Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |      
Autore: rik24    29/05/2012    0 recensioni
Capita anche a voi che a volte, mentre siete nel vostro letto, alcuni pensieri affiorino alla vostra mente causandovi quel prurito alle dita così forte da farvi venire il bisogno di scrivere? Ebbene, questo è quello che ho sentito pensando ad Alex e Claire, una coppia di conviventi alle prese con una storia a tratti passionale, a tratti agghiaccianti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quella sigaretta bruciava lentamente fra le dita di Alex, che la guardava assorto in qualche modo impigliato in uno dei molteplici vortici di fumo. Fuori la pioggia stava cominciando a battere sui vetri, sulle automobili, e sui tetti delle case di una grigia Milano, mentre in quell’appartamento tutte le lacrime avevano avuto modo di solcare il suo splendido viso fermandosi sull’ispida guancia. Di lacrime, ormai, non ne aveva più: tette le sue certezze e convinzioni erano precipitate nel dubbio già da molto tempo. Solo qualche speranza di perdono basculava fra la realtà e la pura finzione dell’impossibile. Scorrevano i minuti lentamente, aspirò un altro po’ di quella sesta sigaretta e la poggiò nel posacenere, rimanendo seduto su quel divano, inizio di una discordia e forse fine di un amore. prese allora l’accendino e iniziò con la settima. Quel sapore dolce iniziò a scorrergli in bocca quasi fosse una magra ma letale, oltreché immeritata, consolazione e prese a contare ancora i minuti. Le sei. Il cielo orami era quasi completamente imbrunito: anche se la pioggia non avesse scelto quel momento, ovvero il più adatto, per prendere a picchiettare nelle lamiere delle grondaie, i suoi occhi non avrebbero potuto fingere di aver veduto un barlume stellato. Questo aggiungeva a un clima già di per sé disperato, una nota di sterilità, di vuotezza. Il loft era deserto. Sembrava che da quell’immorale ma candido divano alla porta d’ingresso color mogano intercorresse l’infinito. E fu allora, giunto al momento di quella già chiara e ed evidente rivelazione che un altro fiume iniziò il proprio corso dall’occhio sinistro e che un singhiozzo gli si strozzò malamente in gola. Si prese la testa fra le mani e, appoggiandosi sulle bambe doloranti, non riuscì ad arrestare quell’effluvio di amarezza dall’esprimersi. Scattò la serratura della porta con un suono che infierì su un equilibrio già infranto. Con un rumore squillante e fastidioso di tacchi ruppe il silenzio e con una semplice domanda ogni chiusura mentale venne costretta ad aprirsi: - Amore, cos’hai? “Amore?”, pensò lui, “perché? Cosa vuol dire ormai?” Aspettò qualche secondo prima di rispondere, per trattenere i singhiozzi ma soprattutto per organizzare mentalmente un discorso che di lì a poco avrebbe mandato in frantumi una quiete già precaria. Lei fece per togliere il cappotto ma lui con un cenno la fece fermare ricordandole quasi telepaticamente che sarebbe le sarebbe presto servito. Per andarsene. - Alex, stai bene? Cos’è successo? Il divano fece uno scricchiolio sinistro mentre si alzava. Gli occhi cerchiati e spalancati: il pallore di un viso affranto, i capelli spettinati e la barba non curata come al solito le fecero pensare che fosse stato in casa tutto il giorno e che non avesse minimamente pensato a mangiare o tanto meno a dormire. Claire era inorridita da questa visione ma d’un tratto sentì che il suo subconscio aveva capito. - E’ stato qui, ancora -, iniziò secca. Abbassò lentamente la testa guardandosi quel seno che lui dava segno di apprezzare, quelle cosce che aveva sempre cinto con passione e le sue gambe lunghe e i sottili tacchi allucinanti: il suo sogno proibito. Sollevò la testa incollerita ma prima che potesse iniziare a parlare, preannunciandosi con un rapido inspiro, lui la anticipò. - Sì, è venuto qui -, esordì con voce cupa. Probabilmente era la prima volta che sentiva la sua stessa voce quel giorno. - Mi è saltato addosso, furibondo, mi ha urlato contro il mondo. Mi ha fatto sentire in colpa perché sto con te. Mi ha...” Ci fu una lunga pausa. Lei pendeva letteralmente dalle sue labbra: non capì esattamente come avesse intenzione di proseguire quel racconto che l’aveva sorpresa oltremodo ma non volle rompere il filo dei suoi pensieri. Quindi continuò a fissarlo, con volto neutro e occhi sbarrati. - … Gettato sul letto, ha iniziato a baciarmi, strapparmi i vestiti, picchiarmi braccia gambe schiena. Mi ha... Un tuono. Spaventata e incredula si avvicinò a lui. Fece cadere le mille shopper lungo il tragitto e gli si gettò di fronte in ginocchio mentre lui dalla solita posizione raccolta continuava a sfogare il suo dolore. Gli prese le mani e gliele portò alle orecchie cercando di farlo sentire al sicuro, protetto, anche se era più che certa che quella volta non sarebbe bastato. Spesso lo faceva. Lo aiutava a rimanere in contatto con la situazione, a cercare di incoraggiarlo. Quella volta però le sue mani fredde e delicate sembravano estranee, finte, insignificanti ma soprattutto la causa di una sua contraddizione personale e di un dolore fisico, oltreché morale, impensabile a braccia, gambe, ventre. Scoppiò in mille singhiozzi e si sdraiò sul divano fuggendo dal suo dolce abbraccio materno. Urlava di dolore e sofferenza in posizione fetale e, se per un primo momento stava per piangere con lui, finì per tirarsi a sedere accanto a lui accarezzandogli quei mossi capelli neri. Le prese la mano e la baciò. In camera da letto, si coricò di fronte a lei, dandole la schiena, stando su un fianco, quasi come un bimbo che ha bisogno di un caloroso abbraccio da quello spicchio di mondo che lo conosceva alla perfezione: come la madre. Da dietro lei lo abbracciava su petto e ventre. I suoi singhiozzi cessarono presto ma i suoi occhi non trovavano pace: erano le sei e mezza quando si coricarono ma alle undici, pur restando immobile, la sua mente lo manteneva vigile, come avrebbe fatto per tutta la notte, temendo un’altra aggressione. Dall’ombra.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: rik24