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Autore: ryuzaki eru    29/05/2012    9 recensioni
(Nel cap. 1 scheda in stile "Death Note 13 How to read")
Un lento crescere di strani ed apparentemente trascurabili eventi. Una ragazza comune, preda di una situazione incomprensibile. L’apparente iniziale assenza di tutto ciò che riguarda il mondo di Death Note, così come voi lo conoscete. Ma tutto quell’incredibile mondo c’è! Kira, Tokyo, il quaderno. Ed Elle arriverà… Perché volevo continuare a vederlo parlare, muoversi, ragionare.
Elle era in piedi sul marciapiede e con gli occhi spenti la osservava, mentre strusciava svogliatamente il dorso del piede su un polpaccio...
«Ciao, Ryuzaki…» tentennò Emma «Allora…sai dove vivo… Ed io non te l’ho mai detto! Quindi…»
«Quindi?» le chiese lui vagamente irriverente.
«Quindi immagino tu sappia altro... Il punto è da quanto tempo sai!»
Elle smise di grattarsi il polpaccio e portò il piede a terra «No. Il punto è che da ora la smetterai di giocare da sola a questa partita.» la gelò.
La voce le arrivò dritta alla testa, come una tagliola affilata.
Il suo sguardo impassibile e freddo la trapassò.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Another world'
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Non sono morta né malata…PERDONOOOOOOOOO!! Rimando alle note finali le spiegazioni…
La copertina è un altro bellissimo disegno di Hanny, che lentamente sta sfornando per me una locandina dopo l’altra!!! Ne metterò una all’inizio di ogni capitolo nuovo e poi, col tempo, le sposterò all’inizio dei capitoli passati per differenziare i diversi blocchi della storia, come le opening differenti degli anime *_*
Mi dileguo e non vi faccio attender oltre!
 
Grazie di essere qui e buona lettura… (solita ansia…)
 

Alcuni dei personaggi che appariranno non mi appartengono, ma sono proprietà di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

30. I giochi e le bugie di Elle

 
Aizawa, Matsuda e Soichiro Yagami sedevano come sempre sui divani, ai lati della poltrona di Elle. E lui, naturalmente, si serviva con calma il suo caffè «…di collaborare con lui non se ne parla nemmeno…e se dobbiamo scegliere tra la mia vita e quella del capo della polizia, è logico che la scelta ricada su di me.»
La polizia dal giorno precedente aveva comunicato che non avrebbe più collaborato alle indagini ed i leader di tutto il mondo avevano richiesto che Elle in persona si presentasse in televisione, così come reclamato dal secondo Kira, che nel video aveva ricattato il mondo.
Elle inforchettò con accuratezza la fragola che guarniva la fetta della sua torta, la portò alle labbra meticolosamente, iniziò a masticarla, gustandosela, e proseguì «…È naturale che io non sia esaltato da questa prospettiva, ma la cosa che mi scoccerebbe maggiormente sarebbe farmi ammazzare da questo secondo Kira invece che da Kira stesso…» ingoiò pensieroso e portò la forchetta a staccare un altro pezzo di torta, fissando davanti a sé, senza rivolgersi a nessuno in particolare.
In realtà non era preoccupato della possibilità di dover apparire in TV.
Gli umori e le ansie di Emma si sarebbero moltiplicati all’inverosimile se quel rischio ci fosse stato veramente. Ed Elle ne era cinicamente cosciente. Lei era la sua prova, la sua conferma. Il 5 Novembre era lontano.
Gli agenti si guardarono senza commentare.
Li aveva già messi abbondantemente al corrente delle sue deduzioni circa la presenza di un secondo assassino con poteri superiori al Kira ormai noto.
Elle leccò la panna del brandello di torta che aveva appena staccato e teneva sospeso davanti alla bocca «…Quindi… veniamo al sodo. Dai nastri e le buste inviati alla Sakura TV la scientifica ha potuto reperire soltanto un’impronta digitale, peraltro piuttosto piccola.» e con la forchetta con ancora infilzato il pezzo di pan di Spagna indicò le bustine di plastica trasparenti contenenti le prove esaminate dal laboratorio e poggiate sul tavolo «Watari si sta già occupando, in modo poco ortodosso, di reperire le impronte di coloro che erano stati indagati da Ukita… Non è il caso che lo faccia nessun altro di voi.» trangugiò improvvisamente il pezzetto di torta «Ho però come la sensazione che questo non ci porterà a nulla.»
Solo poco prima che arrivassero gli agenti, Watari gli aveva comunicato che l’impronta non corrispondeva a quella di Misa Amane. Perché naturalmente già da qualche giorno il fedele ed accorto Wammy era riuscito, con un semplice stratagemma, a far toccare alla giovane modella un comune bicchiere di plastica, mentre lei civettava sul set affollato di una campagna pubblicitaria. Perché il grande detective naturalmente aveva voluto reperire l’impronta della idol da prima di ricevere le analisi della scientifica.
Non è questa la prova di cui mi parlava Emma. E se anche fosse stata combaciante, non avrei ancora potuto utilizzarla per incastrare apertamente la Amane… I finti dati dei presunti pedinamenti di Ukita sono comunque eventi “nuovi” rispetto alla vicenda che “conosce” Emma e, in quanto tali, devo fare in modo che non risultino determinanti.
A questo punto, con questa semplice impronta, se Emma non ci fosse stata, se non avessi potuto puntare gli occhi sulla idol e se quindi non avessi inventato la storia dei falsi pedinamenti di Ukita, mi sarei trovato con un pugno di mosche. Un’impronta. Non avrei avuto nessun presunto indiziato con cui confrontarla e di certo non avrei potuto controllare tutti gli abitanti del Kanto per trovarne il proprietario.  Un’impronta. Una prova inutile, da usare solo al momento eventuale della cattura dell’indiziato, cioè di Misa Amane. E solo allora avrei potuto appurare che non apparteneva neppure a lei. Una falsa pista.
Misa Amane, non è poi così poco accorta come avevo sospettato… Avventata ed incapace di emulare l’operato eccellente ed impeccabile del vero Kira,  ma non esageratamente sciocca, almeno per quello che concerne determinati incastri…

