… almeno per quanto riguardava lui…

- Vedo che almeno hai il buonsenso di non negare. – aggiunse Gojyo dopo aver goduto abbastanza dello sguardo sconvolto della bakasaru.

Ma Goku si riprese in fretta, tornando a ripetersi che il motivo della sua visita a Gojyo era un altro: Hakkai.

- Bene… - esordì non troppo convinto. – E Hakkai? Lui perché è uno stupido?

La domanda lasciò spiazzato il mezzosangue che non se l’aspettava proprio: già, perché? Perché Hakkai era uno stupido?

… perché continuava a farsi del male pensando al passato…?

… perché così facendo si dimenticava di vivere il presente…?

… perché non si accorgeva di quello che la vita aveva da offrirgli…?

… perché… non si accorgeva di lui…?

… o magari per tutti questi motivi?

Goku lo guardava aspettando ansioso una risposta: cosa avrebbe detto?

Poi, l’amarezza che covava dentro da tre anni a quella parte, lo fece parlare.

- Hakkai non è stupido… è il più stupido di tutti!

“Ecco!” pensò Goku. “È arrivato il momento della verità!”. Non lo interruppe, e Gojyo continuò.

- Quello sciocco continua a volersi punire per una cosa successagli una vita fa… continua a soffrire pensando a chi non c’è più, a farsi del male per un amore così vano e lontano che non riesce a dimenticare…. È uno stupido perché, continuando a pensare a Kanan, non riesce a guardarsi attorno e non si accorge che è circondato da persone che lo amano e che soffrono nel vederlo ridotto in questo stato; persone che si preoccupano quando, nel cuore della notte, lo sentono gemere e lamentarsi in preda ad atroci incubi che basterebbe così poco per scacciare: basterebbe aprire gli occhi e permettere a qualcun’altro di entrare nel suo cuore, qualcuno che saprebbe come curare al meglio le sue ferite… qualcuno che, pur standogli accanto, non viene notato a causa dalla sua dannata testardaggine che lo porta ad essere cieco… cieco al dolore di chi lo ama, ora, in questa vita… e di nascosto piange con lui quando lui sta male…….

Nell’enfasi del discorso, Gojyo non si era accorto che un sorriso compiaciuto era apparso sul volto di Goku.

- Ti sbagli, sai? Su parecchi punti. – disse semplicemente. Lo sguardo interrogativo del kappa lo spinse a continuare: - Hakkai non vive nel passato…

Una risata di scherno uscì dalle labbra del rosso, che però non lo interruppe. – Ti dirò di più: Hakkai ha da tempo accantonato il suo sentimento per Kanan, - al solo sentir pronunciare quel nome Gojyo storse le labbra, - e da allora soffre per amore verso un’altra persona che, lui ne è certo, non lo potrà mai ricambiare.

Lo sguardo di Gojyo esprimeva scetticismo, ma tradiva anche una punta di curiosità; possibile che…

- Ieri, parlando, mi ha confessato di amare quest’altra persona; me ne ha descritto pregi sui quali ero e rimango scettico, ma lui ci tiene e io voglio solo la sua felicità… ma non voglio che soffra a causa di uno stupido kappa pervertito che non si rende conto delle sciocchezze che dice.

Il silenzio non fece in tempo a calare sui due, che fu subito spezzato dalla seconda risata di Gojyo: una risata, questa volta, tesa e per niente divertita.

- Ma non farmi ridere! Hakkai innamorato di me!? – ma il tono scettico non sembrava del tutto convincente neanche a lui; infondo, si sa: la speranza è l’ultima a morire…!

- Non sto scherzando, te lo assicuro! Durante i temporali il suo animo si rattrista pensando al giorno in cui tu lo trovasti e gli salvasti la vita; anche quel giorno pioveva, vero? E il ricordo di quel giorno lo riporta alla sciocca convinzione di non poterti avere… e a soffrire… soffrire molto… ma per alleviarci la preoccupazione ci fa credere che sia per Kanan. Ma soprattutto lo fa per te, per non perderti… e tu non te ne accorgi… non sei meno stupido di noi! – e, detto questo, senza lasciare all’altro il tempo materiale di formulare una risposta, Goku si alzò dal letto sul quale era seduto e si diresse verso la porta.

