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Autore: IosonoOmbra    28/05/2012    6 recensioni
Ve lo immaginate Loki a ballare e a cantare per la stanza..? E se suo fratello dovesse spiarlo di nascosto.. come se la prenderebbe? Un innocuo e stupendo gioco di seduzione..
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Loki, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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allooooora.. miei cari..... si, ci sono ricaduta.. ed eccomi a scrivere un'altra one-shot yaoi dei miei due amori.. XD dire che occupano i miei pensieri 24 al giorno sarebbe riduttivo. Oggi ero andata a correre e mentre ascoltavo la musica mi si è formata in testa questa one-shot. Sono corsa a casa e mi sono fiondata al computer come un'assatanata urlando: "Devo scriverlaaaaaaaaaa!!!" Ed eccomi qui! Spero sia venuta una cosa carina.. AVVERTIMENTO: vi costringo quasi obbligatoriuamente a sentire questa----->  http://www.youtube.com/watch?v=-yKLmyaWGls   canzone. Perchè è quella che ascolta Loki.. e se non la conoscete perdete tutto.. ç_ç Fatelo! Ve lo ordina Odino! Buona lettura my darlings!!

p.s. non ho mai fumato il narghilè, e se l'ho descritto in modo sbagliato.. chiedo umilmente perdono!!!! *si inchina strisciando la testa sul pavimento*

Jack



Cercavo amore
 
 
La musica risuonava attraverso l’enorme palazzo di Asgard, oggi deserto. Poche ore prima c’era stata l’inaugurazione del nuovo Bifrost, ricostruito dall’abile Heimdallr, dopo che io l’avevo distrutto in seguito a quel problema con mio fratello. Sono passati quasi 5 secoli ma ora è tornato quasi tutto alla normalità. Loki ha scontato la sua pena, e la sua brama di vendetta si è gradualmente affievolita, e ora brucia come una piccola fiammella che consuma gli ultimi ramoscelli rimasti. Ma ho detto quasi... quasi tutto è tornato al suo posto. La relazione tra me e mio fratello è... beh, come dire... ha preso una piega inaspettata. Il legame che ci unisce non è mai stato così forte, forse anche troppo, e io davvero non avrei mai creduto che potesse succedere quello che è successo tra di noi. Ora sono tutti in riva al mare a festeggiare e a riempirsi la pancia. Loki ha assistito alla prima parte della cerimonia, ma all’inizio dei festeggiamenti si è dileguato, come solo lui sa fare. Mi sono accorto della sua assenza quasi subito, dato che mi sedeva accanto. Percorro i corridoi del palazzo e sento questa melodia strana in lontananza. Mi avvio in direzione di quella musica. Passo dopo passo la sento più distintamente e mi rendo conto che non è di questo regno, non è una musica di Asgard, sembra quasi... di Midgard. Mi sposto in quell’ala del palazzo, e mi accorgo che la musica proviene da una delle camere da letto reali, dalla stanza di Loki!
Mi avvicino senza fare rumore, e si, la musica è proprio terrestre.
Poggio un orecchio sulla porta, ma non sento altro che la donna della canzone cantare. Loki non fa alcun rumore. Apro piano la porta, sperando che mio fratello non mi veda, sono curioso di capire cosa stia combinando. La sua vista mi fa sobbalzare e per un momento mi allontano dalla porta, con il cuore impazzito. Poi mi riavvicino silenzioso, e sbircio attraverso lo spiraglio. La stanza è in penombra. Ad un angolo della camera vedo quello che riconosco essere uno stereo. Nella camera aleggiano profumi di spezie e strani aromi. La cosa che mi aveva fatto tremare il cuore era stata la vista di Loki, che come una figura eterea e bellissima era steso sul letto. La sua pelle bianca e candida sembra quella di una verginella, ma mai definizione potrebbe essere più sbagliata e lontana dalla verità. E’ steso sulla pancia, la testa poggiata su una mano e nell’altra una specie di asta metallica, collegata con un tubo ad una grande ampolla di vetro, riccamente decorata. Loki respira a fondo da quella specie di pipa che tiene tra le dita, ha gli occhi chiusi. Sta così per un attimo e poi espira un fumo denso e pallido. Indossa un vestito leggero, di stoffe morbide e ricamate di decorazioni dorate. Tra i capelli corvini ha intrecciate delle eleganti piume nere. Il petto è in parte scoperto a causa del largo vestito. E’ scalzo e dondola le gambe avanti e indietro. Quella visione mi è insopportabile, non posso vederlo così e non andare da lui per toccarlo e stringerlo contro di me, ma poi qualcosa mi ferma. Loki allunga un braccio e rimanda indietro la canzone, la musica riparte lui si mette a sedere sul letto. Ha lo sguardo perso e sembra prepararsi a qualcosa. Ingoio a fatica e aspetto.