Elle continuava a mentire spudoratamente con gli agenti. Continuava ad attendere il momento opportuno per incastrare la giovane Misa e continuava a ragionare su più fronti contemporaneamente…
«Abbiamo sempre ritenuto che Kira non avrebbe mai lasciato impronte…» commentò Matsuda.
«Oppure che avrebbe usato quelle di qualcun altro…» aggiunse Aizawa.
«Già. Ma infatti non stiamo parlando dello stesso Kira.» proseguì Elle «Tuttavia, sebbene questo secondo Kira sembri più sprovveduto ed amatoriale, meno sveglio ed accorto del primo, sebbene non abbia il medesimo ideale di giustizia ed agisca con delle differenze di intenti ed una decisamente minore attenzione ai dettagli, dubito che anche lui sia stato così sciocco da aver lasciato le proprie impronte… Potremmo non ricavarne nulla. Quindi, riferitemi le novità delle vostre ricerche sul web.» e prese tra la punta delle dita il manico della tazza di caffè ancora fumante.
Aizawa aprì il blocco di appunti che aveva con sé e iniziò serio a riportare al detective le ultime informazioni.
Informazioni perfettamente inutili.
Elle li stava facendo lavorare a vuoto, li stava impegnando dietro qualcosa che non avrebbero mai trovato. E lo stava facendo scientemente…
E Aizawa iniziò «Ancora non abbiamo una lista definitiva di tutti i decessi per infarto avvenuti nel giorno e nel momento in cui è stato mandato in onda il nastro del secondo Kira. Ma fra quelli già individuati abbiamo in effetti potuto appurare un riscontro con alcuni nomi fra quelli pubblicati dalla gente comune nei siti web che inneggiano al “Dio del nuovo mondo”. Sembra proprio che il secondo Kira abbia attinto da quella folle banca-dati i nomi e le foto delle vittime incensurate dell’altro giorno, le vittime che hanno condiviso il destino di Ukita…» esattamente come aveva ipotizzato Elle «E la cosa incredibile è che anche Ukita compare in uno di quei siti, con il suo nome corretto…» Aizawa alzò il capo e fissò il grande detective che sorseggiava il suo caffè placidamente e poi proseguì «Oserei dire che non è detto che Ukita sia stato effettivamente “visto” dal nostro secondo Kira e che da lui sia stato scambiato per uno stalker e quindi ucciso per questo. Sembra che purtroppo chiunque avrebbe potuto vedere il suo nome ed il suo volto sul web…L’unica cosa che mi sfugge è chi potesse conoscere Ukita e chi potesse avercela tanto con lui da inserirlo sul web come maniaco da punire…»
Elle poggiò la tazza sul tavolo «Sul sito c’è anche una sua foto?» chiese con calma.
Aizawa scosse il capo in segno di diniego «C’è un disegno del suo volto, una specie di ritratto… E la cosa è strana…»
Elle si portò il pollice sul labbro «Uhm. Ne deduco che gli altri soggetti giustiziati reperiti dal web fossero lì presenti con delle foto e non con dei semplici disegni.»
Aizawa annuì «Abbiamo pensato che forse non è necessario immaginare la presenza di un secondo Kira cui basti conoscere il volto delle vittime, visto che su internet si trova il nome esatto di Ukita… Ho anche creduto che Kira possa uccidere pure tramite la visione di un semplice ritratto del soggetto…»
Elle tolse il dito dalle labbra «Direi di no. Direi anzi che questa informazione avvalora la mia tesi che il secondo Kira non sia poi così stupido.»
Gli agenti si guardarono, vagamente dubbiosi.
«Uhm. Aizawa, mi passi un foglio del suo blocco e la matita per favore.» chiese Ryuzaki pacatamente.
Quando ebbe ottenuto ciò che voleva, tracciò una linea verticale che divise il foglio a metà e iniziò a spiegare, tenendo la matita delicatamente al bordo «Lei sta formulando una tesi sulla base di ipotesi con molti punti deboli.» e sulla metà sinistra del foglio scrisse tesi X, che era quella appena formulata da Aizawa «Lei ritiene che Ukita sia stato ucciso dal vero Kira, perché il suo nome ed il suo volto sono spiattellati sul web alla mercè di tutti.» e scrisse sul foglio, sempre sulla colonna a sinistra, 1. Ukita sul web = assassinio del vero Kira. Poi da lì fece una grossa parentesi graffa aperta sulla colonna destra del foglio, che intitolò Tesi Y, che non sarebbe stata altro che la tesi di Elle. «In primo luogo, Aizawa, lei in questo modo non considera tutte le sensibili e lampanti differenze che intercorrono tra le azioni compiute da colui che ha spedito i nastri e l’operato del primo Kira, differenze di cui abbiamo ampiamente discusso poco fa e che mi hanno portato a ritenere che esista un secondo Kira.» e come primo punto sulla colonna destra e dentro la parentesi graffa scrisse a) differenze operato/intenti = secondo Kira
«In secondo luogo possiamo essere praticamente certi che non ci sia nulla nella vita e nei trascorsi di Ukita che possa farci ritenere che qualcuno lo abbia preso di mira in quanto stalker/maniaco, eccetto naturalmente uno di quelli che Ukita ha seguito per mia stessa richiesta e che infatti già stiamo facendo controllare.» e incolonnò, sempre sul lato Tesi Y e sempre dentro la graffa, la sua seconda argomentazione contraria: b) Ukita: persona onesta e senza ombre «se Ukita avesse avuto “ombre” di qualche genere non sarebbe mai entrato nella squadra anti-kira e sono sicuro che tutti voi lo ritenevate una persona integerrima.» e naturalmente nessuno obiettò.
Stava distruggendo con lentezza, acume e pazienza le ipotesi e le deduzioni incerte degli agenti, aggiungendo anche qualcosa che li colpiva sul personale, cogliendoli sul vivo della loro stima per il collega deceduto.
«In terzo luogo, se anche non volessimo considerare le mie due precedenti obiezioni, ritengo che la coincidenza che sia stato scelto proprio Ukita, nel mucchio delle centinaia di nomi che compaiono sui siti-web che inneggiano a Kira, che sia stato scelto proprio un agente appartenente al nucleo anti-Kira sia una coincidenza a dir poco sconvolgente ed esagerata. E sono tendenzialmente scettico riguardo questo genere di casualità.» e aggiunse l’ultima argomentazione c) coincidenza esagerata.
«Ritengo quindi che la sua prima ipotesi abbia delle basi poco solide» e sbarrò sul lato sinistro la prima ipotesi della tesi X.
Il silenzio degli agenti fu alquanto indicativo, come sempre…
Ed Elle proseguì.
«Veniamo alla sua seconda ipotesi, quella secondo la quale Kira sarebbe in grado di uccidere anche semplicemente grazie ad un disegno del volto del soggetto da giustiziare» e sotto la prima ipotesi appena sbarrata scrisse: 2. Potere di uccidere anche tramite un disegno del volto; e fece un’altra parentesi graffa che da lì si apriva verso il lato destro del foglio «Innanzi tutto le tre precedenti mie argomentazioni dovrebbero già annullare anche questa ipotesi, dal momento che dimostrano che Ukita “non” è stato ucciso perché il suo nome era sul web, ma per altre vie e quindi annullano ogni considerazione a riguardo.» e scrisse sotto la colonna delle sue argomentazioni a) Argomentazioni contrarie della precedente ipotesi. «Tuttavia c’è un secondo punto interessante che conferma il tutto e che dà spunto per ulteriori informazioni. Il caso di Ukita sarebbe, a quanto pare, l’unico a dimostrarci che Kira o il secondo Kira siano in grado di uccidere anche tramite un comune disegno del volto della vittima. Per averne la certezza potremmo controllare gli eventuali altri soggetti i cui volti sul web sono stati inseriti solo tramite disegni e verificare se siano stati effettivamente giustiziati da Kira. Ma ne dubito, visto che finora lo stesso vero Kira non ha mai potuto giustiziare i criminali di cui la stessa polizia aveva fornito solo identikit approssimativi. Ukita sarebbe il primo ed unico caso e l’ “unità” non è statisticamente valida, se non come eccezione da considerare per l’appunto sotto un altro punto di vista.» sbarrò dunque anche la seconda ipotesi traballante di Aizawa e aggiunse il secondo della propria a riguardo b) Ukita unico caso con disegno.
«In conclusione direi che il nostro secondo Kira l’abbia fatto apposta. Immagino abbia notato che Ukita lo seguisse, che perciò lo abbia visto in volto e abbia deciso di ucciderlo, così come ho già detto. Immagino che l’abbia voluto uccider platealmente per un’indole di spettacolarità, che avevo già ipotizzato per la semplice mossa dei nastri inviati in TV. La faccenda del disegno è successiva. Evidentemente il secondo Kira ha voluto camuffare quell’omicidio dettato da fini quasi personali, lo ha voluto inserire nella mischia di altri simili, per non dargli risalto e quindi per non fornirci un indizio che potesse ricollegare a lui. Ma, non avendo potuto fare una foto ad Ukita, si è limitato a disegnarne i tratti del suo volto, come anche altri hanno fatto, e li ha postati sul web. Diciamo che non ha pensato che avremmo potuto confrontare i dati trascorsi ed incrociarne altri per verificare che non c’erano precedenti sulla possibilità che sia sufficiente un disegno del volto per permettere a Kira di uccidere.

