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Autore: _beyourswag    28/05/2012    2 recensioni
Presi il coltello.
Lo impugnai fino a far sbiancare le nocche.
Non c'era tempo.
Era il mio turno.
Quanto ero disposta a perdere?
Personaggio inventato. Raiting Arancione. Ambientazione e tempo futuri.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mio cuore era fermo in gola. Non riuscivo a respirare, sentivo la testa girare vorticosamente. Macchie scure lampeggiavano davanti ai miei occhi.
Sentii Keath alzarsi velocemente e stringermi le spalle con delicatezza. Mi stava porgendo un bicchiere d’acqua, che ingoiai a fatica. Quando mi fui ripresa alzai lo sguardo.
Su Katniss.

Un profondo odio si riversò in me, mi alzai di scatto. Avevo la nausea. Mi avvicinai, velocemente, troppo in fretta perché lei riuscisse a fermarmi.
Le tirai uno schiaffo con forza, lasciandole un segno arrossato sulla guancia.
- Tuo padre è morto. Non puoi farci nulla – Replicò con sguardo freddo.
Il dolore aveva preso il posto della rabbia. Per colpa sua mio padre mi aveva lasciata, perché lei aveva preferito quel Gale.

Caddi a terra in ginocchio, tremando. Afferrai la testa tra le mani, tentando di soffocare il dolore.
Katniss di chinò accanto a me e posò una mano sulla mia spalla. Mi spostai così bruscamente che caddi su un fianco, facendomi male al ginocchio. Keath corse verso di me, allontanando Katniss, e mi prese in braccio, portandomi nella mia stanza.
- Ssh, tranquilla – Mormorava stringendomi quando sentiva i miei singhiozzi. – Va tutto bene, davvero – Sussurrava sui miei capelli.
Mi poggiò sul materasso morbido, io mi strinsi su me stessa sigillando le palpebre. Ma il sonno, la pace, non arrivava.
Keath se ne rese conto, si stese accanto a me, accarezzandomi i capelli.
E mi addormentai.

Quando riaprii gli occhi ero stesa su un lettino, circondata da molte donne dall’aria impegnata.
Sentii un forte strappo sulla gamba, e mi alzai a sedere di scatto con un gridolino soffocato. Venia, Octavia e Flavius. Gli stessi preparatori di Katniss. Strinsi i denti.
- Forse era meglio se continuavi a dormire! – Esclamò Venia con voce acuta e fastidiosa.
Sembravano entusiasti, ma si leggeva nei loro occhi che anche loro erano sconvolti per questi ‘nuovi’ Hunger Games.
Mi spalmarono una crema sulle gambe e sulle braccia, mentre Flavius mi tirava i capelli per pettinarli.
Quando ebbero finito di rimuovere ogni singolo pelo, schizzarono fuori dalla stanza per chiamare Cinna. Sempre loro, gli stessi di Katniss.
Lo aveva fatto apposta?

Mi avvicinai allo specchio, osservandomi. Ero diversa, tirata così a lucido.
La pelle era candida, senza nemmeno un’imperfezione, la pelle brillante. I capelli ricadevano morbidi sulle spalle, in pieghe perfette.
Quando Cinna entrò, indossai in fretta l’accappatoio. Lui si avvicinò e lo sfilò con delicatezza.
- Non puoi vergognarti di me – Ammise sorridendo.
Io annuii, accennando un sorriso che voleva essere gentile, ma era semplicemente spaventato. Mi osservò a lungo, girandomi attorno.
- Non posso più usare il fuoco, ormai. Ma ho un’idea. Sai che si dice che dal carbone di ottengono perle? – Annuì tra sé e sé, osservandomi a lungo e scarabocchiando qualcosa su un foglio bianco.

Qualche ora dopo, ero circondata da numerose persone intente a prepararmi.
Indossavo un vestito nero, lungo fino a terra, di una stoffa leggera e delicata che sembrava vibrare ad ogni minimo movimento.
- Non avere paura. Sarà spettacolare! – Esclamò Cinna, accarezzandomi i capelli acconciati alti sopra la testa, con solo qualche ciuffo che ricadeva sulle spalle.
Non avevo visto Katniss da quando ci eravamo incontrate sul treno. Keath arrivò accanto a me. Indossava una tuta dello stesso colore, abbastanza stretta, che metteva in mostra il suo corpo attraente. Rimasi colpita.

Poco dopo si stavano tutti dedicando al mio trucco. Avevo gli occhi decorati con colori e ghirigori argentati, mentre le labbra erano di un bianco perlaceo.
Keath aveva gli occhi cerchiati dello stesso argento, gli zigomi prominenti erano marcati con un leggero colore nero, che li metteva in risalto.
Quando salimmo sul palco il terrore mi assalì. Vedevo gli altri tributi indossare vestiti meravigliosi, brillanti e vistosi.
Quando il nostro carro partì, vidi gli occhi di tutti puntati su di me, su Keath. Il fiato mi si bloccava in gola, ma mi costrinsi a sorridere meglio che potevo. Appena accennai al sorriso, il mio vestito esplose.
Letteralmente.
Nuvole di fumo scuro e pezzi di carbone mi circondavano. Sapevo che le telecamere erano puntate su di me e mi costrinsi a non apparire spaventata. Quando il fumo denso si dissolse, sentii un coro di ‘ohh’ levarsi dal pubblico. Abbassai lo sguardo sull’abito.
Era la stessa tecnica usata con Katniss, solo che io e Keath non eravamo di fuoco.

Eravamo perle.

Il mio abito era stretto, e brillava di una luce accecante, se osservato troppo a lungo. Dietro c’era un lungo strascico che si alzava con grazia al vento, gonfiandosi.
Strinsi la mano di Keath automaticamente. Non volevo usare la tecnica degli innamorati sventurati.
Avevo solo bisogno di reggermi a qualcuno per non svenire.
Alzai lo sguardo e intravidi Katniss.
Mi fissava,  con sguardo gelido.
Ma intravidi l'ombra di un sorriso.
  
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