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Autore: _Trixie_    28/05/2012    4 recensioni
Tuttavia, l’ostilità di Pius O’Tusoe nei confronti di quel ministro basso e tarchiato non era da imputare all’alta carica che ricopriva, quanto piuttosto a Dolores Jane Umbridge, l’affascinante, secondo il signor O’Tusoe, sottosegretaria anziana di Cornelius Caramell.
[Ha partecipato al contest "Pairing improbabili per menti fantasiose" classificandosi PRIMA]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Dolores Umbridge
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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AUTORE (Nick del forum e/o del sito di EFP): _Trixie_
TITOLO: Lui è potere
PACCHETTO: 12. Bezoar
AVVERTIMENTI: One-Shot
GENERE: Sentimentale, introspettivo.
NdA: Questa storia è nata un po’ come un esperimento e non ho ancora deciso se il risultato è positivo e meno.
* Ogni citazione è tratta da Harry Potter e i Doni della Morte, di J.K. Rowling, ovviamente.


Questa storia ha partecipato al contest "Pairing improbabili per menti fantasiose" , classificandosi prima, di cui riporto il giudizio in fondo. Ho provveduto a correggere tutti gli orrori che la giudiciA ha segnalato :)

 

Lui è potere




Era sempre stato invidioso di Cornelius Caramell, il pomposo e cieco Primo Ministro della Magia, che non era in grado di vedere il mondo al di là della sua odiosa bombetta.
Tuttavia, l’ostilità di Pius O’Tusoe nei confronti di quel ministro basso e tarchiato non era da imputare all’alta carica che ricopriva, quanto piuttosto a Dolores Jane Umbridge, l’affascinante, secondo il signor O’Tusoe, sottosegretaria anziana di Cornelius Caramell.
Ogni mattina, allo scoccare delle nove, Dolores arrivava al Ministero della Magia sbucando dalle fiamme verdi del terzo camino del lato sinistro, si toglieva la polvere dai vestiti, sistemava la gonna, si schiariva la gola e sorrideva dolcemente al mondo.
Pius aveva preso l’abitudine di recarsi al lavoro poco prima delle nove e attendere, impaziente, l’arrivo della donna dal tailleur rosa, che, a parer suo, donava un po’ di colore a quelli uffici tetri e grigi.
«Salve, Dolores, ci sono novità?» la salutava ogni mattina con fare disinvolto, nascondendo la propria emozione.
«Caro Pius, ha sentito della nuova legge approvata dal nostro amato Primo Ministro?» rispondeva lei, camminando con passo veloce e affiancata da un confuso Pius, che per nulla al mondo si sarebbe perso quella gioia quotidiana, seppur effimera e veneta di amarezza.
L’argomento prediletto di Dolores era il nostro amato Primo Ministro, di cui la donna tesseva le lodi in ogni campo, tanto che, a detta del sottosegretario anziano, Cornelius era perfetto sotto ogni punto di vista. Efficiente, affascinante, severo, ma giusto.
Pius si limitava a dichiararsi d’accordo ogni volta che Dolores riprendeva fiato tra un complimento e un altro, momentaneamente inebetito dalla musicalità della voce della donna, camminando al suo fianco ignaro del resto del mondo e preoccupandosi di mostrarsi estremamente educato nei suoi confronti: le cedeva il passo in ascensore con un sorriso, raccoglieva gli oggetti che eventualmente le cadevano, puliva le macchie di fuliggine che sfuggivano all’attento esame di Dolores.
Il disprezzo nei confronti di Caramell, alla presenza di una donna tanto ammaliante, rimaneva sopito nel petto di Pius, come una belva pronta a balzare.
Puntualmente si risvegliava e s’impossessava dell’uomo quando questi abbandonava l’ascensore e la compagnia di Dolores, per recarsi nel suo ufficio, Applicazione della Legge sulla Magia.
Avvilito, guardava la donna allontanarsi e, con una stretta al cuore, la immaginava tutto il giorno fianco a fianco di Cornelius Caramell, l’uomo per il quale Dolores nutriva una profonda stima e, forse, qualcosa di più.