  

Torniamo quindi alle mie affermazioni iniziali: il secondo Kira non è così stupido e probabilmente un comune disegno appena accennato non basta a Kira per uccidere.
Aggiungerei anche che il nostro secondo giustiziere non aveva nessuna intenzione di farci capire che per uccidere gli bastasse conoscere il volto, altrimenti non avrebbe inserito nel web anche il nome corretto di Ukita, di cui è venuto a conoscenza non sappiamo in che modo…» e portò di nuovo il pollice sul labbro, con un atteggiamento più concentrato… Mentre gli agenti rimanevano senza parole, ancora una volta…
Matsuda si portò la mano a grattare la testa «Ehm… Forse dovrei dare un’ occhiata più attenta a quel foglio…» e allungò la mano verso di esso, per avvicinarselo, e iniziò a rileggere gli appunti schematici di Elle, che continuava a rimanere in silenzio e a rimuginare…
Misa Amane. Conosceva il vero nome di Ukita. Uccide solo conoscendo il volto. Non è corretto. È più corretto affermare che le basti il volto per conoscere il nome… Il nome rimane comunque fondamentale per uccidere. Emma ha detto: “a Kira basta scrivere il nome per uccidere”. Lo stesso quindi vale per il secondo Kira. Stesso mezzo e stesso modus operandi con un “potere” aggiunto nel caso di Misa Amane. Interessante.
Questa deduzione, questo semplice dettaglio, questo apparentemente sciocco passaggio che potrebbe passare inosservato, era invece molto importante. Elle, secondo la storia nota ad Emma, aveva potuto capire solo molto tempo dopo che la necessità di conoscere il nome fosse fondamentale comunque per il modo di uccidere di Kira e di tutti i possessori di un quaderno.
Il potere superiore di Misa Amane era collegato alla capacità di conoscere il nome semplicemente osservando il volto della futura vittima. Il nome, le lettere che lo componevano disposte una dietro l'altra, il poterle scrivere da qualche parte, questi erano gli elementi cardine della questione che ora invece Elle si era ritrovato a intuire molto prima, grazie agli elementi in più di cui era in possesso, grazie quindi ad Emma...
Dunque, riguardo invece i miei ragionamenti paralleli…
«Yagami… Le dispiacerebbe se chiedessi a suo figlio di prendere parte alle indagini appena può?» esordì Elle come niente fosse.
Il padre di Light, perplesso e speranzoso, domandò a Ryuzaki se avesse per caso finalmente cancellato i suoi sospetti sul figlio esemplare e prediletto…
«No. Non ho detto assolutamente nulla del genere.» rispose Elle tranquillamente.
Soichiro Yagami mutò espressione, si irrigidì, incredulo.
Il detective proseguì «Le capacità deduttive di Light potrebbero esserci di grande aiuto.» e sarebbe veramente interessante vedere i suoi comportamenti e la sua supponibile capacità di mentire e fingere… chissà come tenterà di mandarmi fuori strada… «Ed intendo osservarlo da vicino in modo attento. Sa bene che suo figlio è ancora l’indiziato numero uno, credevo se ne fosse fatto una ragione.» E, ora più che mai, quelle parole pronunciate con una tranquillità disarmante erano taglienti, perché adesso, grazie ad Emma, il grande detective non aveva più solo un sospetto. Elle adesso “sapeva” che Light era Kira.
Il sovrintendente Yagami era sempre più teso, ma continuava a tacere, composto.
«Tuttavia devo chiedere a tutti voi di nascondergli la morte di Ukita. Basterà omettere la sua presenza fin dall’inizio. Mostreremo a Light i nastri inviati alla Sakura TV e vedremo se dedurrà l’esistenza di un secondo Kira, così come ho fatto io. Nel caso non dovesse arrivarci da solo glielo diremo noi. Ma non dovremo mai minimamente accennare alla tragica esecuzione di Ukita. Mai.»
Soichiro Yagami, contrariato, sbottò «Ma perché?! Cosa c’è ancora che ti fa sospettare in questo modo inesorabile di mio figlio?»
Matsuda si unì alla protesta «È vero, perché? E che senso ha farlo collaborare se non avrà tutti gli elementi per poter analizzare la situazione globalmente? A me sembra che dalla sorveglianza delle telecamere non abbiamo potuto provare nulla sulla sua colpevolezza, anzi, semmai si è dimostrato il contrario!!»
Aizawa si intromise «Ma è anche vero che non possiamo sapere cosa Light abbia fatto mentre non era in casa e quindi quando le telecamere non lo potevano sorvegliare… Tuttavia trovo che i modi di Ryuzaki siano esageratamente crudi. Stiamo parlando del figlio di un nostro collega, c’è modo e modo di affrontare tale questione davanti a un padre.» e fissò deciso Elle negli occhi scuri e imperturbabili.
Ed Elle, senza scomporsi minimamente, iniziò «Aizawa, credo che lei sia un buon agente e non considero né giudico i suoi modi diretti, non mi interessano.» ricambiò lo sguardo con intensità, rendendo il colpo, facendogli intendere che aveva fatto considerazioni su qualcosa che in quel momento aveva poca importanza e che per lui probabilmente non aveva importanza mai.  
Aizawa accusò in silenzio e comprese, ma poi riprese «D’accordo. Tuttavia non ci hai ancora spiegato i motivi che ti portano a voler nascondere a Light la morte di Ukita, credo che dovremmo conoscerli.»
«Parlargli della morte di Ukita comporterebbe la rivelazione che abbiamo altri indiziati tra le mani.» rispose lapidario Elle.
«…E perché mio figlio non dovrebbe saperlo…?» domandò di nuovo Soichiro Yagami.
Il padre di Light non riusciva proprio ad accettare il fatto che non avrebbero “mai” dovuto parlargli della morte di Ukita. Era la categoricità dell’imposizione che lo lasciava basito. Intuiva dietro quella scelta inopinabile che Elle non avrebbe mai cambiato idea su Light, che i suoi sospetti non sarebbero mai scomparsi… E non si capacitava di come Elle potesse ritenere che il suo primogenito perfetto potesse essere l’assassino senza scrupoli che terrorizzava il mondo…
«Signor Yagami, credo sia meglio che suo figlio non sia a conoscenza di nessuno dei nomi fra gli indiziati, come del resto non ne siete a conoscenza voi. Non possiamo rischiare che entri in contatto con nessuno di loro, visto cosa è successo ad Ukita. Light ha un senso della giustizia molto spiccato, a quanto pare, e non ho intenzione di correre il pericolo che magari provi ad indagare da solo. Le ricordo che suo figlio potrà essere meno sotto copertura di voi, non è un agente.» e gli fece quasi credere di volerlo difendere, di agire per la sua incolumità…
