“Fare
una buona insalata vuol dire essere un diplomatico brillante - il
problema è
identico in entrambi i casi: sapere esattamente quanto olio bisogna
mettere
assieme all'aceto”
(Oscar Wilde)
Il
pragmatismo di Charlie Swan
Pragmatico.
Era senz’altro questo l’aggettivo che
più si addiceva allo sceriffo Charlie
Swan.
Pragmatico.
Cresciuto in una piccola cittadina di provincia, aveva sempre vissuto
la sua
vita in modo tranquillo e senza grossi colpi di testa. Solo due regole
si era
imposto di seguire sempre e comunque: ama la tua famiglia e credi solo
in ciò
che vedi.
Pragmatico. Poche
parole e molti fatti. Non “ti voglio bene
Bella”, ma una tazza fumante
di caffè la mattina del diploma.
Pragmatico.
“A volte bisogna saper amare quello
che
ci fa star bene.”
E
poi, in una mattina di inizio Ottobre, tutto cambiò.
Osservò
Jake, il bambino che aveva visto crescere e che considerava come un
figlio,
trasformarsi, davanti ai suoi occhi, in un grosso… cavallo?
Lupo? Insomma, in
un animale molto, molto grosso e
molto peloso.
Strabuzzò
gli occhi, convinto che i peperoni mangiati la sera prima gli stessero
giocando
un brutto scherzo. Se
li sfregò, scosse
la testa, si pizzicò la gamba destra, ma
niente da fare, quel grosso
essere
restava sempre lì. E poi, l’animale peloso
lasciò di nuovo il posto ad un Jake
nudo come un verme.
Ascoltò
allora, ancora allucinato, la sua spiegazione. E una volta rientrato in
casa,
prese dal frigo una birra, sostituendola poco dopo con un brandy che,
incurante
dell’ora del mattino, buttò giù in un
unico sorso, ardendogli la gola. Dopo
aver riacquistato una parvenza di tranquillità,
guardò negli occhi Jake, annunciando senza
mezza termini: “ Non
farti vedere mai
più nudo da me. Dovrò
andare in terapia per questo. E ora fatemi vedere mia
figlia.”
Pragmatico.
E
così successe. Entrò a far parte di uno strano
mondo, con il figlio del suo
migliore amico che si trasformava in un lican… no, in un
grosso coso peloso,
una figlia che era diventata splendida come una dea e una nipotina che
sembrava
crescere a vista d’occhio. E no, questa volta non era solo un
modo di dire.
Pragmatico.
Era pur sempre quello che era e non ci mise molto a fare due
più due.
Jake
e tutti i ragazzi della riserva di La Push che all’improvviso
sembrarono
vittime di una partita di steroidi decisamente ben riuscita. Era
impossibile
che lui fosse l’unico lincan…. grosso coso peloso.
Era
per quel motivo che, nel piccolo supermercato di
Forks,
quel pomeriggio, il suo carrello conteneva, oltre ai cibi
precotti che
da quando Bella si era
sposata era tornato a consumare in
grandi quantità, anche
una vasta
selezione di birre.
Ma
poi lo vide: Sam Uley, in piedi, enorme, che controllava le date di
scadenza
del latte nel banco frigo. Si sarebbe di sicuro messo a ridere nel
vedere un
omone di quasi due metri inchinato fra formaggi e yogurt se non avesse rivissuto,
ancora una volta, le
immagini della trasformazione di Jake. Fu così che la sua
mente fece di nuovo rapidamente
i conti.
La
volta che Bella si era persa nel bosco ed era stato proprio lui a
ritrovarla. Il
fatto che, anche adesso, con la temperatura che si abbassava
rapidamente
indossasse solo una canotta, la stazza enorme. Sam Uley era un
lican… grosso
coso peloso, esattamente come lo ero Jacob Black.
E
Sam Uley in quel preciso momento, alzando gli occhi dal cartone del
latte, lo
vide.
Un
sorriso si allargò sul volto del giovane, il quale mise
velocemente nel
carrello il latte e si incamminò verso Charlie.