“Mostrami... i segni delle tue ferite che mi sembrano... guarite già... da... un po’...”
La voce della cantante risuona attraverso la stanza e qualcosa mi attanaglia lo stomaco. Loki con gli occhi chiusi muove le labbra come se cantasse, e inizia a muovere il corpo lentamente, a tempo di musica.
“Guardati... quest’attitudine ti rende meno fragile... ma poco credibile...”
Loki si stende sul letto e apre le braccia accarezzando le coperte di seta. Il corpo di mio fratello segue il ritmo della musica, ed è scosso da piccoli spasmi. Mi porto una mano alla bocca, per paura che mi possa sfuggire un singulto.
Poi la musica si fa incalzante e Loki si gira all’improvviso verso la porta, aprendo gli occhi. Scatto per paura che mi abbia visto, ma non lo ha fatto.
“Mi hai detto ti amo... non mi ricordo...”
La musica esplode e Loki si alza dal letto e si mette a ballare per la stanza.
“Cercavo amore e alla fine mi ero illusa fossi te! Cercavo amore ma alla fine ho avuto tutto tranne...”
Quello spettacolo è così bello che trattengo il respiro per tutto il tempo. Quello che sta facendo non è un ballo, sembra che la musica si propaghi direttamente dal suo petto, e che lui non ci stia danzando, ma facendo all’amore. Le sue movenze sono leggiadre come quelle di una donna, ma forti come quelle di un uomo. Sembra quasi che i suoi piedi non tocchino terra e, mentre volteggia per la stanza, quel corpo di cui non riesco mai a saziarmi mi rapisce ancora una volta.
“Spingiti oltre quel specie monito silenzio e spogliati... di ogni tua banalità...”
Loki avanza nella stanza, a passi lenti ed eleganti, mentre il lungo strascico del vestito serpeggia sul pavimento e sembra che sospiri al posto mio.
“Mi hai detto ti amo... non mi ricordo...” E il ritornello riparte, e anche le movenze del dio che si fanno più forti e sensuali. Io ormai sto tremando, ma cerco di ignorare la voce nella testa che urla “Prendilo!”
Mio fratello si stende di nuovo sul letto, alza il petto e sorride, quel sorriso diabolico che mi brucia il cuore ogni volta che lo vedo.
“L’amore che mi prometteva di baciarmi... abbracciarmi... idolatrarmi...”
Il dio si siede sul letto e sempre muovendo le labbra si bacia lentamente il polso e le dita della mano, sorridendo; poi si passa le mani sulle braccia come se si abbracciasse, e finge una profonda tristezza, il petto si abbatte sotto un tragico sospiro.
Prende quindi in mano quella specie di pipa e inspira profondamente, con gli occhi chiusi.
Alla parola “idolatrarmi”, l’unica che gli sentii pronunciare, e che disse con una voluttà diabolica, inclinò la testa leggermente all’indietro, espirò il fumo biancastro che gli accarezzò le labbra e, come se guardasse verso di me, si accarezzò con la punta delle dita il collo bianco, perdendole poi sul petto liscio e sul ventre perfetto. Sulla bocca aveva un ghigno beffardo e perfido, si divertiva come un matto. Soffocai un gemito in gola, e una scossa elettrica percorse tutto il mio corpo. Avevo il fiato corto, e mi sembrava che ci fosse un caldo torrido. Sentivo lentamente perdere il controllo sul mio corpo perché Loki neppure lo sapeva ma mi stava involontariamente eccitando. Se solo sapesse quello che mi sta facendo si divertirebbe da pazzi, e non oso neppure immaginare cosa farebbe per farmi perdere definitivamente la testa.