- Non farlo soffrire… o te la vedrai con me…! – disse lanciando uno sguardo di fuoco al kappa; Hakkai si era sempre mostrato gentile e premuroso nei suoi confronti, quasi come un fratello maggiore… non poteva sopportare di vederlo star male, non se poteva impedirlo.

Senza aggiungere altro aprì la porta, oltrepassò l’uscio e se la richiuse alle spalle, lasciando nella stanza un Gojyo ancora con la bocca aperta dalla quale non usciva alcun suono.

- Però avevo comunque ragione… - si disse dopo una manciata di minuti, tempo necessario per riprendersi dallo stato confusionale nel quale era caduto. - È proprio uno stupido! – e un sorriso rilassato gli distese le labbra.

Una volta fuori dalla stanza di Gojyo, Goku si trovò di fronte lo sguardo severo del bonzo che, sapendo di non essere riuscito a convincerlo a lasciar perdere, lo aveva aspettato in fondo al corridoio.

- Non dirmi niente Sanzo, ti prego… dovevo farlo, cerca di capire: loro che possono devono essere felici… almeno loro… - queste ultime parole furono seguite da un sospiro rassegnato che la giovane scimmia non riuscì a trattenere.

Passò di fianco al suo maestro e qui si fermò.

- … almeno loro… - ripeté in un soffio, alzando subito dopo lo sguardo e incontrando le iridi viola dell’unica persona che amava; fortuna (o sfortuna) volle che, per la seconda volta, l’arrivo di Hakkai (che li invitava a scendere per la cena) interruppe quel momento.

Senza aggiungere altro si divisero per prepararsi e, quando scesero nella sala ristorante, all’appello mancava solo Gojyo che sembrava non essere intenzionato a presentarsi al tavolo, visto che, dopo venti minuti, non era ancora arrivato.

- Ma che fine può aver fatto?! Non vorrei che fosse stato attaccato dai seguaci di Kogaiji… abbiamo passato dei giorni troppo tranquilli. - Hakkai espresse ad alta voce la sua preoccupazione.

- Non credo, vedrai che sta bene. Magari è solo stanco e vuole riposare. E poi, se ci fosse stato un attacco, non credi che ce ne saremmo dovuti accorgere? – lo rassicurò Goku posandogli una mano sul braccio.

- Se sei così preoccupato… perché non vai a cercarlo? Così magari lo trovi e possiamo cominciare a cenare! – disse il monaco con fare irritato; non sopportava proprio dover aspettare i comodi di quello stupido scarafaggio! Ma nelle sue parole c’era anche una velata provocazione alla quale il demone gentile rispose incatenando il suo sguardo a quello del compagno più grande.

Rimasero così per una manciata di secondi; poi Hakkai si decise.

- Aspettatemi qualche secondo, vado a vedere come sta… - si alzò e uscì dalla sala senza aggiungere altro.

- Prega che abbiamo fatto la cosa giusta, altrimenti saranno guai… - mormorò Sanzo guardando il demone sempre sorridente uscire celermente dalla sala con un’espressione ansiosa sul volto.

- Già… speriamo bene….

Dopo qualche minuto Hakkai, non avendo trovato il compagno nella sua stanza né in quelle degli altri, stava vagando per i corridoi della locanda apparentemente senza una meta precisa.

“Ma dove può essersi cacciato?! Non ci sono segni di lotta… ma se non è stato attaccato, allora dov’è?”.

Con questi pensieri in testa si fermò ad osservare la pioggia battente; fuori infuriava il temporale, e questo contribuiva ad accrescere l’angoscia nel suo animo.

Attratto dall’ipnotica danza di quelle gocce che scendevano dal cielo, uscì in veranda.