Charlie
lo osservò avvicinarsi a grandi falcate, deglutì nervosamente
e decise che era meglio spostarsi con rapidità.
Girò l’angolo, ritrovandosi
nascosto dietro il reparto degli assorbenti. Sospirò grato,
sentendosi
relativamente al sicuro. Di certo Sam
non sarebbe di certo andato a cercarlo da quella parte e
contemporaneamente
imbarazzandosi lui stesso dopo aver capito dietro cosa aveva trovato
effettivamente
rifugio.
Ma
ancora una volta, la sua mente pragmatica gli venne in soccorso. Un
conto era
sapere che il ragazzino che avevi cresciuto era un lican…
grosso coso peloso.
Un conto era sapere la verità riguardo un quasi sconosciuto
che, anche se solo
impegnato a comprare del latte, incuteva molto timore. E poi
perché si era
incamminato verso di lui? Sicuramente la faccenda
grossa doveva rimanere segreta. Che Jacob avesse infranto qualche codice
d’onore fra lican… grossi cosi
pelosi e ora lui dovesse pagarne le conseguenze?
Mollò
il carrello e senza voltarsi indietro uscì dal supermercato,
mettendo in moto
la volante della polizia. Era ancora troppo presto per chiedergli di
affrontare
davvero quella situazione.
Al
diavolo i cibi precotti! Avrebbe cenato al ristorante, prima di recarsi
a casa
di Billy per vedere la partita.
Pragmatico.
Sam
dalla cassa osservò la macchina della polizia schizzare via
velocemente, e
scosse la testa pensando che Charlie avesse avuto un comportamento
particolarmente strano: non poteva non averlo notato, non era certo il
tipo di
uomo che passasse inosservato. Che lo stesse evitando? Lui voleva solo
fermarsi
a salutare e chiedergli se sapesse il risultato della partita dei
Dallas contro
i Tampa Bay. Comunque, non si soffermò molto su quel
pensiero e, avendo avuto a
che fare troppo spesso con Bella, catalogò che la poca
sanità mentale dovesse
essere ereditaria… Oh beh poco
male:
sarebbe passato da Billy, e
lui certo lo
avrebbe informato sulla partita.
Sam
non si scompose, ricordando di nuovo
la
sua stretta parentela con una donna che aveva scelto di sposare un
vampiro.
Cercò di sfoderare il suo sorriso migliore e lo
salutò educatamente.
“Salve,
Charlie come va ? Cercavo proprio te oggi.”
“Ah…
perché?” Prese
dal tavolino un'altra
birra, facendo saltare il tappo, Sam fece altrettanto e lo
guardò inarcando un
sopracciglio.
“Niente
di importante, mi chiedevo solo se sapessi com’era finita la
partita dei
Dallas.”
Un
impercettibile sospiro di sollievo scappò dalla bocca di
Charlie.
Pragmatico.
Non doveva dimenticarlo mai e, stando ai fatti, Sam decisamente non
sapeva che
lui sapeva. Cercò di calmarsi e tornò a sedersi
sul divano.
“Hanno
vinto, touchdown all’ultimo minuto.”
Sam
annuì, spostando gli occhi sulla partita. Charlie
iniziò a rilassarsi, tornando
ad immergersi nel gioco finché non sentì la voce
di Billy dalla cucina.
“Che
ne dite se metto sul fuoco una bistecca?”
Sam
assentì soddisfatto. “Buona idea, Billy. Ho una
fame da lupo.”
Il
divano fu di nuovo colpito da numerosi spilli.
Charlie
sbiancò, afferrò la
giacca e s’incamminò
verso l’uscita il più velocemente possibile.
“Devo
andare, Billy scusa.”
Uscì
senza ulteriori spiegazioni e mandando al diavolo il suo pragmatismo.
Lui in
quella dannata riserva non ci avrebbe messo mai più piede.
Personalmente mi sono divertita tantissimo a
scriverla e spero di aver strappato un sorriso anche a voi.
Un grazie speciale a oOo
LaViSvampita oOo
per averla betata.
Alla prossima storia.
Noemi.