***


Accadde poi un fatto imprevisto. La mattina del primo settembre 1995, Dolores non giunse al Ministero della Magia allo scoccare delle nove.
Questo straordinario evento sconvolse Pius O’Tusoe. La sua prima reazione fu di accertarsi dell’orario.
Forse sono in anticipo o, peggio, in ritardo. Ma no, sono le nove e un minuto in questo momento, io sono perfettamente in orario.
Che lei sia in ritardo? Ma non è mai accaduto. Certo, c’è sempre una prima volta, ma Dolores…
Pius, agitato, nervoso, mordendosi il labbro inferiore, prese a camminare su e giù davanti al camino dal quale abitualmente usciva l’affascinante Dolores.
Chiese ai colleghi se l’avessero vista, interrogò anche i visitatori, descrivendola minuziosamente e adottando involontariamente un tono sognante, soprattutto quando indugiava sul sorriso di Dolores.
Non pochi lo presero per pazzo e lanciarono a Pius sguardi turbati osservando i suoi movimenti: sette rigidi passi in una direzione, altrettanti in quella opposta, sempre borbottando ipotesi, per la maggior parte scenari apocalittici o quantomeno improbabili, per spiegare l’assenza della bella Dolores.
E se stesse male? Se fosse malata? Una miriade d’incidenti accade all’interno delle mura domestiche. Magari si trova al San Mungo.
Proprio la scorsa settimana un Ippogrifo sfuggito al suo padrone ha quasi ucciso un Babbano che camminava per strada.
Certo, lei si sa difendere, ma potrebbe essere stata sorpresa nel sonno, nel suo letto.
O forse un troll. Ricordo ancora il caso di Hogwarts! E sembra che ultimamente i giganti stiano scendendo dalle montagne e Merlino solo sa per quale ragione!
Dolores! Cosa può essere accaduto alla mia Dolores?
Si tormentò per ore, davanti a quel camino, camminando incessantemente, incurante del lavoro che avrebbe dovuto svolgere.
«O’Tusoe, potrebbe spiegarmi cosa sta facendo?»
Fu il suono di quella voce, il tono brusco con cui erano state pronunciate quelle parole, a strapparlo da suoi pensieri e a svegliare la bestia nel suo petto.
Cornelius Caramell, completo verde bottiglia, bombetta coordinata e panciotto teso, lo fissava con un sopracciglio inarcato e le labbra strette dalla disapprovazione.
Un orologio batté le undici.
Arriva al lavoro presto, l’amato Primo Ministro, pensò O’Tusoe prima di rispondere.
«Sono preoccupato, signore» disse poi, ben sapendo che, se c’era qualcuno che avrebbe potuto comunicargli notizie di Dolores, quel qualcuno era l’oggetto del suo disprezzo. «La signora Umbridge è solita arrivare al lavoro alle nove, signore, ma questa mattina non si è vista. Temo che le sia successo qualcosa di grave».
«Signor O’Tusoe, Dolores gode di ottima salute e, per ora, non lavora al Ministero della Magia. Insegna Difesa contro le Arti Oscure presso Hogwarts, ma non vedo come questo la possa interessare o impedirle di svolgere il suo consueto lavoro. Vada nel suo ufficio, ha perso tempo a sufficienza» concluse Caramell aggiustandosi la bombetta.
Senza dare tempo di rispondere al povero e sconsolato Pius, lo oltrepassò borbottando improperi contro gli impiegati perdigiorno, come se non avessi già abbastanza problemi!
Abbattuto, Pius O’Tusoe si trascinò fino al suo ufficio e si lasciò stancamente sedere dietro la sua scrivania.
Che pessima giornata, pensò, prima di svolgere i suoi compiti come un automa.

***

Some years later.