Il sovrintendente giapponese corrugò la fronte perplesso, ma ancora teso «Intendi dire che stai cercando di favorirlo?»
«No, sto dicendo che finché lavoriamo a questo caso tutti rischiamo la pelle.» e lo gelò, ventilandogli in modo diretto cosa rischiava il figlio…
E Matsuda, naturalmente, con la sua ingenuità sconfinata, provò ad insistere di nuovo «Sì, ma Light non è uno sciocco, se gli dicessimo che esiste probabilmente un secondo Kira che può uccidere solo conoscendo il volto, lui saprà fare molta attenzione e quindi potremo dirgli anche di come è morto il povero Ukita e degli altri indiziati collegati ai suoi pedinamenti…»
Soichiro Yagami si inorgoglì appena per le parole di Matsuda, tuttavia si intromise con tatto ed in modo equilibrato «Light non compirebbe mai delle mosse avventate, è molto razionale ed analitico, non metterebbe in pericolo la sua vita, né quella di altri…»
«Uhm. Davvero? Suo figlio non metterebbe a rischio la vita di nessun essere umano?» chiese Elle con fare ingenuo e candido «Probabile, lei lo conosce meglio di me.» e si arrese buffamente portandosi il pollice sulle labbra «Tuttavia…» si versò dell’altro caffè nella tazza «…le ricordo che Light è ancora indiziato, che i miei sospetti su di lui non si sono cancellati. Crede che veramente sarei disposto a dargli tutte le informazioni in nostro possesso? Il suo aiuto potrebbe essere interessante, è vero… ma se si trattasse veramente di Kira, non possiamo rischiare di far entrare il lupo nella nostra alcova con tutte le scarpe. Non crede?»
A domande del genere era impossibile rispondere ed Elle proseguì liberamente, iniziando a tuffare le zollette nel caffè «E lo stesso dicasi per le nostre indagini sui presunti secondi Kira connessi alla morte ed ai pedinamenti di Ukita. Se Light fosse Kira farebbe uso di quelle informazioni e cercherebbe di venire a conoscenza dell’identità del suo emulatore prima di noi e non possiamo correre neanche questo pericolo. E comunque in quel contesto le sue capacità deduttive sarebbero sprecate: non c’è bisogno di essere un genio per svolgere quelle indagini e per incrociare i dati tra coloro che sono stati pedinati da Ukita, coloro che sono morti nel suo stesso giorno e coloro i cui nomi sono stati messi sui siti-web che inneggiano a Kira; si tratta di manovalanza e di qualcosa su cui Light non potrebbe aggiungere altro» ora invece esaltava le capacità di Light, ritenendolo addirittura sprecato per un certo genere di indagini… Iniziò a girare il cucchiaino nella tazza per mescolare lo zucchero.
«Al contrario, senza queste informazioni, Light non avrà nessun elemento per trovare prima di noi il secondo Kira. Dalla verve che invece impiegherà per scovarlo, qui e davanti a noi, avremo indizi circa la sua colpevolezza: a Kira non conviene che noi scoviamo il secondo Kira prima di lui, quindi, se fosse Light, dalle sue aperte deduzioni potrò capire se è veramente intenzionato a catturarlo alla luce del sole e insieme a noi, oppure no… E diciamo che se lui dedurrà la presenza di un secondo Kira dal video, già la sua posizione potrebbe migliorare, almeno ai miei occhi.» sorseggiò il caffè, mentendo spudoratamente ancora una volta.
«E poi va a favore di suo figlio essere sospettato e credere di essere l’unico indiziato reale. Sarà sotto pressione. Chi è sotto pressione reagisce in modi singolari e non sempre si comporta lucidamente. Quindi sarà certamente sincero. Questo per me potrebbe essere indicativo di qualcosa.»
Soichiro Yagami, che aveva ascoltato in religioso silenzio, ingoiando di tanto in tanto la poca saliva che riusciva a produrre e fissando l’atteggiamento flemmatico e freddo del grande detective, disse «È una prova continua… Ryuzaki, è molto difficile per me accettare che tu tenga sotto pressione e sotto osservazione mio figlio in questo modo terribile, senza peraltro avere ben chiari i motivi che ti spingono ad essere ancora così tremendamente cauto e sospettoso nei suoi confronti…perché…?!» erano l’emozione ed il sentimento a parlare. Nonostante le razionali, logiche e precise osservazioni di Elle, il sovrintendente non riusciva a convincersi delle scelte del grande detective, né poteva capirle fino in fondo. Non era la sua mente a parlare…
E naturalmente Elle lo comprese «Yagami, il fatto che io voglia mettere Light alla prova dovrebbe rassicurarla.  Visto che crede così tanto in lui dovrebbe sentirsi tranquillo. Non crede? Io sono Elle, Kira ha tutte le ragioni e le intenzioni di volermi uccidere, perché dalla mia morte trarrà soltanto vantaggi. Crede veramente che, con i sospetti che ho su Light, anche fossero minimi, mi esporrei a lui così tranquillamente? Mi rendo conto che per lei non deve essere semplice accettare che il suo primogenito possa essere compromesso in questo caso, ma credo sia ovvio anche per lei che la mia vita conti molto di più del suo eventuale disappunto riguardo i miei metodi di indagine su suo figlio. Sono certo che ritiene la vita umana un valore molto più importante da tutelare rispetto a qualunque altra sciocchezza e non ho dubbi che saprà tollerare.»
E così finalmente lo azzittì, facendo leva sul suo senso della giustizia, sui valori della vita e dell’onestà e contemporaneamente mettendo a nudo la sua superficialità. Forse Yagami si sentì anche in colpa per aver in qualche modo potuto pensare che il suo disappunto potesse apparire come menefreghismo nei confronti della vita di Elle. Ed Elle ne era cosciente, ma non gliene importava assolutamente nulla.
Perché adesso, a differenza della vicenda nota ad Emma, Elle sapeva che Light Yagami era Kira e dunque il suo tatto e le sue attenzioni erano ancora più inferiori del solito. E probabilmente nel suo cinismo e nella sua freddezza trovava forse anche appena irritanti le recriminazioni e la cecità del padre di Kira...
 