- … Gojyo… - solo un sospiro, prima di voltarsi per rientrare, dandosi mentalmente dello stupido per il tempo che stava perdendo… quando si accorse di non essere solo; gli ci volle qualche secondo prima di mettere a fuoco l’alta figura appoggiata con grazia al parapetto che gli dava le spalle; riconobbe subito la lunga chioma scarlatta.

- Cominciavo a chiedermi quando ti saresti accorto della mia presenza! – proferì il kappa senza voltarsi. – Con i tempi che corrono non è saggio perdersi nei propri pensieri quando si gira da soli… dovresti saperlo!

Dopo un primo istante di smarrimento, Hakkai si riprese e si avvicinò al compagno.

- Ti stavo cercando. – disse, – Cominciavamo ad essere in pensiero per la tua assenza… come mai sei qui?

- Avevo bisogno di pensare un po’. Comunque ti è andata bene che fossi io, qualcun’altro avrebbe potuto rivelarsi molto più pericoloso… cerca di stare attento, ok? – finì voltando il capo e permettendo finalmente al demone dagli occhi verdi di guardarlo in volto, i lunghi capelli rossi che ricadevano ai lati del viso incorniciando il magnetico sguardo dello stesso colore.

- Sembrerebbe quasi che tu ti stia preoccupando per me…! – disse con un sorriso.

“Magari fosse davvero così, Gojyo…” si ritrovò a pensare amaramente.

L’altro rimase un po’ a fissarlo, poi si voltò nuovamente ad osservare la pioggia senza realmente vederla. Stava pensando ad un modo per iniziare un discorso che, ora lo sapeva, premeva molto ad entrambi.

- Questo pomeriggio Goku è venuto a farmi visita. – buttò lì ignorando l’affermazione che pochi minuti prima era uscita dalle labbra di Hakkai.

Quest’ultimo sgranò gli occhi, non sapendo come interpretare quella frase e temendo che il più piccolo avesse parlato; la tensione era palpabile.

- Mi ha fatto una domanda strana… - continuò, sperando che Hakkai dicesse qualcosa, qualsiasi cosa.

- … quale? … cosa ti ha chiesto…? – domandò in un sussurro.

Gojyo prese fiato e continuò: - Mi ha chiesto cosa ne penso di voi….

Hakkai fissò il compagno, cercando di capire dove volesse arrivare, cosa significasse quella domanda… perché glielo stava dicendo.

- Anch’io all’inizio sono rimasto stupito, - confessò il demone dagli occhi rossi, quasi avesse letto nella mente dell’altro, - ma ho deciso di dargli corda per vedere dove voleva portarmi, e sai cosa gli ho risposto?

- No… cosa?

- Che siete tre stupidi! – questa frase colpì il demone gentile più della domanda di cui era la risposta, soprattutto per la naturalezza con la quale uscì dalle labbra del rosso, quasi fosse la cosa più ovvia di questo mondo.

- … come…? – tanto forte era il rumore della pioggia che per un attimo Hakkai temette che l’altro non avesse sentito quello che poteva benissimo essere stato solo un sospiro, un soffio di vento in mezzo ad un uragano.

- Si, hai capito bene… e questa semplice domanda mi ha fatto capire una cosa: … che io non sono meno stupido di voi….

Altra affermazione che lo lasciò di stucco; se prima Hakkai era confuso, ora si era totalmente perso: continuava a fissare Gojyo aspettando che questi continuasse, per tentare di fare chiarezza su questo discorso che, all’apparenza, non aveva né capo né coda.

Decise di fare la domanda più logica, la stessa che quel pomeriggio aveva formulato Goku: - … e perché saremmo tre stupidi? – solo che nel suo tono non si celavano risentimento o irritazione… c’era solo tanto stupore.

- Beh, per quanto riguarda quel monaco corrotto e quella stupida scimmia, concorderai con me che, se non si sono ancora resi conto che quello che il lega va oltre la devozione

o l’amicizia, dimostrano una profonda stupidità… come ho detto anche al moccioso, “perfino Hakuryo se n’è accorto”… e non puoi darmi torto!! – concluse infervorandosi.

