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Autore: ElfoMikey    28/05/2012    6 recensioni
“Amber, ha la fidanzata!”
“Oh andiamo lo sa anche il mondo che è una copertura!”
“Stanno insieme, vogliono andare a vivere insieme.”
“Però lui ama anche te o sbaglio?”
Chris abbassò lo sguardo, colpito nel segno.
(CrissColfer)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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cap1quindicesimo

 

 


 
Questo capitolo è dedicato a Bea,
il mio Blaine perfetto.
Get better, honey.
 
 
 
 
 
Capitolo quindicesimo
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Manchester/Milano, 21-22 Giugno 2011
 
 
 
 
 
“…E questo è tutto quello che è successo.”
Darren stiracchiò le braccia, portandole in alto, continuando a fissare lo schermo del suo pc, dove una sconcertata Lauren Lopez lo guardava come se fosse pazzo.
Le aveva raccontato quello che era successo fra lui e Chris appena un paio di giorni prima. “Tutto qui?” proruppe all’improvviso la ragazza, guardando l’amico con una sorta di vena isterica nella voce.
“Già!” affermò Darren con un sorriso. “ehi aspetta! Non mi sembra che tu sia felice per me!” costatò quando si accorse della mancanza d’entusiasmo di Lauren.
“Certo che non lo sono!” rispose lei, piuttosto ovvia. “Mi aspettavo riappacificazioni stile cinema hollywoodiano e il racconto di una notte bollente, di promesse e amore!” continuò e pareva piuttosto indignata.
Darren ridacchiò, suo malgrado, e si grattò il collo. “Avrei voluto, sai?” le confidò. “ma Chris ancora non se la sente di… tornare come prima, ecco.”
Lauren sbuffò e incrociò le braccia sotto il seno.
Infatti, le cose fra lui e Christopher erano davvero andate più o meno in quel modo.
Dopo essersi incontrati davanti all’hotel, avevano parlato a lungo. Darren gli aveva spiegato cosa l’aveva spinto a compiere, finalmente, quel gesto e Chris gli raccontò del suo spiacevole incontro barra scontro con Mia.
Darren gli disse di amarlo e Chris, invece di andarsene, gli aveva sorriso. Quel sorriso che gli era mancato da morire.
Il riccio aveva pregato il suo perdono ancora una volta e il controtenore gliel’aveva concesso.
Ma al di là della riappacificazione, Colfer non si sentiva ancora pronto a tornare insieme a lui, questa volta senza terzi incomodo, perché la ferita del tradimento non si era ancora rimarginata del tutto e Darren, in religioso silenzio, attendeva il verdetto finale.
“Cosa intendi fare ora?” domandò Lauren, mentre si sistemava sul suo letto e appoggiava il computer sulle gambe incrociate.
“Quando tornerò a Londra, domani, gli farò nuovamente la mia dichiarazione.” Annunciò, piuttosto sicuro di sé. “Questa volta è per davvero Lauren, voglio stare con lui e non voglio più dover nascondere il fatto che amo con tutto me stesso una persona meravigliosa come Chris.”
“Se fossi lì, ti pizzicherei le guance e ti direi quando sei adorabile!” commentò Lauren, battendo le mani e Darren ridacchiò, scompigliandosi i capelli.
Parlarono ancora, a lungo e quando il ragazzo alzò lo sguardo verso l’orologio elettronico appoggiato sul comodino, sgranò gli occhi.
“Purtroppo devo chiudere adesso,” la informò. “domani dovrò svegliarmi presto e prendere un aereo per Londra.”
Lauren annuì. “Goditi gli ultimi istanti di movida milanese, perché non ricapiterà di nuovo!”
“Ora come ora mi godrò queste lenzuola e la colazione all’italiana di domani che sai quanto adoro!”
Dopo qualche altro convenevole e venti minuti di raccomandazioni da parte di Lauren, Darren spense il pc e invece di coricarsi, si alzò dal letto e uscì sul piccolo balcone dalla sua stanza d’albergo. L’aria era umida, ma piacevole sulla pelle. Si sporse sul davanzale e guardò il panorama.
Milano era una bella città e di notte, nonostante l’ora tarda, si sentivano i brusii del centro. Mosso lo sguardo verso il Duomo, ne riusciva a vedere solo una parte, ma era bello da morire.
Sospirò e sorrise.
Non sapeva cosa aspettarsi da Chris, ma sapeva di meritarsi quella indecisione che era frutto della sua assoluta titubanza e stupidità.
Nonostante avesse detto a Lauren di avere un aereo presto quella mattina, rimase sveglio parecchie ore, fermo su quella piccola terrazza a guardare la lenta salita del sole.
 