Eh già.
Nella sua mente si stanno aggiungendo continuamente conferme alle parole di Emma e in questa storia lui ha la certezza che Kira sia Light, così come voi spettatori l’avete avuta fin dall’inizio.
Con questa prospettiva le considerazioni di Elle sui vari “attori” della vicenda possono variare impercettibilmente da quelle che avete sempre intuito. A voi non succede mai di cambiare opinione, ottica o giudizio sulle persone una volta rivelatavi una qualche verità su di loro di cui non eravate a conoscenza?
Il vostro amato Elle non è stato tenero. Ma quando mai lo è stato in fondo?
Eh eh eh…
Vorrei infatti farvi notare, oltre all’insensibilità delle sue parole cui certamente avrete fatto caso, che in questa storia Elle ha dato poca importanza alle possibili deduzioni autonome di Light sull’esistenza di un secondo Kira dopo la visione del video della Sakura TV. Ha concesso a questo aspetto poco valore non perché non abbia elucubrato, ancora una volta, su come lui stesso si sarebbe comportato se non ci fosse stata Emma. I suoi ragionamenti paralleli infatti ci sono stati anche in questo frangente. Ma ha dato in realtà poca importanza alla questione perché in questa storia non ha bisogno di carpire ulteriori indizi della colpevolezza di Light dai suoi ragionamenti, dalle sue recite e dalle sue false parole. Elle adesso ha bisogno soltanto di prove.
Cos’altro vorreste che vi raccontassi?
Rinunciateci. Non perderò tempo a narrarvi dell’arrivo di Light in quella suite di controllo, né del momento in cui gli è stato mostrato il famoso video, né di quando lui ha intuito  l’esistenza del secondo Kira senza che nessuno gli dicesse nulla. Be’ “intuito” è un eufemismo in realtà. Diciamo che per Light era ovvio che quel messaggio televisivo fosse opera di qualcun altro e non di Kira.
È bella la vita così, vero Light? È facile essere intelligenti quando si ha un asso nella manica grosso come uno Shinigami e si sa molto di più di quanto un comune mortale dovrebbe, no?
Be’, adesso, tu e il tuo rivale siete nella stessa barca, perché anche lui sa.
E combattete ad armi pari.
Eh eh eh…
Vi sembro di parte? Fate attenzione… Pensateci bene…
Cambiare le carte in tavola ed inserire un elemento di disturbo nella storia di Death Note è stato il mio fine ultimo, fin dall’inizio di questa vicenda, quindi è ovvio che io mi diverta ad osservare i cambiamenti.
E poi, su su, amanti di Light Yagami, siate obiettivi. Potreste forse dirmi che ciò che ho appena affermato sul vostro amato Kira non sia vero? È intelligente, è un genio, è un calcolatore impeccabile, ma persino un bambino arriverebbe ad ammettere senza problemi che lui ha sempre viaggiato ad un livello superiore anche perché aveva dalla sua i poteri occulti e ignoti di un quaderno e di un Dio della morte.
Comunque, è andato tutto come ricordate. Magari sarà cambiata qualche virgola e di certo sono cambiati i pensieri di Elle, ma mica vi posso raccontare di nuovo una storia che conoscete già solo per farvi conoscere i pensieri diversi di Elle?
Non ci penso proprio! Io mi sono scocciato anche a risentirli quei dialoghi, figuratevi a descriverli a voi. Anche se devo ammettere che i pensieri del vostro amato detective su un Light che lui sa essere colpevole sono stati divertenti…
Va be’, magari giusto un momentino…

