Fanfic su attori > Orlando Bloom
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Autore: Shockermoler    17/12/2006    3 recensioni
Una ragazza normale come tante con un amico speciale come Orlando Bloom. E il loro rapporto non sempre facile, pieno di incomprensioni. Ma è solo amicizia o qualcosa che lentamente si sta trasformando in qualcosa di diverso?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Questa non è la prima fic che scrivo su Orlando Bloom ma è sicuramente è la prima che ritengo abbastanza decente per essere pubblicata. Ho preso lo spunto per scriverla da un singolare racconto di una ragazza inglese che ho trovato nel web qualche settimana fà. Ovviamente non conosco Orlando Bloom e tutto ciò che scrivo è frutto della mia malata immaginazione. Ringrazio anticipatamente tutti coloro che vorranno leggere e commentare.


Un suono lontano riecheggiò nella sua testa, come se provenisse da un mondo sconosciuto e irreale. Si mosse ed un piccolo gemito, niente più di un sussurro scivolò via dalle sue labbra. Aprì gli occhi ma non vide nulla, li chiuse e li riaprì finchè le ombre della sua camera non diventarono nitide ed il suono si fece più reale, più petulante. Impiegò qualche secondo per capire che proveniva dal suo cellulare abbandonato sul suo comodino. Guardò l'orologio digitale vicino all'abajour prima di abbrancare faticosamente il telefono: segnava le 3,17 e si chiese se non stava ancora sognando. Ma quello stramaledetto cellulare continuava a trillare. No, decisamente non stava sognando e dopo un lungo respiro si decise a rispondere.
"Pronto?" - una voce irriconoscibile uscì chissà da quale meandro della sua coscienza ancora intorpidita dal brusco risveglio.
Qualche breve attimo di silenzio poi una voce titubante che chiedeva "Peache ma sei tu?..." Il suo corpo reagì immediatamente aumentando improvvisamente i battiti, prima che il suo cervello riuscisse a dare un nome, a darle un volto: Orlando.
E chi altri vuoi che sia cretino! - avrebbe voluto rispondergli.
"Non chiamarmi in quel modo, lo sai che lo odio!" - protestò lei senza troppa convinzione. Immediatamente era ricominciato il gioco, quel modo tutto loro che avevano di punzecchiarsi, di stuzzicarsi.
"Prenditela con Eric è stato lui a dartelo, io mi sono semplicemente adeguato" - spiegò calmo lui ed anche se non lo poteva vedere, sapeva che aveva stampato in viso uno di quei suoi sorrisi sornioni.
"Si infatti ti sei adeguato ad essere stronzo!" - assentì lei con una risatina sarcastica - "Ti costa davvero tanta fatica chiamarmi Ash?" - chiese poi.
"Peache è molto più calzante, è semplicemente perfetto" - insistette lui sapendo bene in realtà a cosa stesse alludendo.
Sospirò rassegnata tornando con la mente a quella mattina sul set di Troy insieme ad Eric e Orlando. Stava mostrando e spiegando loro come far camminare lentamente il cavallo e farlo restare tranquillo da fermo, ma i due non sembravano ascoltarla affatto intenti come erano a disquisire su chissà che cosa. Si avvicinò incuriosita e quando lo fù abbastanza si rese conto che l'argomento della loro conversazione era centrata sul suo didietro.
"No vedi somiglia più ad una bella pesca rotonda e matura" - stava dicendo Eric mimando il gesto con la mano. Orlando aveva inclinato la testa da un lato come se stesse attentamente ponderando le parole dell'amico, continuando comunque a fissare l'oggetto del tanto contendere.
"A me ricorda più una bella mela succosa e croccante" - sentenziò picchiettandosi l'indice sul mento. Eric rispose con una specie di suono gutturale di approvazione e rimasero in silenzio qualche minuto continuando a contemplarle il deretano.
Ash si maledì per aver deciso di indossare gli shorts e tuonò "Oh ma siete imbecilli o cosa? Abbiamo del lavoro da fare quì nel caso non ve ne foste accorti!".
Eric fece un gesto infastidito con la mano "Ma cosa vuoi saperne tu? Quì stiamo parlando di arte! Un pò di rispetto ecchecavolo!" - aggiunse Orlando indispettito.
La contemplazione ebbe una brusca fine quando Ash scese da cavallo distribuendo con molta generosità e delicatezza un paio di scapaccioni ai due che si convinsero a lasciar perdere, ma il soprannome rimase e da quel giorno per quei due buontemponi lei fù Peache.