***


Quella mattina, Dolores Jane Umbridge si recò al Ministero della Magia in uno stato d’animo particolarmente euforico. La noia e l’apatia che l’avevano colpita da quando Rufus Scrimgeour aveva occupato la poltrona del suo stimato Cornelius Caramell, senza esserne all’altezza, sembravano scomparse nel giro di una notte.
Giunse al Ministero alle nove in punto, com’era sua abitudine, e trovò ad accoglierla l’insignificante Pius O’Tusoe. Non riusciva a trattenersi dall’immaginarlo come un piccolo cane dal pelo nero striato di grigio, che scodinzolava senza ritegno al solo vederla.
«Salve, Dolores, ci sono novità?»
Udiva quella stessa frase da anni, ormai. Una volta rispondeva gaiamente, raccontando le ultime prodezze di Caramell, ma ora c’erano solo lamentele per il governo di Scrimgeour.
«Pessima scelta politica, a mio parere, quella del Primo Ministro, davvero pessima, non trova, Pius?»
Come c’era da aspettarsi, O’Tusoe concordava con ogni sillaba di Dolores e la donna sospettava che lui non ascoltasse affatto. Non che la cosa avesse importanza, ma era un comportamento quanto mai strano.
Le sfuggì un sospiro di sollievo quando finalmente lui scese dall’ascensore che prendevano sempre insieme. Quella mattina aveva ben altro cui pensare e poca pazienza da riservare a Pius.
Si sedette dietro la sua amata scrivania e contemplò il suo ufficio, sicuramente il migliore di tutto il Ministero: aveva personalità, classe e originalità, a detta di Dolores.
Non dovette tuttavia attendere a lungo, prima che qualcuno bussasse alla sua porta.
«Avanti» disse Dolores con voce squillante.
Un uomo alto, dai capelli neri e le spalle larghe entrò circospetto, seguito da un secondo uomo, più basso del primo e biondo, dallo sguardo sospettoso.
«Salve, signora Umbridge» disse quest’ultimo, avvicinandosi a Dolores, che si era alzata per accogliere i nuovi arrivati.
«Salve, signor Rookwood, signor Yaxley» ricambiò la donna, con un sorriso curioso.
Il signor Rookwood, membro da poco reintegrato nell’Ufficio Misteri, l’aveva avvicinata il giorno prima, al termine del suo turno di lavoro, chiedendole un appuntamento per il giorno seguente di cui non si sarebbe pentita, garantito, signora Umbridge.
«Immagino si stia chiedendo la ragione per la quale le abbiamo chiesto questo incontro» proseguì Yaxley, l’uomo biondo, certamente più loquace di Rookwood.
«Immagina, bene. Ma prego, sedetevi» li invitò Dolores, indicando due sedie foderate di stoffa rosa di fronte alla scrivania. I due si accomodarono e la donna li imitò.
«Ditemi, signori, come posso esservi utile?»

***


Per Dolores stipulare patti con il signor Rookwood e il signor Yaxley fu decisamente vantaggioso. Certo, anche lei avrebbe dovuto fare la sua parte, ma il sacrificio richiesto non era nulla, in confronto alla ricompensa. Se tutto andrà com’è stato deciso...
«Che piacevole incontro è il suo, signor O’Tusoe! Le mie mattine sarebbero notevolmente più tetre, senza di lei!» esordì Dolores il giorno dopo il suo colloquio con Rookwood e Yaxley, prendendo sotto braccio uno sbalordito Pius O’Tusoe.
Prima che l’uomo potesse aprire bocca, la donna proseguì.
«Le andrebbe un tè, oggi alle cinque, nel mio ufficio? Vorrei parlarle di una certa… questione» cinguettò, adottando lo sguardo più innocente e speranzoso di cui era capace.
«Co-Con piacere» balbettò Pius.
Dolores si allontanò velocemente, salendo su un ascensore la cui grata stava già per chiudersi, impedendo a Pius di seguirla.
Non l’avrebbe sopportato un secondo di più.