Dylan veramente non riusciva a smettere di ridere e questo faceva sì che Christopher perdesse totalmente la pazienza.
Sbuffò e pestò il piede a terra, alzandosi dal letto e rifugiandosi in bagno, battendo la porta così violentemente che i vetri della finestra vibrarono per qualche secondo.
Questa reazione causò in Dylan un'altra serie di risate piuttosto sguaiate che lo portarono ad accasciarsi sul letto.
Solo quando si fu calmato e asciugato gli occhi con il jersey della maglietta, si alzò in piedi e andò a bussare alla porta del bagno chiusa.
“Dai Chris, esci fuori!” pregò, accostandosi all’imposta per sentire meglio. “Non volevo ridere così di te!”
“Eppure l’hai fatto, imbecille!” lo sentì strillare.
“Perché, ammettiamolo, è stato esilarante!” esclamò ricordando la mezz’ora precedente.
Il fatto era che, dopo l’arrivo a Londra Chris aveva sostenuto un’intervista via webcam e Dylan, che sostanzialmente non aveva nulla da fare, era rimasto in disparte ed in silenzio, ascoltando l’intera conversazione, praticamente sdraiato sulla moquette della camera, mentre giocava con il suo cellulare. Solo a un certo punto, Chris aveva detto una cosa, forse non troppo pensata, che aveva fatto scoppiare l’ilarità di Dylan, che si era dovuto ficcare il pugno in bocca per non invadere la stanza delle risa.
“Non è stato esilarante,” corresse Chris, uscendo dal bagno . “è stato imbarazzante. Come andare in giro con un cocomero sul pacco ammiccando alla gente!”
Dylan lo guardò con un sopracciglio inarcato, cercando di capire il nesso di quel discorso.
Il problema era solo una frase uscita senza nemmeno tanto pensarci.
E beh, inutile dire che il protagonista di tutto quella faccenda era Darren.
“Oh God yes!” strillò il fonico, imitando in falsetto la voce dell’amico. Schivò per un soffio un pugno sul naso, scappando dalla parte opposta della stanza.
Christopher, invece di darsi alla carica, si accasciò sul letto, affondando il viso nel cuscino e iniziando a mugugnare insulti fra se e se.
“Potrei morire…” esclamò rivolgendosi all’amico. Quest’ultimo si sedette sul letto e allungò una mano ad accarezzargli i capelli, sorridendo addolcito.
“Non essere così drammatico, dai…”
“Domani, se non già fra qualche ora, tutto il web sarà pieno della mia colossale figura di merda!” Esclamò, alzando le braccia al soffitto e sbuffando di frustrazione.
“Non la chiamerei così, lo definirei un piccolo momento di distrazione!” Provò a risolvere il tecnico, beccandosi l’ennesima occhiataccia da parte dell’amico, che preferì di gran lunga non commentare più.
“Credi che Darren si pavoneggerà per questo?” chiese Dylan dopo lunghi momenti di silenzio.
“Non farà solo quello. Sarà estremamente estenuante perché me lo rinfaccerà ogni giorno ad ogni ora e io sarò costretto ad ascoltare e guardare quel viso soddisfatto finchè non deciderò di scappare in Messico!” rispose tutto d’un fiato, diventando rosso in volto per lo sforzo.
Dylan ridacchiò e scosse un po’ il capo. “Quindi fra di voi è di nuovo tutto okay?” domandò, sperando di non essere troppo invadente.
Chris fece una smorfietta e inclinò un poco il capo. “Sto cercando di perdonargli tutto quello che ha fatto..”
“Oh andiamo non mentirmi, tu l’hai già perdonato!” costatò Dylan, guardandolo in viso con una certa nota ironica nel suo sorriso. “Si vede che è così.”
Christopher sbuffò e si sistemò meglio sul letto, gli occhi che andavano a chiudersi lentamente per la troppa stanchezza che aveva accumulato in quei giorni.
“E’ piuttosto difficile essere arrabbiati con lui… “ borbottò, accucciando il viso contro il cuscino, sbadigliando sonoramente. “a volte l’amore è veramente… stronzo.”
Dylan non replicò e si limitò a sorridere mentre Chris si addormentava piuttosto profondamente.
 