Il tono tra l’esasperato e il rassegnato con il quale erano state pronunciate quelle parole, riuscì a strappare una breve risatina d’assenso ad Hakkai, che si trovò perfettamente d’accordo con il mezzo demone su tutti i punti.

- Hai ragione, ma più che stupidi io li definirei prudenti… delle volte non è facile ammettere i propri sentimenti con sé stessi, figuriamoci palesarli agli altri; quando poi la situazione è così… delicata… ci si rende conto di quello che si rischia, di quanto si rischia, e si preferisce accontentarsi di quello che si ha piuttosto che mettere in pericolo anche il certo….

- E questa non è forse stupidità?! Nella vita bisogna rischiare ogni tanto, o si finisce col soffrire, tormentarsi… nascondersi…

- Nas… nascondersi?

- Si, nascondersi! – Gojyo incatenò ai suoi gli occhi verdi di Hakkai e, mentre parlava, gli si stava avvicinando sempre di più. – Nascondersi come fa il terzo stupido del gruppo… mentre il quarto non se ne accorge e continua a somatizzare le emozioni che prova, tentando di spegnere una fiamma troppo grande, tentando di celarla facendo finta che non esista… quando sono tre anni che questa fiamma mi divora dall’interno, mi consuma piano piano… e per quanto io abbia tentato di fare come se non ci fosse, è ancora qui, - si posò una mano all’altezza del cuore, - che continua a farmi battere il cuore per un certo ragazzo moro dai bellissimi occhi verdi che ho qui davanti a me….

Le ultime parole furono poco più di un sussurro, ma al cuore di Hakkai giunsero come un urlo; d’un tratto tutti i timori, le preoccupazioni, la tensione… tutto, fu spazzato via come da un soffio di vento; improvvisamente non c’era più nessuno su quella veranda, in quel piccolo albergo, in quella tormentata regione… su tutto il pianeta… c’erano solo loro due, loro due e quella fiamma che da tre anni li stava divorando, loro due e i battiti veloci dei loro cuori, loro due e i loro respiri accelerati… loro due e quell’amore che ora non doveva più essere nascosto….

Non poteva crederci, eppure era tutto vero; dalle iridi verdi di Hakkai cominciarono a scendere perle trasparenti che andarono a rigare i suoi perfetti lineamenti… quella sera, per la prima volta dopo tanto tempo, Hakkai pianse in una notte di pioggia non per la tristezza o per la malinconia, no: quelle erano lacrime di gioia, erano lacrime di sollievo, erano lacrime di quell’amore che, per la prima volta, non faceva più male… erano lacrime di vita, che Gojyo prontamente raccolse sulla punta delle dite con una delicatezza immensa, quasi avesse paura di rompere quei preziosi cristalli con un movimento appena più accennato… le raccolse e se le portò alle labbra, sentendo sulla lingua il loro gusto salato.

Poi, fu un attimo: le braccia di Hakkai si allacciarono dietro il collo del rosso e le sue labbra si posarono su quelle del compagno, andando a colmare la già ridotta distanza che si frapponeva tra esse. Gojyo, posandogli le mani sui fianchi, lo attirò a sé facendo aderire i loro corpi, notando che combaciavano come i pezzi di un puzzle; entrambi chiusero gli occhi e, ancora una volta, fu Hakkai a prendere l’iniziativa: lentamente, fece scorrere la lingua sul labbro inferiore di Gojyo, andando poi a mordicchiarlo molto sensualmente… ricevette presto il permesso di entrare e, quando il rosso dischiuse le labbra, vi fece scivolare dentro la lingua che intraprese subito una dolce lotta con quella dell’altro, un lotta fatta di carezze e deboli gemiti.

Fece scivolare le lunghe dita tra i morbidi capelli scarlatti attirandolo maggiormente a sé, mentre il kappa gli accarezzava ora i fianchi ora la schiena.