***

 

Come un docile cagnolino che non si fa sfuggire un succulento osso, Pius O’Tusoe non mancò all’appuntamento nell’ufficio di Dolores, facendo carte false pur di potervi partecipare.
Sfortunatamente, l’uomo aveva erroneamente considerato l’invito di Dolores come un appuntamento intimo, tra loro due. Certo non aveva immaginato la presenza di Rookwood né tantomeno quella di Yaxley, così rimase spiazzato alla vista di quei due autoritari uomini seduti di fronte alla sua Dolores.
Inizialmente pensò che i due non fossero lì su invito della donna, conclusione cui giunse ricordando i trascorsi non propriamente innocenti di Rookwood: Dolores non aveva amicizie di quel genere.
«Pius!» esclamò la donna nel vedere il collega. «La stavamo aspettando, prego, si accomodi».
L’uomo deglutì sonoramente e, guardandosi intorno, individuò una terza sedia, che occupò prontamente, temendo che le gambe non avrebbero retto il suo peso ancora a lungo, tanto tremavano.
«Pius, questi signori vorrebbero fare due chiacchiere con lei, non le dispiace, vero? Dopo prenderemo il tè, come le avevo promesso» cinguettò Dolores, in direzione di un inebetito Pius, il quale si limitò ad annuire.
Quel suo sorriso era così dolce…

 

***


Yaxley raddrizzò le spalle.
«Mio Signore, ho buone notizie su quel fronte. Con difficoltà, e dopo enormi sforzi, sono riuscito a imporre una Maledizione Imperius a Pius O’Tusoe”*

***

Some months later.

***


Il nuovo Ministro della Magia aveva i lunghi capelli neri e la barba venati d’argento, e l’ampia fronte sporgente gettava un’ombra sugli occhi scintillanti.*
Pius, nello stretto ascensore, osservò con scarso interesse Dolores Jane Umbridge e un pensiero, estraneo, gli attraversò la mente.
E pensare che fino a qualche mese fa avevo una cotta per lei. Patetico.
Come ogni mattina, si era recato al lavoro alle undici precise e, come ogni mattina, Dolores lo aveva accolto con un sorriso cordiale, prima di prendere insieme l’ascensore.
Pius era confuso. Di rado, per brevi momenti, apprezzava la vicinanza di Dolores, ma spesso lo irritava.
Quei suoi completi rosa, del tutto fuori luogo, quella sua risatina acuta, fastidiosa, quel suo sorriso, sgradevole.
Eppure, a volte, credeva di ritornare l’uomo di un tempo: passionale, con una buona dose d’ingenuità e una cotta per l’affascinante Dolores.
Ma lui, che uomo era, in quel momento?

 

***


La nomina a Primo Ministro, si disse Dolores, doveva sicuramente aver giovato a Pius O’Tusoe.
Strano che, in tutti quegli anni, non si fosse accorta del fascino di quell’uomo dall’incedere sicuro, la voce profonda, cupa, avvolgente, lo sguardo fermo e deciso.
Con stupore, Dolores si rese conto del fascino fino allora nascosto di Pius quando il Primo Ministro le strinse la mano per congratularsi della nomina a Presidente della Commissione per il Censimento dei Nati Babbani. Un brivido le aveva percorso la schiena, il cuore aveva fatto un sobbalzo e la testa si era sorprendentemente alleggerita.
Si era affrettata a sorridere, con le guance in fiamme, cercando di nascondere la sua inusuale reazione.
Cosa le stava succedendo? Non aveva mai provato alcun interesse nei confronti di Pius O’Tusoe, il cagnolino scodinzolante che l’attendeva fedele ogni mattina, eppure…
Eppure non era più un tenero cagnolino. Pius O’Tusoe era diventato un mastino, era il Primo Ministro.
E lei non vedeva l’ora di invitarlo per un tè.