 
Il primo concerto fu un delirio e un successo totale.
Il pubblico era assolutamente andato fuori di testa per loro, così come i ragazzi lo erano per Manchester.
Darren aveva passato, dopo il suo ritorno quella mattina, metà del tempo a lanciare a caso parole in italiano che nessuno riuscii a comprendere, a parte pochi fortunati. Aveva cantato le canzoni della dolce vita durante tutte le prove esordendo all’improvviso in mezzo a tutt’altro genere musicale. I Warblers erano assolutamente stufi e frustrati della situazione, a parte Riker, piuttosto entusiasta, che si divertiva a seguirlo con la chitarra in canzoni delle quali non conosceva nemmeno il ritmo.
Chris lo fissava in disparte, mentre faceva stretching in un angolino del palco.
Avevano parlato giusto quella mattina, appena Darren aveva varcato la soglia dell’hotel e si era seduto al suo tavolo per pranzare insieme.
Avevano parlato del più e del meno e Darren gli aveva raccontato tutti i dettagli della sua giornata a Milano.
Furono un po’ in imbarazzo per il silenzio che si creò subito dopo le chiacchiere.
Un silenzio carico di parole, visto che, entrambi, volevano parlare all’altro dei propri sentimenti. Non si dissero nulla e si limitarono a sorridere un po’ impacciati, mentre l’ora di andare a lavorare scoccava.
E dopo il concerto, con l’adrenalina ancora in circolo uscirono tutti insieme, verso uno dei tipici pub inglesi.
Chris non bevve quasi nulla, giusto una tequila offerta da Ashley perché lo vedeva troppo mogio e silenzioso.
La realtà era che stava pensando a Darren, come spesso capitava certo, ma quella volta, con più enfasi e insistenza.
Voleva parlargli e mettere finalmente un inizio a quella storia. Ci sarebbero state delle promesse, delle confessioni, ma era giusto così, ora si sentiva pronto.
Quello che certo non sapeva era che Darren, in mezzo a Chord, Kevin e Mark stava pensando più o meno alla stessa cosa.
Quello che più premeva al ragazzo era quello di farsi perdonare totalmente, senza più mentire e senza più restrizioni.
Così, a fine serata, quando l’orologio segnava le tre di notte, i ragazzi rientrarono in albergo e mentre Chris si stava dirigendo nella sua camera, già con la chiave in mano, Darren lo fermò, posandogli gentilmente una mano sul braccio.
“Devo parlarti.” Disse con un sorriso gentile.
Il controtenore annuì e gli fece cenno di seguirlo.
Appena entrati in camera, il cuore di Darren prese a galoppare furiosamente e si guardò intorno, mentre Chris chiudeva la porta. Si strofinò le mani sudate una contro l’altra e regalò al ragazzo un sorriso nervoso, fermo al centro della stanza.
“Tutto okay?” chiese il controtenore, guadagnandosi un altro dolce sorriso e uno scossone di spalle. “Non ti ho neanche chiesto com’è andata a Milano!” continuò poi, sedendosi sul bordo del letto e alzando lo sguardo sulla sua figura. “Immagino che tu ti sia divertito molto, non è così?”
Darren annuì e continuò a non parlare, strisciando il piede sopra la moquette, mordendosi il labbro.
“Ne ero certo, mi avevi detto di amare l’Italia!”
Darren si sedette al suo fianco, allungando le gambe e poggiando un piede sull’altro.
“Mi sono divertito sì e ho avuto anche modo di pensare.” Parlò, continuando a guardare a terra. “Pensare molto.”
Chris lo guardò, incastrano le mani fra le cosce. “Oh.”
“E sono arrivato ad una conclusione importante.” Finalmente, Darren trovò il coraggio di alzare gli occhi e puntarli in quelli chiari e leggermente umidi di Chris.
