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Autore: supernova_the_fifth    30/05/2012    1 recensioni
Quando la vita ti sembra normale. quando credi che tutto andrà per il meglio...è allora che il passato ti si ripresenta dinnanzi!
Dal capitolo 6:
[ Cloud non alzò lo sguardo da terra e non cercò di discolparsi. In cuor suo sapeva che ciò che lo sfregiato aveva appena detto era vero. In fin dei conti non aveva tentato nulla per fermalo e impedirgli di fare qualcosa.
Aveva perso davvero tutto quello che era un tempo.
E fin da subito sapeva di aver condannato tutti loro a morte certa. Nella sua mente aveva cercato più volte di pensare che si sarebbe concluso tutto per il meglio per tutti loro ma sapeva di mentire a se stessa.
Lei aveva comunque continuato a sperare; ora però tutta la consapevolezza di ciò che attendeva Anna, Erica, Mattia, Giulia, Naya, Elisabetta e Alice la colpì come un macigno.
Le parole che la raggiunsero qualche istante dopo furono il colpo di grazia.
- Anche se immagino che un secondo omicidio di massa non possa pesarti troppo sulla coscienza. Vero Supernova?- ]
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Nexus Universe'
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Wanna fight? A plan to survive

 

 

Il caronte era una creatura infima. Una creatura infima e senza cervello; quello lo aveva constatato da un bel pezzo anche se rari sprazzi di lucidità che quelle cose dimostravano cominciavano a fargli credere che forse un minimo di cervello nuotasse in quel mare di niente che era la loro testa.

Li aveva osservati per giorni; stavano perennemente fermi senza stancarsi o aver bisogno di cambiare talvolta posizione, la lunga mannaia che tintinnava pericolosamente appesa al fianco, gli occhi ridotti a due fessure e sempre vigili. Ecco forse quello era l’unico dettaglio che agli occhi di Michelangelo non li faceva risultare completamente stupidi.

Ad un certo momento, che i suoi fratelli definivano quello del “ho voglia di ricordare a tutti che sono un coglione quindi datemi corda”, si era perfino ritrovato a cercare di far conversazione con uno di quei bestioni. Non che avesse avuto successo, anzi: inizialmente aveva ricevuto solamente silenzio, segno che era stato molto più che ignorato. Il peggio era arrivato quando aveva pensato di controllare se la guardia fosse effettivamente sveglia cominciando a sventolarle davanti la mano; questo fino a quando il caronte non aveva perso la pazienza, che a detta di Michelangelo era davvero poca, e l’aveva afferrato per il polso attraverso le sbarre della cella per poi farlo volare a sbattere contro la parete di pietra alle sue spalle.

Si era accasciato a terra con ancora più lividi di quelli che già ricoprivano la maggior parte del corpo oltre alle ossa rotte, contusioni e ferite varie.

Dal quel momento si era deciso a studiarli da lontano. E aveva capito che erano creature stupide. Erano spaventose a vedersi, quello era palese a chiunque; dopotutto una sottospecie di minotauri con la schiena uncinata, corna da ariete spropositatamente grandi e una corazza spessa più o meno tre dita aveva tutte le carte in regola per spaventare chiunque. Anche una tartaruga ninja che doveva essere uno dei guerrieri più forti dell’universo.

Ma la bruttezza creava solo scudo al nulla che caratterizzava il cervello. Non parevano essere in grado di pensare di testa propria, perennemente immobili fino a che un ordine dei predator non gli richiedesse di fare diversamente.

Poteva contare sulle dita delle mani le volte in cui aveva creduto di vedere delle azioni prendere luogo per volontà di quelle bestie (e il fatto che le sue dita erano solamente tre per mano diminuiva ancora di più quella già bassa percentuale).

Quindi era arrivato ad una conclusione abbastanza semplice: quegli esseri erano tanti, grossi e stupidi. Anche ridotti come erano, per loro tre non sarebbe stato un problema sbarazzarsi di loro. Il vero problema nasceva con i cattivi da cui prendevano ordini, gli uomini con la falce, i predator. Ma di loro se ne stava occupando Raphael.

Dopotutto si erano divisi i compiti per riuscire a trovare i punti deboli dei loro vari ostacoli. A lui erano toccati gli arieti stupidi, a Raph gli psicopatici con la falce e Leonardo invece doveva analizzare il luogo dove erano rinchiusi cercando di farsi una mappa generale del posto, per quanto conversazioni tra carcerieri e i loro spostamenti da una stanza di tortura all’altra potessero permetterlo.

Ciò che lo stupiva era il fatto d’essere riuscito a ragionare su tutto questo mentre era disteso su di una lastra di pietra, circondato da oggetti di tortura e con il predator che impassibile si apprestava ad un’altra nottata di lungo e doloroso interrogatorio.

Ma ormai era solo questione di resistere per un po’, solo un altro po’ e le Supernove avrebbero ricominciato a spaccare i culi a quegli stronzi.

 

 

Cloud non credeva di poter più provare una sensazione simile, l’energia le fluiva per tutto il corpo, la sentiva scorrere sotto la pelle e l’avvertiva come pronta ad esplodere.

Quasi non parevano essere trascorsi due anni, ma solo qualche breve istante dall’ultima volta che si era sentita così. E le era mancato, eccome se le era mancato.

Diavolo è fantastico!

- Vero?? E tu che facevi tante storie! -

Draciel fuori dalla mia testa. ORA!

