Guardo il fuoco con sguardo assente. Sto ancora pensando alle ultime cose successe l’altra sera.
Quando Bellatrix è entrata in casa tutta felice urlando:
“Ho ucciso nostro cugino, e per di più ho lasciato di me*** Potter!” sembrava una bambina a cui le si danno delle caramelle.
“Quando? Come hai fatto?” le chiesi io radiosa.
“Ieri quando ero con l’Oscuro.” Mi rispose lei contenta. “Eravamo nella camera della morte all’Ufficio Misteri, e ho schiantato nostro cugino che è finito dietro un velo logoro che portava nel regno dei morti!”
Io sorrisi di rimando, poi mi sovvenne una domanda.
“Dov’è Lucius?”
Bellatrix si fece seria e abbassò lo sguardo.
No, pensai, non poteva essere.
“È stato catturato, ma quando lo hanno portato dai Dissennatori loro lo hanno…loro…” la voce le morì in gola, ma io avevo capito perfettamente.
I Dissennatori l’avevano baciato, gli avevano preso l’anima.
“Non può essere…” dissi io debolmente.
Bellatrix non rispose, mi fissava senza dire una parola.
“Mi dispiace.” Disse dopo un po’.
Io non le risposi, non sapevo che dire, ne rimasi scioccata.
Lei se ne andò sotto mia richiesta, volevo rimanere sola, non volevo vedere nessuno.
Perché?
Perché proprio te?
Perché ti sei unito a loro?
Eri accecato dal potere.
Non ti importava di niente se non di quello. Nemmeno di me.
Calde lacrime iniziano a bagnarmi le guance.
Tu non mi hai mai amato, ma io si.
Eravamo stati promessi fin da piccoli.
A te non te ne importava niente di me, ne tanto meno di Draco.
Per te noi eravamo solo degli oggetti.
Non ci hai mai voluto bene veramente.
Ti interessava solo il potere. Bramavi solo quello.
Per averlo avresti seguito il tuo signore anche in capo al mondo.
Ed ora che tu non ci sei io ti rimpiango.
Sto addirittura piangendo per te, perché io ti amavo.
Tu non avresti mai pianto per la mia morte, al massimo ti sarebbe dispiaciuto. Niente di più.
Sono una stupida, lo sono sempre stata.
Come ho fatto ad innamorarmi di te? Come ho fatto ad innamorarmi di un bastardo? Come ho fatto?
Ancora me lo chiedo, e ancora non trovo risposta.
Questa domanda me la farò a vita, e può essere che una risposta non la troverò mai.
Mi alzo dalla poltrona e mi dirigo verso la porta asciugandomi le lacrime. Devo andare ad avvertire Draco, ancora non gliel’ ho detto. Ero troppo triste. Ora è il momento di dirglielo, anche se credo che non sarà dispiaciuto come me.
Finalmente le ferite sul suo corpo potranno richiudersi per non riaprirsi mai più.
Finalmente non dovrà più temere di essere picchiato per una sciocchezza.
Finalmente non dovrà più avere paura di suo padre.
Del padre che io amo.
Ti amo bastardo.