Darren si ficcò le mani dentro la tasca della felpa che si era tolto in precedenza, rimanendo solo con una camicia leggera dalla trama a quadri, estraendone un pacchettino di carta bianca, un po’ stropicciata e piena di nastro adesivo trasparente. Lo porse a Chris, che lo prese in mano con un cipiglio incuriosito.
“Aprilo dai” lo incoraggiò, con un piccolo sorriso e Chris non se lo fece ripetere due volte e iniziò a scartarlo con cautela.
Quando liberò l’oggetto dall’involucro, un po’ di scaglie rosate gli caddero sui jeans.
“Ehm, cos’è?” domandò, portando quella che era una riproduzione in miniatura di un monumento.
“Il duomo di Milano!” rispose il riccio con ovvietà. “Certo è un po’ rovinato e mi dispiace, ma il tizio al check in non è stato clemente con la mia valigia e deve essersi un po’ frantumato ma…” continuò, con un’adorabile tono che fece sorridere Chris.
“… è il pensiero che conta, grazie mille” concluse il più giovane. “Ma a cosa serve esattamente?”
“Beh,” Darren fece spallucce. “Cambia colore con il tempo” spiegò. “Ora è violetto quindi presumo che fuori si stia per scatenare un temporale o qualcosa del genere.”
Colfer annuì e si rigirò la statuetta fra le mani. “Solo questo?”
“In realtà no.” Rispose Darren. “Puoi prenderlo come un simbolo.”
“Simbolo?”
Darren annuì e fece un sorriso. “Ti amo Chris.” Rivelò, annegando nei suoi occhi. E per una volta, per la prima volta, nei suoi occhi non c’era traccia di disperazione o altre cose non dette. Era così naturale, così vero e dolce che Chris ci mise qualche secondo in più a capire cosa gli avesse detto.
Sbattè le palpebre per un attimo, socchiudendo le labbra.
“Ti amo dal giorno in cui sei entrato nella mia vita, ti amo dal quel giorno in cui vedemmo Harry Potter insieme e facemmo quell'assurda promessa, ti amo Chris anche quanto ti arrabbi e fai l’isterico, ti amo perché con te nulla è semplice e non devo dirti se sto male perché ti basta un’occhiata per capirmi.” Ci fu uno strano silenzio di una manciata di secondi, in cui Chris non riuscì a pensare a nulla, guardando prima lui e poi la statuetta che reggeva a palmo aperto.
“Mi hai regalato una statuina tutta sbriciolata per fare pace?” proruppe all’improvviso e sapeva che non doveva andare così e evitò lo sguardo di Darren imbarazzo, mentre questi scoppiava a ridere, piuttosto rilassato.
“Già,” disse stringendosi nella spalle. “per l’anello mi pareva ancora troppo presto” scherzò, avvicinandosi un poco a Chris, che pareva ancora scosso per la dichiarazione del ragazzo. “Mi sembri più sconvolto dal fatto che ti abbia dato quel regalo piuttosto che dalla mia dichiarazione!” Scherzò ancora una volta Darren, riscuotendo il più piccolo da una specie di trance.
Aveva detto di amarlo in un modo bellissimo e sincero e lui si preoccupava per la brutta riproduzione in miniatura di un Duomo?
Si diede mentalmente dello stupido e si segnò di picchiarsi una volta passato lo shock.
“Scusami…” borbottò, tornando ad evitare il suo sguardo.
“Ehi…” Darren attirò ancora la sua attenzione afferrandogli gentilmente il viso e circondandogli il collo con i palmi caldi e morbidi. “Dimmi solo che non ce l’hai più con me, è l’unica cosa che voglio sapere.”
Chris accennò un sorriso e lo guardò in viso. “Sì” rispose. “Ti ho perdonato già da tempo, ma ero troppo orgoglioso per dirlo.”
Darren annuì, consapevole e lo guardò riscoprendolo più bello che mai.
“P-posso baciarti ora o devo aspettarmi un pugno?” disse poco dopo, facendo scoppiare Chris in una risata isterica.
“Idiota”
 