- Ehi sgorbio ti ricordo che siamo fusi insieme ora. Non me ne posso andare. Ohi, non mi dire che ti sei pure dimenticata tutto! -

Tsé, ti pare possibile? Solo che dopo tutto questo tempo è strano avere qualcuno nella mia testa. Anche se a dirla tutta tu sei nella mia testa da un bel po’. Forse è la Dragon Soul che mi scombussola.

- Si credo sia normale. Poi conta che prima la fusione non era completamente avviata.  Allora, adesso no turning back. Fai fuori quel bastardo e poi ce ne andiamo di qui.  -

Ok. E magari poi mi spiegherai anche cos’è il qui. Perché sinceramente non ho idea di dove ci troviamo.

- Idiot! -

Non poteva sopravvivere. In questo momento era sicura di avere il coltello dalla parte del manico ed il coltello era ben affilato. Non restava altro che agire.

Le ali spalancate sbatterono lievemente e la giovane si apprestò a colpire. Un battito di ciglia ed era già a pochi centimetri dal volto di Rajal. Un calcio all’addome, una gomitata nel petto e ruotando su se stessa un altro calcio che lo scaraventò addosso la parete; subito Cloud era in aria davanti a lui e ricominciò a riempirlo di colpi facendo sì che lo sfregiato non cadesse al suolo per la forza di gravità.

Colpì il volto fracassandogli il naso, un ginocchio cedette sotto la pressione di un calcio ben piazzato e si piegò all’indietro, molte ossa delle costole si ruppero con spaccature nette a causa dei ripetuti pugni. La forza dei colpi arrivava a crepare la parete alle loro spalle. Grandi blocchi di roccia si staccarono e crepe profonde continuavano diramarsi per tutto il muro. Con un ultimo colpo di coda Cloud scaraventò Rajal lontano. Le ali sbatterono violentemente e lei tornò a toccare il suolo.

Il ghigno era sparito ed ora l’espressione di Cloud era seria. Rajal a parecchi metri ansimava e sputava sangue: non era riuscito a parare nemmeno un singolo attacco e quel combattimenti durato a malapena qualche minuto l’aveva distrutto. L’ex ninja sapeva di non dover abbassare la guardia ma ciò non toglieva che era certa di aver la vittoria in pugno.

- Cloud. -

I know.

- You know what? I said nothing!*

Immagino ciò che tu voglia dire.

Cominciò a camminare a passi lenti verso la figura inerme di fronte a lei, le ali smeraldo che piano si richiusero dietro le spalle e la coda squamosa che talvolta sbatteva pesantemente a terra. Erano lì a pochi metri. il cacciatore diventato preda e la preda diventata il più pericoloso dei cacciatori.

- Sp-spiegami come. – tentò di dire Rajal, il sangue che gli impastava la bocca.

- Tch. Never underestimate a Supernova. - Un altro passo, sempre più vicina. – Trust me dude. That is something you’ll regret.*

Ora Cloud sovrastava lo sfregiato, uno sguardo di odio e ribrezzo puro nei confronti di quella figura tanto possente e spaccona, ma ora inerme ai suoi piedi.

- Io odio uccidere. Un paradosso per un ninja vero? Ma noi siamo stati cresciuti così. Ho sempre ucciso solo quando era necessario e ti risparmierei volentieri la vita. -

Rajal non era stupido. Il suo volto non si rilassò a quelle parole. Era un sicario e bastava il tono della brunetta per arrivare a trarre le conclusioni adeguate.

- Hai ucciso tre dei miei fratelli… -

- A proposito di questo Cloud- -

Non ora Dras.

- …torturato quasi a morte il quarto, tentato di uccidere tre mie amiche

e trattato come cani o peggio tutti noi. Tutto questo non corre. -

Un ghigno si formò sul volto di Rajal. – Sei tosta O’Neill. I miei maestri avevano ragione. Per certi aspetti sei davvero la più pericolosa delle Supernove. – Un conato di sangue lo costrinse a piegarsi su se stesso. – Falla finita e uccidimi. –

Cloud lo afferrò per il collo della tunica e avvicinò il suo volto a quello di Rajal. Il pugno destro, seppur rotto, pronto a dare l’ultimo colpo e a finire quello scontro. Cloud concentrò la sua energia e la sentì fluire lungo il braccio, fino ad arrivare ad accumularsi tutta nel pugno.

Fissò quegli occhi ametista piena di disgusto, sicura che quella sarebbe stata l’ultima volta che li avrebbe visti così luminosi e pieni di vita. E finalmente colpì.

- Adesso è sufficiente Cloud. -

Quando il suo pugno era ad un niente dal petto di Rajal sentì che le forze di colpo l’abbandonarono.

La mano stretta sulla tunica cominciò ad essere pesante e si staccò afflosciandosi inerte lungo il fianco mentre sentiva che l’energia che le percorreva l’intero corpo svaniva. Dopo la mano anche il corpo divenne pesante e si sentì sempre più cadere verso il basso.

L’ultima cosa che vide prima di chiudere gli occhi fu Draciel, che ricomparso, le si stagliava a fianco e che con la coda dell’occhio la fissava e le sorrideva.

Poi tutto divenne nero.

 

 

 

* Non sottovalutare una Supernova. […] Fidati stupido. E' qualcosa che rimpiangerai.

*  Lo so.

   Tu sai cosa? Non ho detto niente!

 

 

 

{nota autrice: Gomene! Questi capitoli tutti descrittivi dove non succede un bigolo di niente stancheranno tutti ormai! ;) ma servono quindi abbiate un pochina di pazienza! Che dal prossimo capitolo la storia si anima ^^ un bacio a tutti e un MEGA grazie a chi recensisce, mi segue o legge soltanto ♥

   
 
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