Si separarono solo quando i loro polmoni cominciarono a protestare per la prolungata mancanza di ossigeno; rimasero comunque stretti l’uno all’altro, ansimanti, in un abbraccio quasi disperato… ora che si erano trovati non si sarebbero più lasciati andare.

Hakkai si strinse al corpo forte che lo sorreggeva posando la testa sulla spalla del compagno, mentre Gojyo prese ad accarezzargli dolcemente i sottili capelli ala di corvo: entrambi desiderarono che quel momento durasse in eterno.

A rompere il silenzio fu Hakkai.

- Avevi ragione, sai? Siamo proprio due stupidi…!

Gojyo lo scostò da sé quanto bastava per poterlo guardare in volto, e rimase abbagliato dal più sincero sorriso che Hakkai gli avesse mai rivolto.

- No, ti sbagli: lo siamo stati fino ad ora, adesso… cominciamo a vivere…! Ti amo Hakkai, più della mia stessa vita…!

- Ti amo Gojyo, con tutto il mio cuore, con tutta la mia anima… ti amo !

Le loro labbra si unirono una seconda volta, e ancora le loro lingue tornarono a duellare.

Nuovamente si dovettero separare, e nuovamente Gojyo prese la parola… questa volta, però, con intenzione diversa…

- Se ci siamo riusciti noi potete farcela anche voi, ragazzi!

- È vero, ora tocca a voi! – aggiunse Hakkai; entrambi si erano accorti della presenza di Sanzo e Goku poco distanti da loro che, evidentemente preoccupati per la lunga assenza dei due, avevano deciso di andarli a cercare… o volevano vedere come sarebbe andata a finire?

- Basta mettere un po’ da parte l’orgoglio e le scuse assurde, e il gioco è fatto… non è difficile! – concluse il demone gentile.

- Tzè, ma sentili… fanno tanto i professori quando loro ci hanno messo tre anni, e senza il nostro aiuto ne sarebbero passati come minimo altri trenta… - disse Sanzo, più a sé stesso che altro. – Vieni Goku, lasciamoli soli….

Sanzo si voltò e, seguito dalla scimmia, tornò verso le loro camere.

- Se domani mattina scopro che hanno placidamente dormito ognuno nel proprio letto, non risponderò più delle mie azioni… potrei diventare molto pericoloso! – disse Gojyo rivolgendosi al compagno.

- Sono d’accordo! – rispose Hakkai. – Approposito, ma… tu ed io dov’è che abbiamo intenzione di dormire questa notte? – chiese con sguardo malizioso

- Dormire?! – fece Gojyo fingendosi sconvolto. – Tu sei proprio sicuro che questa notte ti lascerò dormire? – ma non gli diede il tempo di rispondere che unì di nuovo le loro labbra.

- Ti è passato il sonno? – chiese in un sussurro quando si separarono.

- Mai stato più sveglio! – rispose il demone gentile.

Gojyo sorrise; senza preavviso, sollevò Hakkai tra le braccia e ridendo entrambi, lo condusse verso la sua camera.

- E non ti preoccupi che Goku o Sanzo ci possano sentire? – chiese Hakkai.

- Se tutto va per il verso giusto saranno troppo impegnati per pensare a noi! – rispose Gojyo chiudendosi la porta alle spalle con uno scatto secco e posando delicatamente il compagno sul letto per poi riprendere a baciarlo con passione.

Intanto Sanzo e Goku avevano percorso in perfetto silenzio la strada che li avrebbe portati ai loro alloggi adiacenti; giunti davanti alla porta della stanza del bonzo, questi fece per aprirla, ma si fermò alle parole di Goku.

- Sanzo, io……….

- Shhhhhhhhh… non dire niente… - ora nella voce del suo sole c’era quella nota di dolcezza che raramente gli aveva sentito. Aprì la porta ed entrò nella stanza facendo capire a Goku, senza parole, di seguirlo. Quando anche il più giovane fu dentro richiuse la porta e, per la seconda volta in quella giornata, si ritrovarono da soli tra quelle quattro mura.