***


«Emh, emh».
Pius O’Tusoe alzò gli occhi stanchi dai documenti che stava leggendo e incontrò quelli speranzosi di Dolores Umbridge, neo Direttore della Commissione per il Censimento dei Nati Babbani.
«Signora Umbridge, come posso esserle utile?» domandò il Primo Ministro, infastidito per l’interruzione.
«Vede, signor Ministro, sono le cinque e ho pensato che avrebbe gradito un tè. Può approfittarne per riposare un po’, non crede? Lei lavora così tanto, Primo Ministro, finirà per ammalarsi» profetizzò la donna con tono preoccupato, facendo schioccare le dita.
Una donna dall’aria impaurita entrò con passo leggero, reggendo un vassoio d’argento si cui si trovava tutto l’occorrente per il sospirato tè.
Mentre si avvicinava, Pius notò che la donna era molto giovane e, quando la ragazza posò il vassoio sulla sua scrivania, gli sembrò di riconoscerla.
Aveva un ricordo vago, l’immagine di una ragazza sorridente, che si rivolgeva a lui con le guance in fiamme. Ere il primo giorno di lavoro della sua nuova segretaria, che chiedeva, timorosa, istruzioni riguardo al suo lavoro e i suoi compiti. Con fare paterno Pius l’aveva tranquillizzata e nel giro di pochi mesi lei aveva dimostrato quanto fosse efficiente e professionale, un portento di segretaria.
Ma perché ora aveva quell’aria abbattuta? Quel viso pallido e le mani tramanti?
«Emh, emh».
La fastidiosa voce di Dolores attirò la sua attenzione, ma Pius la guardò con freddezza.
«Non ho tempo per il tè, mi dispiace, Dolores».
«Solo dieci minuti di pausa, le faranno bene, Ministro, le assicuro che-» provò a convincerlo Dolores.
«Certo, Dolores, ma al momento sono impegnato in una faccenda importante, gradirei continuare a svolgerla» disse Pius perentorio.
Il Primo Ministro non si capacitava delle proprie parole. Il suo cervello era come avvolto nella nebbia, non riusciva a pensare chiaramente e gli sembrava di non essere in grado di prendere decisioni e che qualcun altro si fosse arrogato tale compito.
Che il mio nuovo incarico o lo stress mi abbiano cambiato?
«Come desidera, Ministro» si rassegnò la Umbridge, con le labbra strette per il fastidio e l’umiliazione.
Dolores fece un cenno con la testa alla ragazza del tè, che aveva atteso a capo chino nuovi ordini dalla padrona, indicandole di prendere il vassoio e precederla fuori dalla stanza.
Di nuovo solo, Pius tirò un sospiro di sollievo, che sembrò dissipare in parte la confusione in cui la sua testa si trovava.
Ricordò il nome della ragazza del tè, Anna Parker, e poi il suo Stato di Sangue, Nata Babbana. Una donna che, per sfuggire all’incarcerazione ad Azkaban, aveva accettato di fare da serva alla Umbridge, alla stregua di un Elfo Domestico.
Indignato, Pius stava per intervenire e mettere fine a questa strana mania di condannare chiunque non provenisse da una famiglia magica, ma fu l’istinto di un solo attimo.
La nebbia calò sugli occhi e lui riprese il suo lavoro con gesti meccanici, mentre la sua volontà veniva soggiogata.

***


«Ho visto come ti ha guardata! L’hai ammaliato, vero? Sudicia ingannatrice, confessa!»
Dolores Umbridge era furiosa. Pius O’Tusoe si era rifiutato di prendere il tè con lei. Inammissibile.
Ma la colpa era tutta di quella schifosa Nata Babbana, che se ne stava rannicchiata in un angolo del suo ufficio, piagnucolando che lei non aveva fatto niente.
«Ti ho tenuta fuori da Azkaban, ingrata, e tu come mi ripaghi?! Oh, ma rimediamo subito! I Dissennatori avranno un’altra vittima su cui mettere le mani a breve. Mi assicurerò che ti prestino carezze e baci al più presto» sputò Dolores, agitando la bacchetta in direzione della ragazza.
Delle catene si avvolsero intorno al corpo della giovane e le labbra si sigillarono, impedendole di urlare. I suoi occhi spaventati si muovevano frenetici, senza sosta, sbarrati per il terrore. Supplicavano che le fosse risparmiato un destino tanto crudele.
Con una risatina di scherno Dolores fece lievitare la donna e, muovendo lievemente il polso, aprì la porta.
L’avrebbe portata personalmente dai Dissennatori, che si agitavano insoddisfatti fuori dalla Sala delle Udienze.
Niente e nessuno si sarebbe frapposto tra lei e Pius O’Tusoe.