 
Era in piedi, con la spalle curve e le ginocchia sempre appena un po’ piegate, con le mani in tasca ed il mento appena sollevato per osservare Light che gli si ergeva davanti, dritto, composto e a suo agio, con le braccia conserte…
Allora. Giochiamo un po’ adesso… Vediamo quale faccia mi riserverai…
Abbassò il mento, scartando appena il volto di lato, le ciocche di capelli corvini gli coprirono e ombreggiarono gli occhi profondi che ora fissarono Light con una espressione che a tratti sembrava sinistra e ostile, a tratti compiaciuta e divertita… E poi gli si rivolse con un lievissimo sorriso, quasi impercettibile, infido «Allora, Light…» sì, infido e divertito… «Vorrei che fossi tu ad interpretare la parte del vero Kira.»
Silenzio…
Ma guarda un po’, che espressione candida e ingenua, che sguardo limpido… Quale stupore imbarazzato riesce a dissimulare il nostro Kira… Su, rispondimi Light, perchè se esageri con le pause me ne potrei anche accorgere che è tutta una perfetta sceneggiata… non eccedere…
«I… Io?» farfugliò Light.
Bene. Perfetto. Un’esitazione esemplare. Oserei dire che sei anche più bravo e credibile di me, questo round è tuo «Sì. Con il talento che ti ritrovi, sarà un gioco da ragazzi.»
Elle continuò a fissarlo allo stesso identico modo e proseguì «Comunque non c’è tempo. Ti spiacerebbe preparare il testo del messaggio di Kira in modo che possa essere trasmesso dai notiziari della sera?»
E adesso? L’hai capito che ti volevo far fare questo fin dal primo istante che sei entrato qui dentro, vero? Sì che l’hai capito… E ti senti messo nel sacco, non te l’aspettavi. Peccato che tu creda che io lo stia facendo per testarti, per capire se sei veramente Kira. Ma questo per me, ora, è solo un gioco… Dove sono finiti adesso quel candore e quell’imbarazzo di prima? Attenzione Kira, i tuoi occhi ti tradiscono.
E quindi questo round me lo aggiudico io. Siamo pari.
Dovresti imparare a gestirli meglio quegli sguardi torvi e affilati, il segreto è l’imperscrutabilità, ti devi esercitare…