Si morse le labbra e si rituffò sul letto, cantando senza voce quel ritornello che prima di arrivarmi alle orecchie passava attraverso il mio petto.
“Cercavo amore e alla fine mi ero illusa fossi te... cercavo amore ma alla fine ho avuto tutto tranne...”
E mentre la cantante dalla voce cristallina continuava, quella fin troppo detestabile voce di mio fratello proruppe in una risata divertita e cattiva, come solo lui riusciva a fare. Si mosse sul materasso e si passò le mani tra i capelli, senza riuscire a smettere di ridere. Io ero immobile e senza parole. Una corrente d’aria arrivò dal corridoio e aprì lentamente la porta, rivelandomi ai suoi occhi. Loki si voltò verso di me con la bocca ancora atteggiata ad un sorriso, ma la trasformazione che gli lessi sul viso quasi mi spaventò. Le iridi che brillavano di divertimento si ridussero a due fessure terrorizzate, gli occhi si spalancarono e mi fissarono atterriti. La mascella gli si contrasse, e tutto il corpo si trasformò in un fascio di muscoli in tensione, la schiena dritta e perfetta era rigida come una lastra di metallo. Strinse i pugni ed afferrò con forza le lenzuola del letto. Io non riuscivo a muovermi, o a dire qualcosa, e anche Loki sembrava senza parole. Si mise immediatamente a sedere sul letto e, sempre guardandomi con quell’espressione sconvolta, mi bisbigliò con un filo di voce:
“Da quanto sei lì?”
La mia bocca mi fece la grazia di non pensare a cosa dire, e parlò da sola.
“Dall’inizio... credo.”
Loki si irrigidì ancora di più se possibile, e quasi riuscivo a vedere i tendini del collo tendersi come corde di violino. Si morse le labbra ed improvvisamente alzò il braccio e mi lanciò addosso un incantesimo. Mi parai con le braccia, il corpo a quanto pare ancora rispondeva, perché naturalmente la testa era partita da un pezzo. Le nebbie bluastre si dissolsero appena in tempo per vedere Loki scendere dal letto e lanciarmi un’altra sfera di energia magica.
“Brutto. Idiota. Come. Hai. Potuto?!?!” Scariche e lampi inondarono la stanza.
Era fuori di sé.
“Sei un deficiente! Perché stavi lì?! Come ti sei... permesso?! IDIOTA, MAIALE, DECEREBRATO DI UN FRATELLO?!?!” gridava senza ritegno, in preda quasi ad una crisi isterica. Continuò con le invettive per parecchio, mentre io cercavo inutilmente di calmarlo. Mi malediceva in tutti i modi, e anche in molte lingue che non avevo mai sentito prima.
Alla fine decisi che le buone maniere non sarebbero servite a calmarlo, gli andai incontro e gli afferrai con forza i polsi.
Loki aveva lo sguardo basso, si mordeva le labbra, ed era rosso come un peperone. Il mio cuore sobbalzò ancora una volta, e gli chiesi a fior di labbra, incredulo:
“Fratellino... ti vergogni?”
Il dio mi lanciò uno sguardo glaciale.
“Cero che no, imbecille!”
Sorrisi.
“Loki, eri bellissimo. Mi hai sconvolto prima, mentre ballavi... mi hai tolto il respiro.”
Lui alzò lentamente lo sguardo, guardandomi con quegli occhi di giada, cercando di capire se stessi dicendo la verità.
“Dici davvero? Come posso crederti?”
“Se non puoi credere a me, credi a questo.”
Gli presi il viso tra le mani e spinsi la mia bocca contro la sua.