***


«Perché mi ha convocato qui, Dolores?» domandò Yaxley senza preamboli, una volta entrato nell’ufficio di Dolores.
«Voglio parlarle di affari, signor Yaxley» rispose la donna, imperturbabile.
«Non sono interessato, signora Umbridge» disse l’uomo. Stava per aprire la porta e andarsene, ma Dolores sapeva come trattenerlo.
«Una sorella Magonò è una brutta macchia su un curriculum come il suo, non crede?» domandò la donna amabilmente.
Yaxley strinse le labbra, lasciò andare la maniglia, si voltò verso la donna.
«Mi parli di quest’affare» si arrese infine.
«Io dimenticherò questo spiacevole dettaglio riguardo sua sorella, signor Yaxley, se lei sarà in grado di persuadere il Primo Ministro a considerarmi in modo diverso dalla sua Sottosegretaria, mi ha capita?» domandò Dolores con voce infantile.
Yaxley sembrava non aver inteso, ma alla fine una scintilla di comprensione brillò nei suoi occhi.
«Affare fatto, signora Umbridge» accettò infine, allontanandosi dalla porta per stringere la mano alla donna.

***

Only some weeks later.

***


«Tesoro, hai visto la Gazzetta del Profeta di questa mattina?» chiese Dolores Jane Umbridge, ora in O’Tusoe, entrando nell’ufficio del Primo Ministro.
«No, cara. Cosa dicono? » rispose Pius O’Tusoe guardando la moglie senza vederla davvero. A volte aveva la sensazione che fosse qualcun altro a controllare la sua vita, a prendere le decisioni al suo posto, a manipolarlo. Pensieri del genere si affacciavano timidi nella sua mente, vi entravano in punta di piedi oppure strisciando. Avevano vita breve, una decina di secondi, poi venivano condannati come assurdi ed eliminati. Salvo poi tornare e scomparire diverse volte al giorno.
«Emh, emh» si schiarì la voce Dolores, attirando l’attenzione di Pius. «Ieri, il nostro amato Primo Ministro, il signor Pius O’Tusoe, è felicemente convolato a nozze con Dolores Jane Umbridge, tra le cui autorevoli cariche ricordiamo quella di Presidente della Commissione per il Censimento dei Nati Babbani» lesse con fervore Dolores, stringendo tra le mani quell’articolo tanto importante per lei.
Pius ascoltava la donna apparentemente interessato e non batté ciglio, né commentò, fino a quando lei ebbe finito di leggere quelle due colonne di giornale, che terminavano con un fiabesco felici e contenti.
In effetti, aveva sposato la donna che, da anni, desiderava, occupava la poltrona di Primo Ministro e nulla al mondo sembrava turbarlo, nemmeno l’ascesa del Signore Oscuro appariva minacciosa ai suoi occhi: Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato aveva a cuore solo il benessere del Mondo Magico, proprio come Pius. I mezzi che l’Oscuro Signore utilizzava erano criticabili in alcuni casi, ma non completamente condannabili.
Il fine giustifica i mezzi.
Eppure, a volte, a Pius sembrava di vivere in un sogno, o forse un incubo.
Quando mi risveglierò?



 

 

 



Grammatica/Ortografia: 13.29/15 (essendo il conteggio complessivo dei punti scalati di 1.71)

La tua storia è molto scorrevole e scritta bene, ma ho notato più di un errore di battitura da non sottovalutare! Non solo ti sei dimenticata di scrivere due frasi, che hai lasciato a metà, ma hai anche sbagliato qualche concordanza! Attenta!

- "Interrogò anche i visitatori, descrivendola minuziosamente e adottato involontariamente un tono sognante, soprattutto quando indugiava sul sorriso di Dolores.";
sono certa che la forma "adottato" sia semplicemente un errore di battitura e non un verbo coniugato male - la forma giusta era "adottando" -, ma sono costretta a segnalartelo! (0.05x4, cioè un errore di battitura per ogni lettera che andrebbe cambiata!)