Un gioco, una partita della dissimulazione.
Elle aveva chiesto a Light di scrivere il messaggio solo perché voleva divertirsi, perché voleva gareggiare, per capire chi dei due fosse il migliore, perché anche Elle era infantile… Infantile e presuntuoso…
 
Basta così, ormai lo sapete che dovete attenervi alle mie scelte e ai miei umori.
Elle ancora una volta ha fatto funzionare la sua testa e ha mosso le sue pedine affinché le cose andassero come lui aveva immaginato si sarebbero svolte senza di Emma. Ed è stato vincente, perché il risultato è stato lo stesso: Light ha scritto il falso messaggio di Kira diretto al secondo Kira da far trasmettere alla Sakura TV.
I ragionamenti paralleli del detective del secolo funzionano…
Avevate qualche dubbio in proposito?
Non credo.
Semmai vi starete chiedendo a cosa gli serva portare avanti tutti questi livelli di pensiero…

 
Emma se ne stava tranquillamente sprofondata nell’angolo del divano, col portatile sulle gambe incrociate e spulciava sciocchezze e immagini di He sul web, con il cartone di una grossa pizza tagliata a spicchi al suo fianco.
Aspettava…
Prese un trancio di quella specie di focaccia panosa e lo addentò famelica. Era gommosa. Ma del resto come poteva essere la pizza in Giappone?
Il solito segnale di avviso di msn si fece sentire.
La sua attesa era finita ed era anche durata relativamente poco… In fondo erano appena le nove di sera.
 
L scrive: accendi la televisione.
 
Ed Emma capì all’istante.
Con calma si leccò l’unto della pizza dalle dita, si sporse verso il basso tavolino che aveva davanti e acciuffò il telecomando, il tutto continuando a tenere la pizza nell’altra mano ed il portatile poggiato sulle gambe.
E accese.
Un video tecnicamente perfetto, senza fruscii, con uno sfondo ed una scritta quasi eleganti, ma senza esagerazione: Kira.
«È perfetto. Sta andando tutto esattamente come dovrebbe essere…» sussurrò Emma.
Come fa a far avvenire le stesse cose? Le carte in tavola sono cambiate, eppure…
 
L scrive: Perfetto, era anche questo quello che volevo sapere.
 
