Quel profumo di Muffin invadeva la mia camera. Quella donna mi sapeva viziare per bene, l'unica donna che mi conosceva alla perfezione, l'unica donna che potevo chiamare Mamma.
Ogni domenica mattina mi svegliavo avvolta dal profumo di Muffin, mamma si svegliava alle sei per fare trovare a me a papà e alla mia migliore amica la colazione in tavola. Il mio compito la domenica mattina era quello di distribuire la posta a tutta la famiglia, il postino passava e la lasciava fuori dalla porta. Per papà c'era sempre un quotidiano, per mamma riviste per il lavoro, per Naomi varie lettere e per me mai niente, ma quella mattina c'era qualcosa in più. Era una busta bianco panna con un sigillo in cera lacca rosso con una sigla che non si capiva bene, la cera lacca era sbavata e non si comprendevano le due lettere. Sul davanti c'era scritto l'indirizzo di casa mia, e il nome di un certa ragazza, ma il nome della persona a cui doveva essere recapitata non corrispondeva a nessuno della mia famiglia.
Una certa Bianca, si, lei era la diretta interessata. Mi feci coraggio, staccai il sigillo dalla busta e tirai fuori il foglio che c'era dentro. Iniziai a leggere, piano piano le mani iniziarono a tremarmi, gli occhi a riempirsi di lacrime e il cuore a battermi all'impazzata, si, il mio sogno era tra le mie mani. La tazza della Starbucks che avevo stretta tra le mani con dentro il cappuccino mi cadette a terra, mia madre si alzò di scatto con un'aria minacciosa pronta per urlarmi in faccia ma poi si risedette e capii che qualcosa andava storto, o forse, per me, per il verso giusto.