Goku, imbarazzatissimo, continuava a trovare estremamente interessanti i ghirigori che ornavano l’unico tappeto della stanza, mentre Sanzo aspettava una qualche reazione da parte del suo protetto; vedendo che non accennava a muoversi, gli si avvicinò e con una mano gli sollevò il mento potendo finalmente ammirare lo sguardo dorato della bakasaru che, sempre nell’imbarazzo più totale, arrossì vistosamente senza però osare interrompere quel magico contatto visivo che si era creato.

Questa volta Sanzo era deciso a non tirarsi indietro; basta mentire, basta scappare, basta continuare a nascondersi dietro antiche promesse… Hakkai aveva ragione: doveva mettere da parte l’orgoglio per una volta ed essere semplicemente sé stesso.

Fu però anticipato dalla sua scimmia…

- Sanzo… io ti amo… - quelle brevi parole sussurrate, pronunciate con quella semplicità disarmante, fecero perdere un battito al suo cuore; tutto si sarebbe aspettato, ma non certo una così spontanea dichiarazione da parte di Goku, che ora aveva preso a sfiorargli con la punta delle dita il collo, le guance, gli zigomi, le tempie, la fronte, le palpebre ora socchiuse, fino a soffermarsi sulle labbra semiaperte dalle quali il respiro usciva irregolare.

Sanzo fermò quella mano, e con essa la dolce tortura alla quale lo stava sottoponendo, e ne baciò i polpastrelli che poco prima lo avevano delicatamente accarezzato, andando di nuovo a cercare gli occhi di miele dell’altro. Portò una mano ad accarezzare quella folta chioma castana in cui fece scivolare le dita, per poi colmare la distanza tra i loro visi che si era andata assottigliando sempre di più di attimo in attimo; le loro labbra s’incontrarono: fu inizialmente un timido ed impacciato sfiorarsi, quasi avessero paura che quell’incanto potesse svanire da un momento all’altro.

Sentirono distintamente il rumore di una porta che sbatteva nelle vicinanze, segno che anche Hakkai e Gojyo avevano abbandonato la veranda per andare in un posto più comodo e accogliente.

Si separarono un attimo per scambiarsi uno sguardo d’intesa, per poi tornare ad unire le loro labbra approfondendo il bacio, mettendo in quel gesto tutto il loro amore e la loro passione. Le loro lingue si rincorsero e si trovarono, fino a quando il bisogno d’aria non li costrinse, a malincuore, a separarsi.

- Alla fine Gojyo aveva ragione. – disse Goku ansimando, - Siamo stati quattro stupidi…- e, senza dare il tempo all’altro di rispondere, lo baciò di nuovo, e poi ancora, e ancora, e ancora, mai sazio di lui, del suo sapore, del suo odore… del suo amore…

- Ti amo Sanzo… ti ho sempre amato e sempre ti amerò… tu sei il sole per me… il mio sole…! – dicendo questo, Goku si strinse al corpo del bonzo, aggrappandosi a lui come unica ancora di salvezza… il suo sole….

- Anch’io Goku, e solo ora mi rendo conto di quanto sia stato sciocco ad aspettare tutto questo tempo…- il biondo lo guardò, ma non era più il solito sguardo distaccato: ora Goku poteva leggerci tutto il suo amore.

Non c’era più bisogno di parole tra di loro, e lo sapevano entrambi, così come non ce n’era mai stato: i loro occhi che si incontravano valevano più di mille discorsi

E mentre le due giovani coppie si erano finalmente trovate, fuori la pioggia cessava di cadere, segno che da lassù qualcuno era finalmente soddisfatto della piega che avevano preso gli eventi.

- E ora che vi siete trovati, non vi azzardate a perdervi ancora… o sarà peggio per voi… parola della divina Kanzeon Bosatsu! – queste parole furono udite anche dai nostri quattro eroi che rabbrividirono al loro tono minaccioso… avevano infatti imparato a loro spese che contraddire la “misericordiosa” dea non era una mossa saggia, motivo in più per ribadirsi vicendevolmente il giuramento d’amore già tacitamente formulato.

