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Autore: MadHatter96    30/05/2012    2 recensioni
"… sì, quello è un ragazzo! Avrà circa la mia età: è abbastanza alto, dei capelli biondi tagliati a caschetto irregolare gli ricadono sugli occhi color ghiaccio e un crocifisso gli ricade sul petto. Questa visione mi fa provare una sensazione di sollievo, supportata anche dalla tavoletta di cioccolato che sgranocchia: per me il cioccolato è sempre stato un simbolo di allegria..." (MelloxSayu)
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mello, Sayu Yagami, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Destino
 
Capitolo 15
 
“Pinocchio…” Mormora disperato Mello dopo essere sceso dal trenino che ci ha portato all’interno dell’attrazione.
Matt si porta dietro di lui cercando di fargli indossare le orecchie da Miki Mouse comprate qualche minuto prima, Mello si porta rapidamente una mano sopra la testa scansando quella dell’amico: “Sei scemo?!”
“Ma che palle Mello!” Si lamenta l’altro con fare infantile
“Smettila di usare quel nome… “ Sibila il biondo guardandosi attorno
Io li guardo divertita. In effetti dev’essere pericoloso usare il nome di Mello in un posto così affollato.
Abbasso lo sguardo sulla cartina… voglio trovare qualcosa che piaccia a Lui.
Quando finalmente trovo quello che cerco mi si contorce lo stomaco: Space Mountain.
Io non sono il tipo per questo genere di attrazioni. Però se può farlo divertire…
“Mello…” Finalmente mi rivolge lo sguardo “… a te piacciono le attrazioni tipo… questa?”
Lui si avvicina alla cartina per osservare: “Cos’è?”
“Questa… sono montagne russe praticamente, un po’ più veloci.”
“Potrebbe essere interessante…” Mormora.
“E va bene! Allora? Andiamo?!” Chiede impaziente Matt raggiungendoci e buttando un’occhiata alla carta.
Il rosso ci fissa per poi sbuffare prendendomi il polso e rivolgendosi a Mello: “Facciamo così: lei fa la carota e tu l’asino ok? Se no qua non ci muoviamo più!”
E improvvisamente parte a correre per le strade del parco.
“Mi dispiace per il rapimento ma se no quello lì non si muoveva più.” Mi dice Matt rivolgendo lo sguardo alle mie spalle dove Mello cammina a passo veloce per starci dietro.
“Eccoci!”
Io mi sento mancare. Odio questa giostra. Mi fa paura. Terrore.
“Che hai?” Chiede Mello da dietro. Io non rispondo.
“Stai male?” Matt mi guarda negli occhi e poi sorride: “Hai paura eh?”
“Io…”
“Non siamo costretti a farla.”
“Però…”
“Mello sopravvivrà… vero?” Chiede Matt all’amico. Come ha fatto a capirlo?
“Cosa?” Chiede lui cascando dalle nuvole.
“A Sayu non piace questa roba.” Matt scandisce le parole come per sottolineare la stupidità di Mello su questo piano.
Mello mi guarda e io sento un brivido: “Ma no facciamola… non morirò mica!”