"Ho fame! Che dici cosa mangio? Spaghetti o sushi? O magari una bella insalatona?" - la voce squillante di Orlando la riportò alla realtà.
"No aspetta...mi hai chiamato alle tre del mattino per parlare di cibo?!" - chiese lei leggermente infastidita.
"Dovresti sentirti lusingata con tutte le persone a cui potevo telefonare..."
"Non lo sono affatto" - ammise lei sinceramente.
"Forse non è stata una grande idea..." - ammise lui - "...magari è meglio..."
"Ma no no..." - lo interruppe lei che si era pentita di essere stata brusca - "...di cosa volevi parlare?" - chiese dolcemente.
"Oh beh...in realtà volevo solo sentirti, è un bel pò che...si insomma...dopo quel litigio...a proposito come sta il Troglodita?".
Lo odiava. Lo odiava sinceramente quando si intrometteva nella sua vita disapprovando le sue scelte senza averne alcun motivo, senza averne alcun diritto.
"Hugh si chiama Hugh e se proprio vuoi saperlo và a meraviglia fra noi due contento?" - fece stizzita prendendosela più di quanto ce ne fosse bisogno.
"Buon per te ma sappi che quello è un'idiota testa di cazzo e prima o poi te ne renderai conto da sola" - disse lui con una innaturale calma nel tono della voce.
A quelle parole la rabbia la schiaffeggiò in pieno viso e le sue uscirono come un fiume in piena, incapace di poterle in qualche modo trattenere e fermare:
"Non accetto consigli da uno che è rimasto quattro anni con una patetica anorressica viziata attricetta cerebrolesa da quattro soldi!". E all'improvviso fù troppo tardi, le sue parole erano arrivate proprio dove voleva colpire e si maledì perchè l'ultima cosa che intendeva fare era ferirlo.
Dall'altro capo del mondo lui taceva. Era stata crudele, sapeva fin troppo bene che Orlando si stava ancora leccando le ferite per la fine della sua storia con Kate. Non gli aveva mai nascosto quali fossero i sentimenti per la sua ex, non aveva mai finto che le piacesse o di approvare la sua relazione, aveva sempre ammesso la sua ostilità e irritazione per quella biondina spocchiosa e scaltra, aveva sempre ammesso di odiarla cordialmente. Ora non era diverso. Magari aveva mancato di tatto, ma quello che aveva appena detto lo pensava seriamente. Perchè quindi scusarsi quando lui si comportava esattamente allo stesso modo con Hugh?
"Sei crudele Ash" - disse infine lui come se faticasse a parlare. La chiamava così raramente e solo quando era molto arrabbiato.
"A volte i veri amici lo sono" - si limitò a dire lei. "Tu però ci provi un gusto perverso ad esserlo" - ribattè lui in tono triste.
"Hai ragione scusami io non..." - le parole le morirono in bocca - "A che punto sei con le riprese dei Pirati?" - chiese cambiando improvvisamente argomento. Sentiva che sarebbe stato un errore continuare a parlare di quello che era appena accaduto.
"Ho praticamente finito, devo restare ancora un pò a LA nel caso dovessero rigirare delle scene" - tagliò corto; era diventato distante, come se in realtà stasse pensando ad altro.
Rimase in silenzio qualche attimo come se si aspettasse che le dicesse quali erano le vere ragioni che lo trattenevano nella città degli angeli, ma sembrava proprio che Orlando avesse perso il suo solito buonumore e non sembrava affatto in vena di confidenze.
"Passerai le feste di Natale quì?" - chiese speranzosa come un bambino che sta chiedendo alla mamma di tornare a casa. Ammise a se stessa che gli mancava terribilmente, erano secoli che non si vedevano, l'ultima volta si erano visti per due minuti nel terminale dell'aereoporto e avevano avuto il tempo di salutarsi a malapena. Lui stava tornando a Los Angeles e lei era appena tornata da Edimburgo, dove stavano girando un film sulla guerra fra i Lancaster e gli York.
"Non so ancora non ho deciso.." - fù la sua evasiva risposta.
Si salutarono poco dopo con entrambi la spiacevole sensazione addosso di aver allargato le distanze fra di loro. Perchè non gli aveva detto quanto aveva voglia di rivederlo? Perchè lui non le aveva parlato dei suoi intrallazzi amorosi come era solito fare? Se avesse dovuto giudicare dal brutto presentimento che la stava affliggendo avrebbe scommesso che non avrebbe più sentito Orlando per tantissimo tempo. Ed il solo pensiero la riempiva di angoscia.
  
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