Il respiro freddo di mio fratello mi accarezzò la pelle. Cercò di allontanarmi ma io avvolsi le mie braccia attorno a lui, e lo catturai contro il mio petto. Dopo un momento di ribellione si arrese e sentii un sorrisetto nascere sotto le sue labbra, mentre le dischiudeva per rispondere al mio bacio.
“Ti è piaciuto... davvero...”
Non sembrava una domanda e io lasciai che fossero le mie mani a parlare. Lo scaraventai sul letto, mentre Loki mi guardava con un ghigno soddisfatto e provocatorio.
“Ti voglio... ti voglio ora... e per sempre...” annaspai contro il suo collo.
Lui non rispose, e lasciò che i nostri baci rispondessero senza parole, le nostre lingue si parlavano. Lo rivedevo danzare per la stanza, quei gesti, quelle movenze, tutto di lui mi eccitava. Poi mi si piantò in testa un’idea e mi allontanai un attimo per guardarlo serio. “Però mi devi promettere una cosa.” Dissi, cercando di riprendere fiato.
Loki sembrò un attimo sorpreso per quel cambio di atteggiamento.
“Ti fideresti della parola del dio delle malefatte?”
“No... non della sua parola. Ma della parola di Loki, mio fratello, mio amico, mio amante, si. Di lui io mi fido ciecamente.” Loki deglutì, e abbozzò un sorriso incerto.
“Sentiamo allora...”
Gli presi gentilmente il mento tra le dita.
“Devi promettere che non farai mai, e dico mai, vedere quello che hai fatto prima ad altri che non sia io. Non sopporterei l’idea che tu danzi in quel modo davanti ad altri.”
“E chi ti dice che io ballerò ancora davanti te?” mi provocò Loki.
“Perché se non lo farai ti punirò duramente...”
Il dio inspirò aria, come a mostrarsi stupito. Poi si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò.
“Ma tu sai bene quanto mi piaccia essere punito...
Mi morse il lobo e il mio corpo fu attraversato da un onda di piacere. Ci riavvinghiammo sul letto, e il silenzio del castello era rotto solo dal mio respiro, sempre pesante e bestiale se confrontato con quello delicato e quasi femmineo di Loki.
Mi allontanai ancora una volta, anche se con riluttanza, perché dovevo chiedergli un’altra cosa.
“Aspetta... prima... prima che lo facciamo...”
Il dio inclinò il viso, mostrò uno dei suoi sorrisetti diabolici, e disse con finta ingenuità:
“Fare cosa?”
“Loki... sai che mi sconvolgi se mi fai così...”
“No, non lo sapevo, ma grazie di avermelo detto.”
“Si, beh... volevo sapere cosa era quella cosa vicino al letto.” Indicai la specie di pipa.
Loki rise e mi guardò, come faceva spesso, in quel modo che dice che sta parlando con un idiota.
“Quella cosa, come la chiami tu, è una delle poche cose per cui Midgard non dovrebbe essere rasa al suolo. Si chiama narghilè. Ti piace?”
“Da morire, ma solo quando la usi tu...”
Prese la pipa tra le dita, se la portò alla bocca, e lentamente inspirò. Poi mi guardò voluttuoso e mi soffiò il fumo contro il viso.
“Così?”
“Ooh, si...”
“Vuoi ricominciare da dove abbiamo cominciato?” disse baciandomi con lo sguardo.
“Non mi dispiacerebbe...” mi riavvicinai per baciarlo, ma Loki mi fermò posandomi un dito sulla bocca. Poi con una forza che in lui non credevo possibile mi fece rotolare sul letto, con la schiena contro il materasso. Loki si sistemò sopra di me, con aria vittoriosa e assatanata. Passò una mano sul mio petto, e tra le sue dita e la mia pelle si propagarono innocue scintille blu.
Mi guardò con sguardo ferino, prese il narghilè ed inspirò profondamente, liberando una cospicua nuvola di fumo.
“Ma questa sera conduco io le danze, se non ti spiace.”
Deglutii.
“Non aspetto altro.”
Perfetto...”
   
 
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