Alloggiarono in quella locanda ancora per qualche giorno ma, “stranamente”, due camere furono liberate la mattina seguente… la fortuna di aver trovato, per una volta, quattro camere singole, risultò vana.

Ripartirono in una fresca mattina autunnale, diretti verso ovest incontro a nuove avventure… ma per il gruppo del venerabile Genjo Sanzo Hoshi cominciava una nuova vita: ora tutti e quattro avevano qualcuno da proteggere senza doverlo più tenere nascosto.

- Hakkai, io volevo ringraziarti!

- No Goku, sono io a doverti dire grazie. Alla fine avevi ragione tu, ma io, sciocco, non me ne rendevo conto…

- Eccoci qui! Possiamo partire! – la voce di Gojyo interruppe le parole del demone gentile, che baciò sulle labbra quello che ora poteva apertamente chiamare “il suo ragazzo”.

- Basta con queste smancerie e vediamo di muoverci… abbiamo una missione da portare a ter… - ma Sanzo non finì la frase: le braccia della scimmia gli si strinsero attorno al collo e la testolina castana gli si posò sul petto.

- Che combini scimmietta?! Ho detto che dobbiamo anda… - tentò di dire con tono autoritario venendo però smentito dal gesto della sua mano che gli andò ad accarezzare i capelli, ma fu per la seconda volta interrotto da Goku che gli sfiorò le labbra in un casto bacio per farlo tacere.

- Lo so… - disse quando si divisero, - … andiamo!

Sanzo era rimasto sorpreso dalla dolcezza del più piccolo che, prendendogli la mano, lo stava guidando verso la jeep… tutto questo sotto lo sguardo divertito di Gojyo e Hakkai, quest’ultimo cullato dal dolce abbraccio del rosso che lo cingeva per la vita da dietro tenendo la testa poggiata sulla sua spalla.

Sanzo, forse dimentico della presenza degli altri due o forse disinteressato alle due paia d’occhi che li osservavano, con un gesto deciso fece voltare Goku prendendolo per i fianchi, avvicinando maggiormente i loro visi.

- Eh no… - disse, prima di posare le proprie labbra sulle sue ottenendo subito il permesso di violarle, mentre Goku rimaneva stupito dal gesto del maestro, dal quale mai si sarebbe aspettato una simile dimostrazione d’affetto in pubblico (non che la cosa gli dispiacesse, sia chiaro!).

Si separarono in cerca d’aria, non accennando, però, a volersi lasciare.

- … “andiamo” lo dico io, ricordatelo! – concluse Sanzo.

Sentendo queste parole, Hakkai e Gojyo scoppiarono a ridere contemporaneamente, e anche Goku sorrise abbracciando il suo amore.

- Ehi voi…! – cominciò Gojyo, - Non vorrei disturbare….

- Lo stai già facendo! – lo interruppe “gentilmente” il monaco.

Gojyo fece finta di non aver sentito.

- … ma vi informo che noi stiamo per partire, e che, se non volete perdere il passaggio, vi conviene muovervi!

- Provaci scarafaggio, e scoprirai che ci sono tante cose peggiori della morte! – rispose Sanzo staccandosi a malincuore dalla sua scimmia.

Si incamminarono, mano nella mano, verso la macchina alla guida della quale si era già posizionato Hakkai, mentre il posto di fianco al guidatore era occupato dal kappa.

Sanzo scosse la testa ma non disse niente, salendo sul sedile posteriore al fianco della bakasaru che, felice di averlo al suo fianco, gli diede un dolce bacio sulla guancia, facendolo diventare dello stesso colore dei capelli del mezzo demone che gli aveva soffiato il posto davanti.

Hakkai sorrise vedendo la scena dallo specchietto retrovisore e mise in moto.

- Verso ovest! – disse Sanzo sicuro.

- Verso ovest!! – confermarono all’unisono gli altri tre, pronti a lanciarsi verso nuove ed emozionanti avventure.

* FINE *

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saiyuki / Vai alla pagina dell'autore: VENDA