- "Non pochi lo presero per pazzo e lanciavano a Pius sguardi turbati";
La forma all'imperfetto in questo caso è sbagliata, anche perché, e soprattutto, non concorda con il verbo coordinato, "presero". La forma giusta era "lanciarono". (1 per verbo coniugato male).

- Hai scritto "Dolere" invece di "Dolores"!; (0.05x2 per l'errore di battitura)

- "Una donna che, per sfuggire all’incarcerazione ad Azkaban, aveva accettato di fare da serva alla Umbridge, alla stregua di un Elfo Domestico"; (0.25 per la punteggiatura)

- "Quella schifosa Nata Babbana, che ero se ne stava rannicchiata in un angolo del suo ufficio"
"Che ero se ne stava" non ha senso xD Anche questo è certamente un errore di battitura… oppure ti sei dimenticata una frase? Ti toglierei 0.25 allo stile per la chiarezza, mentre "ero" e lo spazio in più li calcolerei come errori di battitura e spazio in più :) (0.25 allo stile, 0.01 per lo spazio in più, 0.05x3 per errori di battitura)

Stile: 8.5/10 (essendo il conteggio complessivo dei punti scalati di 1.5)

Lo stile e il lessico della tua storia mi sono piaciuti tantissimo! Azzeccati con il contesto e quindi molto adatti, corretti e capaci di rendere la lettura molto piacevole e scorrevole. Gli errori che ti ho segnalato sono, infatti, - ahimè, sta' attenta! - soltanto di distrazione.

- "Con stupore, Dolores si rese conto fino allora nascosto di Pius quando il Primo Ministro le aveva stretto la mano per congratularsi della nomina a Presidente della Commissione per il Censimento dei Nati Babbani". Uhm, in questa frase c'è di sicuro un pezzo che manca xD Non sapendo cosa tu volessi dire, però, non me la sento di aggiungere io come correzione! (0.5x2, dato che credo manchi una frase, per non essere stata chiara)

- "Che il mio nuovo incarico o lo stress mi abbiano cambiato?" Questa frase, seguendo l'impostazione che hai dato a tutto il resto della storia, andrebbe in corsivo, perché è un pensiero di Pius. Non sarei tanto pignola se tutte le altre considerazioni simili non le avessi messe in terza persona. (0.25 per l'impostazione)

- Ti ho tolto, infine, i 0.25 punti per l'ultima nota che ho messo nella sezione Grammatica/Ortografia!

Utilizzo del pacchetto: 10/10

Bravissima! Davvero, hai centrato in pieno l'essenza del pacchetto, e ciò che intendevo con "scrivetemi una storia sul pairing" xD. Com'è nata, com'è andata, perché c'è stata… blabla. Ottimo!

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10 (xy:5; xx:5)

Caratterizzazione dei personaggi perfetta :) La Dolores superficiale, ambiziosa e arrivista (5/5), e il povero Pius, l'inutile marionetta di chi è più potente di lui! (5/5) All'inizio, se devo essere sincera, ero rimasta perplessa davanti all'adulazione di O'Tusoe nei confronti nella zuccherosa (bleah!) Dolores, ma, appena si comincia a parlare dal punto di vista non più suo, ma di quest'ultima, si capisce benissimo di che pasta sia veramente fatta. Poi ho anche ripensato all'amore incontrastato che anche Gazza provava nei suoi confronti, ed ecco che tutto mi è sembrato molto più plausibile u.u

Originalità: 9/10

La storia, che mi è piaciuta molto, mi è sembrata piuttosto originale. Non ho dato il punteggio pieno in quanto, alla fine, era prevedibile che Dolores si sarebbe "invaghita" del suo successo e non della sua persona, e in generale l'atmosfera è quella classica di questi tipo di racconti "dal lato Oscuro", ma è stato molto piacevole leggerla e non l'ho trovata affatto né banale, né noiosa. Brava!

Gradimento personale: 5/5

Non nascondo che la tua storia mi sia piaciuta molto! E' stata un piacere leggerla e mi ha tenuta incollata allo schermo finchè non sono arrivata alla fine, anche per lo stile molto scorrevole e, da un certo punto di vista, simpatico. Complimenti!

Totale: 55.79/60

   
 
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