Quindi voleva sapere dell’altro.
Emma avvicino alla tastiera la sola mano libera ed iniziò a digitare lentamente le lettere di risposta… poi alzò la testa dal monitor «Ma scusa, perché non mi telef…» e le squillò il cellulare abbandonato sui cuscini del divano.
Rispose e gli disse subito quello che lui voleva sapere, senza preamboli «Lei risponderà a questo messaggio. Manderà un altro video. Era questo che volevi sapere, giusto?»
«Sì, anche questo. E ne deduco che sarà da questo nuovo video che otterrò quello che voglio.» serio e freddo.
«Ah già… Perché dagli altri nastri non è venuto fuori nulla… Misa ha fatto molta attenzione a non lasciare impronte… Su alcune cose non se l’è cavata poi così male in fondo…» commentò Emma.
«Le sue impronte, anche se ci fossero state, non le avrei comunque utilizzate adesso.» ribattè calmo Elle.
Emma rimase un attimo in silenzio… «Be’, in effetti tu, per quello che so io, incastrerai Misa solo tra un po’di tempo, anche se non so esattamente quanto… Però con le impronte, volendo, già avresti potuto incastrarla adesso, visto ciò che sai in più… ma dici che non lo avresti fatto comunque… proprio come io voglio…» rimuginò Emma quasi ad alta voce.
«Come “tu” vuoi, Emma?» chiese Elle «Mi è forse sfuggito qualcosa? Non mi era sembrato di aver agito secondo il tuo volere.» concluse con quella sua solita punta di ironia.
Emma sorrise «A quanto pare la mia presunzione avanza! … Ryuzaki… Chi ha scritto il testo del messaggio che state facendo trasmettere in tv…?» domandò poi titubante e curiosa.
In fondo Emma era direttamente e profondamente coinvolta nel caso Kira, era a stretto contatto con il detective del secolo, conosceva tutti i dettagli, era in quell’albergo insieme a lui… ma era tagliata fuori da tutti i principali avvenimenti. Adesso che viveva lì, in quel mondo, le era precluso tutto. Adesso Emma era relegata in qui momenti ciechi di Death Note che tanto aveva ricercato. Tutto ciò che l’aveva sempre appassionata, tutta l’indagine complessa e intricata di quella storia incredibile che l’aveva stregata, gli intrighi e le sottili battaglie psicologiche e deduttive tra Elle e Light non la potevano nemmeno sfiorare. Non un dialogo, non una scena particolare, non un’espressione…
«Lo ha scritto Light.» rispose tranquillamente Elle.
«Già… Lo ha scritto Light sebbene tu ora non abbia bisogno di testarlo su niente, perché sai che mente… Perché lo hai fatto scrivere a lui, sapendo che non ti sarebbe servito a niente farglielo fare? Sembrerebbe quasi un gesto inutile…»
«Perché sono infantile e competitivo. Dovresti saperlo.» diretto, schietto e lapidario.
«Stai giocando… Finalmente stai gareggiando con lui ad armi pari…» ed Emma fu colta come da un brivido di soddisfazione… «…Solo… Light è genio del male… io…» farfugliò…
«Il 5 Novembre è ancora lontano, Emma. E la mia competizione c’è proprio perché la mente eccellente di Light l’ha stimolata. Non lo sto sottovalutando, se è quello che temi, tutt’altro. Continui a credere che io possa commettere degli errori che invece dovresti sapere non commetterò.» e lui continuava a capire tutto quello che passava per la testa di Emma.
«Sì, hai ragione… Comunque… Si incontreranno. Light e Misa si incontreranno. E lei farà tutto ciò…»
«Misa Amane farà tutto ciò che Kira le chiederà. È una cosa che avevo previsto ed immaginato. Anzi direi che, se non sapessi ciò che so, il loro incontro sarebbe stata una cosa che avrei temuto.» la prevenne Elle, finendo la sua frase, come ormai accadeva spesso.
«Già… Lei è innamorata di Light… la presenza di Misa sarà la carta vincente di Kira, la sua arma inaspettata… fino all’ultimo…» commentò mesta Emma.
«Ne è innamorata ed è la sua carta vincente. Uhm… direi che allora hai perfettamente ragione: adesso Elle e Kira combattono ad armi pari.»
 
Già. È la stessa cosa che ho detto anche io.
Eh eh eh…

 
 
 

 
Sono veramente costernata per l’enorme tempo che vi ho fatto aspettare… Dieci giorni fa finalmente sono iniziati i lavori nella mia futura casa (eh già… spiccherò il volo dall’alcova familiare di sempre…) ed io sono stata fagocitata da quelli, compresi i week-end…Il che, unito al lavoro ed allo studio mi ha tolto quella poca aria che mi rimaneva!!! °_°
Nelle prossime settimane continuerò ad essere molto incasinata, per gli stessi motivi, perché poi mi toccherà il trasloco. In più metteteci che il 15 ho superato la prova di cui vi avevo parlato e quindi adesso devo mettermi sotto sui libri per superare le prove successive, più difficili e importanti… AIUTOOOOOOOOO!!
Questo significa che non ce la farò a scrivere un capitolo a settimana, ma non significa assolutamente che dovrete aspettarne tre per vederne uno! E se ci saranno periodi lunghi come quest’ultimo ho deciso di avvisarvi scrivendo qualcosa nella trama della storia o nel mio profilo…
Tutto questo e poi voi magari non avete proprio più la voglia di continuare a leggermi….
Scusate per quest’ultimo capitolo. Un altro nella suite di controllo senza Emma. Un capitolo di passaggio, lento e difficile, fondamentale però per comunicarvi i giochi e le strategie di Elle che tiene in bilico mille pensieri… Spero tanto che non vi abbia annoiato… ma ne sono quasi certa… e spero che sia capita almeno la metà dei suoi pensieri e dei suoi ragionamenti… (lo scrupolo mi ha fatto inserire l'immagine del foglio, così come avevo immaginato lo schema appuntato da Elle...)
Mi stoppo però!! ^^,
Grazie infinite a tutti!!! E’ bellissimo che mi recensiate, copiosamente e lungamente, oppure sinteticamente e affettuosamente!!! Ogni vostra parola mi spinge a continuare e prima di leggere i vostri commenti tremo dalla paura!! Grazie di dirmi cosa pensate, senza le vostre recensioni sarei un cumulo di ansie!! Grazie di preferirmi, di seguirmi e di leggermi in silenzio!
Adesso vado a dormire… è quasi mezzanotte…
Alla prossima
 

Eru

 
 
 

   
 
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