Darren ridacchiò divertito, facendosi subito serio quando notò, dentro gli occhi di Chris, l’aspettativa di un bacio che, esattamente come lui, aveva atteso per giorni interi.
Si avvicinò al suo viso con cautela, sfiorando il naso con il suo e abbassando giusto un poco gli occhi per osservargli le labbra piene e umide.
Il secondo dopo lo stava baciando ed era come se tutto fosse tornato al posto giusto. Mosse, con timore la bocca, comprendo perfettamente quella di Chris che la seguì in ogni movimento. Gli occhi erano chiusi e le ciglia leggermente tremolanti e Darren pensò di non aver mai visto nulla di più spettacolare in vita sua, prima di chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dalle emozioni.
Chris allungò una mano per afferrare uno dei polsi di Darren, mentre le sue mani percorrevano con devozione la pelle arrossata e calda delle guance.
Il controtenore si accorse che qualcosa era cambiato quando le sue spalle incontrarono la morbidezza del copriletto e il petto di Darren si univa al suo. Ignorò un battito perso e allacciò le braccia attorno al collo del ragazzo, sospirando dolcemente.
Non seppe per quanto tempo rimasero a baciarsi, forse minuti interi, ma non gli importava realmente perché era lì che voleva essere e in nessun altro posto al modo. Il suo piede urtò la statuina, che aveva in precedenza abbandonato sul letto, e si staccò dalle labbra di Darren con un breve schiocco.
“Aspetta…” mormorò Chris, un po’ roco e quando il ragazzo si scostò, recuperò la statuetta e la posò sul comodino, per evitare che si rompesse con una caduta accidentale dal letto.
Quando si voltò a guardare Darren si ritrovò davanti al suo bellissimo sorriso e Chris, come ogni volta ne rimase affascinato. Si rituffò su di lui tanto che Darren, preso alla provvista, cadde all’indietro sul letto, ridacchiando sommessamente per l’improvviso attacco.
“Ehi…” mormorò Darren, quando il fiato divenne di nuovo corto e Chris era sceso a baciargli il mento e la mandibola con dolcezza.
Il minore sollevò lo sguardo e gli regalò un sorriso tutto fossette. “Cosa?” Darren non rispose, ma rimase in ascolto dei loro cuori che battevano all’unisono, affascinato.
Chris approfittò del momento di silenzio per riappropriarsi delle sue labbra, baciandolo appassionatamente
Quando entrambi capirono che quel semplice, ma bellissimo contatto non bastava più, si limitarono a guardarsi, sorridendosi quasi scioccamente.
Chris, dalla sua posizione, ne approfittò per sistemarsi a cavalcioni sul suo bacino, accarezzandogli il collo e il petto prima di dedicare la sua l’attenzione ai  bottoni della sua camicia, sbottonandoli uno ad uno con lentezza. Una volta finito, scostò i lembi e infilò le mani sotto la stoffa, accarezzando e scoprendo calde e toniche parti del suo meraviglioso torace.
Darren sollevò la testa, con le labbra sporgenti per raggiungere quelle di Chris in un bacio pieno di bisogno. Rilasciò la testa e chiuse per un attimo gli occhi, mentre le mani morbide di Chris lo riscoprivano con dolcezza e fermezza.
Sfiorò il bordo dei boxer che s’intravedevano dai jeans e si dedicò a slacciargli la cintura marrone che sfilò dai passanti con frenesia. Toccò i bottoni dei pantaloni con un dito e Chris alzò gli occhi, cercando una conferma che arrivò prontamente dagli occhi innamorati di Darren. Quest’ultimo allungò una mano per accarezzargli la guancia con le dita e Christopher si spinse contro quel tocco delicato.
Quando i jeans di Darren furono completamente aperti, il ragazzo capovolse le loro posizioni, premendosi contro il corpo caldo e fremente di Chris con sentimento e bisogno. Si concentrò sulla sfumatura grigia dei suoi occhi lucidi e gli sorrise scendendo con il viso a toccare le labbra con le sue, baciandole con lenta precisone e passione.
Accarezzò i fianchi scoperti, sentendone la morbidezza sotto le dita. Allontanò le labbra dalla sua bocca per scendere lungo la linea sottile della mascella e poi, sul collo sensuale, succhiando, più in basso, la cicatrice delineandola con le labbra, ricevendo, in risposta, un gemito. Darren sorrise, contro la pelle increspata del suo collo. Fece risalire i polpastrelli, sollevando nel suo percorso la maglietta. Aspettò che Chris sollevasse un poco il busto per potergliela sfilare e gettarla dietro di sé, sorridendo giocosamente alla sua espressione maliziosa. Tracciò un lento percorso con lo sguardo, innamorandosi ancora una volta di quella pelle calda e così candida.
Stuzzicò con le labbra e la lingua la carne più scura dei capezzoli, sentendo il suo corpo tendersi contro di lui. Disse il suo nome e per quanto fosse solo un sussurro, Darren lo sentì quasi quanto un urlo. Sorrise contro la sua pelle e alzò gli occhi, alla ricerca di quelli di Chris che erano socchiusi con le ciglia che tremavano leggermente. Gli baciò le labbra morbidamente, tornando a dedicarsi alla pelle liscia del petto, baciando l’ombelico. Chris sussultò e allungò una mano per accarezzargli i ricci delicatamente.
C’era una sorta di serena pace fra loro come se anche il tempo avesse capito l’importanza e la gioia del momento.