Pessima idea!
Mi sento soffocare dalle protezioni nonostante sia seduta accanto a Mello.
Ho paura. Afferro il seggiolino davanti e chiudo gli occhi.
Una voce metallica incomincia a pronunciare un conto alla rovescia.
Il vagone indietreggia.
Attesa.
Panico.
Silenzio.
Zero. Si scatta.
Urlo, davvero mi terrorizza. Mi aggrappo a qualcosa e chiudo gli occhi ignorando le stelle che circondano i binari.
Grido quando sento le curve e i giri della morte.
Ho paura, nascondo il viso nel primo incavo che trovo.
Poi sento che rallentiamo, ci fermiamo.
“Sayu?” Alzo lo sguardo e noto di essere aggrappata al braccio di Mello, con il viso nascosto contro di lui.
Rimango ancora così un attimo poi pronuncio le uniche parole che mi vengono in mente: “Mai più.”
Scendo dal vagone e sento la mia testa girare… mi sembra ancora di volare e il vuoto di stomaco non è ancora del tutto passato. Le gambe mi cedono.
Delle braccia mi reggono: “Non riesci nemmeno a camminare?” La voce di Mello raggiunge il mio cervello stordito.
Mi prende per mano e mi guida fuori, l’aria più fresca mi accarezza il viso facendomi rivivere.
“Non pensavo ti spaventasse così tanto…” la sua voce non ha note di presa in giro.
“Tutto apposto.” Assicuro.
Poi sul suo viso si dipinge una smorfia… come di dolore.
“Mello?”
“Sto bene.” Dice impassibile.
“Splash Mountain!” grida intanto Matt entusiasta.
Io sorrido nel vedere la tenera felicità di Matt. Adoro questo ragazzo.
Annuisco seguendolo, ormai è diventato il comandante di questa strana spedizione.
Dopo 10 minuti di cammino ci troviamo davanti ad un’alta montagna  da cui sgorga una cascata artificiale e delle urla mi invadono le orecchie. Sorrido, questa attrazione mi elettrizza.
Iniziamo a fare la fila percorrendo il percorso formato dagli steccati di legno.
Mello rimane dietro di me, silenzioso.
E una mia impressione o è pallido? Non riesco a capirlo bene a causa della cicatrice.
“Tutto bene?” Chiedo.
Lui prima annuisce assente e poi assume un sorriso forzatamente beffardo: “Non  sono io quello che prima non si reggeva in piedi.”
Ignoro la battuta notando uno strato lucido sui suoi occhi.
“Sei sicuro di stare bene?”
Lui annuisce ancora.
Io non mi fido, non in questo caso.  Allungo la mano e la appoggio sulla sua fronte.
Lui rimane un attimo immobile poi fa per scansarsi ma sono io la prima a ritirare la mano con un’espressione sbalordita: “Ma… sei bollente.”
“Cosa?” Chiede Matt voltandosi verso di noi.
“Hai la febbre… dobbiamo tornare a casa.”
Mello sbuffa seccato: “Ma figurati! Per così poco!”
Cosa…? Si stava divertendo?
“ Come fai ad avere la febbre in questa stagione?” Chiede sorpreso Matt.
“Ti sei sforzato… è naturale dopo essere stato ferito in quel modo.”
“Non siamo costretti ad andarcene.” Insiste lui.
“Non fare storie piccolino!” Lo prende in giro Matt spingendolo fuori dalle barriere.
Ci dirigiamo verso l’uscita del parco e saliamo nel camion che ci ha portati.
“Peccato…” mormora Matt osservando avvilito l’entrata del parco che si allontana.
“Dai, ci torneremo quando quest’incubo sarà finito… e poi comunque abbiamo fatto un bel po’ di attrazioni.” Gli dico appoggiandogli una mano sulla spalla.
“Hai ragione” Sorride.
Mello se ne sta con la testa appoggiata al finestrino. Ha bisogno di riposo.
Matt ferma la vettura davanti al palazzo e noi scendiamo.
Devo ancora riprendermi dall’atmosfera gioiosa del parco…
“Liberati di questo coso il prima possibile.” Ordina Mello indicando il camion.
Lo osservo salire le scale: mi sembra instabile, deve avere giramenti di testa.
Chissà perché ero convinta che fosse il tipo che non si ammalava mai.
Entra nell’appartamento e si lascia cadere sul divano. Sebbene cerchi di rimanere impassibile si vede che prova sollievo.
Mi avvicino e mi chino accanto a lui.
“Mi dispiace, avrei dovuto accorgermene prima…”
“Ma figurati!” Esclama per quello che può esclamare una persona nel suo stato.
“ La ferita ti fa male?”
Lui fa cenno di no con la testa, ma non so quanto sia affidabile.
“Togli la fasciatura e lasciala respirare… ce la fai?” Lui annuisce ed esegue le istruzioni senza fiatare… il che è strano.
Io tiro fuori dalla borsa una bustina per alleviare il mal di testa e inizio a cercare un bicchiere.
“E Matt?”
“E’ andato a portare via il camion… ma la smetti di parlare sempre di Matt?!” Grida irritato.
“Ma io non parlo sempre di Matt!” Ribatto decisa.
“Sì, come no…!”
“Mello, stai diventando ripetitivo sai?”
“Tsk! Parla lei…”
“Ma come! Prima mi dici tutte quelle belle parole e poi mi tratti così?”
“Mpf! Io non ti ho detto nulla di speciale, non  montarti la testa ragazzina!”
Sebbene questa reazione sia tipica di Mello un po’ mi irrita e mi rattrista.
Lascio sciogliere il contenuto della busta nell’acqua e poi gliela porgo.
“Che roba è?”
“Serve per il mal di testa…”
“Non ho mal di testa!”
“Ti ho visto sulle scale…”
“Saprò io quello che ho o no!”
“Ma sei davvero così infantile o mi prendi in giro?!”
Butto l’occhio sulla ferita e vedo che si è un po’ arrossata. Si è sforzato troppo.
Intanto sento la mano che regge il bicchiere liberarsi: lo osservo ingoiare distrattamente l’acqua biancastra mentre fissa il soffitto.
“Sodisfatta?” Dice porgendomi il bicchiere vuoto. Io lo appoggio sul tavolino e afferro una tavoletta di cioccolato porgendogliela: “Sì”
Lui inizia a mordicchiare il cioccolato tranquillamente… io se fossi nel suo stato non concepirei nemmeno il pensiero di mangiare cioccolato… ma in fondo lui è Mello.
Le sue palpebre iniziano a farsi pesanti e affonda la testa sul cuscino.
“Prova a dormire, vedrai che ti sentirai meglio.”
“Sei la mia infermiera?” Mormora con un filo di voce, poi mi fissa: “Grazie, di preoccuparti per me…”
Cosa? Come mai è così gentile?
Improvvisamente si alza in ginocchio e mi afferra il viso tra le mani; all’inizio mi spavento e poi rimango incantata.
Mi sta fissando, i suoi occhi sono vicinissimi: “Sayu…” mormora.
Le sue labbra piano si avvicinano alle mie, io rimango immobile… è un sogno. Non può essere Mello quello che ho davanti.
Il suo respiro accarezza le mie labbra mentre il mio diventa affannoso. Manca poco… mi sento insicura.
Improvvisamente si blocca e si lascia ricadere, io sospiro involontariamente.
“Scusa…” mormora
“Non importa, è la febbre” gli dico come per rassicurarlo. È ovvio. Dovevo arrivarci prima, per questo è così gentile.
Lo vedo chiudere gli occhi e istintivamente gli accarezzo i capelli biondo sparsi sul cuscino.
La febbre…
È la prima volta che mi sento così… delusa.
 
Continua…

Grazie infinite a tutti quelli che seguono questa storia.
Gli ultimi capitoli sono stati noiosi, lo so bene, ma mi servivano. Ora ricominceremo con il caso Kira e tutto ciò che circonda Mello e Sayu nella loro storia.
Grazie mille ancora
:)
  
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