Le dita di Darren andarono a slacciare i jeans già tesi di Chris e li tolse manovrando il suo corpo fra le mani. Gli baciò un polpaccio nudo quando riabbassò le gambe del più piccolo, e s’insinuò all’interno, premendosi su di lui e lasciandogli un bacio leggero sul cuore. Christopher, insinuò entrambe le mani nei suoi capelli, massaggiando lievemente mentre i suoi occhi e la sua bocca sorridevano. Lasciò scendere le dita lungo le sue spalle e agguantò la stoffa della camicia che Darren non si era ancora tolto e la sfilò con facilità e qualche sorriso divertito. Darren inizio a oscillare con il bacino, scontrando quello di Chris in un movimento sensuale e lento. Si baciarono ancora, con più passione, man mano che le spinte diventarono più profonde e veloci.
“Darren…” sospirò il controtenore, inarcando un poco la schiena e graffiando la sua nel percorso delle sue dita sui muscoli tesi.
Il riccio si alzò, e agguantò il bordo dei suoi boxer calandoli velocemente, mentre             Chris con dita tremanti e frettolose tolse i suoi, sedendosi di fronte lui una volta nudo.  Darren lo attirò a se, stringendogli le braccia dietro la schiena di Chris e attirando le sue gambe in modo che intrecciassero i suo fianchi.
Si abbracciarono, mentre ricadevano con un sospiro sul letto e la frizione tornò appassionata e contornata da forti gemiti di piacere.
Chris tornò ad attirarlo a sé, legando le gambe dietro la sua schiena e alzando la testa dal cuscino per baciarlo.
Darren gli accarezzò la coscia e cercò conferma negli occhi di Chris e quando la trovò, iniziarono davvero a fare l’amore.
Fu lento, dolce e appassionato.
Darren lo preparò con calma godendosi ogni sguardo, gemito e ansito uscire dalle labbra umide del ragazzo perfetto che amava.
Lasciò scivolare un primo dito nella sua apertura ben lubrificata sorridendo quando la schiena di Chris s’inarcò, spingendosi contro quell’intrusione.  Quando introdusse anche il secondo dito, spingendo a fondo, incontrò quel punto che fece sussultare e tendere il corpo già scosso dai brividi di Christopher. Le sue mani si aggrapparono alle spalle di Darren con forza e chiese di più, pregandolo di accontentarlo. Il maggiore ridacchiò e gli baciò a pelle umida del collo, mentre dopo qualche altra debole preghiera lo accontentava, inserendo un terzo dito per farlo urlare di piacere.
Aveva imparato a conoscere quel corpo in così poco tempo che quasi si sorprese di riscoprirsi ogni volta più attratto da lui.
Chris lasciò scivolare la mano lungo la curva della sua schiena, accarezzandogli in fianco fino ad afferrargli l’erezione pulsante. Si diedero piacere per lunghi e intensi minuti , fin quanto anche per Darren la sopportazione fu al culmine.
Lasciò che Chris gli mettesse il preservativo e dopo qualche altro attimo si ritrovarono di nuovo corpo a corpo e occhi negli occhi.
Non ci fu bisogno di molte parole e Darren si ritrovò a entrare nel corpo di Chris con lentezza, chiudendo gli occhi e aggrottando la fronte dalla concentrazione.
Quanto fu interamente dentro di lui, aspettò qualche secondo in più, tornando a baciare le labbra lucide e rosse di saliva di quello che poteva chiamare, finalmente, suo ragazzo.
“Ti amo” pronunciò Chris, con voce rotta, quasi come se stesse piangendo. Non c’era più spazio per le parole, se non quelle pronunciate ad alta voce per il piacere, una volta che iniziarono a muoversi quasi in sincronia.
I movimenti e gli ansiti diventarono incontrollabili man mano che i minuti passarono. Chris si aggrappò ai ricci di Darren e si spinse contro di lui, incitandolo a dargli di più, sempre di più, mentre Darren lo accontentava e gli riempiva il viso di baci. Si sosteneva con una mano, per non gravargli costantemente addosso, mentre l’altra era scesa ad accarezzargli la pelle del fianco e della coscia umida di sudore. Gli portò la gamba sulla spalla e gli baciò una caviglia, sorridendogli e mordendosi successivamente le labbra quando un gemito di Chris lo colpì direttamente al basso ventre.
Sapeva che era amore, lo sapeva e lo sentiva, nulla poteva cambiare le cose e fingere che le cose non fossero cambiate dall’anno precedente era come una grossa menzogna.
Era arrivato sul set di Glee con tanta voglia d’imparare e di affermarsi come attore, di conoscere gente nuova e inaugurare nuove e durature amicizie. L’unica cosa a cui non era pronto era innamorarsi per davvero di una persona che no, non era la sua fidanzatina di fine college.
Baciò Christopher sulla bocca, ricalcando con dolcezza i contorni delle sue labbra, succhiando, in seguito, il labbro inferiore, mentre il respiro veniva meno e l’orgasmo era ad un passo da loro.
Gemette a voce alta quando la mano di Chris scese a darsi piacere, visto che la sua erezione era rimasta trascurata, nonostante tutto quel piacere che il controtenore stava sentendo.
Darren lo lasciò e lo guardò venire, godendo del suo corpo inarcato e delle sua bocca spalancata, dalla quale  usciva un suono quasi strozzato. Rimase a guardarlo con espressione concentrata e in attesa del piacere che urlò quando questi arrivò quasi all’improvviso, che lo costrinse a nascondere il capo nell’incavo del collo di Chris, stringendo le mani tra i suoi capelli, come se si volesse aggrappare a qualcosa per non cadere nell’oblio dei sensi.
Rimase in silenzio per interi minuti, ascoltando il respiro frenetico e pesante attenuarsi piano, piano, stretti ancora in un abbraccio che non aveva né un  inizio e né una fine.
 
 
Quando Chris aprì gli occhi, non aveva proprio idea di dove si trovava.  Era piuttosto spaesato e indolenzito e quel maledetto raggio di sole puntato dritto negli occhi non era per nulla d’aiuto.
Quando la mente cominciò a farsi più lucida, si alzò a sedere, grattandosi la testa. Sbadigliò e allungò le gambe per stiracchiarle un poco. Si guardò intorno e quando posò il suo sguardo sul letto, gli venne da sorridere.
Darren era placidamente addormentato in una posizione forse poco normale, visto che una gamba pendeva dal letto e il suo corpo era sistemato di traverso, con la testa seppellita sotto il cuscino.
Avevano passato tutta la notte a fare l’amore, come diceva Darren, per recuperare il ritmo perduto, ma Chris quasi non si sentiva più gli arti e il petto e il collo erano coperti di succhiotti. Pensò che avrebbe dovuto chiedere un correttore ad Ashley per riuscire a coprire la quantità indegna di segni violacei. Non fece neanche in tempo a muovere una gamba fuori dalle coperte che una mano di Darren si posò sul suo braccio e la sua testa piena di ricci scompigliati uscì dal cuscino, guardandolo intontito.
“Dove vai?” chiese, con voce impastata.
“In bagno.” Rispose prontamente Chris, che aveva davvero un impellente bisogno di svuotare la vescica. “Con chi hai lottato questa notte?” chiese, guardando come il lenzuolo gli si era attorcigliato fra le gambe. Il ragazzo per tutta risposta strisciò verso Chris e appoggiò il capo sul suo stomaco, sospirando e donandogli un piccolo bacio proprio sull’ombelico, prima di risalire lungo il petto e strusciare il naso sul suo collo.
“E’ un modo per dirmi che dovrò tenermela fino a scoppiare?”
Darren ridacchiò e negò con il capo. “In quel caso ti lascerò andare…” Bofonchiò annusando l’odore della sua pelle. “Hai un profumo buonissimo…”
Chris ridacchiò e si lasciò coccolare da quello che sembrava un enorme orsacchiotto in cerca di dolcezza.
“Ringrazia Marc Jacobs” fu la risposta del controtenore.
“Gli spedirò un mazzo di fiori e una lettera di ringraziamento…” Tornò a bofonchiare. Solo dopo qualche minuto alzò lo sguardo e puntò gli occhi in quelli di Chris.
“Sai cosa mi ha deluso di questa notte?” domandò con fare disinvolto, mentre il più giovane, inarcava il sopracciglio pronto a offendersi.
“Cosa, di grazia?”
Darren fece spallucce. “Beh, che tu non mi abbia urlato nemmeno una volta ‘Oh God Yes’, naturalmente!” Rivelò imitando perfettamente il tono in falsetto del suo meraviglioso, e sull’orlo di un attacco isterico, fidanzato.
Chris ci mise un po’ a rispondere, ma Darren notò chiaramente il lieve spasmo dell’occhio destro.
“Faresti meglio a scappare, sai?” lo informò con tono calmo. “Posso darti giusto cinque secondi di vantaggio, ma se ti prendo…” Gli sorrise in modo inquietante. “sei morto.”
Darren rise, ma smise quando un lampo di furia passò negli occhi di Chris.
“Uno… due…” iniziò a contare il controtenore.
“Dai stavo scherzando…” Cercò di dire, allontanandosi giusto un poco.
“Tre… quattro…”
 Llo sai no, Chris?” ma lo sguardo omicida nei suoi occhi non diminuì per nulla. “Aspetta, Chris…”
“Cinque.”
Ci fu un lunghissimo secondo di silenzio, poi la guerra ebbe inizio.
“CHRISTOPHER!!!”
“Sei morto Darren Criss!”
 
 
 
 
 
 
 
Continua…
 
 
 
 
 
****


No, va beh, io faccio davvero, davvero schifo.
Mi dispiace se ci sto mettendo così tanto. Sono imperdonabile, nessuna scusa.
Volevo dirvi che beh, il prossimo è l’ultimo capitolo e poi ci sarà l’epilogo. Questa mia avventura sta quasi per finire e sono davvero triste per questo, ma anche soddisfatta per il percorso intrapreso!
volevo ringraziarvi a modo, ma penso farò un video più avanti, visto che vanno tanto di moda, e così riuscirò a ringraziarvi per bene e poi credo che vi meritiate che io ci metta la faccia, visto quanto siete spettacolari con le recensioni e il resto.

Semplicemente vi adoro.
 
Ringrazio Bea per essere stata la prima a leggere questo capitolo e per essersi offerta di betarmi. Grazie di cuore <3
 
Okay, inutile dire quale sia il video citato nel capitolo, ma nel caso in cui qualcuno se lo fosse perso, eccolo qui: http://www.youtube.com/watch?v=KAgeAat3HeU

Bene, scusate anche se non ho risposto alle recensioni e se volete sgridarmi o parlare con me questa è la mia pagina ufficiale (più vuota di uno sgabuzzino in una casa di fantasmi) :
https://www.facebook.com/pages/Elfo-Mikey-EFP/346814708703006
 
 
Beh, al prossimo capitolo, fanciulli bellissimi.
 
 
Grè.





  
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